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La biografia e l’opera di Elias Canetti sono contrap puntate da una trama di epifanie ignee Nella prima parte

Nel documento Dizionario dei temi letterari, vol. II F-O (pagine 172-177)

G. Porsile), dramma sacro, ambientato a Menfi e incen trato sul riconoscimento dei fratelli che lo avevano ven-

12. La biografia e l’opera di Elias Canetti sono contrap puntate da una trama di epifanie ignee Nella prima parte

della sua autobiografia, La lingua salvata (Die gerettete Zunge. Geschichte einer Jugend, 1977), Canetti ci rac- conta dell’incendio della casa dei vicini a Rustschuck, che, saldata all’apprendimento della «lingua incantata» parlata dai genitori, il tedesco, imprime da quel mo- mento una nota caratteristica alla sua esistenza, che sara` ritrovata, da adulto, in un’opera di Peter Bruegel (forse Il trionfo della morte, 1562). La seconda parte, intitolata, nella traduzione italiana, Il frutto del fuoco (Die Fackel im Ohr. Lebensgeschichte 1921-1931, 1980), si chiude con il ricordo di alcune impressioni del passato. Si tratta del- l’incendio del Palazzo di Giustizia a Vienna da parte di alcuni operai, cui seguı` l’uccisione di decine di loro ad opera della polizia, il 15 luglio del 1927. Questi ricordi influenzeranno decisamente il carattere di alcuni perso- naggi di Canetti; come il Peter Kien dell’Autodafe´, suo capolavoro narrativo (1935). Il sinologo che aveva tutti i libri nella testa, ed era una testa senza corpo (deforma- zione grottesca ed autobiografica del tipo intellettuale), scegliera` di morire nel rogo della sua biblioteca (v.) – quasi come l’«uomo dei fascicoli» di quel tragico 15 lu- glio, vivo nel ricordo di Canetti: l’impiegato che si dispe- rava non per le vite umane ma per le carte del suo lavoro che si andavano perdendo.

13. La funzione diegetica del fuoco di rivelare ai prota- gonisti il loro destino si ritrova in un folto numero di romanzi contemporanei. Ad esempio ne Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino (1946), dove il protagonista Pin contempla dall’alto l’incendio che sta devastando l’accampamento partigiano del Dritto, e gli indica il suo destino di solitudine nel compiuto «rito di passaggio» verso l’eta` adulta.

Il romanzo di Enzo Siciliano, Diamante (1984), volge al suo epilogo attraverso la funzione «chiarificatrice» del fuoco, rivelando al protagonista, un giovane biblioteca-

rio romano trasferitosi a lavorare in Calabria, il narcisi- stico rapporto con la scrittura, da cui discende il suo scacco esistenziale. Una compiuta visione postmoderna e` invece quella narrata da Tim Parks in Lingue di fuoco (1985), che si ricollega alla religiosita` sincretica dei nostri giorni, tipicamente «new age». Nel romanzo vengono raccontate le vicende della famiglia di un reverendo an- glicano e del gruppo di catecumeni che egli anima; i quali credono che lo Spirito Santo scenda sulla terra sotto la forma di una spada infuocata e parli le «varie lingue» attraverso la loro bocca. La cupa ed esaltata atmosfera del gruppo, con le sue ferree e disumane regole, tende ad irretire le spinte vitali e creative dei due giovani figli del reverendo, Adrian e il fratello Ricky, narratore. Alla fine pero` sara` proprio il fuoco, tramite l’incendio della mis- sione Copplesford, ad apportare chiarezza alla vicenda smorzando le spinte integraliste del gruppo. Erotica e` invece la sostanza del fuoco che avverte dentro di se´ il protagonista di Vergogna di J.M. Coetzee (1999), un pro- fessore universitario la cui passione per una studentessa lo porta a dover mutare tragicamente l’asse della sua esi- stenza nelle estreme periferie del Sudafrica.

