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BoX 4 I suoli fertili e la città: il caso di Campania fel

di Antonio di Gennaro e Francesco P. Innamorato

L’evoluzione territoriale di Campania felix nel corso del secolo e mezzo di unità politica del paese costituisce un esempio paradigmatico del conflitto per l’uso della risorsa suolo tra il settore primario e quello urbano. Nel 1860 il sistema urbano campano assommava nel complesso a circa 10.000 ettari.

Nel 1960, a distanza di un secolo, la superficie urbanizzata è raddoppiata, assecondando un andamento analogo della demografia. Poi, nell’ultimo mezzo secolo, la città è letteralmente esplosa, quintuplicando la sua superficie, a fronte di un aumento della popolazione intorno al 20%.

Il problema è che questo sviluppo urbano è avvenuto in larga misura, per i tre quarti circa, in assenza di strumenti urbanistici vigenti, e che esso si è concentrato – ancora una volta la percentuale è intorno al 75% - nelle aree fertili, a più elevata capacità produttiva, delle pianure e delle colline vulcaniche.

Suoli e paesaggi rurali, quelli interessati dal soil sealing, dall’impermeabilizzazione conseguente alla impetuosa trasformazione urbana dell’ultimo cinquantennio, sui quali si producono colture ortofrutticole di alta qualità e redditività, e il cui capitale non riproducibile di fertilità è il frutto di un’evoluzione pedogenetica di lunga durata, durata migliaia di anni. Si tratta di produzioni alimentari tipiche della dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità, ed intesa come particolare stile di vita e alimentazione, strettamente legato a tradizioni, culture e paesaggi locali di notevole profondità storica.

Il caso dell’area metropolitana di Napoli pone in evidenza come gli impatti negativi di questo modello distorto di sviluppo territoriale non consistono solo nella perdita diretta e irreversibile del suolo, della risorsa cioè che costituisce la base degli ecosistemi e dei paesaggi agricoli, e dalla quale dipende l’autosufficienza e la sicurezza alimentare a scala locale, regionale, nazionale.

La crescita non programmata della città comporta infatti la frammentazione del territorio agricolo che rimane, sempre più ridotto a isole ed enclaves non comunicanti, spezzettate dalla griglia urbana e infrastrutturale. Un territorio agricolo nel quale diventa ogni giorno più difficile preservare l’attività dei nostri agricoltori e la vitalità delle loro aziende. In Campania felix, come nelle altre aree del paese interessate da simili dinamiche, è necessaria un’inversione di tendenza. È urgente lavorare a una nuova generazione di piani di assetto territoriale ai differenti livelli, effettivamente

segue Capitolo 1. Il consumo di suolo per scopi non agricoli: le implicazioni per la sicurezza alimentare

Fig. 2 – Andamento dello sviluppo urbano e demografico nella fascia costiera della Campania nel periodo

1860/2000. Fig. 1 – Lo sviluppo urbano nella fascia costiera della

incentrati sulla tutela dei suoli, intesi come risorsa multifunzionale di importanza strategica per il mantenimento degli equilibri produttivi ed ambientali. L’attività edilizia deve poter trovare il suo principale campo d’azione nella riqualificazione della città esistente, a cominciare dalle estese periferie e conurbazioni post-belliche, caratterizzate da standard insufficienti di qualità urbana, proprio come succede in Campania felix. È necessario un nuovo statuto delle aree agricole periurbane e urbane, le aree agricole intorno alla città o dentro la città, non più considerate come terra nessuno, spazi in attesa di nuove destinazioni ma, in positivo, come cintura verde, green belt multifunzionale per la produzione agricola, la conservazione del paesaggio, la vita all’aria aperta.

Riferimenti bibliografici

di Gennaro A., Innamorato F.P. (2005). La grande trasformazione. Il territorio rurale della Campania 1960-2000. Clean edizioni, Napoli

Fig. 3 – Uno scorcio a più elevata integrità degli

ordinamenti tradizionali della pianura pedemontana nella green belt napoletana, su suoli vulcanici profondi, ad elevatissima capacità produttiva.

Fig. 4 – Intensi processi di dispersione insediativa non regolata nella piana del Sarno, su suoli fertilissimi, in aree a rischio idrogeologico molto elevato.

Regolare la competizione nell’uso dei suoli non è semplice, visti gli interessi e le competen- ze istituzionali in gioco.

Le stesse iniziative intraprese a livello europeo sono orientate ad agire sul problema in modo “indiretto” e si dirigono verso una maggiore sensibilizzazione della popolazione europea sul tema, al sostegno a progetti di ricerca, all’uti- lizzo di strumenti di monitoraggio, in grado di restituire l’intensità e la dinamica del fenomeno e all’integrazione del tema della protezione del suolo nelle diverse politiche.

Le iniziative di valutazione economica del de- grado del suolo potrebbero portare a creare in- centivi all’investimento in strategie di gestione

sostenibile dei suoli. Il nostro Paese dovrebbe trarre i maggiori benefici da una politica di pro- tezione del suolo, certamente in termini am- bientali e di sicurezza alimentare, ma anche di rafforzamento e tutela di un chiaro vantaggio competitivo: la qualità e la tipicità delle produ- zioni, collegate alla pluralità e alla forte caratte- rizzazione del paesaggio rurale (box 4).

Nel solco di queste considerazioni, il MiPAAF ha proposto un disegno di legge quadro in ma- teria di valorizzazione delle aree agricole, con la specifica finalità di contrastare i fenomeni di consumo di suolo agricolo e perseguire così uno sviluppo equilibrato delle aree urbanizzate e rurali.

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Bibliografia

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mo di suolo, in Rapporto 2012, Centro di Ricer-

ca sui Consumi di Suolo, Aprile 2012

C. Gardi, P. Panagos, C. Bosco and D. de Brogniez, Soil Sealing, Land Take and Food

Security: Impact assessment of land take in the production of the agricultural sector in Europe,

JRC, 2011 (in corso di valutazione inter pares) European Commission - DG Environment, 2011, Report on best practices for limiting soil

sealing and mitigating its effects.

De Castro P., 2011, Corsa alla terra, Donzelli Editore

ISTAT, 2012, Rapporto Annuale 2012

MiPAAF, 2012, Costruire il futuro: difendere

l’agricoltura dalla cementificazione.

www.politicheagricole.gov.it

2.1 Introduzione

Le imprese agricole si trovano a dover opera- re in un contesto, come quello attuale, in forte evoluzione e di crescente instabilità dei mercati, dove: è aumentata sensibilmente la concorren- za fra Paesi esportatori di materie prime agrico- le; sono più frequenti e amplificate, rispetto al passato, le oscillazioni dei prezzi dei principa- li prodotti agricoli; è mutata ed è divenuta più complessa la domanda di prodotti agricoli da parte dei consumatori (maggior contenuto qua- litativo/salutistico e/o di servizio, crescente at- tenzione alla sicurezza); è aumentato considere- volmente il livello di concentrazione dei soggetti a valle della produzione agricola, soprattutto della grande distribuzione.

Per rispondere alle sfide di un mercato sempre più globalizzato e competitivo, la filiera agroa- limentare ricerca e adotta forme di crescente integrazione con rapporti contrattuali di tipo gerarchico, all’interno dei quali è soprattutto la grande distribuzione a rivestire una posizione dominante, mentre l’agricoltura si trova a rap- presentare l’anello debole della filiera.

Allo stesso tempo la PAC, nel percorso teso a favorire un riorientamento al mercato dell’at- tività agricola, ha posto al centro della propria azione il sostegno a quegli strumenti di mer- cato che sono in grado di rispondere adegua-

2. GLI STRUMENTI PER

L’ORGANIZZAZIONE E