CAPITOLO 5: Morte ed elezione del papa
5.1 La morte di Innocenzo VIII: Sic transit gloria mund
Innocenzo VIII si spense nella notte di mercoledì 25 luglio 1492, giorno di San Giacomo, dopo una lunga malattia, mentre la città già da qualche giorno era attraversata da violenti tumulti, di cui offrono una vivida descrizione alcuni testimoni oculari come l’oratore veneziano residente presso la Santa Sede
A di 2 dito, si avè lettere di Roma, di l’orator nostro, come quella terra erra tutta in arme poi la morte dil Papa, e il Duca di Calavria erra venuto fin su le porte con 20 squadre di zente d’arme, eat che li Cardinali erano serati im palazo per dubito, e il Cardinal San Piero in Vincula intrato in Castel Sant’Anzolo (...).404
E il cronista Antonio de Vascho
Ricordo come papa Innocentio si ammalò di maggio e poi il mese di luglio morì, et in Roma furono fatti molti homicidi e molti feriti e latrocinii, e dopo li cardinali entrarono in conclave.405
A partire dall’Alto Medioevo le fonti descrivono il periodo che intercorre tra la morte di un pontefice e l’elezione del suo successore come un momento caratterizzato da forte instabilità politica e istituzionale. Nel corso del XIII e XIV secolo, la mobilità della Curia e successivamente la cattività avignonese portarono alla progressiva scomparsa del fenomeno che si ripresentò con rinnovata frequenza nel XV secolo, a seguito del ritorno del Papato nell’Urbe. Una precarietà che deve essere posta in relazione, quindi, con la presenza fisica del papa a Roma e col carattere discontinuo della carica pontificia causato dalla mancanza di un principio di successione dinastica.406 La violenza rituale poteva verificarsi all’inizio dell’interregno ed essere rivolta innanzitutto verso il pontefice defunto, di cui erano saccheggiati i beni e spesso
404 Marin SANUDO, Le vite dei dogi, a cura di Angela Caracciolo ARICÒ, Editrice anteriore, Roma – Padova, vol. II, cit., p 667.
405 Antonio de VASCHO, Il diario della città di Roma, cit., p. 545, nota 12.
406 M. A. VISCEGLIA, La città rituale. Roma e le sue cerimonie in età moderna, cit., p. 60 – 61. Sul tema dei saccheggi rituali la storiografia è cospicua, si veda almeno: Reinhard ELZE, Sic transit gloria mundi, il Mulino, Bologna, 1977; Carlo GINZBURG, Saccheggi rituali. Premesse a una ricerca in corso, in «Quaderni storici», 1987, pp.; Sergio BERTELLI, Il corpo del re. Sacralità del potere nell’Europa medievale e moderna, Ponte alle Grazie, Firenze, 1990; Agostino PARAVICINI BAGLIANI, Il corpo del papa, Einaudi, Torino, 1994.
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la salma stessa; oppure, dal Quattrocento, il bersaglio poteva essere rappresentato dal papa appena eletto, del quale venivano pubblicamente depredate l’abitazione e la cella e chiudere pertanto il periodo di vacanza della cattedra di Pietro. La storiografia non attribuisce un significato univoco a tali pratiche di violenza rituale di cui tuttavia si può riconoscere il forte valore simbolico volto a evocare le trasformazioni che l’elezione papale portava con sé; mutamenti che coinvolgevano l’eletto stesso, la sua famiglia, i familiares del papa deceduto e l’ordine gerarchico dell’intera compagine cittadina.407
Poche ore dopo la morte di Innocenzo VIII, Bernardino López de Carvajal e Juan Ruiz de Medina inviarono presso i re Cattolici il corriere Juan Cerezo, che recava con sé le lettere atte ad annunciare ai sovrani la scomparsa del papa e l’imminente conclave. Successivamente, il 9 agosto, gli ambasciatori spagnoli spedirono a corte un ulteriore breve che descriveva dettagliatamente il rituale delle esequie.
Agora acordamos de les escrevir lo que despues ha suçedido porque de todo hayan entera ynformaçion. Ynoçencio falleçio miercoles dia de Santiago a çinco horas de noche y luego, antes que fuese dia el jueves se hizo saber a los cardenales, los quales luego el jueves de manana fueron a palaçio y eran los que estonçes se fallaron XX cardenales (...). Estos hallaron al Papa muerto en su Camara y dixeronle alli sus responsos como han de costumbre y despues estovieron en congregaçion sobre proveer en lo neçessario asi de la governaçion de la Corte e çibdad como de las ostras cosas (...).408
Prima che fosse sera furono avvisati i cardinali, che in numero di venti si recarono a palazzo la mattina successiva; a coloro che costituivano il collegio cardinalizio si aggiunsero anche Federico Sanseverino, figlio del condottiero Roberto, e il patriarca di Venezia, i quali erano in possesso delle bolle pontificie che assicuravano loro il cappello rosso.
I vescovi di Badajoz e di Astorga si concentrano poi sulla descrizione del rito funebre
Acabado de venir este nuevo cardenal sacaron al Papa de su Camara en proçession puesto en su feretro y meterieronle en palaçio en la capilla que hizo el Papa Sixto y de alli lo lloevaron a Sant Pedro donde estovo hasta la tarde porque venia el pueblo a besar el pie, y a la tarde fue sepelido a la mano derecha del altar del Corpus Christi.409
407 Si vedano le osservazioni di M. A. VISCEGLIA, La città rituale. Roma e le sue cerimonie in epoca moderna, pp. 62 – 63.
408 L. SUÁREZ FERNÁNDEZ, Política internacional de Isabel la Católica, cit., pp. 295 – 296. 409 Ibidem.
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Il corpo di Innocenzo VIII era stato trasportato in processione dalla sua camera alla cappella voluta da Sisto IV, e da lì era stato condotto all’interno della basilica di S. Pietro affinché il popolo potesse rendergli omaggio, prima di essere inumato quella stessa sera alla destra dell’altare del Corpus Christi.
Come si evince da diverse testimonianze, nella sua camera, solitamente all’interno del palazzo apostolico, il pontefice trascorreva gli ultimi istanti di vita, anch’essi rigidamente codificati dal cerimoniale che imponeva al papa morente gesti e parole precise. Ad esempio, secondo una prescrizione del Pontificalis Liber redatto dal vescovo di Pienza Agostino Patrizi Piccolomini e Giovanni Burcardo, proprio durante il pontificato di Innocenzo VIII, negli ultimi istanti di vita il vicario di Pietro era espressamente invitato a ripetere la formula pronunciata al momento dell’incoronazione: «Pater Sanctae, sic transit gloria mundi. Mentre il papa tornava ad essere uomo, la potestas e maiestas dell’istituzione pontificia erano eterne»410
Successivamente la salma del pontefice, collocata all’interno della cappella magna del palazzo, veniva vestita coi sacri paramenti per essere trasportata in processione presso la cappella del coro del capitolo della basilica di S. Pietro per la veglia liturgica. Nel breve sopra riportato, Carvajal afferma che il corpo del papa fu trasportato nella cappella sistina, poiché papa Della Rovere nel 1475 aveva deciso di far restaurare l’antica cappella in cui si svolgevano i principali rituali pontifici. I lavori ebbero inizio quello stesso anno, in concomitanza col giubileo - e si conclusero nel 1483, quando il 15 agosto la cappella dedicata all’Assunta fu solennemente inaugurata.
Durante i primi secoli del cristianesimo le spoglie mortali del vicario di Pietro venivano inumate il giorno stesso del decesso, mentre le fonti medievali attestano come il periodo previsto per l’esposizione post mortem fosse di tre giorni; nel tardo Quattrocento, invece, il tempo dell’esposizione fu ridotto al minimo, un solo giorno. Un’alterazione del rituale determinata dalle esacerbate manifestazioni di devozione popolare e dalla stringente necessità di conservare l’ordine pubblico.
Carvajal e Medina proseguono poi nella descrizione delle esequie durante i novendiali, i nove giorni dedicati ai rituali funebri, compresi tra la data del decesso del pontefice e l’inizio del conclave
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Este dia cometieron los cardenales a nosotros con otros enbaxadores y perlados la guardia de la puerta del conclave. Hizieron asy mismo capitan de la guardia de palaçio al arçobispo de Tarragona (...). El sabado se començaron las obsequias. Dixo la misa el viçecanciller, la oraçion el obispo de Concordia, fueron las obsequias muy solenes y todas las cosas para ellas muy bien ordenadas.411
La vigilanza del conclave fu affidata ai procuratori dei re Cattolici, assistiti da altri prelati e ambasciatori, sotto la direzione del vescovo di Tarragona Gonzalo Fernández de Heredia, il quale fu nominato capitano della guardia di palazzo in virtù del prestigio acquisito come mediatore nel conflitto tra Innocenzo VIII e il re di Napoli.412
Anticamente, prima di procedere all’elezione del nuovo vicario di Pietro si doveva aspettare che fossero trascorsi tre giorni dalla cerimonia funebre, come stabilito dal decreto di Bonifacio III del 607. Fu la costituzione Ubi periculum di Gregorio X, promulgata nel 1274, a definire le esequie novendiali e a dare origine al conclave moderno, la cui elaborazione fu tuttavia graduale; da questo momento, comunque, prima di procedere alla nomina del successore i porporati elettori dovevano attendere dieci giorni. 413
Alla fine del Medioevo i novendiali erano sempre più autonomi dalla sepoltura ˈrealeˈ e assunsero caratteri nuovi e peculiari. Essi divennero il tempo rituale riservato ai cardinali, ancora una volta rigidamente scandito, come testimonia l’Ordo Romanus di Petrus Amelius, redatto nella prima metà del XV secolo. I cardinali vescovi aprivano e chiudevano la cerimonia, mentre la celebrazione delle messe era affidata ai porporati secondo un principio di anzianità; il sermone al termine di ciascuna liturgia, invece, era compito del celebrante stesso, di un prelato da lui nominato oppure da un dottore in teologia414.
In occasione dei novendiali del 1492, la messa d’apertura fu celebrata dal vicecancelliere Rodrigo Borgia, mentre l’orazione funebre fu composta dal vicentino Lionello Chiericati, umanista e vescovo di Concordia, legato pontificio nell’importante missione presso il re di Francia che condusse a Roma il principe ottomano Djem e uomo di fiducia del papa appena scomparso.
411 L. SUÁREZ FERNÁNDEZ, Política internacional de Isabel la Católica, cit., pp. 295 – 296. 412 Á. FERNÁNDEZ DE CÓRDOVA MIRALLES, Alejandro VI y los Reyes Católicos, cit., p. 263. 413 A. PARAVICINI BAGLIANI, Il corpo del papa, pp. 218 – 219.
414 John McMANAMON, The Ideal Renaissance Pope: Funeral oratory from the Papal Court, in ˈArchivium Historiae Pontificiaeˈ, vol 14 (1976), pp. 9 – 70, pp. 10 – 11.
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