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Biodiversità Biocapacità e Uso del suolo in LCA Per le finalità dello studio qui condotto e per l’ambito applicativo

90 dei diversi indicatori di impatto previsti dal metodo e che possono richiedere una analisi a scala geografica più o meno dettagliata La differenziazione spaziale dei fattori di caratterizzazione assume

4.10 Biodiversità Biocapacità e Uso del suolo in LCA Per le finalità dello studio qui condotto e per l’ambito applicativo

particolarmente rivolto al tema della valutazione di impatto in aree di valore naturalistico, si approfondisce in questo paragrafo la relazione che negli studi LCA è delineata fra Uso del Suolo, Biodiversità e Servizi Ecosistemici.

Le “Aree di Protezione” prese in considerazione sono: le risorse naturali, la salute umana (e il benessere), la qualità degli ecosistemi e dell’ambiente antropizzato. Come già detto (cap.1 §1.3) tuttavia

18 Il termine RA riferisce generalmente alla valutazione del rischio per l’uomo

e l’ambiente (Human and Environment Risk Assessment – HERA) così come definita dal Technical Guidance Document for RA (TDG), support of Commis- sion Directive 93/67/EEC on Risk Assessment for new notified substances; Commission Regulation (EC) No 1488/94 on Risk Assessment for existing substances; Directive 98/8/EC of the European Parliament and of the Council concerning the placing of biocidal products on the market.

per la “protezione” dell’ambiente antropizzato rispetto a fattori di pressione ambientale attribuibili all’uso del suolo che agiscono ad esempio sulla qualità del paesaggio, sui siti archeologici, il LCA non fornisce, allo stato attuale, criteri, modelli e indicatori.

I riferimenti più completi e recenti sono rappresentati, oltre che dal documento già citato “ILCD- Framework and Requirements for Life Cycle Impact Assessment models and indicators” (EU-JRC-IES 2010b), dalla Guida recentemente pubblicata da UNEP-SETAC “Guideline on global land use impact assessment on biodiversity and ecosystem services in LCA” (Koellner et al., 2013). Entrambi i documenti fanno il punto sui principi sulla base dei quali costruire il quadro di riferimen- to nel quale collocare i diversi percorsi causa-effetto che sviluppano la valutazione degli impatti derivanti dall’uso del suolo e l’inserimen- to di questa categoria di impatto negli studi LCA. Il documento ILCD fornisce una valutazione sintetica sullo stato dell’arte dei metodi di valutazione e il documento UNEP SETAC propone una guida meto- dologica, in tutti e due i casi la valutazione di impatto ha significato globale, trattando di “beni comuni” che possono essere danneggiati da azioni complesse a diversi livelli originatesi.

Per un LCA alla scala del territorio i due quadri di riferimento forniti nel documento ILCD e UNEP-SETAC, analoghi nei percorsi causa ef- fetto proposti, sono particolarmente interessanti, e costituiscono un punto di partenza importante anche per sviluppi futuri nella direzio- ne di un ampliamento degli aspetti affrontati e di una differenziazio- ne globale-locale. Nel presente studio il tema della biodiversità viene nello specifico sviluppato al cap.5, con un approfondimento sull’ap- plicazione di indicatori di “frammentazione” degli habitat naturali, connessi all’uso del suolo e alle sue conseguenze sulla biodiversità.

4.10.1 Biodiversità e Biocapacità

La biodiversità è definita nella Convenzione sulla diversità biologica

(CBD 1992) all’art. 219 come segue:

«[…] la variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi inter alia gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici, ed i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell’ambito delle specie, e tra le specie degli ecosistemi» (CBD, 1992).

19 Convenzione sulla diversità biologica sottoscritta a Rio de Janeiro 5 giugno

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Con il termine biodiversità si intende dunque l’insieme di tutte le forme viventi, diverse per geni e specie e degli ecosistemi ad esse correlate. La biodiversità è un elemento chiave dell’ambiente ed il mantenimen- to della biodiversità è cruciale per la sostenibilità dal momento che: – è parte vitale e integrante del sistema di supporto alla vita del pia-

neta;

– è la base per l’evoluzione e l’adattamento al rapido cambiamento climatico;

– è una componente chiave di un ambiente sano per il futuro;

– è essenziale per mantenere acqua e aria pulita e suolo fertile, dal momento che fornisce le basi per l’esistenza e per indiretti vantaggi economici;

– può essere usata per vantaggi economici, ad esempio per produrre colture, medicine, materiali da costruzione, strumenti, ecc; – rappresenta un valore sociale ed economico, ad esempio rispetto ad

attività ricreative e/o turistiche;

– rappresenta anche un valore estetico, educativo, spirituale; – determina i caratteri distintivi di un’area.

Impatti

a livello globale regionale-localeImpatti a livello Metodo Unità di misura

diretti (generati dalle attività nel territorio) indiretti (generati da attività a monte e a valle di quelle nel

territorio)

diretti (generati dalle

attività nel territorio)

Climate change X X ILCD Kg CO2 eq.

Mineral, fossil & renewable energy

resource depletion X X ILCD Kg Sb eq.

Ozone Depletion X X ILCD Kg CFC-11 eq.

