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Caris, Rebez, Novak e Joyce: oltre il cinematografo Volta di Dublino

Trieste capitale imperiale della musica e del cinema

3 La dimensione urbana del Musizieren

5.2 Caris, Rebez, Novak e Joyce: oltre il cinematografo Volta di Dublino

In Piazza della Borsa e nei dintorni, nel cuore dunque del borgo Giuseppino e della vita finanziaria della città, avevano sede i luoghi del controllo del commercio cinematografico, legato ad altre attività professionali che gli impresari conducevano per avere il capitale da investire

328 Tutti di documenti citati nel seguito del testo sono depositati presso ASTs, LGT CL, b. 3607, fasc. 394, 1914, Jakob Fiocca.

329 Nel 1913 la sua impresa di réclame fu oggetto di un procedimento di pignoramento, forse per debiti, da cui fu emessa poi la desistenza per conto della parte procedente (Società triestina di sconto e credito): LGT CL, b. 3587, fasc. 1543, 1913.

330 ASTs, Verkehr mit Zelluloid, Ordinanza 15 luglio 1908 dei Ministeri del Commercio, degli Interni, delle Finanze, delle Ferrovie, dei Lavori Pubblici e della Difesa del Paese, d’intesa con il Ministero della Guerra, B.L.I. (Bollettino delle Leggi dell’Impero), n. 163, concernente il trattamento della celluloide, dei prodotti e degli scarti di celluloide, fasc. 5, pp. 92-93.

331 ASTs, LGT, CL, b. 3604, fasc. 394. s.d. pr. 654/1914. Il giudizio distrettuale in affari penali Trieste, 20 marzo 1914. Protocollo del sopralluogo del 23 febbraio 1914 nel locale di esercizio di Giacomo Fiocca, via Farneto 1,

332 Ivi, 394/1914 del 10 marzo 1914. 333 Ivi, 2 marzo 1914.

nell’apertura di nuove sale di proiezione (commerci in manifatture, pellami, stoffe, vini e liquori, ecc.). In questa zona ebbe inizio l’avventura del cinematografo di Joyce a Dublino: non è improbabile che la stretta vicinanza del cinematografo Americano di Josef Caris, in Piazza della Borsa n. 15 (Tav. 1 n. 25), una delle prime sale cinematografiche stabili triestine, alla Berlitz School in cui insegnava James Joyce (situata al n. 16), fosse uno dei motivi che indussero i due personaggi, insieme a Johann Rebez (e ad altri, come vedremo) a consorziarsi per dare il via nel 1909 alla breve esistenza del cinematografo Volta di Dublino.334

Appartenenti alla Società cinematografica triestina negli anni 1914-1915, Caris (commerciante in manifatture) e Rebez (commerciante in pellami) rivestivano un ruolo importante all’interno del primo mercato cinematografico: nel 1908, insieme a Giuseppe Tami, costituirono una «Società anonima di cinematografici», con lo scopo di istituire cinema sia itineranti che permanenti in diverse città. 335 Fu la forma societaria che, probabilmente, permise a Caris e Rebez di acquistare nel 1908 il cinema Edison in Piazza Caserma, all’ inizio di via Carducci (Tav. 1 n. 13) e di istituire nell’anno seguente il primo cinematografo a Bucarest, denominato Volta, come quello di Dublino. Alla breve iniziativa di James Joyce di aprire il primo cinematografo a Dublino nel 1909 collaborò anche un altro triestino, il proiezionista Guido Lenardon; i film rappresentati erano nella maggiorparte italiani. Manager del locale era, inoltre, uno sloveno, Lorenzo Novak, arrivato a Dublino al seguito del cognato Antonio Mahnich, triestino.336

All’Edison Rebez dal 1906 proponeva le proiezioni dell’apparecchio Ideal (nome che diede origine alla sala inaugurata nel 1913 in via Sant’Antonio, poi cinema Italia), facendo ammirare i grandi successi provenienti da Parigi, Londra, Berlino e New York.337 Di proprietà di Carl Böcher, possessore anche del cinema Americano prima di Caris, e poi di Rebez dal 1909, l’Edison era specializzato per la proiezione di film-opera, con l’accompagnamento di un grammofono sincronizzato: anche il Volta di Dublino offriva il medesimo repertorio con l’accompagnamento di una piccola orchestra.338 Era, inoltre, l’unico cinematografo che aveva lo schermo collocato tra il proiettore e gli spettatori, allo scopo di fissare meglio la proiezione in trasparenza e renderla più luminosa, con la tela impregnata di olio di lino.339 Sembra che Rebez abbia anche fatto parte della

334 Giuseppe Caris acquistò il Cinema Americano nel 1908, dichiarando di essere un cittadino austriaco e di subentrare come tale al sig. Böcher, con tanto di certificato di buona condotta: LGT AG, b 2425, fasc. 80, 1915, Politeama Rossetti,

335 Erik Schneider, Dedalus Among the Film Fol. Joyce and the Cinema Volta, in John McCourt (edited by), Roll Away the Reel World: James Joyce and cinema, Dublin, Cork University Press 2010,pp. 28-40:30.