14. Il fuoco e` molto presente anche nell’immaginario ci- nematografico. Ricordiamo La guerra del fuoco di Jean- Jacques Annaud (1981), storia di tre uomini preistorici alla ricerca dell’origine del fuoco; l’epopea del corpo dei vigili del fuoco in Fuoco assassino (1991) di Ron Howard; la raffinata elaborazione di David Lynch in Fuoco, cam- mina con me (1992); il fuoco sterminatore di Apocalypse now (1979) di Francis Ford Coppola, dove il napalm che lo alimenta diventa simbolo della potenza e dell’imperia- lismso tecnologico americani. Ma il fuoco ha alimentato sul grande schermo soprattutto il filone del «disaster mo- vie»; si pensi a L’inferno di cristallo (1974) di Irwin Allen e John Guillermin, in cui il fuoco di un incendio propa- gatosi durante l’inaugurazione di un grattacielo, ritorna come punizione «divina» della volonta` di potenza e del- l’effimero sfarzo umani. Un contatto fra la tradizione po- polare (in questo caso russa) e` la musica moderna e` dato rintracciare nell’Uccello di fuoco (1945) di Igor Stravin- skij, trascrizione di un’antica fiaba raccolta da Aleksandr N. Afanasjev intorno alla meta` dell’Ottocento (La favola del principe Ivan, dell’uccello di fuoco e del lupo grigio). Dalla stessa materia e` contaminato un altro codice arti- stico, la pittura, tramite L’uccello di fuoco di Vassilij Kan- dinskij, del 1916.

n Opere citate: Opere anonime: Esodo (fine sec. IV a.C.);

Nuovo Testamento; Torah (fine sec. IV a.C.); Veda (1500-800

a.C.).

Afanasjev, A.N., Antiche fiabe russe (1855-64); Allen, I., Guil- lermin, J., L’inferno di cristallo, cinema (The Towering Inferno, 1974); Annaud, J.-J., La guerra del fuoco, cinema (La guerre du

feu, 1981); Barbusse, H., Il fuoco. Diario di una squadra (Le feu. Journal d’une escouade, 1916); Beethoven, L. van, Le creature di Prometeo, musica (Die Gescho¨pfe des Prometheus, 1800); Brue-

gel, P., Il trionfo della morte, dipinto (1562); Calvino, I., Il sen-

tiero dei nidi di ragno (1946); Canetti, E., La lingua salvata. Storia di una giovinezza (Die gerettete Zunge. Geschichte einer Jugend, 1977); Canetti, E., Il frutto del fuoco (Die Fackel im Ohr. Lebensgeschichte 1921-1931, 1980); Canetti, E., Autodafe´

(Die Blendung, 1935); Cicerone, M.T., La natura degli dei (De

natura deorum, 45-44 a.C.); Coetzee, J.M., Vergogna (Disgrace,

1999); Consolo, V., Catarsi, in Consolo, V. - Bufalino, G. - Scia- scia, L., Trittico (1989); Coppola, F.F., Apocalypse now, cinema (1979); D’Annunzio, G., Il fuoco (1900) Dante Alighieri, Di-

vina Commedia (1307-21); Dante Alighieri, Convivio (1294-

1307); Dante Alighieri, Rime (1293-96); Eschilo, Prometeo in-

catenato (sec. V a.C.); Esiodo, Le opere e i giorni (sec. VIII

a.C.); Gide, A., Il Prometeo mal incatenato (Le Prome´the´e mal

enchaıˆne´, 1889); Goethe, W., Prometeo (Prometheus, postumo

FUOCO

1878); Ho¨lderlin, F., La morte di Empedocle (Der Tod des Em-

pedokles, 1798-1800); Howard, R., Fuoco assassino, cinema

(Backdraft, 1991); Kandinsky, V., L’uccello di fuoco, dipinto (1916); Kleist, H. von, Katchen di Heilbronn (Katchen von Hei-

lbronn, 1808); Luciano di Samosata, Prometeo o il Caucaso (sec.

II d.C.); Lucrezio Caro, T., La natura delle cose (De rerum na-

tura, ca. 53 a.C.); Lynch, D., Fuoco, cammina con me, cinema

(Twin Peaks: Fire Walk With Me, 1992); Novalis, Enrico di

Ofterdingen (Heinrich von Ofterdingen, incompiuto 1799); No-

valis, Inni alla notte (Hymnen an die Nacht, 1800); Omero,

Iliade (sec. VIII a.C.); Parks, T., Lingue di fuoco (Tongues of fire, 1985); Racine, J., Andromaca (Andromaque, 1667); Racine,

J., Ifigenia (Iphigenie, 1674); Racine, J., Fedra (Phe`dre, 1677); Shelley, P.B., Prometeo liberato (Prometheus Unbound, 1820); Siciliano, E., Diamante (1984); Stravinskij, I., L’uccello di fuoco, musica (Der Feuervogel, 1945); Verga, G., Fantasticheria (1874); Virgilio Marone, P., Georgiche (Georgica, 37-29 a.C.); Virgilio Marone, P., Eneide (Aeneis, 29-19 a.C.).

n Altre opere: Balzac, H. de, Seraphita (Se´raphıˆta, 1833); Balzac, H. de, La ricerca dell’Assoluto (La recherche de l’Absolu, 1834); Balzac, H. de, Melmoth riconciliato (Melmoth re´concilie´, 1835); Balzac, H. de, La ragazza dagli occhi d’oro (La fille aux

yeux d’or, 1834-35); Balzac, H. de, Gobseck (Gobseck, 1842-

47); Bosco, H., Malecroix (Malecroix, 1954); Bosco, H., Gia-

cinto (Hyacinthe, 1940); Breton, A., L’unione libera (L’Union libre, 1931); Caldero´n de la Barca, P., La statua di Prometeo (La estatua de Prometeo, 1669-77); Cardarelli, V., Il fuoco, in Favole della genesi (1919-21); Claudel, P., L’annuncio fatto a Maria

(L’annonce faite a` Marie, 1912); Claudel, P., La citta` (La ville, 1890); Desai, A., Fuoco sulla montagna (Fire on the Mountain, 1977); Desnos, R., Le tenebre (Les te´ne`bres, 1927); Drieu La Rochelle, P., Fuoco fatuo (Le feu follet, 1931); Evans, N., Nel

fuoco (The Smoke Jumper, 2001); Flaubert, G., Salambo` (Salam- boˆ, 1862); Galeano, E., Memorie del fuoco. I: Le origini (Memo- ria del fuego. I: Los nascimientos, 1988); Goethe, W., Faust

(Faust, 1808); Hoffmann, E.T.A., L’elisir del diavolo (Die

Elixiere des Teufels, 1815-16); Monti, V., Il Prometeo (postu-

mo, 1832); Nerval, G. de, Le figlie del fuoco (Le filles du feu, 1854); Nin, A., Fuoco (Fire. From a Journal of love, 2002); Oriani, A., Nel fuoco, in Fuochi di bivacco (1913); Peret, B., Il

grande gioco (Le grand jeu, 1928); Rea, E., Fuochi fiammanti a un’ora di notte (1998); Sand, G., Storia di un sognatore (Histoire d’un reˆveur, 1830); Schiller, F., La sposa di Messina (Die Braut von Messina, 1803); Spitteler, C., Prometeo ed Epimeteo (Pro- metheus und Epimetheus, 1881); Spitteler, C., Prometeo il pa- ziente (Prometheus der Dulder, 1924); Sudermann, H., I fuochi di San Giovanni (Johannisfeuer, 1900); Van der Leeuw, J.J., Il fuoco della creazione (1927); Wordsworth, W., L’escursione

(The Excursion, 1814); Yourcenar, M., Fuochi (Feux, 1936); Zola, E., Il dottor Pascal (Docteur Pascal, 1893).

n Bibliografia: Bachelard, G., L’intuizione dell’istante. La psi-

canalisi del fuoco (1938), Bari 1973; Daemmrich, H. e I., Feuer (Flame), in Idd., Theme und Motive in der Literatur, Tu¨bingen

1987, pp. 141-142; Derrida, J., Cio` che resta del fuoco, Firenze 1984; Edsman, C.-M., Ignis divinus. Le feu comme moyen de

rajeunissement et d’immortalite´: contes le´gendes mythes et rites,

Lund 1949; Eigeldinger, M., La mythologie solaire dans l’oeuvre

de Racine, Gene`ve 1969; Enciclopedia dantesca, Roma 1970; Enciclopedia virgiliana, Roma 1984-1991; Frazer, J., Miti sul- l’origine del fuoco (1930), Milano 1993; Frazer, J., Il ramo d’oro

(1890), Torino 1965; Le Goff, J., Nascita del Purgatorio, Torino 1982; Le´vi-Strauss, C., Il crudo e il cotto, Milano 1966; Megge, G. (a c. di), Dizionario biblico, Milano 1968; Perle`s, C., Fuoco, in Enciclopedia Einaudi, sub voce, pp. 498-515; Rigotti, F. - Schiera, P. (a c. di), Aria, terra, acqua, fuoco: i quattro elementi

e le loro metafore, Bologna 1996; Tedeschi, E., Il fuoco. Culti e misteri, Firenze 1994; Tymieniecka A.-T. (a c. di), Poetics of the Elements in the Human Condition: Part 2. The Airy Elements in Poetic Imagination: Breath, Breeze, Wind, Tempest, Thunder, Snow, Flame, Fire, Volcano, Dordrecht 1988; Vigoroux, F. (a c.

di), Dictionnaire de la Bible, Paris 1912.

n Voci affini: Alchimia; Apocalisse; Biblioteca; Diavolo; Di- struzione; Incendio; Incesto; Punizione, pena, castigo; Rogo;

Sole. renato nistico`

Futuro.

1. Il termine futuro e` voce dotta fatta derivare nel sec. XIII dal participio futuro (futurus) del verbo esse. Pressoche´ invariato in fr. (futur), sp. (futuro) e ingl. (future), si presenta solo in ted. (Zukunft) come calco del sinonimo avvenire.

2. L’idea di futuro nella letteratura e` strettamente con- nessa fin dalle origini con quella di profezia e con le varie immagini dell’oltretomba. La letteratura di carattere pro- fetico e oracolare e quella riguardante la vita dopo la morte corporea permarranno vive per buona parte del- l’eta` moderna e, in forme mutate, si ritrovano anche nel mondo contemporaneo, come possibili manifestazioni dell’idea di futuro. Nella letteratura biblica il tema non trova, tranne che in rarissimi casi, una sua espressione al di fuori dell’ambito profetico e ultraterreno. L’Antico Testamento puo` considerarsi in gran parte composto da profezie. Dio stesso nel Deuteronomio (ca. secc. IX-VI a.C.) fornisce a Mose` le previsioni del futuro, che egli riprende e trasmette al popolo sotto forma poetica. Nel Nuovo Testamento si ricordano il discorso profetico di Gesu` nel Vangelo di Marco (13; scritto nel 65-70) e l’in- tera seconda parte dell’Apocalisse (scritto nel 96). Ma la stessa azione terrena del Cristo, che compie cio` che era stato predetto, rappresenta la piu` evidente espressione del tema nel testo biblico.

3. In eta` classica il personaggio di Cassandra (nell’Iliade, secc. IX-VIII a.C., ma soprattutto nell’Agamennone, ca. 458 a.C., di Eschilo) diviene eponimo del profeta di sventure, ma e` forse Esiodo, Le opere e i giorni (secc. VIII-VII a.C.; 174-201), a fornire per primo una raffigu- razione letteraria del futuro fuori dell’ambito profetico, descrivendo il destino di distruzione che tocchera` agli uomini della quinta generazione, se essi non sapranno liberarsi dalle ingiustizie e dalle violenze. Intuita da Ari- stotele come «numero di un movimento rispetto al prima e al dopo» (Fisica, sec. III a.C.; IV, 11-14, 219 b sgg.) la concezione ciclica del tempo costituisce in eta` classica il fondamento di molte rappresentazioni lettera- rie del futuro come «ritorno del passato». Nell’epica: Odissea (secc. IX-VIII a.C.); nella tragedia: Edipo re (sec. IV a.C.) di Sofocle e Sette a Tebe (467 a.C.) di Eschilo; nella storiografia con l’anacyclosis di Polibio. Nel mondo romano e` soprattutto la letteratura di ambiente epicureo a dare forma a un’idea «laica» di futuro, legata nel Della natura (sec. I a.C.) di Lucrezio al concetto filosofico di infinita` del tempo, nelle Odi (13 a.C.) di Orazio al tema piu` letterario dell’imperscrutabilita` del futuro (I, 9, 13 e III, 29, 29-32).

