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CAPO SESTO.

Continuazionedelregnod’AraWodai bei capelli.

Mi-grazioni diNorveginoncontentidi Ini.

Rolloncorre

latrancia guerreggiando, eottienedaLuigiil Sem-plicelaNeustria,laquale è deltaNormandia.

Al-triprofughi naviganoalleisoleOrcadi ealleFfroc.

Altriscoprono1'Islanda.

Statoselvaticodi quell’i-sola,ecoltura indottavidaiNorvegi.

Quando

Araldo ebbeordinatituttique’grandi apparecchiamentimilitaricitedoveanorispondere alla vastità della sua impresa, annodò setto

Telmo

le bellechiome ondeerachiamato Aard-fager, sichiusetutto nell'armi e cominciò ad occupare leproviucie dellaNorvegia,

piomban-do

prima sulle meridionali.

Le

storie

non

di*

cono eh’egli pigliassepensierodionestare que-sta occupazione con alcun pretesto:

ma

forse in quei tempisemplici sifaceva uso dellasola forzasenza ricorrere adaltri pretestij e nella Scandinaviaignorantenon vipoteano essere

Grò-zii iqualine mostrasseroil modo.

Inogni

modo

le provincie meridionali cad-derotutte prestamentein potered’Araldo; re-stavano quelleposteasettentrione;equivi gli ostacoli sifacevano quasi insuperabili, conve-niva commettersi amille risciil onde penetrare per sentieri ignoti ed aspri nel cuore di pro-vincie salvaticlie ajQPatto,ecombattere molti ar-diti capi-tribù che avevano quivisicuro nido,

come

i falchisu perle rocce.Eranopopolifatti arditi*da povertàe da una lunga indipendenza quellichesi voleanosottomettere)

ma

il

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( 7 ^)

vine guerriero,non puntoributtatodatanti in-ciampi, seguìilsuo cammino:sostennela guer-radegli uominiedeglielementi

;combattè con <

varia fortuna,

ma

con egualeprodezzaj e toc-còalfine lasua meta.

Allora

mandò

ambasciadori a

Gida

, i quali chieserola sua

mano

in

nome

d'Araldorèdi tutta laNorvegia*, e

Gida

, lietamente accon-sentendo, fu condotta allosposo. Egli sciolse in quelpunto di nuovola venusta capellatura: che fu poisempre chiamato Araldo dai bei capelli^ etutti gliStorici dellecosescandinave hannoadoperato ilsoprannome di Aardfagera distinguere ilvaloroso fondatore dellaprima di-nastia monarchicadi Norvegia.

Noi vediamodunque mutarsi affatto versoil finedelnonosecololafacciapoliticadella Scan-dinaviaj ese perVaddietroosservammo que’

popoli vivere una vitanon purlibera,

ma

quasi

nomade

sebbeneavesseroiloro re.eporreogni ragione nella forza,eveneraresoltantouna sal-valica prodezza ne’loro Capi, i quali di re non tenevanoaltroche il nome; se

vedemmo

i

sudditi stringersidi buon cuore intorno al re nelle battaglie dove la causa era comune,ora, che dalle tante provincieincorporatesorgonotre grandiRegni,vedremoipopoli scandinavi per-dere illoromarchio, even\r somigliandoagli altri popoli d'

Europa

a

mano

a

mano

che i

nuovi re danno vera forma di

Regno

ai loro Stati, e mettonotutte quelle leggi equelli or-dinamenti politici onde la forza del braccio, che tanto può nelleetàbarbare, resta

incate-St.dellaScApJDIW. T.I.

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(

74

)

natanellecivili, escadeda ogni stima;equesta è la strada per cui quasi tutte le antiche na-zioni pervenneroa civiltà.

Ma

non tutti gli Scandinavistettero contenti all’ordine nuovo: parve aipiùardilichequello conducesse il popoloallo stato digregge; e co*

loro che si sentivanoper la propria natura in-clitiati a fareda lupi, sdegnaronolaquiete del*

l’ovile.I Capi cheaveano perduto il dominio, radunarono intorno asè i malcontenti

j e visto che ogni sforzo sarebbe tornato vanoa riave-re le tolte provincie, corsero i mari", e cer-carono altre contrade dove potesse valerancora la ragione dellascure scandinava. Viene diqui die sul finire del

IX

secolo crebbero assaile migrazioni dei popolisettentrionali,che furono detti

Ost-Man

nelle isoled’Occidente, nelle terre d’Oriente furon delti Vest-Man(i), esi reserotanto famosi nelle meridionali, dove eb-hero il

nome

di

Normanni

(2',occupando quel-la partedella Francia che da loro ebbe quin-di'il

nome

di Normandia. Di quelli parlerò adesso: e dirò le imprese di Rollon , chesi fece lorocondottiero.

Vediamo

l’originediquella famosa migrazione.

Fra ipiccoli re diNorvegia alcuno ven’ehbe il qualedi buon grado chinò ilcapo allagran*

dezza d’Araldo Aardfager: di questiera

Rog-(i)InRussia furono anche chiamati Vareghi quegli Scandinavicheintorno a queltempostesero ivileloro conquiste.

(a)Ost-Man, uominidell’Oriente;Vest-Man, uomini dell’Occidente;Nor-Man,uominidelSettentrione.

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( 75 )

valilo, il quale perciò fuavutocaro dalnuovo reI che lo faceva stare presso al trono

come

consiglierò.

Da

Rogvaldo vennero parecchi fi-gliuoli, tra i quali Rullon fu cospicuo per ga-gliarilia

, per alterezza, eperil taglio alto e indio della persona. 11garzonefino da’suoi ver-d’anni si mostrò vago di brandire lascure a sfoggiare la prodezza scandinava;

ma

le leggi d’Araldo aveatio posto

modo

a quella barbara gloria: onde Rollon,mal soff*erendo quelfreno, si tolse dalla Corted’Araldo^ egittalosi in un legno armatoa corsa, si diede afar prova di valoresul mare.Aiutandolo la fortuna,tornava alla patria ricco di preda

;

ma

noncontento di quella, volle porreasaccouna provincia posta Sotto loscettro d’Araldo: questi lo fece sen-tenziare assassino

e

come

tale fu dannato al bando.

Non

giovò cheilpadrepregasse,nèche la madretrattasse lacausadell’esigliato figliuolo con un’aringa patetica (i), poiché il severo Araldo non volleascoltarealtravoce tranne quel-la della giustizia: che Rullon fu costrettoa subirela pena del bando.

Egli passò in Danimarca; e raccolti quivi quanti erano stanchi delie leggi di

Gormo

il

Vecchio ( che non erano

meno

severe ), ar-matemolte navi, volse leprore verso Inghil-terra,meditando di tentarvi lafortunadell’ ar-mi

i

ma

giunto quivi, udì staresul quel trono

(i) Alcuni«toricinarrano chequejladonna caylò la perorazionecolmetrodegliScaldi.Parestrana cosa«

ma

ricordiamocilepive diDemostene.

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(

76

)

gagliardamente il grande Alfredo: onde, preso migliorconsiglio, rivolsealtrovelesue vistej ed affinchèisuoi non loavessero perdappoco,

disse che unsogno lo avea avvertito di navi-gare verso leterre di Francia. Tentava adun-que quel tragitto;

ma

lecorrentidella

Manica

10strascinarono, elocostrinseroapigliarterra nel Belgio

, dove avendo combattuto evinto,

pensò nuovamentealiaFraticia; vientrò co’suoi seguaci e quellafu il teatro principale delle sue imprese valorosee feroci.

Giaceva la Francia a que’dìin quello stato incuicaded’ordinarioun

Regno

dopolamorte d'un re cheacquistòil

nome

diGrande.

Aveva

cessatodi vivereCarlo-Màgno; e leguerre in-'testine,suscitate dallanon opportunadivisione dell’Impero che fece quel monarcaaisuoifigli, aveano ridottoad un’estrema debolezza quella miseraterra: onde non è meraviglia se1’ ar-ditoRollonpotè correrlaquantoglipiacque con

un

pugno d’armati, espargervi lo spavento, .

11re, che era allora Carlo ilSemplice, sen-tendosi. incapace dicombatterepiùalungo con quel conquistatore audaceefortunato,

mandò

alui un’imbasciata, laquale daglistoricidelle cosedi Norvegiaèdescritta inquesto

modo.

-

Capo

degliambasciadori erauncerto Astin-go,

uomo

venuto anch’esso dal Settentrione nei tempi addietro.Costui, giuntoal

campo

di Rol-lon,

lodò prima a

nome

del

Re

suo signore la prodezzadelCapitanostraniero ede'suoi seguaci, e chiese appresso onde venissero,edache.

Noi

veniamodalle terre del Nord, rispose

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( 77 )

lon; qui nonv'Iianè capitano nè seguaci: siatn tutti uguali ed una è la causa per cui tutti combattiamo.

Le

tradizioni nostre dicono

( ei nostri Dei ce locoiitermano per via di sogni

) ellequesto paese ci appartiene; veniamo a pi-gliarne possesso;

ma

tu

, chenedomandi que-stecose, chi sei?

— E

a lui

P

Ambasciadu-re:

Il

nome

di Aslingocertamente nonvi sarà nuovo

; guerriero aneli’ egli

come

voi al-tri, natoegli pure nelle terredel

Nord

, edi colà esiliato

, corsela Francia, e col diritto della sua scureterribilene sottomiseunaparte.

Conosciamoil tuo

nome,

disse Rollon,

ma

conosciamo ancora iltristo Bnechemettesti al-ropera ben cominciata ; esappiamo che...

Dicevadi più,

ma

1’interruppe Astingo, e:

Prodiguerrieri,soggiunse,se vipiace d’ado-perare le vostrearmi invitte a pròdiCarlo re nostro, egli viavràcari ed onorati.

Rispose Rollon:

Carlorevostro sappia questo solo, che noi terremoquello che abbiamo conquista-to, equelloancora che intendiamo di conqui-stare.

— Ma

non ostantequestadura risposta, Rollon acconsentì aduna tregua

^ enon vi fu

tratto damoderazione,

ma

da scaltrezza: poi-ché neltempo di quella tregua giunseroalui nuove torme d’uomini delNord, le quali, ac-costatesi ai suoi, lofeceroforte amandare ad effettola fattaminaccia.

Spirato il tempodella tregua, i

Normanni

ripigliaronoleostilità ferocemente^ e presenta-tisi dinanzialla cittàdi Chartres

, si dispone-vano adassaltarlaj

ma

gliabitanti,veduta

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( 7» )

minenza del grave pericolo, acquistarono ardire, invocarono ilDio dei Cristiani, eandarono ad incontrare gli adoratori di Tlior’e di Odino,

Ij’impeto chefecero i Franchi fu grande

,

chegli uomini del

Nord

sbandarono tutti, e la>

sciarono il loroCondottiero cosi a<ldietro, che per poco non caildenelle manideinemici

;

ma

l’audacia di Rollonnon venne

meno

perciò;egli raggiunse i suoi, li rincorò, liriordinò, e li

condusse a nuova battaglia, la quale Fran<

dii fu perduta

; edopoquellatatitealtrene per-dettero, che fu una desolazione. Rollon bevve sanguefin che fu sazio, ed in ultimoebbe de-siderio di pace. Frattanto leorecchie di Carlo erano assordale dallequereledeisuoi popoli sac-cheggiati,straziatie pestidai

Normanni

aggres-sori: egli tenne consiglio, e fu deliberato di comperarela pace condare uno Stato al con-quistatore.^Francione vescovodi

Roano

fu desti-nato a trattare. Rollon ascoltòvolentieri le pa-rolepacifiche' del Prelato; la pace fu fermata, ele condizioni furono queste: il

Nor-man

ab-biailDucato dellaNeustria

(la quale appresso fu dettaNormandia

);egli acconsenta d'abbrac-ciare il crisliaufsimo; ilreCarlo gli darà in ìsposalasua figliaGisla (i'.

Doveasi fare lacerimonia dell’investitura;e qui nacquerodifficoltà: cliè l’altero

Normanno

sdegnò laforma dtdiacerimonia, la quale chie-deva che l’investitos’inginoccliiasseai piedidel re, eli baciasse.RolI(;ii ricusò apertamentedi

(i)Alcuni

L

chiamano Gisclc.

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( 79)

soltpmettersia quelTatto, ed<a gran pena ac-con<;entiche un suoufHziale adempiesse in sua vece la cerimonia.Costui sendoaltero quanto

il suopadrone, epiù insolente,chetalisono

i servidorideipadroni superbi,agguantòil pie-de di Carlocotisimal garbo,ealto lo levò, che il Re caddesupino con grave detrimento della realemaestà: ilquale attochiedeva ven-detta; e Carlol’avrebbe pigliata, se la neces-sità non avessesuggeritod’accettare in buona parteecon riso quel brutto scherzo. Rollon fu adunque proclamatoduca di Neuslriae genero del

Re

di Francia; cosi, mutando cielo,ed assistitoda forza eda fortuna, un assassino, banditoda un re mezzo selvaggio, ebbeStalo ed onorifragente incivilita; e pigliato il

no-me

diRobertoI(i), fuilfondatored una splen-dida dinastia.

Non

appartiene a quest’istoria ilseguire i

Normanni

nelleloro .spedizioni alla Palestina

,

il descrivereleimpreseondesi segnalarono in Siciliaenel

Regno

di Napoli;nonparlerò neppure delle loroconquiste inInghilterra: ba-sti1’accennare chedi questaradice germogliò quel fiore di cavalieri valorosii Guglielmi,i Roberti

,i Roggeri, i Tancredi.

Ma

torniamoallemigrazioni degliScandinavi sottoi regni di

Gormo

ildanese

, di Ericolo svedese, ediAraldoil norvego.

Fra

i sudditid'Araldocheabbandonaronola

(i)Tolsequelnomeperché cosìsichiamayaun duca cheiotennealfontebattesimale.

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(8o )

Norvegia alcuni cercarono venturaviaggiando in altraparte l’immenso oceano,ed acquista-rono nuovapatriae libertà noncolvalore guer-riero,

ma

coiralFroniare irischi eiltravaglio d’una lunga e penosa navigazione. Altri ap-prodaronoalle isoleFeroe, che stanno aggrup-patein mezzo all’Atlantico verso il

63

.°grado dilatitudine settentrionale, ed altri toccarono larimotaIslanda.

Queirisola, chedeve inogni

modo

essere l’opera d’un qualche grande sconvolgimentodei globo terraqueo, sorgedimezzoall’oceano setten-trionale tra il64-°eil67.° gradodilatitudine, destinata dalsuotristocollocamento a combat-teresempre convarieestranissime calamità. Il freddo acutissimo, eil fuocodeivulcani, v’in-tristiscono la vegetazione;glispessi terremuoti apronola terra,ene esala sovente un’ariache appesta e uccidegli uomini egli animali; le buferevischiantanoleforeste;eleprocelle del-l’oceanospingonosu que’lidi immensi massi di ghiaccio, staccati forsedagli scogli della Groen-landia; su quelleflotte malearrivatenavigano truppe di orsi famelici, che scendonoaterra, scorrono perl’isola, e vi

menano

strage;quei massi dighiaccisiammucchiano, s’impietrano, e rimangono grantemposullespiagged’Islanda amantenervi rigidissimo ilclima:ond’è jheil terreno nonè attoa fargermogliare grano che

uomo

vi getti; l’erbasola vi spunta, eil pa-store paziente conduce lesue gregge a pascerle su per il pendìo di quellesolinghe balze biz-zarre, onde ètutta irtaquell’isola. Pare che

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( 8i

) ,

essafossedeserta quando vi poseropiedei pro-fughi dellaNorvegia5 egli éilveroche alcuni storicidelle cosed’Islandanarrano

come

prima diqueltempoviaveva approdato uncertoFlok,

ilqualevenivadalle terredi Scandinavia, ed era discendente di

Goa

figliuola di Thor. Co-stui, diconoquegli storici > tolse tre corvi a guida dellasuanavigazione; e

come

sividein aito mare, lontano daogni lido, ne sprigionò uno, ilquale ritornò alleterre di Norvegia; il navigatore progredìun pezzo,e nesciolse quindi un altro, che, dopoaver rotato lunga-mente perraria

, tornò al vascello: dal che

Flok

conobbe non esservialcuna terra vicina;

veleggiò ancora un lungo trattò, e liberò final-menteil terzocorvo, il quale, volando dirit-tamente versooccidente, additò al navigatore nonessere indi lontanoun qualche lido, elo guidòalla scopertad'un'isoladeserta,eh’ egli

nominò

Islanda(i) perchèlavide tutta coper-ta dighiacci; eparendogli non abitabile, l'ab-bandonò.

