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LA CAPACITÀ PRODUTTIVA NELLE IMPRESE DI SERVIZ

FOCUS SUL PROCESSO DI ACQUISTO NEL B2B

LA CAPACITÀ PRODUTTIVA NELLE IMPRESE DI SERVIZ

Per un’impresa che eroga servizi la capacità produttiva massima può essere determinata sulla base delle ore uomo, ossia la quantità di ore che i dipendenti sono in grado di dedicare all’analisi e al supporto dei clienti (sia nel mercato B2C che nel mercato B2B).

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5.3.3.1 LE SCELTE DI MAKE OR BUY

Le scelte di make or buy può riguardare sia le attività di produzione in senso lato, sia altre attività come la vendita, l’erogazione di un servizio, la distribuzione, la gestione dei magazzini, la contabilità e così via.

La decisione se internalizzare o esternalizzare fasi del processo produttivo o altre attività (anche di gestione) può avere finalità economiche e/o strategiche:

MAKE

Finalità strategiche Finalità economiche Realizzazione di prodotti/ servizi ad

elevato contenuto tecnologico per i quali è richiesto un elevato knowhow non posseduto da aziende terze.

Costo di realizzazione interna < costo di acquisto.

Costo di realizzazione > costo di acquisto ma è possibile ridurre il maggior costo di realizzazione nel breve periodo.

Investimenti in immobilizzazioni sostenibile nei primi anni di attività.

Localizzazione dei locali produttivi in prossimità di fornitori di materie prime.

Costi di approvvigionamento di materie prime/ semilavorati convenienti.

Localizzazione dei locali di assemblaggio in zone remote.

Costi di trasporto delle componenti elevati

Tabella 5- La scelta di internalizzare: finalità strategiche ed economiche

BUY

Finalità strategiche Finalità economiche Localizzazione dell’azienda in prossimità

di aziende terze fornitrici di componenti (che necessitano di un semplice assemblaggio) rispondenti alle specifiche richieste e ad un minor costo.

Costo di realizzazione interna > costo di acquisto.

Riduzione dei rischi legati all’ingresso nel mercato: le start up che offrono un nuovo

Maggior fabbisogno strutturale e maggiori costi fissi di struttura derivante

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prodotto/ servizio sono incerte sul proprio successo e, qualora il proprio prodotto/ servizio non avesse un mercato, potrebbero interrompere la produzione senza perdite consistenti (in quanto non ha investito in impianti e macchinari).

dall’investimento in immobilizzazioni materiali45.

Riduzione dei rischi legati alla variabilità del prodotto e della domanda46.

Tabella 6- La scelta di esternalizzare: finalità strategiche ed economiche

È chiaro quindi che la scelta di internalizzare o esternalizzare può essere influenzata da diversi fattori e non esiste un’unica soluzione corretta. Diverse aziende possono adottare diverse soluzioni che possono essere di successo se in linea con le competenze e le risorse di cui dispone l’azienda.

5.3.3.2 LE “IMPRESE VIRTUALI”

Nel presentare le società che operano su internet valgono le medesime considerazioni indicate nel paragrafo precedente, ma con alcuni accorgimenti.

I locali fisici lasciano spazio alla descrizione dei locali virtuali (front-end) e l’impianto di produzione all’infrastruttura tecnologica del sito internet (back-end).

Nel front-end l’imprenditore deve descrivere l’ambientazione del luogo virtuale che costituisce strumento di promozione e vendita dei suoi prodotti/ servizi, soffermandosi sulle caratteristiche salienti di navigazione nel sito.

La descrizione del front-end deve, dunque, svilupparsi intorno al:

45 La scelta che comunemente viene fatta da un’azienda nei primi anni di attività è di esternalizzare la

maggiore parte delle fasi di produzione (prevedendo internamento il semplice assemblaggio delle componenti) e procedere all’investimento in immobilizzazioni solo dopo che l’azienda inizia ad operare a regime (inizia quindi ad ottenere utili sufficienti a sostenere autonomamente l’attività aziendale).

46 È tipico delle aziende di moda perché di anno in anno cambiano le tendenze in termini di tessuti,

lavorazioni e accessori, in più la domanda è molto variabile. In tal caso la scelta migliore è quella di esternalizzare la produzione dei capi di abbigliamento al fine di non sostenere costi eccessivi per l’acquisto di tessuti che rimangono accantonati in magazzini perché non più di moda e quindi non più richiesti dal mercato.

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a) Contenuto, in cui vengono descritti i prodotti e i servizi offerti suddivisi per categorie omogenee.

Deve essere anche descritta la struttura dei “locali virtuali” e i diversi livelli di accesso: a tal fine può essere utile inserire una mappa sintetica che aiuti l’utente nella comprensione delle aree del sito e dei principali collegamenti tra di esse. Un altro elemento di supporto per l’utente finale può essere la barra delle ricerche, attraverso la quale l’utente può ricercare delle parole chiave all’interno del sito internet;

b) Stile, si intende l’insieme di immagini, testo, grafica, composizioni che influiscono sull’aspetto estetico del sito internet e possono incentivare gli obiettivi di marketing;

c) Funzionalità, ossia la facilità di accesso al sito, l’efficienza e la velocità di visibilità dei contenuti e di trasmissione e di scarico delle informazioni;

Queste informazioni possono essere descritte all’interno del Business Plan o in formato cartaceo da allegare al documento, oppure è possibile allegare un indirizzo url (anche temporaneo) all’interno del quale il valutatore può visionare una demo.

Nel back-end l’imprenditore deve descrivere la struttura aziendale che supporta i “locali virtuali” del front-end soffermandosi sul contenuto:

a) Tecnologico. Descrizione dei macchinari impiegati (hardware), dei programmi informatici (software), dell’interfaccia con le funzioni commerciali e logistiche (ad esempio, la vicinanza a fornitori di particolare importanza o la dislocazione geografica dei server che agevolino l’accesso agli utenti/ clienti), dell’organizzazione e del supporto tecnico, del piano di intervento in ipotesi di problemi attinenti all’infrastruttura informatica nel suo complesso, dell’eventuale presenza di fornitori esterni che siano a garanzia di qualità delle materie prime impiegate, e così via;

b) Produttivo. Descrizione dei processi di erogazione dei prodotti/ servizi;

c) Informativo. Descrizione inerente all’archiviazione dei dati, al flusso informativo (coadiuvato da grafici e schemi da allegare al piano), alla natura e all’utilizzo previsto nelle banche dati disponibili;

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Altre informazioni che devono essere descritte sono:

a) La sicurezza dei dati, insieme di hardware, software, attività aziendali e società terze che saranno dedicati alla protezione dei dati sull’azienda e sugli utenti/ clienti;

b) I sistemi di pagamento, insieme delle modalità operative e tecnologiche che sono messe in atto per le transazioni monetarie relative alla commercializzazione di prodotti/ servizi.

5.3.4 LA LOGISTICA E LA STRUTTURA DISTRIBUTIVA

Per logistica si intende la movimentazione in entrata e in uscita delle merci, del loro stoccaggio e della distribuzione/ erogazione dei prodotti/ servizi.

Non occorre, all’interno del Business Plan fornire informazioni dettagliate sui processi e sulle tecniche adottate, a meno che non costituiscano un punto di forza per l’azienda.

La logistica è dato dall’insieme di personale, automezzi, depositi, magazzini impiegati per far giungere i beni ai clienti nei tempi e nelle modalità desiderate.

La definizione delle tecniche logistiche e della struttura distributiva si può articolare come segue.

La movimentazione è data dall’insieme di: