Parlato e dizionari. Il trattamento lessicografico degli usi parlati nel GRADIT
4 Il trattamento degli usi parlati nel GRADIT
4.3 Campi semantici maggiormente presenti
In Fig. 13 presentiamo, infine, un‘analisi relativa ai campi semantici maggiormente rappresentati nel materiale raccolto. Ovviamente si tratta di un‘indagine condotta, in linea di massima, registrando solo quei settori del dizionario più spiccatamente evidenti e tralasciando i lemmi e/o accezioni – la maggioranza quindi – che potrebbero appartenere a più campi semantici.
Tra i lemmi e/o accezioni raccolti prevale con 200 unità il campo semantico formato da tutti gli usi con funzione di ingiuria, bestemmia, offesa, insulto ecc. (basti notare tutti gli epiteti ingiuriosi per
prostituta o i sinonimi marcatamente offensivi di omosessuale). Tra le
marche d‘uso dominanti, ovviamente, quella volgare, scherzosa, gergale e spregiativa, anche se non mancano espressioni colloquiali, familiari e popolari legate per lo più alla sfera sessuale (tra cui
trombare, andare in bianco, darlo/a, checca, smadonnare ecc.).
Abbiamo poi, con 162 unità, il campo semantico dei lemmi afferenti alla politica, che comprendono sia gli usi dei politici sia gli usi giornalistici relativi alla politica (come portaborse, politichino,
rifondarolo, forzista ecc.); seguono i termini che ricadono nell‘ambito
del giornalismo (101, tra cui cronachista, velinaro, bufala), del gergo militare (96, molti dei quali passati nell‘uso comune come mettere la
firma, naia, nonnismo ecc.) e il linguaggio dello sport (94, con una
netta prevalenza, come prevedibile, del lessico calcistico, tra cui
180
Figura 13: Distribuzione percentuale dei più frequenti campi semantici, individuati sul totale dei 9.375 lemmi e/o accezioni di lemmi schedati
Di un certo interesse i lemmi e le accezioni del gergo giovanile (76) – o dei gerghi giovanili, se si considera la ―diacronia retrospettiva‖
tipica di un dizionario3 – tra i quali prevalgono le espressioni afferenti
all‘ambito scolastico (secchione, copione, stangata ecc.).
Da segnalare, inoltre, gli usi provenienti dal gergo della malavita (71, con una netta prevalenza di termini relativi al mondo della droga, tra cui fumo, flippare/flippato, farsi), quelli relativi al mondo dello spettacolo (53, come provino, videare ecc.) e i termini in uso nel gergo carcerario (20, come secondino o farfalla per ―biglietto clandestino‖).
Tra gli usi familiari, infine, un posto a parte è occupato dai termini del linguaggio infantile (31, tra cui fare la pappa, fare la nanna, bagnetto,
spassino, bua).
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