OldorediSvezia,adombrandoperlagrandezzad’Oiao lediNorvegia, mandaSigridedettal'Altieraa tr.it-tarcalleanza.
—
Sigridemiraa sposareilitenorvego.—
11Trattalocstabilito, equindi sciolto.—
Oiao perseguitagl’idolatri.—
Uccide contradimentoEyvind negromantefamoso.—
Sigride sposa ilIledanese,e.falevareinarinelaSvezia,laDanimarcaela Repub-blicade’ piraticontroOlaorediNorvegia.
—
Olaoè tradito.dalcapo dellaRepubblicade’ pirati; la sua Rotta èdistrutta: eglisigittainmare.—
Divisione dellaNorvegia trala Danimarca, laSvezia cifigli d’Aconeiltiranno.—
StalofelicediquelRegno.—
Et.ì dell’oro inIsvezia regnando Ainundo,Slenk.il, Ingo, Alstauo,FilippoedIngo.
—
Ri'gnodiC muloilGrandeinDanimarca
—
OlaoAraldsoiioccupala Nor-vegia.—
Cerca dipropagareilVangelo.—
Adopera mezziviolenti,ondeèodiato.— Canuto neappi'oÙUa.Era
grande la fama d’Olao Triggeson, gio-vane valoroso, cheaveva potuto far cadere la tirannia delterribileAcone,eimpadronirsi dello scettro di Norvegia. 1
Re
di Svezia edi Da-nimarca volserol’occhioalla grandezza crescente delnuovo renorvego5losvedese,cheera Olao, giovane fiacco, s’intimorì, e cercò alleanza
^
al contrarioSvenone, il redanese, sentendosi abbastanza gagliardo per competere, meditò guerra.
Sigride, soprannominata l'Altiera, vedova reale, ematrigna del
Re
svedese, famosa per bellezza, epiù ancora per nequizia e scaltrezza, tolsel’incarico distringere alleanza tra il
Re
norvego equel di Svezia, esi recò pomposa-mente allaCorted'Olao^ma
quivi non trattò soltantoper 1'alleanza: chèalvederel’ariano-( 100)
bileegenerosa delgiovine res’invogliò delle sue nozze
, eseppesì bene porre in opera le arti sue, chequel nodofu bramalo nel tempo Slesso da Ciaoancora; tal che venne stabilito
come
persigillo dell'alleanza;ma
nacque un casoelle rovesciò lutto ilTrattato.Ciaoera cristiano, evolea quindi ebe tale fossela suasposaj tna ricusando Sigride, in' sorse unvivo altercamento fra loro. L’altera femmina non volle confessare d’aver tenuto una credenzafallace,ed insultòilnuovoculto.
Olao
,
che n’era caldo seguace, montò incollera, e la percosse: ond’ellasi tolse dilà, giurando che queirinsulto avrebbe costato il
Regno
al giovine audace.Vedremo
con quali artipotesse j’rocacciarela giurata vendetta^ vuoisi adesso tener dietroaipassi che feceOlaoper arrivare aporrein Norvegiala ReligionediCristo.Per quanto eglioperòsi può conoscere ch’egli volle tenere il suoscopo^ ectogni mezzogli parve buono; tirò alVangelo gliottimali,si cattivò laclassemezzanaed ancheil popolo minuto;e perciiènelle provincie settentrionali ostinate bel*i’idolatriaOlaospiegò
un
furore eccessivo quei popoli.ricusaronodiabbracciar ilVangelo.Fece oi
aoanche qualchecosa di più non dubitando diprofanarelasantità dellasua causa, sostenen* ,•loia coll un orribile tradimento. Viveva nelle montagnesettentrionali dellaNorvegiauncerto E|yvind, discendente d’Araldo Aardfager^que-»
sti ora sacerdote di
Tbor
, ed era inoltre fa**nrosissimo negromante: slava per ciò insuadì*>
fesa
U,
venerazione di tutto ilpopolo norvego,DigilizedbyGoogle
( ^01 )
onde Olao non osòmettergli le'mani addosso.
Finse quindi lieto,viso, edimbandì una splen-dida cena,alla quale
Eyvind
fuinvitato co'snoi seguaci; equandoquei miseri, standoin braccio all’ospitale allegria,non temetterodicedere al-l’invitodelle tazze,equindiaquello del sonno, Olao,postoilfuocoallacasa,lifeceperirtutti.I Norvegi, spaventatie non convertili, mo-strarono peratti esteriori d’abbracciare il cri-stianesimo,aspettando migliortempo per tornare all’idolatria-;molti sicacciavanonelcuoredelle foreste, o tra i più inospiti burroni, ecolà sagrificavano di chetoa
Thor
, efaceano voti jftrcbc fosse dislerminato d’eversore del culto antico. Ilnume
ridicolo non udiva quei vo-ti,ma
furono paghi tuttavia. Olao cadde per l’operadi Sigride. Quella femmina sdegnata,uscendo di Norvegia, andò a -trovare Svenn-neredanese; questi aveva già domandato- la
mano
dellabella vedovasvedese, enon 1’ ave-va ottenuta, perchè essa divisavaallora-,
come vedemmo
, di sposare ilRe
norvego;ma
rotto quelTrattato, Sigride proferìle sue nozzeal Danese con pattochedovessefarguerra adOlao re di Norvegia. Svenoneaccettò lamano del-r
altiera femmina, e accettòancora la comii-ziotiedi buon grado, avendoegli già 1’animo inclinatoa mt^overeguerra ad Olao, la gran-dezza del quale lo adombrava,come
di sopra honotato; ond*è chesi ordinarono armamenti in Danimarca, è alle forze danesi si collega-rono le svedesi, poiclièquelre volle compia-cereSigride, efare le sue vendette.
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( 102 )
II
Re
Dorvego, udendo i grandi apparecchia-melili guerreschi che si facevano contro di lui in Isvezia e in Danimarca, non istette ozioso;ma
posta in punto unagranflotta,stava sìbene apparecchiato alla difesa, che 1'assaltarlo nei suoiStati sarebbestata cosa pienà dirischio:bisognava trarlofuori con qualche inganno. Si-gridediede questacura a Sigvaldo, capo della Repubblicadei pirati, il qualeandò ad
Olao,
e con sue
mene
artificiose,delle quali era sot-tilissimo trovatore, si fececredere nemico ca-pitale di Sigrideedelprimo suo sposo: quin-di gli fece entrarenelcapo il pensiero che la flotta nemica non potesse salpare, per essere tutta in disordinee malparata;di cheessendo nato per conseguente in Olao il desiderio di farsi assalitore, fece vela verso il Cattegat,commettendosiallaguidadiSigvaldo
come
esper-tisnmo diquel mare: questicondusse i vascel-liiiorvegiad impacciarsi in bassi fondi frale isole danesi. Allora le flottediDanimarca edi Sveziauscirono dai loro agguati, furono ad-dossoalRe
norvego; ilqualefu strettoa Com-battere, direi quasi colle mani legate.Le
suenavi,che non poterono uè manovrare, nè scher-mirsi, nè'virarelapoppa,epigliareillargo, fu-rono sconquassate, disarburate,sommerse.
Quan-do Olaodall’ altaprora del Lungo serpe( così si chiamavail suo vascello)videperduta ogni cosa,si gittò inmare, eprobabilmentesi anne-gò(i);
ma
inognimodo
diluinon si udì più (i)Questaèlamiaopinione,manon tuttipensano( »o3)
nuova alcuna dopo l’anno looo, in cui fu quella battaglia navale. Così quell’
uomo
sin-golare si tolse dalla scena delmondo
, sulla qualeaveva variamente rappresentato, poiché egli fu misero e
rammingo
eproscritto, e fu re5 fuguerriero leale, generoso, e fuuomo
crudele, fu traditore.1Norvegi, all’udirela cadutadel re loro
,
stettero fra ilrallegrarsieil dolersi•, Tirasua concubina ne mor'i di dolore.
Ma
la gente di que di non poteva essere buon giudice del re-gnod’Olao; toccaaiposteri a pesare il bene e il male con bilanceimparziali ,e concludere chele crudeltàcommesse contro gl’idolafri pos-sono essere perdonateachi spense Acone,quel fierotiranno, a chi fabbricò la cittàdi Dron-teim,e finalmente a chi non fu crudele verso
i sudditi suoiperodio,
ma
per la bramadi ftrocacciarelorosollecitamente un’ essenziale fe-icità.
Perla morted'Olao laNorvegia cadde in poteredel
Re
di Danimarcae dellosvedese,iqualidivisero fradi loro le provincie meridio-nali,
come
piu facili a tenersi e più attigue a’loroStati: le settentrionali furono cedutecon diritto feudaleadEricoeSvenonefigliuolid’À-cheOlaosiannestasse. Certe storiescrittedacerti mo-naciafTcrmano chequando Olaohuiròdallaspondadelsuo Vascello,unanubelocircomlóesparve
;certealtre sto-riescrittedacertiromanziericontanocome Olaosisalvò anuoto,comep>'llei;iinòaRomaedaGerusalemme,e finalmentecomeentròinunmonistcro nellaSoria, do-ve fufattoabbate,emorinell’anno del Signore 10^7.
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( io4 )
cune il'tiranno; iquali per vendicare il padre si erano levati inarme, ed accostatisi all'ai’
mala danosvedeseavevanomessa gagliarda
mano
a distruggerela norvega.Parvedapprima chemiserissima dovesse es>
sere lac<mdizione della Norvegì^a
, partita così fra due re vincitori estranieri , ei figli d'uu tirannoi
ma
le cose piegarono abene, poiché Sven<>ne edEricomanifestaronounnaturalenon puntosomiglianteaquello del padre loro: erano giunti, leali,erano amici della pace*,esopraN
tuttodiedero a conoscere un grande amoredi patria, ponendo ogni cura perdarle riposo: e
r
ehiedi fatto quella parte di Norvegia che toccò a’ figli d’Acone
, fin eh’essi lagoverna-j'<no
;e nonfutristaneppurelacondizione delle proxincìemeridionali:Svenone, chiamatoa guer-reggiare in Inghilterra,edivistandotuttooccu>
palo, governòpochissimo isuoi sudditi di Nor-vegia^ equantoal dominiosvedeseessovi fu mite per lungotempo,setidocheIoscettro della Svezia passò inquel tempoperlemanidi molli re giusti e saggi, che indussero ilben essere e 1.1 tranquillità di chi vivevaquiviinqueU’età fortunata (i).
Uno
di que' buoni fuAmundo
,ilquale fusoprannorniuato l’Ahhruciante per ave-re egli posta una forte
mano
onde tor via gli atti \iolenti e feroci a’qualivenivano ogni gior-noi suai sudditi perdefinire le loroquerele,e(0Piiffindorf diceebeilsecolo undecirao fuperla Svizia l’etàdcli'oro;mnio,chenon houii’idea
ahba-«taiizachiaradell'età dell'oro, amomeglio di assomi-gliarequelfelicesecolo svedeseaquellodegliAntonini.
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( *o5 )
perchè era fatta
comune
l’atroceusanzadiporre ilfuoco alla casa dell'inimico,e farloperirecon tutti i suoitra le fiamme,Amundo
trovò lo spediente permetter fine a quelle orridescene coir ordinare chefosse incontanente postoil fuo-co alla casadi colui cheaveva arsa quella d'un altro. Questa leggedeltalloneattesta a untem->po la rozzezza di quell'età, e l'amoreche ave-va per ilgiustochi ladettò,
E
nonfuronomeno
giusti Stenkil ed fugo, che vennero dopo
Amun-do.Ambedue
sistudiarono dipropagare la Re-ligionedi Cristo,ma
non ottenneroil bramalo effetto. GliSvedesi non sapevano staccarsi da que’ tronconi che raffiguravano iloro Dei. Ingo volle porlia terra, ecaddesotto ilferro d’un fanatico idolatra.Venne
appressoAlstano, che
tenne loscettro con saggezza ed equità , efu quindi amato;
ma
infinitofu 1'affetto e la ve-nerazione chegli Svedesi pirtarono a Filippo, figliuoloesucci ssore d’Alstano5 ed èfiera fa-talità chele crotiacliedi que’tempi, mentre af-fermano che questobuon re futanto caro a’suoi suggetti, nou faccianoparola delle sue virtù,
che dibuon cuore io mi studiereidiesaltare in.
queste pagine;
ma
di lui non possodirealtro se non chediede un ottimo successorenelsuo figliuoloIngo, il quale regnò giustamente, e procurò con saggi provvedimenti la felicitàdei suoi sudditi, aiutandolod’opera edi consiglio la moglie sua Raguiida, che erafemmina d’un gran cuore, e ornatadi virtù splendidissime.Essi favorironoilVangeloefficacemente:poiché
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avendosentilo ilvero suospirito, usarono
modi
blandi a propagarlo, di cLe venne cbe furono l'amoredi tulli i loro sudditi\ equando ces*saroiiO di vivere, i Cristianili dissero Santi,
e gl'idolatri gli.annoveraronofra gliDei. ingo non ebbe cbe due figliuole, e le sposò ai
He
diDanimarcaediNorvegia, ondestringereviep"
più inodi di buonaconcordia fra i tre Regni.
Ma
seguendo i tempi felicidella Svezia io tra-scorroal secoloduodecimo: stiamo nell' unde-cimo, e vediamo le cose dellaDanimarca
e della Norvegia dopola morte diSvenone edi Olao,AllorchéSvenone,finiteappena lesueguerre con Ktelredo reil'Inghilterra, pose aneli'egli fine al corso deila sua vita mezzo vigliacca e mezzo
.
generosa, mezzoscellevata e mezzo or--nata di virtùquasi eroiche, Canuto il figliuol suosali sul tronodiDanimarca, edèquel des-so cbe fu poi soprannominato il grande.
Que-sti volle mantenere la dominazione cbe il pa-dreavea ottenuto in Ingbilterra^ edavendo sta-bilitodi marciare aquella volta, spediordini in Norvegia affincliè Ericoe Svenone
, i quali eranofeudatari soggettial tronodanese, si met-tessero inarmi, eloseguisseronellasua spedii zione: quei duefratelliadempiendolalegge feu-dale allestirono un corpo d'armati quanto po-tevano maggiore, il quale comandato da Erico andò adaccostarsiall’esercitodanese in Inghil-terra. L'arte con cui Canuto condusse quella guerra, esoprattutto isottili trovaticade
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( 107 )
se la prodezza ela forza d’
Edmondo
Iron si-de(*), cbe pretendeva quel Regno, fecero co-noscere di buon’ ora cb’ egli s’avviava aquella grandezza a cui pervenne di poi, peròcb’egli si mostròconoscitore dellanegoziazione di Sta-to, in cbe sta principalmente ilgrande vantag-gio del re capitano il quale guerreggia con un potere non limitato. Alla generosità e alia pro-dezza del guerriero che aveva a fronte,Canuto opposel’astuzia e l’inganno: guadagnòcon do-nativi icomandanti deliemilizie d’
Edmondo
; e questi tolseropiù volle la vittoria di piigio) al lorocapo, ela diederoa Canuto, 11 guer-riero inglesetratto al fondo volle commettere alla sorte del duellola decisione della guerra,e sfidòil danese. Era unsacro dovere in quel secolo1’accettarecotali sfide, e clùle ricusava' scadevaaffatto dall’opinione del
mondo; ma
Ca-nuto, disprezzando coraggiosamente questo do-vere er opinione delmondo
, ricusòdi porre ilsuo debole braccioalparagonedel gagliardis-simodi quel valoroso nemico,ecomperòun al-tro braccio, il qualespense di cheto e senza su-doreil prodeEdmondo
mentre dormiva. Tolto viainInghilterraEdmondo,
molestoetremendo rivale della sua grandezza,Canuto ne vide sor-gere unaltro in Norvegia.Questi era Olan A-raldson, ilquale, profittando delmomento
in cuiErico aveatirato fuori diNorvegia tuttew\*v
(t)Questonomevatequantodiro fianco di ferro,e fucosìsoprannominato per lastraordinaria robustezza dellesuemembra.
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( io8 )
legenti d’armeperseguitarela spedizione da-nese in Inghilterra, era comparso sui lidi
nur-\egi
, avea fatto valete i suoi diritti a quello scettro
j e avutolo, lo teneva saggiamente, ed acquistava
nome
di grande e valorosore.Contro la costui grandezza volse Canutole sue armi eisuoi artificiosimaneggi;
ma
prima ch’ioparli di ciò vuoisi vedere onde venisse allaNorvegia quel re novello, echi fosse.Nel tempo cheil tiranno
Acone
tenne 1’ u-surpalo scettro di Norvegia furonoda lui inse-guiti a morte tutti idiscendentidelceppo reale d’Araldo Aardfager.Era
di questiAraldo Gre-sche (^i), il quale
come
dissia,suoluogo ave-va ottenuta una gran parte del Regno dalRe
danese, che riconnbbe il suo realenascimento:cadeva quindi su di lui maggiormente Todio d’
Acone
, sì che dovetterifuggiarsi in un an-golo rimoto della Norvegia. Quivi eglimori la-sciando un figliui.lo chea luipartorì la maglie sua Asta, Quelfanciullo,chesichiamava Olao, sdegnò l’asilooscuro eletto dal padre, e sen-tendosi gagliardo e capacevolle illustrare ilsuo nome.Le
storie parlano dicerte sue gloriose spedizioni marittime: ionon veggo quali spedi-zionipossa fareunuomo
privato, onde penso chefosseropiraterie, il qualmestiere fu sem-prebelioe nobile agliocchi diqueVpopoli,e nelsecolo di.cui storagionando pare che fosse(i)Fucosìchirm. toperchéstetteunpezzo nascosto scitaprovinciailiGì cnlandia per isfuggirelapersecuzione diGuaildeiafamosafattucchiera.
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( »09 )
T
tutlavia mantenuto in onore. Basta;
Olao
fece le sue spedizioni, v’incontrò molti riseli! tre-mendi;ma
neuscifranco, edivenuto per quelle ricco ed illustre, volse il suo valore ad altre imprese, e guerreggiò in Ingliilterra, in Nor-mandia, in Aleinagna; fece applaudire la sua prodezza fino in Italia enellaSpagna offerendo da per tutto generosamente il suo braccio ga-gliardo a dii vide aver mestieredi soccorso.Or
mentreOlao Araldsoumenava
vita da pa-ladino, la fortuna gliaprila stradaasaliresul tronodiNorvegia,ilqual paesesitrovava sprov-veduto affattod’armati , chiamati tutti da Ca-nutoa combattere in Inghilterra,come
ho già -detto.Appena
seppero i Norvegi che avea po-sto piede sulle loro terre un discendente del grande Araldo, lo proclamaronolorore. Gli ostacolifrapposti da Svenone fratello d’Erico e daqualche luogotenentedeiRe
diSvezia ediDan
imarca, arrestaronoalquanto isuoi passi ,quando Einar, ottimate potente di Svezia, si accostòal discendente del grande Araldo, ein un baleno glisgombrò lastrada deltrono.
Olao
tenne ilregno, e aconsolidarlo vieppiùsposò Astridesorella d’ Àmiirdo re di Svezia. Tolse quindi a propagareil Vangelo jma
trovòdura rimpresa, poiché i Norvegi non sapeano stac-carsi dall’ idolatria; essi afiermavanoche
Thor
era il loro
Dio
,perchènon siera mai levato via dal cospetto de'suoi adoratori, e parlavano di quel troncone antichissimo.Olao,conoscendo che quegli stolti si appagavano della vista ,•cercò di persuaderli per quella stradaj e
con-DìgllizedbyGoogle
(no
;vocatala molliluilinesull'alba in una pianura, parlò della grandezzadel vero Iddio edellasua onnipotenza inquelpunto sorse ilsole, e
Olao
additandoloscioccamentedisse esserquelloilDio
dei Cristiani. Quell'argomentoottenneun qual-che successo^ma
l'idolatriateneva ancora ra-dici profonde: Olaostancodiperorare volle fare sperimento dellaforza, e macchiò la chiarezza della sua famatogliendo apropagarela dottri-na diCristo con mezzi del tutto opposti allo spirito del Vangelo(i).Lungo
sarebbe eriucrescevole il descrivere la desolazioneche sparse inNorvegia il ferroe ilfuoco di quel re furibondo;ma
quelfurore gli tirò addosso lasua rovina : poiché ilsuo,
pòpolo levòalte querele;Canuto le udì,e colse queiropportunità permandare ad effettoil suo disegnocontro il
Re
diNoirvegia.t
(i)OlaopuLbIicònon unalegge, comealtrifecero, controgl’idolatri,ma uucodice penale,ilqualesi chia-maCvtstinrei,eIoha fatto conoscere jPausinuna Raccoltad'aotichcI^eggiscandinave.
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(