Ma
le imprese stupende diquell' eroinanon
sono finite. Essa impugnò 1'arme un’altravolta per difendere ilRegno
d’Upsalassaltatoda Pro-tone frateisuo, e trionfòsopra di luiin una battaglia navale; ed avutolo nellemani,noa
lo punì
come
avea meritato ecome
allorasi co-stumava,ma
gli donò vitaelibertà; alquale alto generoso l’indegno Protonerisposecon ve-nire pocoappressoa nuovaguerra, dove trovò morte.Quindi Regnerò e Suanvitavisserouna vita tranquillae tutta pienadi dolcezza
; e
quando
Regnerò vennea morte, la sposa sua fedele, sdegnando di vivere, troncòda sé ilfilodei giorni suoi, credendo cosi con un atto straor-dinario coronare la sua carriera tutta meravi-gliosa.Regnerò nonlasciòfigli
,ondeilpopolostava
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(
39
)ponderando sull'elezione d'unnuovo re^
ma
in quel mezzo Aldanoredi Danimarca occupò quelloStato colla forza. Eradifatto
Aldano
uo-mo
fortissimo*, e nell'animo suo rozzo eduro stava un misto di grandezza, di audacia, di crudeltà.La
storiaa
Aldano è piena d'imprese eroiche,ma
tutte di sangue: pare quasi che quest'eroe feroce fosse iltipo su cui messer Lo-dovico modellasse il suoRodomonte.Sivaldo, uscito dal ceppode’ re d'Upsal, e perciòelettore dagliSvedesi, volle torvia1' u-surpatoreÀldanò, e lo chiamòquindi a duel-lo; egli si recòtosto al sito assegnato: quivi Sivaldo lo aspettava, accompagnato da sette fi-gliuoli suoi, adultitutti ed in arme; epretese che senza contravvenirealleleggi del duello po-tessero i 6gii suoi combattere insiemecon lui, affermando eh’egli erauna cosasoia con essi
,
dacché scorreva in loro il suo sangue medesi-mo.
Aldano,
presoal calappio di quel sofisma, si tenneindebito di combattere solo contro que-gliottoguerrieri;ma
sedebole era la sua lo-gica, il suobraccio fu tanto più gagliardo.Sivardoe i settesuoi figlinonsostenneroil pe-sodeisuoi colpitremendi, e restaronotutti di-stesi sul terreno.
Uscito vittoriosodaquelfierorischio',e fat-ta esperienza delsuo potere, Aldano andava cercando nuovicimenti degni disè$e avendo udito esserviin Norvegia unterribile gigante, .chiamato
Grimo
, ilqualedava una gran briga ad Araldo re diDronteim, viaggiò a quelle terrej e vigiunse nelpunto cheGrimo
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C4o'^
stiava fieramenteil re, obbligandoloa duellare perchèavevanegatodiconcederglilasuafigliuo>
la Turilda. Aldanotolsequelcombattimentoso*
pia di sè, poseaterra ilgigante, ed ebbe
To*
rilda in guiderdone.
Erano
di questogenere le prodezzedi quel*reroe, ilquale potrebbeessere annoverato tra
ipaladini piùillustri.GliScandinavi onorarono assai la sua memoria, egii Scaldila reseroil*
lustrecoiloro cantij eperchè troppe coseessi hanno raccontatoneitessere l'elogiod'Aldano, èparered'alcuni storici chemolti valorosi por-tassero quel
nome
o per caso oper elezione: ilfatto sta fra lecose verosimili.Ma
le storie dique'tempi, oscurissime chesono, non dan-no
modo
d’appurarlo; e chi presumerà schia-rareal vaglio della critica tuttoquello che ne raccontanogli antichi scrittori delle cose scan-dinave? Pare di'essi abbiano dettate le loro istorieperdivertire ifanciulli, o il popolo mi-nuto, idiota, amatore deiracconti meraviglio-, si, efacile abere grosso.Tenendo
dietro ai successori delgagliardissi-mo
Aldano, evolendotrarfuoridainomi oscu-ri qualcuno chemeriti rimembranza, iotrovo Alfo.Le
istorie tutteonoralo ilnome
di lui,
ponendoloa canto*aquello d'Alvida(i)-
Odia-mo
leloro avventure.Avilda, figliqoladi Sivardo re de'Goti,era fanciulla bellissima
; etanta era lasua
pudici-(0Quésta femminaèchiamata Ayilda damolti scrit-tori.
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( 4i )
zia, che teneva il viso copertocon unvelo af-fìncliè non vi si affissassesguardo d'uomo.
A
costei ilpadredonò un paio d'uovadi singola-regrandezza, chesendo a caccia avea trovate in unnido. Avilda lecovò; e nudrì posciacon grandecura gli aniroaletti chese neschiusero;
crebbero quelli stranamente, e spiegarono
for-me
terribili:erano duedraghi, i quali diven-nero il terroreditutto quelRegno
;la sola fan-ciulla potevaappressarsi a loro: con leierano intutto mansueti, eguardavano l’usciodellasua stanza. '
Il
Re
ebbe caro daprincipio ilvedere che larara bellezza della sua hglìuola avesse una guardia tantosicura, e'sosteneva pazientemente di fornire unbue ogni dì per il pasto dique’mostrivoracissimi;
ma
coU'andardei tèmpoque’draghi silecere affattoadulti, elelorobocche cominciarono a mandare un Bato mortifero se-condo la natura de’draghi (i): tantochél'aria diventòpestilente, gliabitatori diquel
Regno
morivano, e quelli die nonmorivano minaccia-vanodìribellarsi.Allora il
Re
si pentìd'aver fattoqueldono ad Avilda, etentò di dar morteai móstri;ma
essendogli uscitavana ogni,prova, fece pubbli-care un bando per il quale veniva promessa la suabella figliaa chi avesse datomorte ai due draghi. L’altezza del guiderdone spinsemolti valorosi a quel grandecimento;
ma
tuttivipe-(i)
Ho
dettonell'Introduzione che spesso lamia Sto-riaavrebbe avuto1’ariad’unl'omuiizo.Digitized byGoogle
(40
rirono,sìche nessuno più osava difarsi
avan-ti.
Ma
la voce dellagran bellezzad'Àvilda ar-rivò in Danimarca: 1'udì Alfune figliuolodel re Sigardo, e& infiammò d’un grandesiderio di conquistarla. Essendocoraggiosissimo, ebbe per un nulla ilfiero rischio di combatterecoi draghi eandò a presentarsialRe
dei Goti, acuipiacqueinfinitamente ilbello eardito gio-vane,e glidolse di vederlocorrere auna mor-tesicura.Alfbne alcontrario,
come
si vide presso al cimento,sentivieppiùildesideriodiporvi ma-no; combattè da prode alcospetto di tutta la Corte, esoprattuttodellabellissima Avildaj e diede morteai draghifatali.Immagini illettore lagioiadi tuttoquel Re-gno: il
Re
fecesplendidiapparecchiamentiper le nozzedella figlia; le quali stavanoper ce-lebrarsi, quandola madre, volendo farsi certa che il cuor rigido dellafanciulla non la ren-desse troppo repugnante, glienedomandò. Al-vida, posta giùaffattola consueta ritrosia,dis-j
r se senza rispetto d'amare Alfone con tutto il suocuore; vuoisi che neltempodel combatti-mento essa ne avesse guatate le belle e virili forme fuordei buchi delsuo velo: inog1ii
mo-do essa avea postoinlui unardentissimo affet-to;ma
per averlomanifestato cosìalla svelata venendo ripresa fortedalla madre, tornò im-mantinente nelsuo cuore l'anticasalvaticbezza, arrossi del fallo,e.peremendarlo, stabilidi ri-nunziareal geniale marito. Radunatequindi al-cunesuecompagne, avverse puresse allenozze,DigitizedbyCoogle
(
43
)tolsero tultéabito virile,esparirono improvvi-samente dalla reggia di Sivardo, lasciandolui
. colla barba di stoppa, eAifone ancorpiù.
Que-sti tornò a casa sua col cuorepienodi tristez-za; e percacciarla si diedealla pirateria, che era un passatempo usitatissimo perquelleetà.