Ma

tuttoché irtae gelata, parve bella 1 I-slanda a que’Norvegi che, fuggendoloscettro d’Araldo, trovaronoquivi dipotervivere li-beri daogni freno. Ingolfo e lorlefofurono i capi di quella migrazione, che fondò laprima coloniain Islanda; eque'capi , essendo per-sone potenti,tiraronoa sé tanti altriprofughi dalla Norvegia, che TIslanda ebbe in breve tempo una numerosapopolazione.AlloraAraldo

(1)Is-Uad,terradel ghiaccio.

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( 82 )

cercò distendere fin culà il suodominio\

ma

non avendopotuto adempiere ilsuo desiderio, proibìaisuoi sudditidi passareinIslanda senza averne ottenutalapermissione: equestanonera accordata senonachipagava una grave tassa.

Una

fattamisura feceeh'ettocontrarioaquello che il

Re

norvego si era proposto: poiché i

suoi soggetti s’invogliarono tanto per quel di-vieto deli’Islanda, che ogni angolodi quell’i-solasi popolòcon gravissimo detrimento della J^orvegia.

L’intrepidezza e la costanzadique’ profughi fanno meravigliare, dovesi ponga menteagli ostacoli eh’ebbero avincere per addomesticare lanatura selvatica di quell’isola ;

ma

illoro volereera piùsaldo di tuttigli ostacoli.1 tor-renti furonocostretti fra lelorospondejle fra-ne deimontifuronoarrestateconbastie,•le fie-re snidiate, sterminate, dovetterodarluogo al-r

uomo

: eprestamente 1’Islanda, avendo di-smessa una gran partediquella sua naturale or-ridezza

, offri albergo esostentamentoalla nuo-va colonia,la quale coll’andare deltempo eb-be foi

ma

buona digovernò, ebbe commercio,

suscitò learti,e ottenneperhnolaconsolazione delle lettere.

Dobbiamo

agli Scaldi islandesi quello che orasisa intoino alle cose dell’ an-tica Scandinavia. Essi volserosovente il pen-siero alla perdutapatria;e talora piangendone lesciagure

, taloracantandolasua antica gran-dezza

, la sualibertà, le sue glorie, lasciarono quelle tante poesie e quei racconti che

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gono tuttavia(i) a far fede comeque’profughi, balestrati dal loro talento in una terratanto inospita, procacciaronoquivi il bisogno, egli agi ancora,e vi fondarono uno Sialo fiorente.

Fu

un talento ugualequello dietrasse gli uo-mini adabitare le paludi batave equelle del-r Addel-ria, onde sorsero cittàstupende e popo'li illustri.

Prima

dilasciare l’Islanda,iodirò chequivi si trova tuttavia quasi in tutto l'idioma degli antichiScandinavi;echi ricercalaragionedelle etimologie

, e 1’origine delle varie lingue set-tentrionali,vedechequeU’idiomatieneuna gran-dissima somiglianzacol mesogotico, coll’ anglo-sassone, econ quell’antico tedesco chesi par-lava in tutte le terred’Alemagnaa’di che re-gnarono iCarlovingi (a).

Ma

Ì7asti intorno

al-r

Islanda.

(i)Tuttequelle poesie e quelle prosesonostate rac-colte inunsolovolume,ed è quello notissimochiamato Edda.

(n)Bellesonoedutilileconclusioni chehannotratte alcunisapienti dall’avere coiifrunlato1’anticoidioma scandinavocol gotico,colpersiano,eperfinocoU’oJciiro sandscrit; maquest’argomento nonfa allo storico,c moltomenoallabrevitàchemisonoprefisso.

I

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)