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Nel 1852 Pierre o le ambiguita` di Herman Melville, nel quale sul rapporto tra il protagonista e Isabella aleg-

Nel documento Dizionario dei temi letterari, vol. II F-O (pagine 161-170)

G. Porsile), dramma sacro, ambientato a Menfi e incen trato sul riconoscimento dei fratelli che lo avevano ven-

9. Nel 1852 Pierre o le ambiguita` di Herman Melville, nel quale sul rapporto tra il protagonista e Isabella aleg-

gia il dubbio dell’incesto, aveva suscitato scalpore presso il pubblico statunitense. Il tema dell’incesto fraterno in- vece attirera` l’attenzione di piu` di un autore nell’area del Decadentismo; sul finire del secolo Maurice Maeterlinck col titolo di Annabella (1895) traduce e adatta per il tea- tro dell’opera Peccato che sia una sgualdrina di John Ford. In Forse che sı` forse che no di Gabriele D’Annun- zio (1910) il tragico amore tra Isabella Inghirami e l’avia- tore Paolo Tarsis ha il suo epilogo quando Vana, sorella minore della donna, rivela a Paolo l’amore incestuoso tra questa e il fratello Aldo e poi si uccide; Isabella ag- gredita e accusata da Paolo impazzira`, mentre questi, or- mai solo, tentera` di purificare il proprio dolore affron- tando un volo rischiosissimo. Nell’Uomo senza qualita` di Robert Musil (1930-33), sullo sfondo di una societa` che ha perso ormai i tradizionali punti di riferimento, si svi- luppa, coinvolgente e morboso, tra sensazioni sottili, so- fismi e rivelazioni, il rapporto tra Ulrich e Aghate, la sorella ritrovata dopo la morte del padre, che si pone come segno della loro difficolta` di rapporto col mondo e ricerca d’una totalita` impossibile, d’una impossibile so- luzione di tutte le contraddizioni. D’altro canto la rela- zione tra fratelli non puo` non risentire della crisi dei modelli e della crescente difficolta` nei rapporti tra per- sone in un’epoca di rapidi e radicali cambiamenti. In Senilita` di Italo Svevo (1898) la sorella Amalia costitui- sce la «famiglia» che e` alibi per Emilio all’inizio della sua relazione con Angiolina; il sorgere in lui della pas- sione e` pero` fatalmente contagioso per la donna, che sembrava aver ormai rinunciato ad ogni sogno d’amore, e finisce per condurla alla morte; fuggita Angiolina, Emi- lio costruisce poi nella sua mente una vaga immagine ideale, nella quale la donna amata «conservera` inalterata la sua bellezza, ma acquista anche tutte le qualita` di Amalia, che morira` in lei una seconda volta». In un clima di dolente malinconia, in cui si consuma la banale crudelta` della vita, le protagoniste de Le tre sorelle di

Anton Cˇechov (1901), prese dal mito della lontana Mo- sca, vedono ravvivare la propria esistenza dal soprag- giungere in paese d’una guarnigione militare; quando pero` i giovani ufficiali partono non possono che costa- tare il vanificarsi delle loro illusioni, e s’interrogano sul senso di una vita che non e` se non sofferenza, senza sa- persene dare una risposta. Nel Giardino dei ciliegi (1904) due fratelli, dilapidato il patrimonio ricevuto in eredita`, nella loro abulica indecisione finiscono per per- dere anche la casa e il giardino, simbolo del passato be- nessere e degli anni innocenti dell’infanzia: alla fine il sipario cala tra i colpi d’accetta che abbattono i ciliegi destinati a scomparire. Il tema della famiglia, ambigua- mente intesa come rifugio e prigione ad un tempo, e` ricorrente in Luigi Pirandello. Nel Fu Mattia Pascal (1904) accanto al protagonista troviamo il fratello, com- pagno inizialmente delle sregolatezze giovanili, che pero`, messa la testa a partito, sara` poi «uomo positivo», al quale Mattia si rivolgera` una volta deciso, con la sua se- conda fittizia morte, di tornare a Miragno; nella novella L’ombrello (1909) Mimı` e Dinuccia rappresentano i due specchi nei quali si riflette la «mammina», l’una e` la parte bambina di lei che desidera, l’altra e` la norma del sacrificio che impone la rinuncia al desiderio; Dinuccia sara` per lei perturbante e la sua morte portera` fatal- mente all’annullamento della donna; nei Sei personaggi in cerca d’autore (1921) la figliastra, legata da tenero amore ai fratellini, si contrappone irruente alla sdegnosa figura del fratellastro, figlio legittimo, fino alla catastrofe finale.

