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L’inettitudine dei mariti bandelliani

Bandello sembra volere, comunque, sottolineare che una reputazione di onore e virtù debba essere per la donna salvaguardata a tutti i costi. L’essere realmente virtuosi, d’altra parte, non appare ugualmente importante, a patto che ogni azione illecita o immorale sia accuratamente nascosta e dissimulata e di conseguenza privata di ogni possibile rischio per la stabilità sociale.

Non sorprende quindi che nella novella I,9 (nella quale è narrata la vicenda di una donna uccisa dal marito che ne aveva scoperta l’infedeltà corrompendo il frate che la confessava) soltanto il marito venga criticato per la sua gelosia e per l’eccessiva curiosità. Questa tragica vicenda viene presentata come provocata da un ottenebramento della ragione, che spinge l’uomo a indagare e scoprire in modo illecito ciò che sarebbe dovuto rimanere nascosto e dissimulato.

L’autore non si accontenta di ridere e far ridere i lettori attraverso le beffe ordite dalle donne, ma ne trae anche delle lezioni.Con la beffa la donna costringe il marito ad una vera capitolazione.

Si trova così in negativo all’interno delle novelle il profilo del marito tracciato da Bandello, dove confluiscono i requisiti di una morale d’ispirazione cristiana che si impongono di giorno in giorno nell’epoca del Concilio di Trento, e quelli della morale mondana che comprendevano le aspirazioni culturali e sociali della donna di mondo.

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Le critiche al marito geloso, il sarcasmo verso l’adultero che trascura la propria moglie illudendosi che questa non faccia altro che aspettarne il rientro standosene «con le mani nella cintola», mentre il marito è lontano, e il lamento della malmaritata che dichiara di disprezzare i vestiti e gioielli affermando che preferirebbe una vita di ristrettezze all’essere lasciata sempre sola nel letto sono stilemi che vengono ripresi, sviluppati e quasi esasperati nella narrazione di Bandello, al punto da divenire una sorta di marchio caratteristico delle sue novelle di adulterio.

Per di più, la cattiva condotta femminile ha come unico fine per Bandello quello di ridicolizzare i pessimi comportamenti dei loro mariti, attraverso l’assegnazione di nomignoli poco gradevoli: ser capoccio, ser barbagianni, messer caprone, messer lo montone, ser castronaccio, ser beccone, ecc.

Le donne sembrano essere mosse essenzialmente da frustrazione, sdegno e desiderio di vendetta, e l’adulterio, di conseguenza, può essere definito come una vera e propria rivincita della malmaritata. Accadono anche diversi fatti tragici che illustrano l’oppressione sofferta dalle donne alla loro vita coniugale e le pene severe per coloro che si lamentano della rispettabilità dei loro mariti ingannatori.

La rappresentazione che Bandello offre dell’adulterio appare problematica nel momento in cui viene fatto al riferimento al tema della malmaritata, i cui errori sono diretta conseguenza della propria infelice condizione. In questo modo, le novelle fanno luce sulle responsabilità del marito nel provocare l’infedeltà delle proprie mogli. Bandello fornisce al lettore, quindi, numerosi esempi di come le negligenze di un marito verso la propria moglie possano infine rivoltarglisi contro.

Bandello affronta il problema degli errori che i mariti commettono nelle dinamiche coniugali quasi in ogni novella che tratta di adulterio. Secondo Fiorato, le novelle aventi per tema la rivincita di una malmaritata rappresentano per l’appunto un richiamo all’ordine per mariti che non sanno dimostrarsi all’altezza dei propri doveri coniugali.

Molte altre funzionano anche come dimostrazione pratica delle conseguenze che possono derivare dall’inettitudine o debolezza di un marito. Gli esempi forniti da questi racconti mostrano come gli errori di un marito, quali la gelosia, la credulità o la negligenza verso la propria moglie lo portino a perdere ogni autorevolezza e stima.

In situazioni simili, la donna diventa sempre meno rispettosa, al punto di tenere in poco conto l’autorità che al marito dovrebbe essere garantita secondo le leggi divine e umane, e diviene di conseguenza propensa a beffare il marito e a commettere adulterio.

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Queste storie offrono al lettore il ritratto di un uomo che non è solo macchiato dall’infamia delle corna, ma anche stigmatizzato per la propria sottomissione al governo di una donna. Un marito simile risulta di conseguenza doppiamente vituperato.

Dunque, le novelle di adulterio di Bandello spesso esemplificano, attraverso la rappresentazione di ruoli familiari rovesciati in cui l’inettitudine del marito consegna alla donna le redini del governo della casa, l’inquietante prospettiva di un rovesciamento “dell’ordine naturale”, con conseguenze potenzialmente drammatiche.

Se la condotta di un uomo non è mai oggetto di critiche per i moralisti, al contrario la donna deve rendere conto delle sue azioni al marito e gli deve soprattutto l’esclusività della vita sessuale. Questo aspetto di gelosia, relativo alla proprietà privata è a volte chiaramente spiegato dal ruolo dei mariti bandelliani. Il tema della gelosia è uno dei temi più insistenti nella raccolta e pone l’accento direttamente sul problema della libertà della donna e sull’insicurezza che attanaglia l’uomo.

Si tratta di uomini che diventano gelosi in quanto i primi nella coppia a macchiarsi di tal peccato, oppure di uomini nei quali la gelosia appare senza che la moglie ne abbia dato modo o sospetto.104 È il caso di mariti anziani, dispotici o deficienti, che rischiano sempre di vedere le proprie moglie pronte ad ingannarli alla prima occasione.105

104 “ Ponno forse esser piú cagioni che inducono la persona ad ingelosire, ma per mio giudicio, qual egli si

sia, credo che per l’ordinario siano due sorti d’Uomini che diventino gelosi. Quelli che al nascer loro non ebbero il cielo molto favorevole e nacquero con debolissimoe sempre agghiacciato temperamento del corpo, non sarà gran meraviglia che siano gelosi. Altri che averanno Venere per ascendente e nascono con tutte le membra loro forti e gagliarde, ed essendo di natura libidinosi e ne la giovinezza essendo stati violatori degli altrui letti, e non contentandosi mai d’una e di due donne, ma vogliono aver con tutte commerzio; questi tali, come si maritano, sono ordinar iamente gelosi. I primi per la debolezza loro s’ingannano, perchè credono che non essendo forti a l’ufficio matrimoniale, la moglie debbia ricercare chi supplisca ai diffetti ed al poco valore che essi hanno; e però questa gelosia si vede abbracciata nei petti loro con inestirpabili radici. Né in minor errore sono i secondi, giudicando tutte le donne esser poco curiose de l’Onore e che ciò che essi hanno con l’altrui donne fatto, che le donne loro facciano il medesimo con gli altri uomini. Ma se pensassero che per una o due che abbiano trovate arrendevoli agli appetiti loro, molto piú sono state quelle che hanno pregato indarno e non si sono lasciate corrompere, io porto ferma openione che non sarebbero sí facili ad aver cattiva openione de le donne ed ingelosire de le mogli […]Vi dico adunque, signori miei, che in Roano fu a’ nostri di una buona donna, la quale si maritò in un malvagio uomo, che era giocatore, bestemmiatore, geloso e pieno di molti altri vizii; il quale, oltra che tutto il dì buttava via il suo e ciò che la donna in casa recato aveva, si dilettava piú de le donne altrui che de la propria. Sopportava il tutto in pace la buona donna, la quale era da tutta la vicinanza molto amata, e ciascuno l’aveva compassione de la pessima vita che il marito le faceva fare. Il malvagio uomo, che vedeva la moglie da tutti i vicini e vicine esser amata ed accarezzata, entrò in tanto sospetto di lei e tanta gelosia, senza sospizione alcuna d’indicio vero, che cominciò a tenerla chiusa in casa e darle ogni dì de le busse e carminarla senza pettine molto stranamente; di modo che la povera danna, che era da bene, venne in grandissima disperazione e l’amore, che al marito portava, convertì in fierissimo odio, non potendo sofferire che egli si sconciamente a torto la battesse”

105 Vedesi di continovo per lunga isperienza che ne la natura umana ogni età ha i suoi diporti e piaceri ove

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La gelosia del marito è molto spesso nata da un sentimento di inferiorità, che egli concepisce in relazione a un rivale reale o immaginario, e in particolare del suo depotenziamento nel dominio sessuale, che deriva da una mancanza naturale, ma è soprattutto l’insofferenza sessuale ad essere inevitabilmente sanzionata dall’adulterio della moglie.

Questo è un punto cardine della morale del matrimonio di Bandello106, che si sforza di fornire ai mariti consigli di assiduità sessuale alla loro mogli. Un’altra mancanza denunciata da Bandello è l’accaparramento del marito di compiti professionali che assorbono eccessivamente il suo tempo, compreso quello che dovrebbe dedicare a sua moglie. Inoltre, la gelosia è proprio la responsabile della maggior parte delle bestialità che gli uomini commettono contro le loro mogli.