ambientale (Lande, 1998). Questo, come altri possibili indicatori che ad esempio tengano conto della diversità genetica all’interno delle specie e non solo della diversità fra specie, potranno in futuro essere utilizzati ma per il momento nel LCA il PDF (con il PAF) è l’indicatore che sembra essere il più avanzato per modellazione e
dati21.
Nella metodologia LCA messa a punto da Ecoindicator (Ecoindi-
cator, 1999)22 la qualità dell’ecosistema (Ecosystem Quality) è mi-
surata in termini di PDF, calcolato in base ai seguenti indicatori midpoint (cfr. par.4.10.3):
– Danni causati dall’emissione di sostanze tossiche (EQ Ecotoxi-
city);
– Danni causati dalla combinazione degli effetti di acidificazione
ed eutrofizzazione (EQ Acidification/Eutrophication);
– Danni causati dall’occupazione e riconversione del territorio (EQ
Land-use).
In Ecoindicator, 1999 si è scelto di considerare la variazione del nu- mero di specie vegetali presenti in un territorio (PDF = Potentially Disappeared Fraction of plant species) come l’indicatore biologico della salute dell’ecosistema e quindi l’unità di misura associata rappresenta la diminuzione (disappeared) relativa o il danneggia- mento (affected) relativo del numero di specie vegetale. Quando la pressione è dovuta all’occupazione e riconversione del territorio (Land-use and Land transformation), gli impatti derivanti dall’uso del suolo e dalle sue trasformazioni sono basati su dati empirici re- lativi alla presenza/assenza di piante vascolari. I dati sono ottenuti da osservazioni e non da modelli attraverso le due unità di misura PDF e PAF utilizzando la relazione: PDF = PAF/10.
21 L’IUCN è responsabile della pubblicazione della Lista Rossa IUCN (http://www.
iucnredlist.org/), ovvero l’elenco delle specie animali e vegetali del pianeta a ri- schio di estinzione e della loro attribuzione a specifiche categorie di minaccia.
22 L’Ecoindicator 99 è un metodo damage-oriented sviluppato dalla Pré (Pro-
duct Ecology Consultants) per conto del Ministero dell’Ambiente Olandese, che consente di aggregare i risultati di un LCA in grandezze o parametri facilmen- te comprensibili ed utilizzabili, chiamati Eco-indicatori, espressi in Point (Pt) o MilliPoints (MPt). I danni sono normalizzati a livello europeo. L’importanza relativa dei diversi effetti deve essere stabilita tramite opportuni fattori di pe- satura che consentano il confronto della gravità dei diversi impatti potenziali normalizzati su una stessa scala di riferimento (Eco-Indicator-Points).
La biocapacità è invece ricondotta in Ecoindicator 99 al danno in termini di Riduzione di risorse naturali disponibili sia biotiche che abiotiche.
Indicatori di determinanti (driver) e di pressione (pressure)
Una selezione delle principali categorie di indicatori che forniscono informazioni sulle condizioni di pressione relazionate alla biodi- versità, e sulle prospettive di conservazione degli habitat e delle specie vegetali ed animali, è fornita nelle indicazioni contenute nel “Manuale per la Gestione dei siti Natura 2000”, messo a punto nell’ambito del progetto LIFE99NAT/IT/006279 denominato “Veri-
fica della rete Natura 2000 in Italia e modelli di gestione”23 (tab. 8).
Gli indicatori ivi enunciati sono prevalentemente indicatori di fat- tori determinanti e indicatori di pressione, essi forniscono una serie di elementi utilizzabili a vari livelli, sia per la definizione di strumenti di gestione territoriale, sia per le procedure di valutazio- ne previste dalla normativa vigente, sia per il monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e delle specie.
Fra questi l’indicatore di “frammentazione ecologica” o “fram- mentazione ambientale” o “frammentazione degli habitat” iden- tifica quel processo dinamico, solitamente di origine antropica, che divide un ambiente naturale (un’area naturale o più propria- mente una determinata tipologia ambientale definibile “focale”) in frammenti più o meno disgiunti tra loro riducendone la super- ficie originaria. È un processo che cresce su scala globale, legato all’aumento vertiginoso della popolazione umana che necessita di nuove terre da coltivare, di ampliare i centri urbani e le vie di comu- nicazione (cfr. cap.5).