Dopo
che Alibne ebbefatte grandi provedi valoreinmoltecorse, pigliandoper assalto lut-ti ilegni ne' qualis'imbatteva,gliavvenneuna volta discontrarsi inuna nave montala da un'al-tra bandadi corsari, che pervaloree per in-trepidezza non istavanopunto sottodi lui: ilcorabaliimento fu lungoesanguinoso. Aifone, fatto furibondo dal fiero e insolitocontrasto, balza sulla navenemica, evi
mena
un'orribile strage:restavasolo il capitano, il qualetenea forte.Ma
in fine lascure d'Aifone cólpi di botta piena l'elmodell'avversario:quelfu spac-calo nello, e ne sgusciò fuori il bel viso d’Alvida,
Se Aifone rimanessestupito non è mestieri eh'io lo dica, enon diròneppure conche fer-vide parolecercasse di rendere pietosa quella ch'egli poteva chiamar daddoverolasuabella nemica, la sua dolce guerriera; concluderò solo chel'innamoratogiovine vinse, aiutandolo in ciò l'amore chesentiva perluilabellissima Corsara (i).
Della prodezza d'AlvidaleStorie non fanno altreparole dopo d'averla dellasposa d'
Alfo-(i)Mesfeniocontaquesta istoriaconqualche piccola dilTerenza.
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'
(
44
)Tie. Di questopoi seguonoadire
come
non ces-sòdi correre imari, ecome
perdette finalmen-te la vita assaltando una nave capitanata daun principe irlandese, ilqualechiamavasi Agaher-to; e qui pure leStorie danesi pongono una novella stupenda.Mentre Agaberto, vintoquellegno corsaro, ne traeva secocattiva la ciurma, udìper quel-la gente contarsi cosetanto meravigliosedella straordinaria bellezzadiSiguasorelladelmorto Alfone che s’invogliòardentemente divederlaj e ad eseguire il suo disegno avvisòdi travestir-si inabitodonnesco, e penetrare cosìnel palaz-zo enelle'stanzediSigua.Giovanissimocb'egli eraegentile d'aspetto, potè dar colore aU’iii-ganno, eporsi tra le donzelleche stavano in-tornoalla bella principessa, allaquale
, trova-totempo, palesò il suo sesso eil suoamore..
La
fanciulla gli corrispose; ed essendone avve-nuto quel chesi può immaginare, il giovanet-to fu imprigionato; e percomando
diSigar,che, morto Alfone, teneva quel
Regno,
fu ap-peso aduna forca rimpetto all'uscio dellasua amante infelice; la quale, venutain un cieco furore, poseil fuocoalla casa, esi giltò tra le fiamme, ovvero,
come
vuole Grammatico, si appiccò.Intorno a quel tempo regnò in
Danimarca
Protone, che fu il terso re danese chiamato conquelnome
;ma
eglièpiùcomunemente
co-nosciutocol sopraniiumed’Augusto delNord
,sebbene pochissima somiglianza si possa trovare traque'duelegnanti, senonfossechetutti
due
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U5
)ebitero quieti gli ultimi gitili del lororegno.
Fi'utuue conquistò la Norvegiaj gueireggìò luogameiiteeconvariosuccessoinRussia
j
con-quistò la Svezia: epose su quel tronoun suo Coniì(iente nominato Ericoj passò., in Brettagipia, se diamofede ad alcuniboraci^ e sottoposea tributoque’ popoli.
Ma
le leggi cheeglidettò furono quelle chetrasseroinlama grande ilsuo -Home;.esse non sono dei tutto ancoraandate in disuso; esono. tanto più meravigliose, quan-toche dinotanocome
Frotuneavesse unvero erettosentimento dellagiustizia: la qual cosa è' affatto nuova perquella gente barbara, la qualedella giustizia non aveva chestorte idee.Fra le sue leggi una vene aveacontroil fur-to la quale era severissinia, ordinando cheil
reo fosse gittato in unchiuso conmoltilupi affamati, che tostamente lo divoravano; eil, terrore di quelsupplicio purgò sì beneil suo
Begno
dai ladri, che avendo eglifatto appen-derevarie armille d’uroagli alberiper mezzo a'boschinon vi fu chi ardissestendervilama-.DO
: e virestarono quantoalHe
piacque. Chi dava ricovero^aladri era punito cui bastonerà.f
li averi suoi cadevano in poteredelloStato.
