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L’obiettivo di questo capitolo è quello di definire le tendenze che caratterizzano il fenomeno dell’Internet of Things, comprendere in che modo le tecnologie della connettività contribuiscono a ridefinire il carattere degli artefatti e il rapporto che si instaura tra essi e le persone. Inoltre, in riferimento all’ambito dell’ambiente domestico e personale, intendiamo offrire una possibile lettura di questo fenomeno e individure alcuni casi rappresentativi, mediante i quali coglierne i tratti distintivi ricorrenti.

4.1 Cos’è l’Internet of Things

L’Internet of Things (IoT) rappresenta uno dei cardini sui quali costruire l'Internet del futuro. La visione di fondo è quella di un'infrastruttura-network globale che colleghi oggetti fisici e virtuali attraverso lo sfruttamento delle capacità di comunicazione e data capture. L'IoT comprende varie soluzioni tecnologiche: RFID, NFC, network di sensori, attuatori, sistemi TCP/IP, tecnologie mobili, software, applicazioni, ecc., che permettono di identificare oggetti o ambienti e raccogliere, immagazzinare, processare e trasferire informazioni verso altri oggetti o utenti della rete.

McEwan e Cassimally (2014) spiegano, in maniera molto semplice, cosa significhi connettere un oggetto a Internet. Un oggetto fisico è presente nel mondo reale, in una casa, in un luogo di lavoro, oppure è indossato da una persona; in questo modo può ricevere input dall’ambiente circostante e trasformare i segnali in dati da inviare su Internet, affinché siano memorizzati ed elaborati. Ad esempio, una sedia può raccogliere informazioni relative a quante volte e per quanto tempo si è seduti, una macchina per cucire, invece, può riportare la quantità di filo rimasta e il numero dei punti che sono stati cuciti. La connessione a Internet e le generiche funzioni di elaborazione dati non influiscono necessariamente sull’aspetto e gli scopi dell’oggetto, il quale assolve alla funzione per il quale è stato pensato: la sedia permette di sedersi e la macchina per cucire permette di cucire. McEwan e Cassimally sintetizzano i componenti tipici dell’IoT nello schema riportato in figura 4.1.

Secondo Lorna Goulden (2012) l’IoT implica un cambiamento fondamentale nel concetto di connettività che si è sviluppato a partire dalla diffusione di Internet, e che, con il nuovo paradigma, acquisisce un’accezione ancora più ampia, condizionando ulteriormente la nozione di tempo e di spazio. Goulden sintetizza l’IoT nell’espressione “anytime-anyplace-anyone-anythings” riferendosi alla possibilità di connettere qualsiasi cosa, di essere collegati in ogni momento e da

(e con) ogni luogo e che tali opportunità sono alla portata di ognuno di noi1. Mike Kuniavsky (2012) definisce l’Internet of Things come la combinazione di: elaborazione delle informazioni distribuite, reti wireless pervasive e identificazione automatica, distribuite in maniera ampia e a basso costo. Le tecnologie di base e le applicazioni che tradizionalmente vengono discusse hanno un ruolo secondario, in quanto è questa combinazione di fattori che colpisce profondamente le persone e le imprese, e lo fa collegando le esperienze immediate delle popolazioni al potere dell'informazione digitale aggregata e analizzata. In altre parole, l’Internet of Things trasforma azioni fisiche in conoscenza, che generalmente viene convogliata in un cloud, e la conoscenza in azione fisica, in un modo che non era mai stato possibile2.

È opinione condivisa che, come accade per molti nuovi concetti tecnologici, le radici dell’IoT possano essere fatte risalire a una ricerca sviluppata presso il MIT di Boston nello specifico all’Auto-ID Center. Kevin Ashton, cofondatore e direttore del centro, ha coniato il termine Internet of Things nel 1999, quando propose un’implementazione della catena distributiva di Procter & Gamble, l’azienda per la quale il laboratorio stava lavorando. Usando la tecnologia RFID, l’identificazione a radio frequenza per identificare e tracciare, era possibile tracciare automaticamente i prodotti evitando così agli impiegati di dover inserire manualmente una grossa mole di dati nei terminali. Asthon vedeva questo come parte del cambiamento di paradigma, nel quale i computer smettevano di imparare attraverso dati originati per loro dalle persone e cominciavano a raccogliere dati autonomamente. Egli afferma:

“If we had computers that knew everytingh there was to know about thing – using data they gathered without any help from us – we would be able to track and count everything, and greatly reduce waste, loss and cost. We would know when things needed replacing, repairing or recalling, and wheter they were fresh or past their best. […] We need to empower computers with their own means of gathering information, so they can see, hear and smell the world themeselve, in all its random glory. […] The Internet of Things has the potential to change the world, just as the Internet did. Maybe even more so” (Ashton, 2009).

Secondo Cisco IBSG, il termine Internet of Things indica semplicemente il momento in cui, ad Internet, hanno iniziato a essere connesse più cose che persone. Nel 2010 l'incredibile diffusione di smartphone e tablet ha portato il numero di dispositivi 1   Lorna Goulden è direttore di Creative Innovation Works e membro fondatore del consulting group  Internet of People, ha lavorato per anni presso Philips Design. Il contributo presente nel testo si riferisce  alla keynote, dal titolo “The internet of things”, che Goulden ha tenuto nel 2012 a TEDxAmsterdamWomen.  Disponibile a https://www.youtube.com/watch?v=xQGsubJNbQw. Consultato 03/15. 2   Mike Kuniavsky è ricercatore presso lo Xerox PARC di Palo Alto, si occupa di sviluppo di prodotti  e servizi digitali ed è esperto di user experience, ha lavorato per aziende quali Samsung, Sony, Nokia,  Whirlpool, and Qualcomm.

connessi a quota 12,5 miliardi, a fronte di una popolazione mondiale pari a 6,8 miliardi di persone3. Sebbene il calcolo si basi sull'intera popolazione mondiale, molta della quale in realtà non dispone di connessione ad Internet, i dati sono considerevoli, soprattutto perché il rapido sviluppo tecnologico fa sì che non solo i dispositivi elettronici tradizionali, come gli smartphone, possano essere collegati alla rete, ma anche gli oggetti comuni.

Per comprendere la portata di tale fenomeno e immaginare le potenzialità che esso porta con se, è sufficiente fare riferimento alle proiezioni di alcune tra le più importanti imprese del settore dell’informatica e non solo. Intel prevede che entro il 2020, 200 miliardi4 di oggetti saranno connessi, Gartner prevede che gli oggetti connessi saranno 25 miliardi5, Cisco6 ed Ericsson7 parlano di 50 miliardi; secondo IBM il nostro pianeta sta sviluppando una sorta di sistema nervoso centrale e questo introduce un aspetto molto importante dell’IoT, ossia che i dati e le informazioni trasmessi rivestono un ruolo altrettanto importante rispetto agli oggetti; così, come sostiene Kuniavsky (2010) le informazioni diventano materiale di progetto.

Sebbene il termine più usato per descrivere questa infrastruttura globale che collega oggetti fisici e virtuali attraverso lo sfruttamento delle capacità di comunicazione, sia Internet of Things, molte altre espressioni vengono utilizzate e ognuna di queste coglie sfumature differenti del significato globale del fenomeno. ‘Ubiquitous 3   IBSG è l’acronimo di Internet Business Solutions Group, ossia il gruppo di consulenza globale della  società Cisco Systems, leader nella fornitura di apparati di networking. I dati ai quali si fa riferimento  sono reperibili nel documento “The internet of things. How the Next Evolution of the Internet is Changing  Everything, Whitepaper” di IBSG, presente in bibliografia. 4   Il riferimento delle proiezioni di Intel è disponibile a http://www.intel.com/content/www/us/en/internet- of-things/infographics/guide-to-iot.html. Consultato 06/15. 5   Il riferimento delle proiezioni di Gartner è disponibile a http://www.gartner.com/newsroom/id/2905717.  Consultato 06/15 6   Il riferimento delle proiezioni di Cisco è disponibile a http://www.cisco.com/Web/about/ac79/docs/ innov/IoE_Economy.pdf. Consultato 06/15 7   Il riferimento delle proiezioni di Intel è disponibile a http://postscapes.com/internet-of-things-market- size. Consultato 06/15

Oggetto fisico

+

Controllore, sensore, attuatori

+

Internet

=

Internet of Things