Il dramma del primo conflitto mondiale segna tragica- mente anche i rapporti piu` cari: il triestino Gianni Stu- parich pubblica nel 1925 Colloquio con mio fratello, nel quale rievoca il rapporto con Carlo, che come lui si era arruolato nell’esercito italiano ed era morto suicida sul Cengio per non cadere prigioniero degli austriaci; l’opera, condotta sull’onda del ricordo e della medita- zione e` di grande intensita` lirica, e testimonia la levatura etica e ideale di certi giovani che avevano impegnato le loro esistenze nella guerra 1915-18. Dopo il secondo con- flitto mondiale ci daranno testimonianza della morte d’un proprio fratello nel clima drammatico della lotta antifa- scista sia Pier Paolo Pasolini, che nel Corus in morte di Guido (1945) ricorda con tenera angoscia il fratello tra- dito, partigiano della divisione Osoppo, ucciso da altri partigiani, sia Luigi Pintor, il cui fratello Giaime muore nel tentativo di raggiungere i gruppi partigiani operanti nel Lazio (Servabo. Memoria di fine secolo, 1991). Sullo sfondo d’una Siena spettrale, espressionisticamente deformata, Federico Tozzi rappresenta in Tre croci (1920) il dramma dell’inettitudine nelle vicende dei fra- telli Gambi, proprietari d’una libreria antiquaria, i quali, per far fronte a difficolta` economiche, falsificano delle firme cadendo in una spirale che li portera` inesorabil- mente alla rovina, al suicidio di Giulio e alla morte deso- lata degli altri due, tutti vittime di forze necessarie ed oscure che li trascinano, mai pienamente coscienti, fino alla fine. In A Cesena di Marino Moretti (1915) il collo- quio con la sorella sposata, che l’«anno scorso era ancora bambina», risulta impossibile. Carla e Michele, i fratelli degli Indifferenti di Alberto Moravia (1929), tentando di uscire dalla palude della loro apatia, seguono «copioni» tipici della mentalita` borghese, per cui l’emancipazione della donna avviene attraverso la trasgressione sessuale e quella dell’uomo mediante l’assunzione d’un atteggia- mento forte e aggressivo; Michele, che in precedenza aveva pensato di usare la sorella come merce di scambio per ingraziarsi Leo, scoperta la loro relazione, si atteg- gera` a «fratello vendicatore», dimenticando pero` di ca-

ricare la rivoltella, e tutto si concludera` con uno squal- lido, rassicurante compromesso. Aldo Palazzeschi nelle Sorelle Materassi (1934) narra, con umoristica benevo- lenza, le vicende di due anziane signorine della provincia fiorentina, stimate ricamatrici, la cui vita regolare e mo- notona e` sconvolta dal sopraggiungere d’un nipote or- fano alla cura del quale esse interamente si votano, asse- condano ogni suo desiderio, facendo su di lui i sogni piu` rosei; il giovane pero`, dopo aver sfruttato disinvolta- mente le zie che per lui trascurano anche la loro attivita`, le pianta in asso e sposa una ricca americana; alle due sorelle non resta che tornare al proprio lavoro, adattan- dosi ad una clientela meno raffinata e prestigiosa, nell’at- tesa d’una foto del nipote lontano su cui fantasticare. Il motivo dell’amore disinteressato per gli altri e dell’attac- camento alla vita e` accentuato ne I fratelli Cuccoli (1948): il ricco ed anziano Celestino Cuccoli adotta quattro or- fani, dando loro amore, educazione e vita agiata; questi rispondono diversamente alle sue sollecitudini, a se- conda del loro carattere, giungendo a compromettere la sua condizione economica, ma egli e` sempre pronto a comprenderli, a scusarli e a proteggerli. Don Giovanni in Sicilia di Vitaliano Brancati (1940) si apre con le tre so- relle, sciatte e confuse vestali della casa di Giovanni Per- colla, dalla quale egli si distacchera` preso dall’alto amore per Ninetta, ma le tre sorelle alla fine lo riaccoglieranno, affettuose e solerti, di ritorno da Milano, nuovamente in balia del suo atavico sicilianismo. Nei racconti del Ponte della Ghisolfa (1958) Giovanni Testori, in un’atmosfera che trascende ormai il neorealismo, ci presenta, nel con- testo d’una Milano impietosa, una serie di personaggi umiliati ed oltraggiati nella loro dignita`, che ispireranno a Luchino Visconti il film Rocco e i suoi fratelli (1960). Carmelo Samona` con Fratelli (1978), ambientato «in un vecchio appartamento nel cuore della citta` [...], in una complicata gerarchia di silenzi», intreccia un gioco con- tinuo di inseguimenti e di fughe, uno svelarsi e un na- scondersi secondo un rituale complesso, che vede l’in- contro problematico e precario di due linguaggi, quello articolato della normalita` e quello ambiguo e sottile della malattia, in una perenne ricerca dell’altro.

n Opere citate: Opere anonime: Corano (609-632); Genesi (fine sec. IV a.C.); Gibello (sec. XIV); Libri di Samuele (secc. VIII-VII a.C.); Mistero dell’antico testamento (Le Myste`re du

Vieil Testament, sec. XV); Poema de Jose´ (secc. XIII o XIV); Storie di Caino, pittura (secc. XII-XIII); Vangelo di Giovanni

(90-100); Vangelo di Luca (90); Vangelo di Marco (65-70); Van-

gelo di Matteo (80-90); .

Accademia degli Intronati, Gli ingannati (1531); Agostino di Ippona, La citta` di Dio (De civitate Dei, ca. 413-429); Alcott, L.M., Piccole donne (Little Women, 1868); Alfieri, V., Abele (1790); Alfieri, V., Oreste (1778); Alfieri, V., Polinice (1755-83); Ariosto, L., I Suppositi (1509); Ariosto, L., Orlando furioso (1516, 1532); Aubigne´, T.-A. d’, Le tragiche (Les tragiques, 1575-1611); Basile, G., Lo cunto de li cunti (1632); Baudouin, C., Psicoanalisi di Victor Hugo (Psycanalyse de Victor Hugo, 1972); Belli, G.G., Caino (1831); Bibbiena, pseud. di Dovizi, B., Calandria (1513); Boccaccio, G., Decameron (ca. 1349-53); Borngra¨ber, O., Il primo uomo (Die Ersten Menschen, 1908); Brancati, V., Don Giovanni in Sicilia (1940); Butor, M., L’im-

piego del tempo (L’emploi du temps, 1956); Byron, G.G., Caino

(Cain, 1821); Catullo Gaio, V., Carmi (Carmina, 64-54 a.C.); Cˇechov, A., Giardino dei ciliegi (1904); Cˇechov, A., Le tre so-

relle (1901); Comestore, P., Historia scolastica (sec. XII); D’An-

nunzio, G., Forse che sı` forse che no (1910); Dante Alighieri,

Commedia (1306-21); Daudet, A., La storia di un fanciullo (Le Petit Chose, 1868); De Marchi, E., Demetrio Pianelli (1890);

Dostoevskij, F., Delitto e castigo (1866); Dostoevskij, F., I fra-

telli Karamazov (1879-80); Du Bartas, G. de Salluste, Seconda settimana o infanzia del mondo (La seconde semaine, ou l’en- fance du monde, 1584); Dumas, A. padre, Il visconte di Brage-

lonne (Le Vicomte de Bragelonne, 1850); Eschilo, Agamennone

(ca. 458 a.C.); Eschilo, Coefore (458 a.C.); Eschilo, Eumenidi (458 a.C.); Eschilo, I sette a Tebe (467 a.C.); Euripide, Elettra (413 a.C.); Euripide, Ifigenia in Aulide (406 a.C.); Euripide,

Ifigenia in Tauride (416 a.C.); Euripide, Oreste (408 a.C.); Eu-

ripide, Troiane (415 a.C.); Firdusi, Yusuf e Zalikha (sec. XI); Firenzuola, A., I Lucidi (1549); Ford, J., Peccato che sia una

puttana (‘Tis Pity She’s a Whore, 1625-28); Foscolo, U., In morte del fratello Giovanni (1803); Francesco d’Assisi, Cantico di Frate Sole (1224); Gessner, S., La morte di Abele (Der Tod Abels, 1758); Giami, Yusuf e Zalikha (sec. XV); Goethe, J.W., Ifigenia in Tauride (Iphigenie auf Tauris, 1787); Goethe, J.W., I fratelli (1776); Goldoni, C., I due gemelli veneziani (1748);

Grimm, J. e W., Fiabe (Kinder und Hausma¨rken, 1812-22); Hartmann von Aue, Gregorio sullo scoglio (Gregorius auf den

Steine oder der gute Suander, sec. XIII); Hesse, H., Demian

(1919); Hugo, V., La coscienza (La conscience) in La leggenda

dei secoli (La le´gende des sie`cles, 1852-55); Klinger, F.M., Ge- melli (Die Zwillinge, 1775); Klopstock, F.G., La morte di Adamo (Der Tod Adams, 1756); Lecocq, C., Girofle´ Girofla,

musica (1875); Leconte de Lisle, C.M., Caino (Qa¨in, 1846); Leopardi, G., Nelle nozze della sorella Paolina (1820-22); Livio, T., Storie. Dalla Fondazione di Roma (Ab urbe condita libri

CXLII, sec. I a.C.); Ludwig, O., Tra cielo e terra (Zwischen Himmel und Erde, 1856); Maeterlinck, M., Annabella (Anna- bella: drame en cinq actes de John Ford; traduit e adapte´ pour le The´aˆtre de l’Opera par Maurice Maeterlinck, 1895); Mann, T., Giuseppe e i suoi fratelli (Joseph und seine Bru¨der, 1933-43);

Maupassant, G. de, Pierre et Jean (1888); Me´hul, E´.N., Giu-

seppe in Egitto, musica (1899, libretto di Duval, A.); Melville,

H., Pierre o le ambiguita` (Pierre, or The Ambiguites, 1852); Me- tastasio, P., Giuseppe riconosciuto (1733, musica di Porsile, G.); Metastasio, P., La morte d’Abel (1732); Molie`re, La scuola dei

mariti (L’e´cole des maris, 1661); Moravia, A., Gli indifferenti

(1929); Moretti, M., A Cesena (1915); Mu¨ller, M., Der erschla-

gene Abel (1775); Musil, R., L’uomo senza qualita` (Der Mann ohne Eigenschaften, 1930-33); Nerval, G. de, Viaggio in Oriente

(Voyage en Orient, 1854); Nevio, G., Bellum Poenicum (sec. III a.C.); Omero, Iliade (secc. XII-IX a.C.); Omero, Odissea (secc. IX-VIII a.C.); O’Neill, E., Il lutto si addice ad Elettra (Mourning

Becomes Electra, 1932); Ovidio Nasone, P., Fasti (8 d.C.); Pa-

lazzeschi, A., I fratelli Cuccoli (1948); Palazzeschi, A., Le sorelle

Materassi (1934); Pasolini, P.P., Corus in morte di Guido

(1945); Perrault, C., I racconti di mia madre l’Oca (Contes de ma

me`re l’Oye, 1697); Pindaro, Nemea (secc. VI-V a.C.); Pintor,

L., Servano. Memoria di fine secolo (1991); Pirandello, L., Il fu

Mattia Pascal (1904); Pirandello, L., L’ombrello (1909); Piran-

dello, L., Sei personaggi in cerca d’autore (1921); Plauto, T.M.,

Anfitrione (Amphitruo, sec. III a.C.); Plauto, T.M., Asinaria

(sec. III a.C.); Plauto, T.M., Menecmi (Menaechmi, 206 a.C.); Plauto, T.M., Bacchidi (Bacchides, 254-184 a.C.); Postel, J.,

Caino e Abele (Cain und Abel, 1689); Pusˇkin, A.S., Angelo (av.