4. Il pensiero cristiano, ponendo un termine primo e uno ultimo al tempo stesso, fa emergere una concezione del futuro come aspettativa, come anelito a una vita perfetta, concezione che trova espressione filosofica in Agostino, Le Confessioni (ca. 397-400; XI, 14), La citta` di Dio (ca. 413-427; XI, 5); fa scaturire il movimento della Storia contro i pagani (sec. IV d.C.) di Orosio; trovera` infine la sua piu` vasta e compiuta rappresentazione letteraria nella Commedia (1306-21) di Dante, la cui concezione dell’im- pero romano (sviluppata teoricamente nella Monarchia, 1312-13), della sua necessita` e provvidenzialita` per il trionfo del Cristianesimo, anche nei suoi atti piu` nefasti (la crocifissione di Cristo), fa emergere pero` anche una diversa rappresentazione del futuro. Legate al tema del- l’aspettativa della perfezione eterna restano da un lato le aspirazioni e le paure millenaristiche di Gioacchino da Fiore e di tutta la letteratura ereticale; dall’altro le ansie per la caducita` della vita terrena di Francesco Petrarca, che trovano espressione, oltre che in alcuni momenti del

Canzoniere (1374; 272-4, «la vita fugge...»), soprattutto nei Trionfi (del Tempo e dell’Eternita`, 1340-74).

5. Nel pensiero dell’eta` moderna si fa strada una conce- zione del tempo piu` immanente e il futuro, attenuatosi lo spirito profetico-religioso, si dispiega come istante che si aggiunge a un altro. Nel campo della letteratura politica e storiografica Niccolo` Machiavelli teorizza la necessita` del «vedere discosto» (Il Principe, 1513; 26), e, attra- verso la rappresentazione del passato di Firenze, da` sfogo alle preoccupazioni per il futuro della repubblica (Istorie fiorentine, 1520-25). Nasce e si sviluppa il tema dell’utopia (Thomas More, Utopia, 1516; Francis Bacon, La nuova Atlantide, 1626; Tommaso Campanella, La Citta` del Sole, 1602) e prende vita una forma letteraria che offre rappresentazioni fantastiche del futuro (Gio- vanni Giacomo Casanova, Icosameron, 1788; Se´bastien Mercier, Anno 2440, 1770; Nostradamus, Centurie, 1550). Il tema del futuro nei drammi di William Shake- speare si ripropone secondo gli schemi, gia` intravisti nella tragedia greca, del passato che, coi suoi atti fatali, incombe sullo svolgersi delle vite umane (Re Lear, 1605- 06; Giulio Cesare, 1599-1600), ma si esprime anche in tutti i suoi drammi attraverso una manipolazione del tempo (in aperta rottura con le unita` aristoteliche) che consente un intreccio straordinariamente moderno dei piani narrativi (valga per tutti l’esempio dell’Enrico V, 1598-99, nel cui prologo si enuncia un patto con il pub- blico attraverso cui nel breve spazio temporale della rap- presentazione si possono stringere molti anni, oppure del Macbeth, 1605-06, in cui, nella seconda visione delle stre- ghe, si da` una rappresentazione emblematica del tempo, con una fila di otto re, raddoppiati nello specchio del futuro fino a Giacomo I, Re d’Inghilterra, Scozia e Ir- landa in cui si compie il futuro regale inscritto nell’orrore del presente rappresentato nella tragedia di Macbeth). 6. La riflessione sulla storia tra Sei e Settecento (Bernard Fontenelle, Digressione sugli antichi e i moderni, 1688; Fichte, La destinazione dell’uomo, 1800; Immanuel Kant, Per la pace perpetua, 1795; Condorcet, Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito umano, 1793-94 - decima epoca: Dei progressi futuri dello spirito umano), connettendosi con l’idea di progresso (Comte, Karl Marx), fa emergere nella letteratura dell’Ottocento una nuova idea del futuro. La grande frattura operata nel continuum temporale dalla Rivoluzione francese, nella concezione di Lukac´s, fa nascere il romanzo storico che vede nel passato, al tempo stesso una proiezione doppia e rovesciata del presente, ma anche una possibile rappre- sentazione del suo futuro (Alessandro Manzoni, I pro- messi sposi, 1840-42; Charles Dickens, Le due citta`, 1859). Ma anche il romanzo «contemporaneo» ottocen- tesco fa emergere dalla storia narrata un’idea di futuro come aspettativa, spesso come disinganno (Dickens, Grandi speranze, 1860-61; Stendhal, Il rosso e il nero, 1830; Giovanni Verga, I Malavoglia, 1881). L’aspettativa del futuro (teorizzata nello Zibaldone, 1817-32, 14 «il piacere non e` mai presente ma sempre solamente futu- ro») costituisce anche uno dei temi costitutivi della poe- sia di Giacomo Leopardi, tratto saliente del suo «pessi- mismo», sia nella versione «storica» (Il sabato del vil- laggio, 1828; A Silvia, 1828) sia in quella «cosmica» (Gi- nestra, 1836). Connessa (talvolta in maniera anche stri- dente) all’idea di progresso, nella letteratura dell’Otto- cento nasce anche la moderna letteratura di fantascienza, che trovera` ampio sviluppo nel secolo successivo (Jules Verne; Herbert George Wells, La macchina del tempo, 1895; Edgar Allan Poe, Hans Pfaall, del 1840; Mellonta tauta, del 1850, dove si immagina, nel 2848, New

