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La casa connessa secondo il movimento open-source: il progetto Casa Jasmina

Dalla casa intelligente alla casa connessa

3.5 La casa connessa secondo il movimento open-source: il progetto Casa Jasmina

Casa Jasmina è un progetto pilota nell’ambito dell’Internet of Things legato allo spazio domestico, al momento, è supportato da Arduino, Toolbox, Energy@home e

Valcucine; Bruce Sterling, Massimo Banzi, Jasmina Tesanovic e Lorenzo Romagnoli, ne sono gli ideatori.

Il progetto durerà alcuni anni e ha l’obiettivo di promuovere la cultura dell’elettronica open-source, oltre che presso la comunità dei makers e dei non esperti, anche tra quelle imprese che creeranno gli spazi di vita di domani. Si propone, inoltre, di fungere da punto di contatto tra le tradizionali competenze italiane nel furniture e interior design con le emergenti competenze italiane nell’elettronica aperta.

La casa, che abbiamo visitato in occasione dalla sua inaugurazione, durante la seconda edizione della Mini Maker Fair di Torino, si trova all’interno del grande edificio industriale che ospita anche Toolbox, Officine Arduino e Fablab Torino15. Lo spazio, che è organizzato come quello di un’abitazione tradizionale, con soggiorno, cucina, camera da letto, bagno e balcone, è popolato di arredi sviluppati tramite le dinamiche tipiche della digital fabrication, oggetti ed elettrodomestici connessi; pertanto, anche in questo caso, si ha l’idea di un insieme di elementi che contribuiscono ad aumentare l’intelligenza dell’involucro all’interno del quale sono contenuti.

Casa Jasmina è concepita come un'interfaccia pubblica, attraverso la quale il fenomeno dell’IoT può essere esplorato secondo un approccio che prenda in considerazione molti aspetti della nostra interazione con le cose; il processo di costruzione, acquisizione e installazione, la rimozione, la riparazione e la manutenzione delle cose, così come l’idea di poterne fare a meno. Lo spazio ha tre funzioni principali: banco di prova per lo sviluppo di oggetti innovativi collegati alla rete; spazio specifico per l'esposizione pubblica di sistemi intelligenti e best practices; alloggio temporaneo per i visitatori di Toolbox, Officine Arduino e del Fablab. Attraverso il servizio di Airbnb lo spazio e i sistemi, via via implementati, vengono resi fruibili da chiunque, così da promuovere un approccio partecipativo e permettere la raccolta di preziosi feedback relativi all’esperienza in una casa connessa.

L’IoT sta diventando una realtà e il progetto Casa Jasmina individua nell’elettronica aperta, e più in generale, nel movimento open-source delle realtà in grado di offrire un valido contributo. Lorenzo Romagnoli, project manager di Casa Jasmina, durante il talk tenuto in occasione dell’inaugurazione, sottolinea proprio questo aspetto; in un panorama globale dominato dai giganti dell’informatica i quali promuovono le proprie soluzioni molto verticali e chiuse, che non offrono la possibilità di gestire i dati raccolti, l’open-source si pone come strumento democratico abilitante.

L’elettronica aperta permette di scegliere quali tipi di informazione raccogliere e 15   Toolbox è uno spazio dedicato al co-working che ospita piccole aziende, professionisti e giovani  freelance,  secondo  le  modalità  tipiche  degli  spazi  di  lavoro  condivisi.  Officine Arduino  è  la  startup,  incubata da Arduino (il micro controllore open source, low cost e facile da programmare) che promuove  l’open  hardware  e  la  cultura  dei  maker.    Il  FabLab Torino,  finanziato  da  Officine Arduino,  è  il  primo  FabLab italiano; è un laboratorio di sperimentazione basato su macchine per la fabbricazione digitale,  all’interno del quale operano esperti in diversi campi: dalla prototipazione rapida all’elettronica, dalla  modellazione 3D alla produzione di piccole serie. Si tratta di uno spazio dove la Digital Fabrication e la  cultura Open Source si incontrano, con l’obiettivo di essere divulgate anche tra i non addetti ai lavori.

la natura dell’interazione che si stabilisce all’interno dello spazio, questi strumenti rappresentano un’opportunità per portare la tecnologia all’interno della quotidianità delle persone; portare dentro casa oggetti sviluppati in modo tale da poter essere compresi e all’occorrenza modificati.

Nell’ambito della ricerca sulla casa connessa il tema della sicurezza è uno tra i più sentiti; il progetto ha l’obiettivo di indagare e promuovere sperimentazioni anche in questa direzione.

In occasione della visita a Casa Jasmina, inoltre, è stato possibile partecipare ad un talk con Fabio Bellifemine, senior project manager di Telecom Italia, responsabile R&D del progetto “Technologies and Applications of Wireless Sensor Networks”, nonché direttore di Energy@home16. Bellifemine ha illustrato il sistema presente all’interno della casa, composto essenzialmente da un gateway che coordina la comunicazione tra dispositivi vari (elettrodomestici e smart plug) e contatore elettrico e da alcune applicazioni per smartphone che ne permettono il monitoraggio e la gestione. Egli ha, poi, precisato che il lavoro di Energy@home si muove in due direzioni. Da un lato, mira al miglioramento della capacità comunicativa tra dispositivi, per renderne l’utilizzo più smart rispetto all’offerta di energia elettrica (in questo caso il sistema intelligente lavora in autonomia). Dall’altro, mira alla smart consumption, ossia al coinvolgimento dell’utilizzatore, attraverso nudge e spinte gentili che lo invitano a modificare i propri comportamenti, allo scopo di migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione.

La visione sulla quale si basa Energy@home è che la casa è un ecosistema composto da più elementi: la rete di comunicazione, la rete elettrica, la rete per la gestione del gas, gli elettrodomestici, l’illuminazione, ecc. È difficile pensare che un solo attore economico possa gestirlo in maniera indipendente, pertanto, emerge chiaramente la necessità di una collaborazione e di uno scambio proficuo. Il progetto Casa Jasmina s’interroga su come debba essere affrontata la progettazione nell’ambito dell’IoT; dal nostro punto di vista, emerge chiaramente la volontà di promuovere il dialogo tra più attori per creare sinergie e sviluppare dinamiche innovative. Il progetto, infatti, non ha la pretesa di reinventare e riprogettare ogni elemento che costituisce l’ambiente domestico, piuttosto di avere una visione organica e proporre un approccio al tema dell’IoT basato sul concetto di interoperabilità aperta tra sistemi e quindi anche sul collegamento di artefatti già sul mercato o in fase di sviluppo.

Nel movimento open-source, che mira a condividere processi di creazione, distribuzione e produzione di beni tangibili e intangibili, idee o sistemi, in modo che altri possano usarli per adattarli alle proprie esigenze, è possibile individuare un’apertura verso il design orientato alla persona, che in questo caso, viene abilitata a soddisfare autonomamente le proprie necessità e i propri desideri. 16   Energy@home è un consorzio, non a fini di lucro, che riunisce varie aziende (anche competitor)  operanti nell’ambito dell’ambiente domestico, allo scopo di favorire il loro accreditamento in un mercato  nascente. Il contesto all’interno del quale Energy@home si muove, è quello dell’efficienza energetica  realizzata grazie allo sviluppo di protocolli di comunicazione comuni per dispositivi.

L’elettronica aperta e gli strumenti per la fabbricazione digitale offrono a molte persone servizi per soddisfare i propri bisogni e sono un mezzo utile per rendere certa tecnologia più accessibile. L’organizzazione di attività per bambini, offerte da molti Fablab, ad esempio, rappresenta uno strumento importante per la diffusione di una cultura tecnologica tra le nuove generazioni che, se guardata secondo un orizzonte temporale ad ampio raggio, si rivelerà certamente utile in futuro, quando la nostra vita sarà scandita in maniera ancora più pervasiva dalle tecnologie della connettività. D’altra parte, è probabile che parallelamente persistano quelle situazioni in cui questi strumenti, seppur acquisendo notorietà, non trovino un riscontro altrettanto forte e che la vita quotidiana nella casa connessa sia condizionata da soluzioni sviluppate in maniera ‘tradizionale’.

È necessario, a questo proposito, calarsi nell’ambito specifico e diffondere in maniera forte l’approccio di design orientato alla persona, che tenga in considerazione necessità, esigenze e aspettative. Varie aziende si stanno muovendo verso l’IoT, lavorando a prodotti e servizi che approfittano delle opportunità offerte da questo nuovo paradigma. Il progetto Casa Jasmina è da ritenersi un esempio rappresentativo per lo sviluppo di una visione condivisa. È evidente l’impegno orientato al dialogo tra più attori, in modo particolare tra le aziende che operano nell’ambito delle soluzioni per la casa, col fine di creare sinergie e sviluppare sistemi significativi e implementabili in maniera sistemica.