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IL BILANCIO PREVISIONALE

FOCUS SUL PROCESSO DI ACQUISTO NEL B2B

6.12 SCHEDA 17: IL FABBISOGNO FINANZIARIO COMPLESSIVO

6.13 IL BILANCIO PREVISIONALE

Nei paragrafi precedenti si sono poste le basi per la costruzione del bilancio previsionale94 i cui dati andranno a confluire nel conto economico (scheda 19) e nello stato patrimoniale (scheda 20).

Molto spesso capita che all’interno dello stato patrimoniale non ci sia corrispondenza tra gli impieghi e le fonti. In tal caso ci si può trovare di fronte a due situazioni:

➢ Gli impieghi sono maggiori delle fonti: in tal caso ci si trova di fronte alla necessità di coprire il fabbisogno finanziario risultante o con mezzi propri o di terzi;

94 Esiste una differenza rilevante tra bilanci consuntivi e previsionali: i primi sono ottenuti dalla

contabilità e contengono valori alla data di chiusura del bilancio, mentre i secondi sono ottenuti partendo dalla stima delle singole voci della gestione e contengono valori patrimoniali ed economici medi.

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➢ Gli impieghi sono minori delle fonti: in tal caso si presenta una gestione finanziaria attiva (che comporta anche una maggiore liquidità) che può essere impiegata al fine di produrre redditi accessori alla gestione tipica.

Un’eccessiva liquidità può essere investita per rafforzare la struttura aziendale (con nuovi investimenti) oppure può confluire all’interno delle casse dell’azienda per far fronte a periodi di crisi e di calo della domanda (molto utile soprattutto per quei settori soggetti a crisi congiunturali periodiche).

È importante ricordare in questa sede che i bilanci previsionali non vengono costruiti al fine di prevedere il futuro, ma al fine di effettuare analisi di what-if e identificare i punti di maggiore criticità dell’idea imprenditoriale.

6.13.1 SCHEDA 23: GLI INDICI DI BILANCIO

L’analisi degli indici di bilancio è un sistema di controllo sull’andamento dell’azienda dal punto di vista economico e finanziario. Tale analisi si basa sul confronto di grandezze economiche e patrimoniali contenute nel bilancio (conto economico e stato patrimoniale).

Gli indicatori sono numerosi e possono avere un valore predittivo dell’andamento aziendale nel prossimo futuro.

Gli indicatori più diffusi si possono suddividere nelle seguenti categorie:

Indici di redditività.

 ROI: rapporto tra il reddito operativo e il capitale investito e misura la capacità dell’impresa di remunerare il capitale complessivo (di debito e di rischio)  ROE: rapporto tra l’utile netto e il capitale netto dell’azienda ed esprime il tasso

di redditività conseguito in un determinato esercizio dai possessori di capitale di rischio (soci).

 ROS: rapporto tra reddito operativo e il totale del fatturato e misura la capacità remunerativa del fatturato.

Indici di liquidità. Indicano la probabilità che l’azienda soddisfi i suoi obblighi finanziari a scadenza:

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 Liquidità primaria (immediata): non segnala tanto una situazione di sbilancio strutturale di capitale circolante netto, quanto la capacità dell’azienda di onorare nel brevissimo periodo le scadenze dei pagamenti.

 Liquidità secondaria (totale): indica l’equilibrio o meno della struttura di bilancio. Un valore negativo indica che l’azienda può trovarsi in una situazione di illiquidità.

Indici di indebitamento. Indicano il livello di indebitamento dell’azienda. Elevati indici di indebitamento possono condurre, nel tempo, l’azienda ad una situazione di default difficilmente risanabile.

Qualora l’azienda abbia un elevato indebitamento e avesse bisogno di ulteriori finanziamenti dovrebbe ricorrere, in tal caso, all’equity.

 Indice di autonomia finanziaria: misura la capacità dell’impresa di finanziarsi con mezzi propri, piuttosto che con capitale di terzi. Un indice al di sotto del 33% indica una struttura finanziaria critica con elevate probabilità di default.

 Indice di indebitamento a medio lungo termine: misura l’entità dell’indebitamento complessivo dell’azienda. Un elevato indice di indebitamento a medio e lungo termine indica che l’azienda investe utilizzando maggiormente capitale di terzi. L’utilizzo di eccessivo capitale di terzi porta a uno squilibrio della struttura finanziaria dell’azienda e quindi a una sua maggiore rischiosità, in quanto aumentano le sue probabilità di insolvenza e successivo default.

 Indice di indebitamento finanziario: misura l’incidenza del debito finanziario complessivo presso istituti di credito rispetto al debito complessivo.