Land use biocapacità X X ILCD Kg C deficit

Photochemical ozone formation X ILCD Kg NMVOC eq.

Land use biodiversità X WORLD+IMPACT Ha yr. arable

Water use X WORLD+IMPACT m3 deprived

Terrestrial acidification X WORLD+IMPACT Kg SO2 eq.

Eutrophication

Aquatic

eutrophication X

IMPACT

WORLD+ Kg PO4- eq.

Marine

eutrophication X

IMPACT

WORLD+ Kg N eq.

Ecotoxicity for acquatic fresh water X

USEtox in IMPACT WORLD+

CTUe

Human Toxicity cancer effects X

USEtox in IMPACT WORLD+

CTUh

Human Toxicity non cancer effects X

USEtox in IMPACT WORLD+

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La perdita di biodiversità è dovuta a fattori di pressione e cause deter- minanti (drivers) non controllabili a livello locale o di singoli comporta- menti sociali ed economici, per cui la perdita di biodiversità deve essere valutata e monitorata in una visione di bene globale, se pure a diversi livelli. La perdita di biodiversità risulta in impatti sull’insieme di tutte le forme viventi e degli ecosistemi ad esse correlati e in impatti sui servi- zi ecosistemici che la biodiversità contribuisce a produrre. Molti autori (Forbes e Forbes, 1993; Mooney et al., 1995; Tillman, 2001) sostengono e dimostrano che considerare solo la riduzione della varietà di forme vi- venti non è sufficiente a descrivere l’impatto sull’ambiente naturale e che occorre valutare come la perdita di alcune specie incida in maniera maggiore o minore sulle risorse naturali a disposizione, determinando ulteriore riduzione di biodiversità e riduzione dei servizi ecosistemici. Con il termine biocapacità (Vackar, 2012) si intende la capacità degli ecosistemi di produrre materia biologica utile e di assorbire rifiuti ge- nerati dall’uomo, usando le pratiche agricole dominanti e la tecnologia prevalente, la biocapacità rappresenta l’insieme delle risorse biotiche siano esse naturali che frutto dell’attività umana.

I danni connessi all’ambiente biotico sono dunque ricondotti a due (EC,

JRC. IES, 2010b)20 (Tab. 7):

– la perdita di biodiversità (come valore in sé);

– la perdita di biocapacità (come danno sotto il profilo funzionale).

Indicatori endpoint

L’ indicatore di danno – endpoint – più utilizzato nel LCA per misurare la

20 Per una trattazione ampia del tema della biodiversità e degli indicatori relativi

si veda il cap. 5.

perdita di biodiversità è espresso come potenziale perdita o scompar-

sa di specie nel tempo e nello spazio PDF*m2

*yr (Potentially Disappered

Fraction per m2 per anno) (EU JRC IES, 2010b). Esso è assunto a rap-

presentare sia gli effetti negativi sui caratteri strutturali, sia gli effetti funzionali degli ecosistemi naturali indotti dall’esposizione ad azioni fisico-chimiche ambientali.

La biocapacità di un’area è calcolata moltiplicando l’area fisica per il fattore di rendimento e per il relativo fattore di equivalenza. La perdita di biocapacità si misura in “ettari globali” persi o su basi economiche come perdita di produttività rispetto ai servizi eco sistemici.

Relazione fra Indicatori endpoint e Indicatori midpoint

Gli indicatori midpoint che influiscono sulla biodiversità e la biocapacità sono molteplici ma non per tutti sono stati messi a punto dei modelli di relazione causa-effetto. Gli indicatori midpoint che hanno influenza sulla biodiversità e la biocapacità generalmente richiamati sono: cambiamento climatico, riduzione dello strato di ozono, radiazioni io- nizzanti, formazione di ozono fotochimico, acidificazione, eutrofizza- zione, ecotossicità, uso del suolo, erosione del suolo, disseccazione e salinazione.

L’indicatore PDF*m2

*yr (Potentially Disappered Fraction) è modellato

per misurare la frazione di specie con probabilità di scomparire in una data regione per la presenza di fattori ambientali sfavorevoli. L’indica- tore PDF è infatti correlato all’indicatore Potentially Affected Fraction of species – PAF – che misura la frazione di specie con probabilità di essere interessata da condizioni ad essa sfavorevoli. I primi esempi di modelli PAF e PDF in LCA risalgono al 2000 (Goedkoop e Spriensma, 2000; Udo de Haes et al., 2002; Pennington et al., 2006).

Ambito considerato Danni riferiti al valore intrinseco Danni riferiti ai valori funzionali Danno misurato Indicatore di danno

Ambiente Biotico

Ambiente naturale biotico e stabilità ecosistemica

(biodiversità)  

Perdita o scomparsa di specie nel tempo e nello

spazio PDF*m

2 *yr

 

Produttività biotica: risorse naturali biotiche

e ambiente biotico antropizzato Perdita di produttività biotica NPP (Net Primary Production) espressa in unità monetarie di perdita di produttività

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Altro indicatore di biodiversità è il Mean Extinction Time (MET) che quantifica la estinzione in termini di sopravvivenza attesa di spe-

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