York distrutta da un’immane e misteriosa catastrofe, di cui resta soltanto la lapide col nome, sconosciuto, di George Washington). Il tema del futuro come anelito a un mondo «diverso» trova, proprio allo scorcio del se- colo, nelle Illuminazioni (1873-75) di Arthur Rimbaud la sua piu` intensa rappresentazione poetica.

7. L’immagine del futuro nella letteratura del Novecento trova il suo presupposto filosofico in due opere di capi- tale importanza: Teoria della relativita` (1916) di Albert Einstein e Essere e Tempo (1927) di Martin Heidegger; il primo dimostra che l’ordine della successione cronolo- gica (passato presente futuro) non e` ne´ unico ne´ assoluto, il secondo, interpretando il tempo in termini di possibi- lita`, assegna decisamente al futuro il primato nel circolo temporale. In campo specificamente letterario la conce- zione einsteiniana verra` formalizzata, soprattutto da Mi- chail Bachtin, come interconnessione dei rapporti spa- zio-temporali. Ma assai prima della sua formalizzazione, il tema del futuro irrompe con la sua novita` nella lettera- tura del Novecento, assumendo forme tra loro assai di- verse. Ne I Buddenbrook (1901) di Thomas Mann il tra- gico destino della «ditta» e` anticipato da una serie di atti solo apparentemente ripetitivi della tradizione (i rituali commerciali, il matrimonio borghese, la nomina a sena- tore) ma in realta` prefiguranti la futura caduta di una fa- miglia (cosı` nel sottotitolo del romanzo), figura della ca- duta degli ideali ottocenteschi. Piu` esplicitamente, del resto, gia` a meta` Ottocento, Hermann Melville fa svol- gere, in un lunghissimo flashback, la vicenda di Moby Dick (1851) attraverso la voce narrante del protagonista che testimonia come il futuro stia inscritto nel passato come catastrofe sempre annunciata nella quale si con- suma il destino. In Gita al faro (1927) di Virginia Woolf, un banale evento futuro, l’escursione che la famiglia dovra` compiere l’indomani, avverra` solo dopo anni, nei quali la famiglia avra` intanto percorso il suo ciclo di de- cadenza, dissoluzione e ricomposizione. Nella Veglia di Finnegan (1939), James Joyce rimescola il passato e il futuro dell’umanita`, assoggettandoli all’epos onirico di un oste ubriaco. Samuel Beckett suggerisce, in Aspet- tando Godot (1953), un’idea di futuro come attesa di qualcosa che non si sa, di qualcuno che non viene, come un’eterna, tormentata ripetitivita`. Il futuro trova com- piute rappresentazioni letterarie in opere fondamentali quali 1984 (1949) di George Orwell, Le uova fatali (1925) di Michail Bulgakov, La cimice (1929) di Vladimir Vladimirovicˇ Majakovskij, 25 agosto 1983 di Jorge Luis Borges, L’altra parte. Un romanzo fantastico (1909) di Alfred Kubin. Mentre la letteratura apocalittica e anti- progressista si esprime in opere divenute ormai classiche: Jose´ Ortega y Gasset, La ribellione delle masse, 1930; Aldous Huxley, Il mondo nuovo (1932); Anthony Bur- gess, Un’arancia a orologeria (1962). Con la fondazione, nel 1926, della rivista Amazing-stories nasce la moderna letteratura di fantascienza, in cui la proiezione nel futuro dei risultati, acquisiti nel presente dalla scienza e dalla tecnologia, da` luogo nei suoi rappresentanti migliori (Isaac Asimov, Arthur Clarke, Ray Bradbury, Philip Dick, James Ballard, Kurt Vonnegut, Robert Sheckley) a rappresentazioni letterariamente assai considerevoli. L’incombere del futuro nella cultura del Novecento trova, nell’ambito della letteratura italiana, la sua piu` evi- dente testimonianza nel movimento del Futurismo; ma il tema si estrinsechera` variamente: Corrado Alvaro, L’uomo e` forte (1938); Primo Levi, I sommersi e i salvati (1986); Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari (1940); Giu- seppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo (1958, po- stumo); Italo Calvino, Le cosmicomiche (1965); Memoria

