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C4: un nuovo centro di formazioni attraverso l’arte L’esperienza pilota dal 2006 al 2009.

CAPITOLO TERZO: CAMBIAMENTO COME RISULTATO

3.4 C4: un nuovo centro di formazioni attraverso l’arte L’esperienza pilota dal 2006 al 2009.

Villa Caldogno

C4 nasce come luogo di esperienze formative ambientate nell’arte contemporanea: è questa la novità di un progetto giunto al suo terzo anno. Ma questa novità è difficile da comprendere, perché pensare ad un luogo espositivo, fatto di mostre temporanee è normale, mentre l’idea di

coniugare l’allestimento artistico con una serie di percorsi di formazione diventa la parte difficile, quella dove neanche si prova a dire “questo lo so fare anch’io!”

Se poi, non ci si rivolge solo agli studenti universitari, ai docenti delle scuole, agli alunni, ma si aprissero le novità di questi percorsi anche a manager e imprenditori di aziende del territorio o di pubbliche amministrazioni, la questione si fa ancora più complicata.

Come entrare allora nelle logiche di C4?

Il punto di partenza sta nel fatto che oggi la creatività è richiesta spesso come chiave di volta per disegnare nuove direzioni strategiche di molti settori: a C4 lo strumento di lavoro è l’arte, usata per sviluppare la creatività e per aiutare la costruzione di una identità culturale comune che, pur agganciata alla tradizione, sappia reagire ai cambiamenti contemporaneamente sia in modo efficace sia veloce, senza rimettersi in discussione ogni volta.

A questa novità di uso strumentale dell’arte si aggiunge anche la novità del metodo formativo progettato a C4: esperienze di formazione intese come ‘mestiere’ sennettiano (come già si è visto, Richard Sennett è l’autore, di una recente pubblicazione tradotta in italiano “L’uomo artigiano”), dove si sperimentano attrezzi e processi tipici dell’artista per provare a comprendere il presente da punti di vista diversi.

L’arte contemporanea, qui a dialogo con la villa palladiana e la tradizione cinquecentesca, vuole così diventare occasione strumentale, proponendosi come luogo nel quale il contemporaneo è osservato da molteplici punti di vista, discusso sulla base di esperienze concrete più che di teorie, smontato e ricostruito attraverso laboratori nei quali ognuno porta la propria visione per essere arricchita da quelle degli altri partecipanti, siano ospiti, partner o protagonisti.

Gli stagisti universitari durante la formazione a C4, 28 luglio 2006

Nell’introduzione si era anticipata una domanda, legata all’uso di due azioni spesso usate con lo stesso significato: quelle del formare ed educare.

A C4 si sono proposti e attivati percorsi educativi e formativi ambientati nell’arte contemporanea, intesa come metodo. In collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, si sono progettate delle serie di percorsi educativi rivolti alle scuole del Veneto per promuovere l’uso dell’arte contemporanea in contesti interdisciplinari. La risposta, da parte degli insegnanti, è stata eccellente sia nel percorso di preparazione progettato per loro sia nell’attività laboratoriale con le classi a Villa Caldogno. Per creare una nuova condivisione virtuosa, si è individuato un gruppo di studenti universitari provenienti da facoltà diverse, che si sono messi in gioco in un itinerario formativo sviluppato per renderli parte fondamentale di questa relazione educativa, disegnata su misura per ogni singola realtà scolastica: lo studente di economia- insieme al filosofo o all’architetto o allo storico dell’arte- ha studiato, ricercato, progettato in gruppo le tematiche da offrire alle scuole, facendo in modo che tutto diventasse patrimonio di tutti e contemporaneamente con tanti punti di

vista diversi. Questi studenti, dopo la fase di ricerca e formazione in gruppo, sono diventati i responsabili dei percorsi in Villa (le ‘non-guide’- educatori con l’arte visti a Modena nel capitolo secondo); percorsi rivolti alle scuole aderenti al progetto: l’accelerazione di competenze raggiunte dal gruppo, sia in termini di ricerca storico-artistica che di relazione educativa, è stata dovuta proprio al fatto di mettere insieme visioni di formazioni specialistiche diverse, apparentemente lontane, come quelle delle facoltà universitarie di appartenenza. Il risultato è stato eccellente proprio perché è stato espressione del gruppo eterogeneo e di una riflessione che è stata condivisa pur partendo da ottiche diverse.

L’obiettivo di questi percorsi educativi era di scoprire quali potenzialità dei linguaggi dell’arte contemporanea fossero inseribili in contesti disciplinari diversi, a partire dalla forza della relazione, in situ, con il patrimonio del nostro territorio: una villa del Palladio, affreschi del Fasolo o dello Zelotti a confronto con l’idea contemporanea di affresco, come era visibile, all’inizio dell’attività di C4, nelle sale laterali che aprivano nuove ‘pelli decorative’ commissionate da Luca Massimo Barbero, curatore artistico, come quelle di David Tremlett o Loris Cecchini. Nel 2009 sono stati aperti nuovi allestimenti con nuove opere d’arte, come quelle della sala di Leon Tarasewicz o come quelle di Perino & Vele o Maurizio Arcangeli.

Sulla base di questa forte relazione educativa e sulla scorta delle ricadute ottenute nel mondo della scuola e dell’università, si sono aperti altri obiettivi, che offrono la possibilità, a nuovi protagonisti, di trovare nell’arte contemporanea una palestra fornita di attrezzi che permettono di far acquistare capacità di visione, di far scoprire la propria creatività, di potenziare le proprie intelligenze tramite esperienze con l’arte e l’artista: queste sono le logiche delle formazioni che C4 apre a imprenditori e manager sia privati che pubblici.

Ma perché si usa l’arte contemporanea per la formazione di professionisti operanti in settori diversi?

Perché l’arte è un’interpretazione del mondo contemporaneo e definisce una possibilità di senso, come sostiene il già citato filosofo Jean-Luc Nancy,

oppure perché cerca percorsi di formazione che lavorino sui confini, come C4 sta sperimentando con Confini creativi 1, descritto nell’INDEX 1 pubblicato nel 2007, e con Confini creativi 2, descritti nell’INDEX 2 pubblicato nel 2009. Percorsi che sono stati progettati nella condivisione e nella sinergia dell’attività di tre curatrici172 portatrici di esperienze diverse.

L’arte, intesa come metodo, non solo come oggetto di conoscenza, è più disponibile, grazie alla sua polisemanticità e polimaterialità, ad essere avvicinata, toccata, sentita, guardata, esplorata attraverso molti punti di vista, proprio perché è la rappresentazione concreta di un’idea.

L’arte, se scende dal suo piedestallo esclusivamente estetico, viene a riconquistare una logica importante che l’umanesimo aveva celebrato, diventando sia oggetto di conoscenza che pre-testo di conoscenza, come dice Marco Dallari (1998), dando la possibilità a chi la usa di definire direzioni di senso diverse in relazione agli approcci con i materiali dell’arte: questo è il percorso che compie l’artista insieme ai protagonisti delle formazioni a C4.

In questo disegno, che usa l’arte come strumento di formazione e che progetta processi formativi rivolti a target diversi, ci si allontana da quello che normalmente viene intesa come didattica dell’arte: la didattica svolge il compito educativo di avvicinare l’opera d’arte e l’artista ad un alunno, come soggetto dell’apprendimento. Questa relazione ha due possibili declinazioni, che raramente convivono, nella scuola: quella storico-estetica e quella espressivo-laboratoriale.

Quando invece si utilizza l’arte come strumento di formazione, il valore fondamentale sta nel processo della produzione artistica, processo che viene sperimentato dai protagonisti (che non sono artisti né soggetti in apprendimento costante) e che viene poi anche interpretato e riportato nei contesti organizzativi della propria professione o attività imprenditoriale, diventando così un’esperienza disponibile ad interpretazioni a livelli diversi.

172 Confini Creativi 2 è co-progettato da Valeria Cantoni, ad di trivioquadrivio, Elena Ciresola, curatore formazione di C4 e Catterina Seia, responsabile di Unicredit & art.

Opera collettiva, Confini creativi 1, corso di formazione manager, seconda sessione con l’artista Arthur Duff, C4 Caldogno aprile 2007

Questo è proprio ciò che è stato fatto e si sta facendo a C4: si costruiscono percorsi di formazione con l’arte e l’artista, si lavora insieme a protagonisti con professionalità diverse, si cerca di scoprire nuovi modi di vedere e di progettare il futuro. Queste sono le idee sulle quali si è trovata la collaborazione di partner pubblici e privati, partner che fin dall’inizio hanno voluto intraprendere un percorso diverso rispetto alla solita sponsorizzazione. Si è semplicemente indicato il percorso e i partner hanno scelto di finanziare il progetto.

“Il futuro non è quello che potrà capitare, ma quello che noi stiamo costruendo”: questa frase di un grande digital pioneer, Alan Kay, sintetizza l’impegno di C4 per costruire insieme, pubblica amministrazione ed imprese, un futuro costruito da persone aperte alle innovazioni e disponibili al cambiamento, in funzione del miglioramento della qualità delle relazioni e dei prodotti.

3.5 Dall’educazione con l’arte alla formazione degli adulti con l’arte: