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L’articolazione dei pagamenti diretti per regioni amministrative

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2012 (pagine 107-110)

di convergenza interna

2.3.1 L’articolazione dei pagamenti diretti per regioni amministrative

Immaginando, in questo paragrafo, che la ripartizione dei fondi per i pagamenti diretti avvenga tenendo conto delle Regioni ammini- strative, un aspetto da tenere presente è che qualsiasi criterio individuato per distribuire il massimale nazionale tra le Regioni ha un im- portante effetto redistributivo. Nelle simula- zioni di seguito riportate si è tenuto conto di due diversi criteri per la distribuzione del pa- gamento di base:

1) il criterio SAU (Superficie agricola utilizzata), legato al peso che ciascuna Regione am- ministrativa riveste nella distribuzione della SAU nazionale, come registrato dal 6° Cen- simento generale dell’agricoltura;

2) il criterio PD (pagamenti diretti), che tiene conto del peso che attualmente rivestono le Regioni nella distribuzione degli aiuti.

Al contrario, per il pagamento verde si è ipotizzato che venga sempre distribuito sulla base della SAU, trattandosi di un sostegno alla produzione di beni pubblici ambientali legati sostanzialmente alla gestione della superficie.

Si tratta di ripartire un massimale nazionale per il pagamento di base pari a 1.844 milioni di euro (48% del massimale nazionale) e uno relativo al pagamento verde di 1.153 milioni di euro (30%). Nel primo caso (criterio SAU) gli aiuti forfetari non cambiano tra Regioni. In pra- tica si ha un aiuto forfetario nazionale, pari a

6 Tale ipotesi poggia su due motivi: il primo è che l’Italia

già in passato ha scelto tale strategia (si fa riferimento, ad esempio, agli aiuti accoppiati previsti dall’art. 68 del Reg. 73/2009 e, precedentemente, da quelli previsti dall’art. 69 del Reg. 1782/2003); il secondo è che per alcuni aiuti, come quello per i giovani agricoltori o quello per i piccoli agricoltori, è difficile definire a priori i pesi di ciascuna regione. Per le zone con vincoli naturali, sarebbe teoricamente possibile procedere ad una distribuzione dell’aiuto per le aree svantaggiate, ma l’attuale normativa è in fase di revisione; inoltre, nelle aree a premio potrebbero non ricadere solo le aree svantaggiate ma anche altre aree con vincoli di natura diversa.

232,6 euro per ettaro, di cui 143,1 come com- ponente di base e 89,4 euro come pagamen- to verde. Nel secondo caso (criterio PD per il pagamento di base), il massimale relativo a questa sola componente dei pagamenti diret- ti verrebbe distribuito tra le Regioni in misura proporzionale all’ammontare complessivo di aiuti diretti attualmente ricevuto dalle aziende presenti in ciascuna Regione. Tale criterio ri-

duce l’effetto redistributivo del pagamento ad ettaro, limitando le perdite per le regioni pena- lizzate e, di conseguenza, i guadagni per quel- le avvantaggiate. Come già sottolineato, vista la natura del pagamento “verde” legata alla gestione del territorio, si è ipotizzato che an- che in questo caso il plafond sia distribuito tra Regioni sulla base del criterio legato alla SAU.

In pratica, in questo caso, l’aiuto teorico varie-

Figura 2.1 - Italia. Variazione % dell’aiuto ad ettaro rispetto a media 2007/2009 per polo Figura 2.2 - Italia. Variazione % del reddito netto rispetto a media 2007/2009 per polo

Fonte: elaborazioni INEA su dati RICA

Capitolo 2. La pac post 2013: i principali temi del dibattito

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rebbe tra Regioni, ma l’effetto complessivo ri- spetto alla precedente ipotesi sarebbe quello di una maggiore conservazione dello status quo.

Le due ipotesi alternative di distribuzione dei pagamenti diretti regionali sono state testate in relazione ai poli produttivi e all’altimetria del territorio nazionale. Cominciando dai poli, come era lecito attendersi, l’aiuto aumenta no- tevolmente negli ordinamenti che storicamente

non sono stati interessati dal sostegno diretto della PAC – ortofloricoltura (+321%), arboreo (45%) – mentre diminuisce soprattutto nel polo seminativi (-39%), così come negli ordinamen- ti con allevamenti (figure 2.1 e 2.2).

Naturalmente, si tratta di effetti medi, frutto di dinamiche diverse tra gli ordinamenti pro- duttivi che costituiscono i poli e tra le aziende, quelle che nel triennio di riferimento avevano

Figura 2.3 - Italia. Variazione % dell’aiuto ad ettaro rispetto a media 2007/2009 per zona altimetrica Figura 2.4 - Italia. Variazione % del reddito netto rispetto a media 2007/2009 per zona altimetrica

Fonte: elaborazioni INEA su dati RICA

ordinamenti con aiuti e quelle con ordinamenti non coperte da sostegno.

Così, nel settore arboreo, a fronte di un au- mento dell’aiuto per i fruttiferi si registrano consistenti diminuzioni del sostegno e del red- dito per gli oliveti e gli agrumeti.

Allo stesso modo, se si guarda al polo erbi- vori si vede come la riforma ipotizzata nel caso 1) (distribuzione del massimale secondo la SAU) determinerebbe una contrazione dell’a- iuto e del reddito netto nelle aziende già per- cettrici di aiuto, mentre, preso nel complesso, il polo fa registrare un aumento di poco meno del 7% dell’aiuto e dell’1,4% del reddito netto.

In termini di effetti per zona altimetrica, nel caso del criterio SAU l’aiuto raddoppia in mon- tagna e diminuisce, rispettivamente del 2,5 e 44,4%, in collina e pianura (figura 2.3). Il reddi- to netto aumenta in montagna dell’11%, rima- ne più o meno stabile in collina e diminuisce del 10% in pianura (figura 2.4).

Questo fa sì che, dopo la riforma, l’incidenza dell’aiuto sul reddito netto sia quasi uniforme in montagna e collina (19% circa) e sia pari al 14% in pianura.

Il caso 2) (criterio PD) cambia l’intensità delle variazioni ma non ne modifica il segno, sia per quanto riguarda gli effetti per zona altimetrica che quelli per polo produttivo. Fanno eccezio- ne, in quest’ultimo caso, il polo erbivoro, per il quale lo scenario determina una riduzione dell’aiuto del 10,2% in virtù del fatto che l’a- iuto corrisposto alle aziende non percettrici di aiuto nel triennio di riferimento non è in grado di ribaltare la perdita subita da quelle già so- stenute in passato, e il polo erbaceo-arboreo che, contrariamente al caso del criterio SAU, subisce una perdita dell’aiuto del 3,8%.

2.3.2 L’articolazione dei pagamenti

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2012 (pagine 107-110)