1837); Racine, J., La Tebaide o I fratelli nemici (La The´baide ou

Les fre`res ennemis, 1664); Samona`, C., Fratelli (1978); Secchi,

N., Gli inganni (1549); Seneca, L.A., Tieste (ca. 49-62); Shake- speare, W., Amleto (Hamlet, 1600-01); Shakespeare, W., La

bisbetica domata (The Taming of the Shrew, 1593-94); Shake-

speare, W., La commedia degli equivoci (The Comedy of Errors, 1592-93); Shakespeare, W., La dodicesima notte (Twelfth Ni-

ght, 1599-1600); Shakespeare, W., Misura per misura (Measure for Measure, 1604-05); Shakespeare, W., Re Lear (King Lear,

1605-06); Sofocle, Antigone (442 a.C.); Sofocle, Edipo a Colono (401 a.C.); Stevenson, R.L., Il signore di Ballantrae (The Master

of Ballantrae, 1889); Stuparich, G., Colloqui con mio fratello

(1925); Svevo, I., Senilita` (1898); Teocrito, Dioscuri (sec. III a.C.); Terenzio, A.P., I fratelli (Adelphoe, 160 a.C.); Testori, G.,

Il ponte della Ghisolfa (1958); Tozzi, F., Tre croci (1920); Tris-

sino, G.G., Simillimi (1547); Ungaretti, G., Caino in Senti-

mento del tempo (1933); Vega, L. de, La creazione del mondo

(La creacio`n del Mundo, 1624); Virgilio Marone, P., Eneide (Ae-

neis, 29- 19 a.C.); Visconti, L., Rocco e i suoi fratelli, cinema

(1960); Wagner, R., Il divieto dell’amore, musica (Das Lieberve-

bot, 1835).

n Altre opere: Ambrogio di Milano, De Cain et Abel (ca. 375); Assereto, G., Giuseppe Venduto dai fratelli, pittura (ca. 1625); Balzac, H. de, Papa` Goriot (Le pe`re Goriot, 1834); Bas- FRATELLI, SORELLE

sano, J., Cristo nella casa di Marta e Maria, pittura (1576-77); Belbello da Pavia, Giuseppe estratto dal pozzo e venduto dai

fratelli, miniatura (ca. 1415); Blake, W., La morte di Abele, pit-

tura (ca. 1826); Burns, E., Fratelli, cinema (The Funeral, 1996); Burns, E., I fratelli McMullen, cinema (The Brothers Mac Mul-

len, 1995); Casorati, F., Due sorelle o libro aperto e libro chiuso,

pittura (1921); Casorati, F., I gemelli, pittura (1940); Cheru- bini, L., Ifigenia, musica (1788); Cocteau, J., Antigone (1928); David, J. L., Il giuramento degli Orazi, pittura (1784); De Si- mone, R., La gatta Cenerentola, musica (1976); Ford, J., La ma-

linconia degli amanti (The Lover’s Melancholy, 1628-29); Gior-

dana, M.T., La meglio gioventu`, cinema (2003); Gluck, C.W.,

Ifigenia in Tauride, musica (1779); Goncourt, E. de, I fratelli Zemganno (Les fre`res Zemganno, 1879); Granacci, F., Giuseppe presenta al faraone i fratelli e il padre, pittura (1515); Grillpar-

zer, F., Dissidio tra fratelli Asburgo (Ein bruderzwist im hause

Habsburg, 1848); Hayez, F., Riconciliazione di Giacobbe e Esau`,

pittura (1844); Hofmannsthal, H., Elettra (Elektra, 1908); Ho- negger, A., Antigone, musica (1927); Huysmans, J.K., Le sorelle

Vatard (Les sœurs Vatard, 1879); Kreutzer, R., La mort d’Abel,

musica (1810); Landis, J., The Blues Brothers, cinema (1980); Maupassant, G. de, Le sorelle Rondoli (Les soeurs Rondoli, 1884); Palacio Valde´s, A., Marta e Maria (Marta y Maria, 1883); Piazzetta, G.B., Giuseppe venduto dai fratelli, affresco (av. 1754); Poggioli, F.M., Sorelle Materassi, cinema (1943); Rosi, F., Tre fratelli, cinema (1981); Rossini, G., Cenerentola, musica (1817); Rubens, P.P., Cristo nella casa di Marta e Maria, pittura (1668); Sade, D.A.F., marchese di, La nuova Justine, o le sven-

ture della vitu`. Seguita dalla storia di Juliette, sua sorella (La nouvelle Justine, ou les mallheurs de la vertu. Suivie de l’histoire de sa soeur, Juliette, 1797); Scarlatti, D., Ifigenia in Tauride,

musica (1713); Sogliano, G. A., Il sacrificio di Abele, pittura (ca. 1533); Stomer, M., Esau` vende a Giacobbe la primogenitura, pittura (ca. 1640); Strauss, R., Elektra musica (1909); Strauss, R., Josephs legende, op. 63, musica (1914); Tiziano, Caino uccide

Abele, pittura (1542-44); Tolstoj, L., Anna Karenina (1875-77);

Tolstoj, L., Guerra e pace (1863-69); Tomasi di Lampedusa, G.,

Il Gattopardo (1957); Traetta, T., Antigone, musica (1772);

Traetta, T., Ifigenia in Tauride, musica (1759); Visconti, L., Va-

ghe stelle dell’Orsa, cinema (1965); Vittoriani, E., Erica e i suoi fratelli (1936); Von Trotta, M., Anni di piombo cinema (Die blaierne Zeit, 1981); Von Trotta, M., Sorelle - L’equilibrio della felicita`, cinema (Schwestera oder die Bilance des Gu¨cks, 1979);

Werfel, F., I fratelli di Napoli (Die Geschwister von Napoli, 1932).

n Bibliografia: Brunel, P., Dizionario dei miti letterari (1988), Milano 1995/2004; Freud, S., Introduzione alla psicoanalisi (1915-17), Torino, Bollati Boringhieri, 1985; Rank, O., Il dop-

pio (1914), Milano, Su¨garCO, 1979; Rank, O., Il tema dell’in- cesto nella poesia e nella leggenda, Milano 1989.

n Voci affini: Adolescenza; Assassinio di congiunti; Cugini; Discordia; Doppio, sosia; Eredita`, testamento; Famiglia; Figlia; Figlio; Gelosia; Incesto; Infanzia; Madre; Nascita; Padre; Sosti- tuzione di persona; Zio, zia. enrico carini

Frigidita`,

v. Impotenza, frigidita`.

Fulmini,

v. Tuoni, fulmini.

Funerale.

1. Il termine funerale, in it., e` un recupero derivato dall’aggettivo lat. funeralis (dal sostantivo funus, «cerimonia funebre», di etimo incerto): la stessa nozione e` espressa in fr. dal termine fune´railles, solo al plurale, alternativo al piu` usato enterrement; in ingl. da funeral, alternativo a burial; in sp. da funerales, alternativo a en- tierro e in portoghese da funeral, alternativo a sepulta- mento; in ted. abbiamo invece Beerdigung e Begra¨bnis («sotterramento» e «seppellimento», nel loro significato originario): si noti che la radice che e` alla base del ter- mine italiano, dei suoi sinonimi «esequie» e «accompa- gnamento alla sepoltura», e dei suoi correlativi romanzi e inglese designa sempre la cerimonia funebre del corteo di accompagnamento – laddove i lemmi alternativi (cosı` come quelli di area germanica, cosı` come l’italiano «inu-

mazione») indicano quasi sempre il momento della se- poltura.

2. Lo sfondo culturale in cui si colloca la pratica del fu- nerale appartiene alla sfera del sacro, della memoria e del rapporto con i defunti. In questa prospettiva occorre fare riferimento a una «cultura della morte» molto struttu- rata e potentemente radicata nell’immaginario di molti popoli antichi: si pensi agli egizi, di cui conserviamo le grandi tombe a piramide e le mummie dei faraoni e di altri dignitari, o agli etruschi, di cui pure abbiamo tombe ricche di monumenti, dipinti, suppellettili, ai tanti re- perti simili di altri popoli asiatici, amerindi, africani, ecc., cosı` come della Grecia arcaica, del mondo ebraico e di Roma. La credenza che, se non affidata a una tomba o a un sacello e se non accompagnata dalle persone care e da riti di addio, l’anima dei defunti potesse vagare infelice nell’al di la` o rivisitare e perseguitare i viventi e` radicata nelle culture di molti popoli, cosı` come sono diffuse forme di culto permanente dei morti (tombe a forma piu` o meno evidente di casa, sarcofagi con le loro fattezze, oggetti votivi, lumi accessi a loro ricordo, altari a loro dedicati nelle case dei discendenti). Nella cultura greca arcaica assistiamo a una presenza frequente e pertur- bante dell’anima tormentata perche´ insepolta; tutti ricor- dano l’episodio del solenne funerale riparatore in onore di Patroclo nell’Iliade (secc. IX-VIII a.C.) di Omero, condotto con grande pompa da Achille (canti XVI e XXIII), cosı` come ricordano i funerali di Ettore (canto XXIV). Esemplare la storia di Antigone, mitica figlia di Edipo, raccontata anzitutto in due tragedie di Sofocle: Antigone (442-441 a.C.) ed Edipo a Colono (401 a.C.). Nella seconda tragedia, che riferisce avvenimenti prece- denti, Antigone e` l’accompagnatrice del padre che ha sa- crificato la sua giovinezza per lui. Nella tragedia a lei de- dicata, Antigone, trasgredendo il divieto del re di Tebe Creonte, seppellisce il fratello Polinice; quando viene scoperta, accetta la morte, respingendo il tentativo della sorella Ismene di confessarsi colpevole e del promesso sposo Emone, figlio di Creonte, che vorrebbe difenderla presso Creonte: Antigone oppone alle leggi umane, rap- presentate dall’ordine di Creonte, le leggi non scritte e inviolabili degli dei, che impongono di seppellire pieto- samente ogni morto. La tragedia di Antigone ha conse- gnato alla sensibilita` moderna un nodo di problemi mo- rali destinato a dar vita a una tradizione filosofica e lette- raria di lunghissima durata. Numerose le riprese del tema: dall’elegante Antigone (1533) di Luigi Alemanni, alla Antigone o la Pieta` (1580) di Robert Garnier, nella quale si avverte l’influsso di Seneca, dall’Antigone (1638) di Jean Rotrou, in cui la vicenda e` ampiamente rimaneg- giata alla tragedia di Jean Racine Tebaide o i fratelli ne- mici (1664), nella quale compare un’Antigone piu` uma- nizzata, alla tragedia di Vittorio Alfieri Antigone (1783- 1789), che accentua fortemente il contrato fra Antigone e il tiranno Creonte; dall’Antigone (1922), frutto di sottile intellettualismo, di Jean Cocteau, all’Antigone, (1942) di Jean Anouilh, scritta durante l’occupazione nazista e sensibile al contrasto fra la logica del potere e la difesa dei sentimenti e dei principi umani. A questo filone «an- tigonico» si possono ricondurre diversi altri testi mo- derni che drammatizzano un analogo conflitto di valori: nella tragedia La dote fatale (1632) di Philip Massinger e Nathaniel Field si racconta del maresciallo del duca di Borgogna alla cui morte i creditori rifiutano la sepoltura del corpo; nella tragedia espressionista Una stirpe (1917) dello scrittore tedesco Fritz von Unruh i vecchi miti sono rivistati sullo sfondo della prima guerra mondiale; nel film I cannibali (1970) di Liliana Cavani una moderna

Antigone sfida le autorita` di una citta` tirannica che im- pedisce di seppellire i corpi di alcuni ribelli perche´ vuole che servano da monito contro nuove ribellioni; in un film collettivo intitolato Germania in autunno (1978) girato da Alexander Kluge, Volker Schlo¨ndorff, Rainer Werner Fassbinder e altri, viene denunciata l’intenzione del go- verno tedesco di seppellire in una fossa comune i terro- risti «suicidi» della Raf e vengono poi rappresentati i funerali concessi alla fine dal governo.

Anche la cultura giudaico-cristiana rappresentata nella Bibbia prevedeva, in un tempo breve dopo il decesso, la sepoltura dei corpi. Lasciarli alla merce` dei cani o degli avvoltoi era considerato un atto sacrilego o gravemente offensivo (I Re, ca. 600 a.C., 14, 10-14; II Re, ca. 600 a.C., 9, 34-37). I corpi venivano lavati, cosparsi di unguenti, avvolti in teli di lino e quindi accompagnati in proces- sione al sepolcro, fra i lamenti e le grida dei parenti e degli amici. E` a tutti nota la narrazione evangelica della deposizione e del seppellimento di Cristo, compiuto da Giuseppe di Arimatea e accompagnato dal pianto delle Marie (Marco, 65-70, 17 43-47; Matteo, 80-90, 27, 57-61; Luca, 90, 23, 50-56; Giovanni, 90-100, 19, 38-42): si tratta di una scena simbolica primaria che verra` ripresa in innumerevoli dipinti, racconti, sacre rappresentazioni e con cui si misureranno tante altre scene di inumazione (di santi, martiri, capi di rivolte popolari, eroi in guerra, ecc.). A questa scena sembra contrapporsi, suscitando

Nel documento Dizionario dei temi letterari, vol. II F-O (pagine 161-170)

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