 Indice di indebitamento finanziario di breve termine: misura l’incidenza del debito finanziario a breve termine rispetto al finanziamento finanziario complessivo.

Si ricordi che l’indebitamento finanziario a breve termine è maggiormente rischioso rispetto al finanziamento a lungo temine, in quanto gli istituti di credito possono richiedere in qualsiasi momento il loro rimborso. Un elevato valore di questo indice non è ottimale. Per tale ragione l’azienda dovrebbe preponderare verso un finanziamento a medio lungo termine e, qualora abbia già contratto un finanziamento a breve, trovare una soluzione per convertirlo in medio lungo termine.

- 146 - Indici di correlazione.

 Quoziente di struttura primario: esprime la capacità dell’azienda di coprire l’attivo immobilizzato solo utilizzando, come fonte di finanziamento, il patrimonio netto.

 Quoziente di struttura secondario: è simile al quoziente di struttura primario ma considerando le fonti di finanziamento complessive (patrimonio netto e capitale di terzi). Se non è abbastanza elevato significa che l’azienda non riesce a sostenere gli investimenti in immobilizzazioni con tutte le fonti che ha a disposizione.

 Quoziente primario di tesoreria: più è elevato tale indicatore, tanto più positiva è la situazione finanziaria a breve termine. Se è maggiore del 100% significa che nell’immediato sono disponibili risorse liquide (disponibilità di cassa) per pagare le passività a breve.

 Quoziente secondario di tesoreria: valuta la situazione del rischio finanziario a breve termine; più è elevato tale indicatore più è positiva la situazione finanziaria a breve dell’impresa. Se l’indicatore è superiore al >90% l’azienda, non nell’immediato, ma comunque nel breve termine, riuscirà ad avere le risorse sufficienti per estinguere le proprie passività a breve.

 Quoziente di disponibilità: quanto è più elevato questo indicatore, tanto più è positiva la situazione finanziaria a breve termine, poiché significa che nel presente sono disponibili risorse finanziarie sufficienti (cassa, c/c bancario e postale, crediti esigibili entro 12 mesi, magazzino), sia liquide che smobilizzabili nel breve termine, per far fronte ai debiti a breve.

Indici di rotazione e durata.

 Indice di rotazione del capitale investito: misura la capacità del capitale investito a generare vendite. Un basso indice suggerisce che il capitale non è investito in maniera redditizia.

 Anche se questo indice crescesse nel tempo non significa che il capitale investito sia redditizio, ma può anche indice di obsolescenza di un impianto o un macchinario (l’ammortamento è quel meccanismo che porta a una diminuzione del capitale fisso, migliorando di conseguenza l’indicatore).

 Indice di rotazione del magazzino: indica la velocità con cui le giacenze vengono utilizzate. Una rotazione elevata indica salute, vendibilità e giacenze

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liquide. Una indice di rotazione basso suggerisce un eccesso di giacenze e/o merci obsolete (almeno che l’azienda non stia incrementando le scorte per far fronte ad un incremento della domanda stagionale).

 Giorni scorta media: indica i giorni in cui mediamente le scorte rimangono in giacenza prima di essere utilizzate e/o vendute.

 Giorni di dilazione del credito commerciale medio: indica il credito medio consentito ai clienti. Un’elevata dilazione del credito commerciale indica un basso potere contrattuale dell’azienda oppure può riflette una politica commerciale rivolta all’acquisizione della clientela (molto frequente per una start up);

 Giorni di dilazione de debito commerciale medio: indica il credito medio concesso dai fornitori. Un’elevata dilazione del debito commerciale indica una maggiore fiducia dei fornitori nei confronti dell’azienda. Una start up, che non ha una storia, ha un indice molto basso in quanto i fornitori non hanno gli strumenti per poter valutare la bontà e la solvibilità dell’azienda. Per questa ragione i fornitori possono richiedere, per le loro forniture, un pagamento in contanti o con giorni di dilazione molto brevi.

 Ciclo del capitale circolante netto: è dato dalla somma dei giorni di scorta media, della dilazione media concessa ai clienti ai quali si sottrae la dilazione media ottenuta dai fornitori.

Se il segno di questo indicatore è negativo significa che l’azienda si trova in una situazione positiva poiché riesce ad incassare prima i crediti commerciali (che quindi si riducono) per pagare successivamente i fornitori.

Un ciclo del CCN positivo, invece, indica che le attività correnti sono maggiori delle passività correnti. Questa è una circostanza sfavorevole perché indica una scarsa capacità dell’azienda di riscuotere oggi i ricavi rinviando l’incasso al futuro (con un aumento dei crediti verso i clienti e di scorte che assorbono liquidità).