CAPO QUINTO.
Alfdano,reinNorvegia,procreòAraldodaibeiQapel*
li.
—
Olao,re (I Upsal, abbraccia il Vangelo;il suo popololosagrifìcaagliDei.—
Regneròregna glo-l'iosanieiitcinDanimarca, emuore inIngliilterra.—
Kiico,reinDanimarca, dalcristianesimo tornaal*
r idolatria,equindinuovamente al cristianesimo;il suopopolo lo uccide.
—
Erico, ditto ilFanciullo,rialzainDanimarca rimmagine
dd
dioThor.— Gor-mo
, delloilVecchio,estendeladominazionedanese.—
EricofalostessoinSvezia, eAraldoinNorvegia:perchjfossedettodai beicapelli.
—
Suoregno illu-stre.—
Parole di Gidache’lospingonoadiventare soloreinNorvegia.Per seguire il mioproposto, cheè quellodi non occupare queste brevi paginesenon dicose importanti , lascioandare affatto un gran nu-merodi nomi che sono la sola eredità lasciata allaScandinavia daimolli reche ne tennero le varie provincie intorno al tempo che regnarono rarlo-Magno e Gulrioo.
Avendo
io gliocchi vóltiallamolta materia piùdegnachemiaspetta, e ai nomi illustri che hannoa venire,faròqut un cortocennodiqualchedunoche metteilcapo inori dalla folla inutile.Visse aquei dì in Norvegia Alfdano, so-prannomato ilNerojeglileniieregno nella pro-vincia di VestfolJ
, ed ebbe il vanto di pro-cieare AraldoI,diefu poidettoArdJ'agercioè daibeicapelli', questi è quell’ illustre fondatore (l’un gran Regno, quel saggiolegislatore, quel-ravvisatopolitico di cui ci cadrà, in appresso di teneredistesodiscorso.
Iltrono d’Upsal fu occupato da Olao, il
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(
6a
)quale può dirsi1'istitutore del sistema feudale nellaSvezia; perocchédistribuìa varii privati moltecampagne incolte affinchèlefacessero frut-tare, e ingiunse loro il doveredi star prestia mettersi in arme per seguire il re ogni volta eh’ egli ne li richiedesse. In questo tempo il
monaco
Ansgariofeceuna secondamissione nella Scandinavia: Olao ricevette il Vangelo^ma
ilpopolosvedese travaglialo dafame accagionò il
Ke
di quel disastro, e gl’intimò di mangiare carne di cavallo ondeplacare gli Dei sdegna*ti(i)5 la qual cosaavendoegliricusato di fa-re,fustrascinato avantiTimmagine di
Thor
, e fu quivisagrificato.La
catastrofedi quesl'O-lao,somigliando molto a quella di Olao Troe-telia, figliuolo d’Ingollo lliroda, indusse molti scrittoria fare una soia persona di questi due re: alche fa contrasto la ragione della cro-nologia.
InDanimarca dopo Gotrico regnò
Emmingo,
e applesso Sivardo: quegli trattò coifigli di Carlo-Magno ondeprocacciare tranquillitàalsuoLegno
5 questi lo desolò, inducendovi la male-dizione d’una guerra civile. Sivardo ebbe un figlioj ed èquel Regneròa cuiglistorici scan-dinavihanno dato il
nome
diLudbrok.Vedre-mo
a suoluogonome
; orasi vo^Le
vecchiestorie danesi grandeggiano assai nell’esaltare questo personaggio; e secondo ilonde gli venisse quel sopran-[lionodescriverelesueimprese.
(i)AIdioThorsisagriticava ilcavallo
, eisagrUi*
calorimaogiavauolacaine dellavitliiua.
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(
63
)lorostile hanno disservito V eroe, involgendo nelle favole le veraciopere d'una prodezza na-turale: cerchiamo di sceverar-queste, onde non iscemare la fede alla storia gloriosa del suo re^'tio.O
Narrasi che finodai suoianni piùteneri Re-gnerò mostrassela grandezza dell'animo suo ; ed è riferito undiscorso pienodisenno che nel-retà di dodici anniegli tenne al popolo da-nese
, che parteggiava in favore di Sivardo, quando a lui era contrastalo il regno dal pre-tendente Ringo(i).
La
morte d'ambidueque' turbolenti,che am-bivanoil tronodiDanimarca,feceluogo a Re-gnerò, il qualeeratuttavia giovinettoquando dai Danesi fu detto re.Le
prime sue imprese• furono operale inNorvegia,dove marciò a ri-cuperarela parte meridionale di quella provin-cia, la qualedipendeva dalla Danimarca; e raveva occupata allora, edevastavala, un re di Svezia(2). Regnerò sbandòinemici
, e
spo-sò Lalgarta, giovinetta guerriera, cheloaiutò ethcacemente ad agguantare quellavittoria
;
ma
Hegnerola ripudiòpoco appresso persospetto eh'-ella tentassedi usurpargli ilregno, e-andò
(i)IntornoalsennoprecocediRegneròvedi Fon-tano,MciirsioeSassogrammatico:inquanto aquella merivigliosaconcloneio lalasciocollealtremeraviglieche sononitribuiteaquell'eroe.
(a)Itnomediquestorenon si puòdeterminare, poiclièalcuni lochiamano Froe, ed alcuni Erico;
ma
secondo quelloeh' iopenso,nonfuuèl’unonè1’altro, enonrilevamollosaperechifosse.
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(
64
)adomandare la
mano
diThora
, la quale era una heliissima fanciulla, figliuola d'Araldoredi Svezia; e perchèaque’di,siccome in tutte leetà salvatiche, eranele donne un guiderdone con-cessoai valore,fu ingiuntoalgiovinettoamante d’uccidereunorso che facevauna grande uccisio-ne inquelRegno
d’uomini e d’animali (i).La
belva cheera ferocissima, aveva sbranato tutti quelliche avevano osato d’affruntarla
;
ma
Re-gneròuscì vittorioso dalcimento, equindi spo-sò Thora. Perdè poianche questamoglie, che gli muri indi apoco : onde per cacciar via la sua grandetristezza armò una flotta e veleggiò all’Inghilterra, alle Orcadi,alle Ebridi, ope-rando grandi prodezze da pertutto adistendere il dominio danese
, ovvero araffeimarlo. Pas-sando presso ai lidi norvegi, scese a terra in una spiaggia romita
, etrovò una capanna; e poco quindi lontano vide un-branco di capre, e una giovinettache le pasceva.Quella povera capraia, che era 1’immagine deli’innocenza,
piacqueal guerrierosiforte, ches’invogliò di farla moglie. Forse che gliparve bella
m
quelV%%X*VV'V‘\
(i)Olao-MagnoeTorfeodicono che Regnerò non uc-ciseunorso
,inadueserpcnii; econiano comelasua baliaglisuggerì unartiticioperdifciulersidailoro
mor-si:ilquale fudicoprirsiconpelli villose;efuda quelle die derivò aRegneròilnomediLodbok. Probabilmente quel re valorosononliberòlaSvezianèdaorsi
,ne da serpenti,
ma
dalledevastazioniebevicommetteva qualche bandadicrudeli corsari.Avvertasi chelastoria antica del-laScandinavia ètrailaquasi tutlu dalla poesiadegliScaldi flaragione poeticareiideabellol’atlnbuircnomidifiere aquegliassassinidisumani.DigitizedbyGoogle
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punioe amabile la Natura; forse vide die i suoiallori sanguinosi lacontristavano; epensò forse di poterlaplacarecongiugnendola sua ma-no micidiale a quella dell'innocente fanciulla.
Regnerò
insomma
sposò Svanolge (i): taleerail
nome
della capraia , che lo fece padre di numerosa prole; e continuando la sua naviga-zione, scorse lungoi lididi Francia e di Spa-gna\passòleColonne, evideilMediterraneo;toccò le terred’Italia,elasciò
nome
disènei*rEiruria; quindi volselaprora verso l'Oriente, visitò l'Ellesponto, evennequivi alle mani,con Dionere per farvalere certe ragioni che ave-vanoavute in quellaContrada secondo le tra-dizioni settentrionali gli antichi navigatori da-nesi.
Tornò
poi nel suoRegno
5 equiviancora dovette fare grandi prove divalore pertoglierlo dallamano
d’Ul)hone che l’avevausurpato.Era
Ulìbune un suo (ìgliuolo, il quale collegatosi con Esberno re de 'Gotiavevaallestito un eser-cita assai poderoso a mantenere l’usurpato Re-gno;ma
Regnerò sconfisse quell’esercito, e
riebbe il Regno.
Guidò
poscia i suoi Danesi ad imprese illustri nella Russia, equindi nel-la Svezia e di là nella Norvegia5 tornò ap-presso nella Brettagna; e vinse Ella che si era messoinarmepertogliersialladominazione danese.
Ma
frattanto cbe Regnerò trionfava di fuori era natauna fierainsurrezionedentroilsuo Re-gno, onde fu costretto di tornare inDanimar-(j)TorffcuslaclùamaCraca.
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(
G6
) '
C3.Ivi Araldo teneva già il
Regno
, e s’era fattogagliardo assai , poichéavea mercato l’a-iuto d'alcuni Principi cristiani con promettere di abbracciare il Vangelo, edi propagarlo in Danimarca quando avesseottenuto quelRegno
^ la qualcosa essendogli succeduta,avea postoa terra gl’idoli,propagava ilcristianesimo,estava ergendounachiesa alnuovoculto,quando giun-se Regnerò. Al suo impeto ogni cosa nuovafu rovesciata ; egli riebbe il suotrono; e quel
troncodi legno cherappresentavaildio
Thor,
rimessoin piedi, tornòad avere venerazione.Pbrtante operedi prodezza Regnerò era ri-spettatoetemuto dovunque giugnevail suo
no-me
, ed aveva acquistata fama di grandissimo re.Ma
la grandezza dei regnanti non sempre porta secola felicità dei popoli; ilrispetto dei sudditi alcune volte non è amore; e ilpotere che unoacquisti col mettere spavento, suole avere corta durata. Regnerò ne diedeesempio, clièstette sempiein armeper tenere sommessii suoi popoli, fatti miserissimi sotto il suo re-gno troppo glorioso;edovette esseresullemosse di continuo per volare or qui orqua a porre il piede sulle faville della ribellione.
Egli aveva trionfatod’Araldo, quatulo, avu-ta nuova d’un’altra sommossa avvenuta nella Brettagna, fu costrettodi volgerele sue armi aquella parte.
Ma
egli era allora giàvecchio:la fortuna capricciosagli volse le spalle: eil suo valore solo nonvalsea difenderlo da’ pos-senti nemici, onde cadde fra le loro mani, e fu gittato inunafossa piena di serpenti, dai
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quali venne divorato. Quasi tutte le storie af-fermano che Regnerò mostrò in quel frangente atroce tutta la gagliardiaonde aveva armatoil grancuore: perchè non soloinduròilsupplicio senza mettere alcun lamento,
ma
cantòuninno guerriero allusivoal miserando suo stalo(i).La
morte crudeledi Regneròfuprontamente vendicata. Ella, capo dell'insurrezione ingle-se, vintodai Danesi, e fattoprigione, perifra tormenti.Un
figliodi Regnerò fuquegliche ot-tenne lavittoria, esedette quindi sultrono di Danimarca;ma
qual fosse questo figlio non sipuòdirecon certezza,poiché alcunistorici fan-no cennod'Ivar, alcuni nominano
Remoldo
, altri Vidferdo, ec,; laquale contrarietà d’opi-nioni ne assicura che ilsuccessore di Regnerò non.operò ninna cosa che valesse a toglierlo fuori dalla turba di tanti re cherimasero oscu-ri, eche perciòio escludoda questa brevemia Istoria.
Intorno aquesti tempitornarono i missiona-rii nelle provinciescandinave ad evangelizzare quegrjidolatri
;ed avevanogià ottenutoun qual-chesuccessoinDanimarca,allorché Erico, so-prannonimatol’Usurpatore,tolsecollaforza quel-loscettro di
mano
al giovine re Erico discen-dente di Regnerò, il qualefu soprannominalo Beartr.Temendo
1’usurpatore di non poter te-nere quelRegno
, avvegnacchè gliottimati gli(i)Io credoinutileilpor quiqiirll’inno già troppo nolo,ealparermiotroppo magnificato:chiamasse ve-derlolotroverànell’Edda.
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(
68
)erano avversitutti, avvisò diprocacciare il so-stegno del popolominuto,amicandoseloassaicon• mantenere saldo ilculto degl’idoli,e con niet--lere a morte tutti 1 banditori della nuova dot-trina;equestad’Ericofuapostasia,perchèegli’
aveva abbracciatoilcristianesimoallorché Aral-dosuofratello tolsevia gl’idoli nel brevetempo die tenne lo scettro danese tolto aRegnerò 9 della qual cosa ho fattoparola disopra.
Ma
l’a-postasia d’Ericonon deve dare scandalo, con-siderando che l'anticaReligione elanuova era-no tntt’uno perlui,elefaceva servirecome
di puntelloal suo trono : la ragionedi Stato fu quella che lo convertìaCristoquandofu usur-pato lo scettroa Regnerò; la ragionedi Stato lo feceapostataquandositolseilRegno
d’Eri-coj e la slessaragione gli suggerì di tornare al cristianesimo quando ilsuo Irono gli parve fermato, e videbisognodi chiamare intorno a sè gli ottimati, i quali erano stati battezzali quasi tuttidalmonaco
Ansgario.Ma
la ragionedi Statoandò errata quando persuasead Erico volersi farenuovamente il se-gno di croce pertener viemmeglio ilRegno
:poiché il popolo, che era ancora idolatra, lo ebbe perquel mutamento in grande iraje
sic-come
il popolo puòassainelle età incolte. Eri-co perdette ilRegno
ela vita; onde potè ria-vere il trono l’altro Ericosunominato,il qua-leammonito
dal disastro dell’usurpatore, tolse via ogni vestigio di cristianesimo, sterminò gli Evangelizzatie gliEvangelizzanti, ereseculto al dioThor
raddrizzandoilvenerando tronconeDigitizedbyGoogl
(
«9
)RI caro ai popoli scandinavi. Questo egli fece sul principio del suoregno;
ma
prese poi un consiglio più mite, e permisead ogni persona di seguitarequella dottrina che le paresse: siche da indi inappresso polerouo iseguaci di Ansgarioesercitare il pio loro ufficio; ed eb*
beropace,laquale durò per tuttoil tempo dei regni di Canuto il Piccolo, di Protone
VI
,
di
Gormo
edi Araldo.Ma
quando loscettro venne aGormo
,soprannominato ilVecchio, il cristianesimo tornò a patirefiere persecuzio-ni ; efu col mezzo di quelleche quel re si fece
uomo
popolare) e\ favoritodalia moltitu-dine ( la quale teneva il paganesimo costante-mente ), potè occupare la lullandia, ed
ap-presso levarie isole adiacenti :onde il
Regno
danese, che era ristretto inangusti confini, sa-lì, regnando
Gormo
,algradod'una vasta mo-narchia.Molti altri re davano opera neltempo mede-simoallafondazione di vasti Regni: Clodoveo fra i Franchi, Egbertofra gli AngloSassoni
,
Araldonelleprovincie di Norvegia, edErico in quelledellaSvezia: parlerò primadiErico.
Eglifu soprannominatoSeghersell, valea dire ilFavorito dallafortuna; eforsequel detto nacque peravere Ericoottenuto con una gran-de rapidità imeravigliosi successi onde arrivò alsuoscopod’incorporaretutte leprovincie sve-desi in un
Regno
solo edassoluto: e pare ve-ramente chebisognasse averpattocoliafortuna per farequantoeglifece.La
Finlandia,la Ver-melandia,la Curlandia, la Livpnia,l’Esto-DigilizedbyGoogle
( 7° )
nia, provincie chiuse fra monti,•separate da foresteeda fiumi
, erano a dirsi inaccessibdi^
ma
ilvolere ferreo d’Ericopenetrò dapprrluttocome
fluido elettrico, comandòsommessioiie, e nessuno in tutta la Sveziaosò piùdirsi re. 'Era stabilito che dovessero cadere in quel tornotutti isignorotti chetenevano le provin*
eie scandinave. Quello che
Gormo
ed Erico aveanofatto inDanimarca e nella Svezia fece poco appresso AraldoinNorvegia: il nascente suo regno mi chiamadi là dalleDovrine.AraldoI(conosciutocolsoprannomedi
Aard-Jager
^ vale adire dai beicapelli)^ queH’illu-strefondatore di una famosadinastia, nacque,come
ho dettodi sopra, da Alfdano sopran-nominato ilNero
, ilquale regnavanella pro-vincia diWeslfold. Araldo eragiovinetto an-cora quando moriilpadresuo,ma
le sue mem-bra tenevanogià una virilegagliardiajel'ani-ma
sua già adultaeracapace diquel volerfer-mo
che solo può condurre atermine le grandi imprese: poiché ingagliardisce, enon cede,quando
gliuomini gli avversano ela fortuna.E
di vero,ildisegnoche Araldo formòdi farsi padrone di tutte levastee disperse terredi Nor-vegia, erasi grande, etantiostacoli si leva-ronocontro, che ad idearlobisognò un grande ardire, eduna costanza eroica a compirlo: ve-diamo da qualeaccidente fu originato quel suo'disegno.
Il giovinetto Araldo avea postoamore nella figliuola d'Ericoredell* Adalandia, la quale era unafanciullafamosaperlabellezzadel
cor-DigilizedbyGoogle
( 71 )
po, e più ancora per lanobilealterigia, e per la vigoria non
comune
delTanimo. Questi pregi si aveano in grande conto a que' giorni tra ipopolisettentrionali,onde non pure ad Araldo,
ma
anche aGutturno piacque ilpartito;edera Gutlorno zioe tutore del giovinetto re. Furo-no adunque mandati ambasciaduri in Adalandia a demandare lamano
di Gida:cosìsi chiama-va la valorosa donzella, laquale, udita l' im-basciata (relichetia a que’ di era più sempliie), rispose: « Dite alvostro Signore cheun
pic-)) colo re non sarà
mai
sposo degno di Gida.» Se Araldo brama queste nozze diventi solo
» re inNorvegia,
come
hanno fatto Erico in» Isvezia,e
Gormo
inDanimarca ».La
quale rispostaessendosi portatadagli inviati ad Aral-do, aspettava ogni persona inquelRegno
di vedere che il caldo giovine, seguendo 1’ usan-zadiquei tempi, entrasseconTarmi
inmano
nell’Adalandia, erapisse Torgogliosa fanciul-la;
ma
larispostadiGida
aveadestatoun al-tro pensiere nellamente d’Araldo: «Giuro
, egligridò, dinon pensare piùaGida
finchenon
saròpadronedi tutta la Norvegia ».Vedremo
quanta prodezza dispiegasseil gio-vinettoequanto sennoaffinchèil suo giuramen-to nonandasse vuoto,esorgessequellagrandeMonarchia
dicuiuna donnagliavea datol’idea.DigilizedbyGoogle
( )