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Brevi cenni sulle teorie sull’azienda

Nel documento Il leasing d’azienda (pagine 39-41)

Diverse sono anche le teorie formulate dalla dottrina inerenti sia alla possibile configurazione dell’azienda sia alla natura giuridica della azienda stessa104, le quali possono essere così brevemente riassunte:

- Teoria immaterialistica105, la quale definisce l’azienda come cosa incorporale, soggetto e oggetto di diritti distinti da quelli afferenti ai singoli beni. Infatti, l’azienda è considerata come un’unità economica volta al soddisfacimento di bisogni superindividuali o trasversali rispetto a quelli che vengono soddisfatti dai singoli beni. Pertanto, l’azienda vive di vita propria, distinta e separata dai singoli beni che la compongono.

− Teoria atomistica106, la quale trova la sua base normativa nel dettato di cui all’art. 2556 c.c. e concepisce l’azienda come insieme di cose, qualsiasi esse siano.

− Teorie unitarie107, le quali rinvengono il loro fondamento nel precetto normativo di cui agli artt. 2555 c.c. e 670 c.p.c. e configurano l’azienda come cosa complessa.

All’interno di tale ultima branca di teorie si distinguono le concezioni di universitas rerum e universitas iuris.

a) Le teorie dell’universitas iuris108 concepiscono l’azienda come complesso di diritti e, dunque, fanno riferimento, dal punto di vista concreto, a un complesso non solo di beni, siano essi mobili o immobili, ma anche di servizi, rapporti di lavoro, situazioni giuridiche soggettive di vario genere e beni immateriali. b) La teoria dell’universitas rerum109, invece, mediante un’interpretazione del

disposto di cui all’art. 816 c.c., qualifica l’azienda come insieme di beni e,

104 Al riguardo occorre distinguere, da una parte, l’azienda in senso giuridico, cui fanno riferimento le varie

teorie che verranno, di seguito enunciate, seppur brevemente, e, dall’altra parte, l’azienda in senso economico, la quale viene sempre intesa in modo unitario.

105 Maggiori esponenti sono Pisko, Isay, Muller Erzbach, Colombo.

106 Maggiori esponenti sono Scialoja e Barassi, Ferrara senior, Ascarelli, Auletta. 107 Maggiori esponenti sono Navarrini, Rotondi, Cottino, Pugliatti, Carnelutti.

108 Ferri, DE Gregorio in VANZETTI A., op. cit., pag. 539 ss. Cfr. AULETTA G., SALANITRO N., op. cit.,

pag. 32 ss. Cfr. Cass. 11 agosto 1990 n. 8219.

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pertanto, pone l’accento sulla natura mobiliare dell’azienda, sull’uniformità della stessa e sull’unicità del proprietario cui fa riferimento.

− Teoria dualistica110, che considera come complesso aziendale solo quei beni che garantiscono la continuità aziendale. In merito si distinguono gli elementi essenziali dagli elementi accessori e si afferma che l’azienda si compone esclusivamente dei primi, i quali garantiscono la continuità e trasferibilità dall’azienda medesima. Infatti, in tale teoria l’azienda viene definita con riguardo al regime di trasferibilità dell’azienda stessa. Il concetto giuridico di azienda che emerge dall’art. 2555 c.c. sarebbe più ristretto: debiti, crediti e contratti relativi all’azienda non sarebbero elementi costitutivi dell’azienda, e quindi del “complesso di beni organizzati”.Tale teoria è denominata anche teoria “organizzativa” o teoria della minima unità aziendale.

− Teoria omnicomprensiva, che considera l’azienda come insieme di beni, qualsiasi essi siano, mettendo l’accento sul legame tra azienda e impresa. Facenti parte di tale gruppo di teorie sono quelle che definiscono l’azienda come “istituzione o organizzazione di cose e diritti”111, ovvero come “blocco omogeneo di diritti puri”112.

− Teoria pertinenziale113 dell’azienda, secondo la quale ricorre una sorta di vincolo pertinenziale tra i singoli beni e l’azienda, tale che la disposizione dell’azienda comporta necessariamente la disposizione di tutti i singoli beni che la compongono. A tale teoria si obbietta però la circostanza per cui non è dato individuare una cosa principale e una cosa pertinenziale, come tipico del rapporto pertinenziale, e ciò alla luce anche del sistema circolatorio. Infatti, mentre la pertinenza circola unitariamente con il bene cui accede, nel caso dell’azienda, invece, la vicenda circolatoria può riguardare anche solo determinati rami dell’azienda, ovvero singoli beni purché ben determinati.

In appendice alle varie teorie finora esposte a grandi linee, bisogna mettere in evidenza come l’unitarietà dell’azienda viene in considerazione soprattutto al momento della circolazione dell’azienda114.

Varie sono pure le teorie115 in merito alla considerazione dell’azienda quale bene. Alcuni autori affermano che si tratti di un immobile fittizio; altri di un bene mobiliare costituito dall’avviamento; altri ancora asseriscono che non si tratti né di un bene mobile né di un bene

110 Per le varie posizioni in dottrina si vedano G. AULETTA, voce Azienda, cit., pag. 1 ss.; M. CASANOVA,

Impresa e azienda, in Tratt. Vassalli, Torino, 1973, pag. 323 ss., che accolgono la “tesi onnicomprensiva”; sono fautori invece della “tesi organizzativa” COLOMBO G. E., L’azienda e il Mercato, in Tratt. Dir. comm., e di dir. pubblico dell’economia diretto da Galgano, III, Padova, 1979, pag. 1 ss.; FERRARA F., op. cit., pag. 55 ss.; GALGANO F., Diritto commerciale, cit., pag. 65 ss.; GHIDINI M., op. cit., pag. 156-196; BALDUCCI D., L’affitto d’azienda, Edizioni FAG, Milano, 2008, pag. 17 ss.

111 Ferrara in CASANOVA M., op. cit., pag. 74. 112 CASANOVA M., op. cit., pag. 76.

113 CASANOVA M., op. cit.

114 In tal senso Valeri in CASANOVA M., op. cit., pag. 121.

115 Per la giurisprudenza in materia, v. Cass. Civ. 14 luglio 2004 n. 13075, in Giust. Civ. Mass., 2004, pag. 7-8;

Trib. Cagliari 31 marzo 1999, in Riv. giur. sarda, 441; Cass. Civ. 3 novembre 1998 n. 10992, in Giust. Civ. Mass., 1998, 2247.

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immobile, ma di un tertium genus; per altri ancora, invece, la considerazione della natura di bene dipende dalla consistenza del complesso aziendale. Questi ultimi autori in particolare asseriscono che in caso di beni eterogenei l’azienda è da considerarsi sempre come bene immobile.

Nel documento Il leasing d’azienda (pagine 39-41)