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Celebrazioni letterarie per la presa di Baza: Bernardino López de Carvajal e Paolo Pompilio

CAPITOLO 4: Bernardino López de Carvajal e l’interpretazione profetica della Storia

4.3 Celebrazioni letterarie per la presa di Baza: Bernardino López de Carvajal e Paolo Pompilio

La conquista di Baza ebbe una grande risonanza nella penisola italiana, e diversi letterati italiani e spagnoli composero opere volte a celebrare l’impresa di Isabella e Ferdinando. Tra questi si annovera, per esempio, Alessandro Cortesi,371 vicino all’Accademia di Pomponio Leto autore del Silva de triumphata Bassa, Almeria et Granata pubblicata su istanza del cardinale Pedro de Foix;372 ma anche l’umanista romano e professore dello Studio Urbis Paolo Pompilio che per l’occasione scrisse il Panegyris de Triumpho Granatensi, indirizzandolo direttamente ai sovrani. Il panegirico fu stampato per i tipi di Silber l’1 aprile 1490 su intercessione dello stesso Bernardino Carvajal, a cui l’autore dedica un’encomiastica prefazione in cui evoca anche la figura di Juan Carvajal.373

Nemo omnium est qui te summo studio non prosequitare, nemo qui te ad maiora provehi non percupiat; certo exsuscitari sic possa gloriam existimat (nam memoria nunquam peritura est) Ioannis Carvaialis qui olim tam honeste senatus ordinem gessit ut, si laudes eius nunc prosequi vellemus, alterum opus subtexeretur.374

L’epillio, che appartiene al genere epico storiografico, è costituito da 786 versi e diviso in prologo, narratio ed epilogo. È caratterizzata da un contenuto di matrice storica, poiché narra nel dettaglio la presa di Baza, appunto, ma al suo interno si susseguono guerre, concilii, profezie e interventi divini. La guerra di Granada è più volte paragonata alla guerra di Troia, Ferdinando d’Aragona è spesso dipinto coi tratti di Ercole e l’espulsione dei mori dalla Spagna rappresentano le dodici fatiche. Pompilio, nel redigere il suo componimento non poté servirsi dell’orazione a stampa di Carvajal, edita solo nel 1495; tuttavia il vescovo di Badajoz dovette fornire all’umanista notizie precise sull’ultima fase della reconquista, che egli poi arricchì con elementi epici e drammatici.

371 Sulla figura di Alessandro Cortesi si veda: Fortunato PINTOR, Da Lettere inedite di due fratelli umanisti

(Alessandro E Paolo Cortesi): Estratti ed appunti, Unione Tipografica Cooperativa, Perugia, 1907; Pio PASCHINI, Una famiglia di curiali nella Roma del Quattrocento: i Cortesi, “Rivista di Storia della Chiesa in Italia”, 9 (1957), pp. 2-26; Gianni BALLISTRERI, Alessandro Cortesi, in Dizionario Biografico degli italiani, Roma, 1983.

Biografico degli Italiani, vol. XXIX, Roma, 1983.

372Á. FERNÁNDEZ DE CÓRDOVA MIRRALES, Imagen de los Reyes católicos, cit., pp. 296 – 297. 373Ivi, p. 297.

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L’encomio del Panegyris de Triumpho Granatensi, unitamente alla dedica del Carmen ad Carvajales, suggeriscono l’esistenza di una relazione l’esistenza di un vincolo piuttosto stretto tra Paolo Pompilio e il casato Carvajal; un rapporto che risulta significativo per far luce su alcune figure che gravitarono attorno a Bernardino durante la sua permanenza a Roma. Le scarne notizie in nostro possesso sulla traiettoria biografica di Pompilio derivano essenzialmente dalla vita anonima del grammatico contenuta nell’introduzione all’edizione della Vita Senecae, di cui egli stesso era autore.375

Vita Pauli Pompilii

Paulus Pompilius vir fuit plurimae lectionis et inter grammaticos Romae habitus est primus, comis praeteres et modeste vitae, praeter quam quod de studiis litterarum etiam inter morbos remisit nihil; vitiorum vel vini abstemius, statura procera, macer et coloris subplumbei. Composuit quae sequuntur: Syllabarum et de accentibus, opus exactissimum, De ortographia librum unum, Notationum libros quinque, Dialogum de amore ad Pomponium, Historiam Balearicam, epigrammatum etiam graecorum libros quatuor, panegyricorum, sylvarum et heroicorum libros duos, inter quos praestare videtur Triunphus Granatensis, Odysseam carmine elego, item elegias plures et orationes publice habitas; praeterea vitam Senecae, item Frameam et invectiones in Sulpitium sub dialogo, commentaria insuper ad vitas C. Iulii Octavii et Tyberii Caesarum. Traduxit Andronicum de passionibus animi exorsusque est paulo ante mortem vastum opus omnium vocabulorum per natura rerum, addens nova vocabula perpolite conflicta, quae a vulgaribus a septingentis annis hactenus per Italiam, Galliam et Hispanias at alias nationes latini nominis subornata sunt. Mortus est pleuresi septimo anno pontificatus Innocentii octavi et sepultus est in phano sacri Blasii ad Tyberim in regione pontis Hadriani haud longe ab aedibus suis ubi natus fuerat, aetate xxx et vii annorum, et paulo mox Plotia mater dolore animi eodem tumulo conditur.376

Come si evince dal testo Pietro Paolo Pompilio nacque e trascorse larga parte della sua esistenza in un quartiere romano, il rione Ponti. La data dei suoi natali è ricavabile dall’indicazione secondo cui egli sarebbe deceduto a trentasette anni, durante il settimo anno di pontificato di Innocenzo VIII, cioè tra settembre del 1490 e settembre del 1491. A fronte di ciò, la data di nascita dovrebbe essere collocata nel 1454. Qualora invece si accettasse la lettura secondo la quale Paolo Pompilio morì nel corso del suo trentasettesimo anno di vita si dovrebbe datare la sua nascita nel 1455. Non vi sono notizie sul padre, mentre la madre, una certa Plotia sembra essere deceduta poco dopo il figlio. Anche gli anni giovanili dell’umanista

375 Sulla figura del grammatico romano si veda p. 18 nota 38.

376 Vat, lat. 222, f.93r – 93v, la vita anonima è pubblicata in M. CHIABÒ, Paolo Pompilio, professore dello

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risultano piuttosto oscuri, le uniche informazioni sono desumibili dalla corrispondenza di Domizio Calderini, umanista e segretario apostolico di Sisto IV.377 Calderini nel 1472 si recò in Francia al seguito del cardinale Bessarione; qui scrisse due missive all’amico umanista Oliviero Palladio, datate rispettivamente 19 giugno e 26 agosto 1472, elogiando le doti di Pompilio, promettente poeta dell’Urbe e allievo di un certo Alexis, probabilmente Stati.378 Alessio Stati fu membro dell’Accademia del cardinal Bessarione insieme ad Alessio Celidonio (o Celadeno),379 corrispondente ed amico di Teodoro Gaza, aristocratico del Peloponneso. Tra il 1473 e il 1474 Teodoro indirizzò diverse missive ad Alessio Celidionio, residente a Taranto e successivamente nominato vescovo di Gallipoli, in cui faceva riferimento ad un certo Paolo, giovane romano di buona famiglia che Alessio doveva avergli raccomandato.380 Gli studiosi sono concordi nel ritenere che il Paulus menzionato nelle lettere fosse proprio Pompilio, che avrebbe dunque intrattenuto in giovane età rapporti piuttosto intimi con almeno due esponenti dell’accademia del Bessarione, come sembra addurre anche l’ottima conoscenza della lingua greca di cui Pompilio diede più volte prova.

Forse fu proprio in questo ambiente che il grammatico conobbe per la prima volta Juan de Carvajal che si era trasferito stabilmente a Roma nel 1461 ed era legato al cardinale di Trebisonda da una profonda affinità politica ed intellettuale. Sembra dunque verosimile che il cardinale di sant’Angelo insieme a Giovanni López introdusse Pompilio nel circolo di intellettuali spagnoli a cui l’umanista fece successivamente più volte riferimento. Elementi che evidenziano lo stretto legame dell’umanista romano con la famiglia Carvajal e con lo stesso Bernardino, che fu vicino anche all’Accademia di Pomponio Leto, in cui Pompilio era membro dal 1480.

377 Alessandro PEROSA, Due lettere di Domizio Calderini, in «Rinascimento» 13, (1973), pp. 3 – 20. Vedi anche M. CHIABÒ, Paolo Pompilio professore dello Studium Urbis, p. 504 e W. BRACKE, Pietro Paolo Pompilio grammatico e poeta, p. 8. Sulla figura del segretario di Sisto IV: A. PEROSA, Calderini Domizio, in DBI, Volume 16, (1973).

378 Wouter BRACK, Pietro Paolo Pompilio, in DBI, volume 84, (2015).

379 Sulla figura di Alessio Celidonio, vescovo di Gallipoli e Molfetta, si veda: Hans Joachim KISSLING, Alessio CELIDONIO, in DBI, Volume 23, 1979; J. M. MCMANAMON, The Ideal Renaissance Pope. Funeral Oratory from the papal Court, in «Archivum Historiae Pontificiae», 14, (1976), pp. 9 – 70; J. MONFASANI, Alexius Celadenus and Ottaviano Ubaldini. An Epiloque to Bessarion’s Relationship with the Court of Urbino, in «Bibliotèque d’Humanisme et Renaissance», 46, (1984), pp. 95 – 110; Nelson H. MINNICH, Alexios Celadenus: a Disciple of Bessarion in Renaissance Italy, in «Historical Reflections. Réflexions Historiques», 15, (1988), pp. 47 – 64; Luigi Michele DE PALMA, Alessio Celadeno e la guerra contro i Turchi in tre sermoni dedicati al cardinale Oliviero Carafa, in Studi in onore di Studi in onore di Angelo Alfonso Mezzina, Molfetta, 1997, pp. 184 – 256.

380 J. MONFASANI, Alexius Celadenus and Ottaviano Ubaldini. An Epiloque to Bessarion’s Relationship with the

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Si ritiene, pertanto, che tali notizie attribuiscano una luce nuova alla lettera indirizzata da Alessio Celidonio a Bernardino Carvajal nella prefazione al suo Bellum in Turcos gerendum,381 del 1500. L’opera dedicata a Oliviero Carafa testimonia un comune atteggiamento intellettuale verso l’avanzata turca e verso un possibile impium foedus con l’Egitto mamelucco, ma evidenzia anche la frequentazione di un medesimo ambiente culturale.