FUTURO

del mondo (1968); Il cavaliere inesistente (1959, chiusa del romanzo); Umberto Eco, Diario minimo (1963); Ste- fano Benni, Terra (1983). Nel cinema il tema trova, quasi piu` che in letteratura, enormi potenzialita` di sviluppo: dai paradossi del viaggio nel futuro del Pianeta delle scimmie (1968) e di Ritorno al futuro (1984) alle rappre- sentazioni apocalittiche e amare di 2001 Odissea nello spazio (1968, tratto da un racconto di Clarke) di Stanley Kubrick e Nirvana (1997) di Gabriele Salvatores.

n Opere citate: Opere anonime: Apocalisse (96); Deuterono-

mio (ca. secc. IX-VI a.C.); Vangelo di Marco (65-70).

Agostino di Ippona, La citta` di Dio (De civitate Dei, ca. 413- 427); Agostino di Ippona, Le Confessioni (Confessiones, ca. 397-400); Alvaro, C., L’uomo e` forte (1938); Aristotele, Fisica (sec. III a.C.); Bacon, F., La nuova Atlantide (The New Atlantis, 1626); Beckett, S., Aspettando Godot (En attendant Godot, 1953); Benni, S., Terra! (1983); Borges, J.L., 25 agosto 1983; Bulgakov, M., Le uova fatali (1925); Burgess, A., Un’arancia a

orologeria (A Clockwork Orange, 1962); Buzzati, G., Il deserto dei tartari (1940); Calvino, I., Il cavaliere inesistente (1959); Cal-

vino, I., Le cosmicomiche (1965); Calvino, I., Memoria del

mondo (1968); Campanella, T., La citta` del sole (1602); Casa-

nova, G.G., Icosameron (1788); Clarke, A.C., 2001: Odissea

nello spazio (2001: A Space Odyssey, 1968); Condorcet, M.-J.-A.

De, Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito

umano (Esquisse d’un tableau historique des progre`s de l’esprit humain, 1793-94); Dante Alighieri, La divina commedia (1306-

21); Dante Alighieri, Monarchia (1312-13); Dickens, C., Grandi

speranze (Great Expectations, 1860-61); Dickens, C., Le due citta` (A Tale of Two Cities, 1859); Eco, U., Diario minimo

(1963); Einstein, A., Teoria della relativita` (U¨ ber die spezielle

und die allgemeine Relativita¨tstheorie, 1916); Eschilo, Agamen- none (ca. 458 a.C.); Eschilo, I sette a Tebe (467 a.C.); Esiodo, Le opere e i giorni (secc. VIII-VII a.C.); Fichte, J.G., La destina-

Nel documento Dizionario dei temi letterari, vol. II F-O (pagine 172-177)

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