Votoneposeancora leggi militari
:peresse
ve-niva dichiaratoinfame il disertore,ed eradato
un modo
regolarealiadistribuzione delle spoglienemiche
, e soprattuttoalguiderdonare giusta-mente gli attidi prodezza,e allacollazione dei gradi.Intorno allasua morte non sihanno cbe in-ccrte notizie: eglicaddetrafitto dalcorno di
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(
46
)unavacca. Alcuni storici aggiungono che in quellabestia stavalospiritod’una strega, che volle cosivendicarela morted’unsuofigliuolo, il quale peraver involatoalcuna delle suono*
minate armilleerastatocondannatoalfiero sup-plizio:voglionoglistessi storiciche quella stre-ga potessetogliere ai lupi il cadavere del fi-gliuolo
, eche lo trasmutasse in vitello;
ma
lasciamostare questa favola, ed eziandio la in-decente allegoriachepotrebbesomministrarquella vacca che puòosar tantocontro unsaggio le-gislatore, etogliere1’effettodellagiustìzia,efar tacereperfino1'innata voracità di quellebestie allequali eracommessa Tesecuzionedelie leggi.Protonefu pianto veramentee desiderato dai sudditisuoi; i quali, volendochelesue virtù fosserodegnamente cantate, offerirono il regno a chiavessefattoimiglioriversiinlodedi Pro-tone. Oltrea ciòprocurarono di togliere alla corruzioneilcorpodell'amato
Re
: eperchènoti conoscevasi alloral'arte d'imbalsamare, s'in-gegnaronodiconservarlo perpiùaunicon asper-gerlo di sale, e glirendettero in queltempo
onori grandijma
venutoessofinalmente in un totaledisfacimento, congrandissimo dolorelo consegnarono allaterra. Mostrasi nella Selanda una motta di terrenomezzofranata, edèvoce chequelsiailsepolcrodiProtoneterzo; ilqual
nome
, poco noto fuori delle terre settentriona-li, quiviè avutocaroa ragioneevenerato.
D’ unaltro Protone purrediDanimarca
ten-gono
disteso discorso leStorie scandinave, e s'accordano tutteadirlouomo
saggio, guerrieroDigitizedbyGoogle
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47
)valoroso, buon re:
ma
le sueimprese ela sua morie sonoraccontale in molle maniereaffatto differenti. Dicono alcuni che Protone guerreg-giòvalorosamente contro un certo Araldo, il egualemetteva disordine eturbamentonelregno cui pretenderesenza alcun diritto quella coro-na; aggiungono che avendo Protone disfatto 1’esercito d'Araldo, emesso lui medesimoa morte, i figliuoli d’Araldo, assaltaronola casa di Protone, vi posero ilfuoco, arsero ilRe
, elapidaronoDividasua sposamentrefuggiva dal-le fiamme.D'altra banda sorgonoaltri storicia dire che Protone cadde tradito da Svertiugo, piccoloresassone;ilqualenon comportando d’es-sere vinto sìdalle armi di Protone,eVi dalla sua generosità,che nonavea usatocome
avrebbe potutodella vittoria,siinfinsepacificato, offer-se tributo, festeggiòil generoso vincitore con banchettosplendido,ma
quivi lo arse.Alcuni altrivoglionocheProtoneperisse ben-sì per opera diSvertingo,
ma
non tra lefiam-me
, nè per via dì tradimento: affermanoessi invece che Svertingo guerreggiando accanitamente coti Protoneadoperassedardi avvelenatiper ac-certarsi che ogni piccola ferita recassemorte; la qual cosaavvennedi fatto;ma
inmezzo adun
sìgrandevariare di racconti|,accompagnato dal continuodiscordaredegliscrittorinello sta-bilirel’ordine cronologico, questitratti disto-rta sifanno disutili del tutto, eforse noiosiancora.
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