336 Sulle figure di Caris, Rebez e Novak si veda anche Erik Schneider, Dedalus cit., pp. 30-31 e 38. 337Dejan Kosanović, 1896-1918. Trieste al cinema, cit., p. 85.

338 Erik Schneider, Dedalus cit, p. 31.

339 Fulvio Toffoli, L’esercizio cinematografico a Trieste cit., pp. 45-46. Per l’Edison cfr. Corrado Ban, «Il Piccolo illustrato», 26 maggio 1979.

commissione per la redazione dell’Ordinanza ministeriali sui cinematografi del 1912.340 Fu impresario al Fenice nel 1914-1915 ma, dopo il richiamo alle armi, cedette il suo esercizio, dichiarando bancarotta nel dopoguerra (Tav. 4).

Che fossero solidi i collegamenti tra gli operatori della pratica cinematografica tra Trieste e l’Istria lo conferma il fatto che Lorenzo Novak, proprietario di un negozio di biciclette a Trieste oltre che di un cinematografo a Pirano (dopo la chiusura di quello a Portorose), nel 1912 presentò un reclamo alla Luogotenenza, in quanto Josef Sluga, già attivo a Trieste e nel Litorale dal 1908, agiva nella stessa Pirano con il proprio cinematografo ambulante oltre i termini della prescritta autorizzazione: ed era per lui, in tal modo, un concorrente sgradito.341 Ma la Direzione di polizia, sulla base delle proprie informazioni, rispose che Sluga era allora operatore presso i cinematografi triestini Buffalo Bill, della vedova Collautti, e Argo, di Armando Susanna, pertanto ipotizzava che il cinema ambulante di Pirano fosse gestito da una persona diversa. Le successive indagini, però, portarono ad altri risultati, poiché Sluga serviva anche l’entroterra nelle zone di Monfalcone, Cervignano e Gradisca;342 e a Gradisca, nel 1910, Sluga aveva prestato il suo nome per la licenza ottenuta dal regnicolo Gerolamo Nobile, che invece fungeva da vero direttore e impresario e aveva messo sia il proiettore che il capitale necessario, mentre Sluga collaborava come operatore specializzato.343 Delazioni e insinuazioni, perciò, inquinavano le reali motivazioni per cui questi impresari si rivolgevano alle autorità sotto apparenti ragioni commerciali. Sbaragliare la concorrenza era, sicuramente, lo scopo principale.

Dopo quanto esposto, non è da meravigliarsi se, nel gennaio 1912, Novak chiese il rinnovo della licenza per il suo cinematografo di Pirano344 e il 1 marzo 1913 Giuseppe Sluga, che si era visto ridurre il proprio spazio di lavoro, inoltrò allora la richiesta per la concessione di una licenza cinematografica in Romania. La sede non era nuova per questi professionisti triestini che, già nei primi anni Dieci, erano inseriti nel circuito internazionale della distribuzione di pellicole, anche a Bucarest. Infatti, Caris e Rebez, insieme a Mahnich (ma con mandato alla moglie, Caterina Mahnich, di cui Novak era cognato), aprirono il primo cinematografo stabile nel 1908, denominato Volta e, dopo la sua chiusura, Mahnich diventò proprietario di altri tre cinema, insieme all’ingegnere Celestino Costa (il Doamnei, il Bristol e il Buzeşti), 345 continuando poi ad operare in

340 Erik Schneider, Dedalus cit, p. 31-32.

341 ASTs, LGT, AG, b. 2420, fasc. 498, 22 giugno 1908, richiesta di Giuseppe Sluga per il rinnovo della licenza d’industria valida per tutto il Litorale e documento del 22 marzo 1912 (reclamo contro Josef Sluga).

342 Ivi, fasc. 498, 1913. 343 Ivi, Gradisca 8 agosto 1910.

344 Ivi, 30 gennaio 1912: richiesta di rinnovo della licenza per Pirano.

345 Si veda la rivista cinematografica con sede a Bucarest ma diffusa anche in Bulgaria, Serbia, Grecia, Turchia ed Egitto «Viaţa Cinematografică», n. 2, 25 marzo 1914.

Romania fino al 1937.346 Nel 1914 a Bucarest la Volta-Film aveva la rappresentanza della casa Ėclair e della ditta Cav. G. Pettine di Milano, presente anche a Trieste, nonché di Ios Ventura «Red Star».347

Quanto sopra esposto ci induce a concludere che Trieste, nella primissima industria cinematografica, era particolarmente attiva nel tessere una ramificata distribuzione di persone e di film, sia nel Küstenland, che nell’entroterra austro-ungarico: a differenza della situazione italiana, in cui la disseminazione e l’isolamento dei singoli stabilimenti fu una delle cause della fragilità delle imprese cinematografiche, le sedi e i professionisti locali finora considerati riuscirono a fare sistema fra loro, per muoversi alla conquista del mercato internazionale.348

6. Il favore del pubblico triestino verso autori e soggetti italiani: l’irredentismo nelle