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Perdite medie

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2012 (pagine 124-130)

del reddito nella PAC

Grafico 4.1 Perdite medie

delle aziende con perdite di VA > 30% (.000 euro) per classe di dimensione economica

Capitolo 4. Gestione del rischio e stabilizzazione dei redditi

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le aziende più piccole fino a 180.000 € per le più grandi.

Del resto la distribuzione delle aziende per classi di UDE (grafico 4.2) evidenzia come, ag- gregando le classi da 4 a 40 UDE una quota preponderante di aziende in crisi richiederebbe piccole compensazioni unitarie (dal 70% a ol- tre l’80% delle aziende a seconda della stima). La normativa fiscale attuale non impone a tali aziende alcun obbligo sostanziale di tenuta dei conti, e sarebbe oltremodo difficile che queste aziende possano percepire un incentivo ad ade- rire al fondo se non si ovviasse alla necessità di accertamento individuale dei redditi per com- pensazioni limitate.

Questo potrebbe orientare ad esplorare le ipo- tesi di utilizzo di indicatori di area o di comparto per il monitoraggio di numerose aziende di pic- cole dimensioni.

4.4 Considerazioni

conclusive

Il rafforzamento degli interventi sulla gestione del rischio e delle crisi nella nuova PAC pone problemi tecnici, normativi e, tra l’altro, il pro- blema di delineare costi dei diversi strumenti e forme della loro integrazione.

Va considerato che non tutte le aziende agri-

cole italiane sono predisposte a costituire o aderire a fondi mutualistici ai quali dovrebbero conferire parte del loro risparmio (nonché infor- mazioni certificate sui loro redditi).

In questo senso, i valori medi delle perdite di aziende di diversa tipologia e dimensione, uni- te a stime sulla composizione della potenziale domanda, possono costituire il principale rife- rimento per le autorità pubbliche impegnate a valutare il costo potenziale delle nuove misure in gestazione.

Una opzione a favore dell’attivazione di fon- di mutualistici per la stabilizzazione dei redditi agricoli delineerebbe di fatto un processo mol- to graduale, la cui sostenibilità finanziaria di- penderebbe dalla progressione delle adesioni, ma anche dalla capacità dei fondi di riassicu- rare parte dei rischi specifici a condizioni più convenienti di quelle attualmente esistenti sul mercato assicurativo.

In questo senso, la condizione che limita il contributo pubblico al 65% della perdita com- pensabile potrebbe apparire troppo restrittiva in fase di start-up (quando gli incentivi necessari saranno presumibilmente più forti).

Una volta a regime, la riduzione della rendita associata all’attuale livello dei sussidi assicura- tivi libererebbe risorse che contribuirebbero alla sostenibilità del sistema integrato di gestione del rischi, mentre, in prospettiva, anche il successo

Grafico 4.2 - Composizione per classe di dimensione economica delle aziende con perdite di VA >30%

dei fondi mutualistici privati potrebbe contribu- ire alla sostenibilità finanziaria del sistema, at- traverso sia la riduzione della quota pubblica di contribuzione, sia la redistribuzione di risorse dall’attuale pagamento unico verso strumenti di stabilizzazione del reddito finalizzati ad obiettivi in parte sovrapposti.

Altro aspetto da evidenziare, oltre alle criticità dapprima richiamate, è che per rendere opera- tivo l’IST è senza dubbio fondamentale provve- dere all’implementazione di un sistema in grado di rilevare in modo corretto i redditi degli agri- coltori aderenti al fondo mutualistico.

Tale aspetto assume particolare rilievo se si considera che, nel contesto operativo italia- no, l’applicazione alle imprese agricole di un ordinamento fiscale e tributario semplifica- to implica una limitata disponibilità (in termini quantitativi e qualitativi) dei dati economici ne- cessari alla corretta quantificazione della red- ditività aziendale. Solo una piccola parte della totalità di imprese agricole nazionali, infatti, è assoggettata all’obbligo di redazione di bilan- cio, permanendo per le altre (la maggioranza), come uniche fonti informative del reddito deri- vante dall’attività agricola, le imputazioni stan- dardizzate dei riferimenti catastali di reddito domenicale e di reddito agrario, oltre ad alcune informazioni deducibili dalla documentazione formale prodotta dall’azienda (es. quadro IVA inserito a margine del documento di dichiara- zione dei redditi).

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