Attraverso il processo di frammentazione ambientale di origine antropica le aree naturali vengono progressivamente ridotte in su- perficie ed isolate fra loro. Si tratta di un indicatore di pressione assunto spesso come midpoint indicator connesso all’indicatore “uso del suolo”. La “matrice” territoriale trasformata è in effetti un indicatore di pressione sulla fauna, sulla vegetazione e sui processi ecologici nei frammenti residui: vengono così ad essere alterati i meccanismi naturali di dispersione, la qualità e la superficie di ha- bitat per le singole specie sensibili si riduce con effetti “a cascata”, dilazionati nel tempo.
23 Progetto di cui il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Direzio-
99
Attualmente la frammentazione ambientale costituisce uno fra i principali fattori di minaccia alla diversità biologica (cfr. cap.5). Indicatori di risposta
La IUCN propone alcuni indicatori per il monitoraggio diretto di azioni di conservazione della biodiversità e per il monitoraggio della biocapacità, quale indicatore indiretto di conservazione della biodiversità. Tali indicatori sono suggeriti per essere utilizzati dai membri IUCN, dai partner, o negli accordi multilaterali sull’ambien- te ( http://www.unep-wcmc.org/world-database-on-protected- areas ).
Gli indicatori proposti da IUCN sono:
– la proporzione delle più importanti aree per la biodiversità ge- stite effettivamente per la conservazione delle specie, delle funzioni ecosostemiche e della diversità genetica. Per questo indicatore si farà riferimento a due data sets: Key Biodiversity area e World database on Protected Area. La gestione efficace delle aree, secondo IUCN, dovrebbe essere dimostrata con rife- rimento allo IUCN Red List index con elaborazione dei dati su base regionale, di ecosistemi di habitat e gruppi tassonomici; – aumento di vantaggi per le popolazioni di un territorio da una
gestione sostenibile delle risorse naturali (indicatore indiretto di soluzioni economicamente rilevanti derivanti da una econo- mia basata sulla natura e dei vantaggi che derivano da una chia- rezza dei diritti delle popolazioni nei riguardi dell’impiego delle risorse);
– tendenze nei benefici che le popolazioni derivano da alcuni ser- vizi eco sistemici (cambiamenti, differenziati per genere, deri- vanti ad esempio dall’accesso all’acqua o al cibo). Si tratta anco- ra di un indicatore indiretto che misura i benefici derivanti dalla biodiversità sulla sicurezza alimentare e dell’acqua e anche una misura della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, favorito dalla biodiversità.
4.10.2 La Categoria di impatto Uso del Suolo
Un suolo in condizioni naturali fornisce al genere umano i servizi ecosistemici necessari al proprio sostentamento quali l’approv- vigionamento di prodotti alimentari e di materie prime, la rego- lazione del clima locale, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, la conser- vazione della biodiversità oltre a ‘servizi’ culturali (Munafò, 2012). Allo stesso tempo il suolo è anche una risorsa fragile. L’aumento della popolazione umana, creando una forte competizione tra l’uso del suolo per scopi agricoli e urbani ed ecosistemi naturali ha fatto sì che il suolo diventasse una risorsa sempre più limitata e, visti i tem- pi estremamente lunghi necessari alla sua formazione, una risorsa “non rinnovabile”. Le trasformazioni degli ambiti naturali causate dalle attività umane legate all’uso del suolo, come la deforestazione, la realizzazione di dighe, le scorrette pratiche agricole, l’urbanizzazio- ne e l’estrazione di risorse, hanno provocato degli innegabili impatti negativi sui servizi ecosistemici essenziali (Rockstrom et al. 2009).
Indicatore relativo a Tipo di indicatore
Complessità e organizzazione del mosaico territoriale (grado di aggregazione, rapporto perimetro/superficie dell’habitat -frammentazione ecologica-, media delle distanze minime fra le tessere dell’habitat, ecc.)
Indicatori di pressione Fattori di disturbo e alterazioni ambientali (fattori che incidono su
erosione del suolo, incendi, inquinamento atmosferico) Indicatori di fattore determinante
Assetto socioeconomico Indicatori di fattore determinante
Assetto floristico vegetazionale Indicatori di fattore determinante
Assetto forestale Indicatori di fattore determinante
Assetto faunistico Indicatori di fattore determinante