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La mestiçagem al congresso.

3.2 Ciências da População

Il tema della mestiçagem torna nel Congresso de Ciências da População tenuto a Porto dal 12 settembre 1940 come iniziativa parallela alle celebrazioni dei centenari. Non vi si trovano più lavori che trattano la figura del meticcio direttamente, ma ad essere messo in questione è il popolo portoghese, con la sua costituzione, i suoi gruppi sanguigni, la demografia e la sua storia. Fattori che potrebbero mettere in dubbio la sua purezza razziale “inquinata” da “razze inferiori”.

Le conferenze del Congresso de Ciências da População vengono raccolte in due volumi con oltre 1500 pagine complessive. Sono qui riuniti gli atti del Congresso con, oltre ai discorsi inaugurali e ai processi verbali delle sedute, le 63 comunicazioni presentate e le successive discussioni; queste sono opportunamente raggruppate in cinque sezioni secondo lo svolgimento dei lavori del Congresso, che comprendono argomenti di diversa natura e di diversa competenza scientifica, relativi alle varie scienze della popolazione: nel primo volume, Demografia e igiene, Antropologia; nel secondo, Etnografia, Problemi sociali della popolazione, Problemi economici della popolazione.452

Di particolare interesse è il primo volume che punta a “constitui[r] fundo sólido para a história completa da Raça portuguesa e do seu avigoramento nesse emaranhado campo de ciências da população.”453 Anche per il Presidente del

Congresso Mendes Correia sono in gioco preoccupazioni sono di carattere eugenetico: “contribuir […] ao melhoramento (dos destinos humanos) pelo aperfeiçoamento das condições orgânicos e morais da espécie, a de encarar

particularmente o problema no que diz respeito ao povo português.”454

Il tema sul quale si concentrano prevalentemente le conferenze scientifiche esposte è infatti l'eugenetica. Non a caso sono presenti al Congresso due importanti eugenisti italiani Corrado Gini e l'antropologo Fabio Frassetto,con lavori rispettivamente sulla denatalità e sulla biotipologia, principi fondanti dell'eugenia latina: l'iperfecondità e la prolificità, forze positive, caratteri distinguenti delle “razze superiori”.455

La tonalità dominante del Congresso si coglie già nel discorso inaugurale del presidente Correia:

Não é exacto o que sobre a pretensa decadência de Portugal afirma Henri Decugis no seu livro «Le Destin des Races Blanches». Essa decadência seria devida, segundo aquele autor, à infecundidade das famílias dirigentes, à população de elementos inferiores, a um abastardamento da raça pelo mestiçamento intenso com gente de cor, ao abaixamento do nível intelectual da população, à escassez de indivíduos de escol, que de há três séculos a esta parte quási não permitiria a Portugal participar no prodigioso movimento intelectual da Europa. […] Limitar- nos-emos a registar com desvanecimento que a simples realização deste Congresso é um protesto contra a asserção dos que nos dizem decadentes, na mais lamentável ignorância do nosso brilhante movimento intelectual do século XVIII, da nossa acção no Brasil colonial, dos nossos modernos esforços para a valorização das colónias, do labor de alguns dos nossos institutos científicos, do verdadeiro milagre de ressurgimento operado sob a direcção firme e esclarecida de Salazar. […] O vigor e a pureza germinal da Raça, a continuidade histórica da Nação, os valores eternos do Espírito são os nossos dogmas.456

Il congresso si apre con una conferenza plenaria di Eusébio Tamagnini, che presenta un lavoro dal titolo Os grupos sanguíneos dos Portugueses.

Nel momento in cui si celebrano due date storiche che “marcaram o destino da 454Correia 1940a, p. XI

Pátria”, Tamagnini è convinto che scienza e politica debbano essere alleate: A ciência, não obstante a objectividade dos seus princípios e leis, tem de servir os interesse nacionais; a política, não obstante a maleabilidade a que obriga a diplomacia […], tem necessariamente de se firmar no conhecimento biológico do agregado nacional.457

Non appare fuori luogo che in questa occasione si discuta delle “origens étnicas

dos Portugueses actuais”. Di certo non è un tema nuovo: capire quale sia il “posto

nel mondo”, il suo “destino” attraverso le origini, la natura, le caratteristiche che distinguono il popolo lusitano. Qui non si mette in discussione la validità del termine razza; la diseguaglianza culturale e soprattutto biologica degli uomini, dei popoli e delle nazioni per Tamagnini è una cosa ovvia. Si cerca di mettere in luce e la qualità della razza portoghese:

Sabe-se porém que a construtura étnica dum povo, duma nação, está em continua evolução, e é suscetível de se degradar. […] A importância do facto apreende-se imediatamente se, considerando a nossa posição de povo colonizador, pensarmos um pouco nas enormes facilidades de mestiçagem que concedem os múltiplos e prolongados contactos com elementos étnicos inferiores em regime de subordinação política e social. Ora, precisamente, é-nos feita a acusação de termos absorvidos em demasia quantidade considerável de sangue negro importados da África. O longo período crítico de depressão nacional, que temos atravessado nos últimos séculos, é para muitos etnólogos a prova provada dessa mestiçagem!458

Il fondatore della scuola di eugenetica portoghese vuole, attraverso lo studio dei gruppi sanguigni - anche se in altri campi si potrebbe arrivare alle stesse conclusioni - dimostrare la “inexatidão da tese dos portugueses negróides”459, 457Tamagnini 1940, p. 3

458Ivi, p. 4

impresa possibile grazie all'impiego dei metodi rigorosi di statistica matematica applicata alla analisi genetica delle popolazioni. Una lunga introduzione illustra i concetti statistici applicati allo studio antropologico dei gruppi sanguigni, reso possibile grazie alle scoperte di Karl Landsteiner, Felix Bernstein e Ludwik Hirszfeld. Tamagnini giunge ad alcune conclusioni confrontando diversi risultati di altrettanti diversi prelievi, che hanno potuto fornire un quadro completo della popolazione e che poi sono stati comparati con i dati sui gruppi sanguigni della Spagna, della Sicilia e Sardegna, della Francia e soprattutto delle “raças negras e mestiçadas”.460 Nel grafico presentato

“verifica-se que, não obstante certos desvairos, temos conseguidos manter a pureza étnica relativa da massa populacional” e quindi “não podermos ser acusados de termos abastardado a família.”461

Fig. 9 Grafico rappresentante le relazioni dei gruppi etnici secondo il “método de Streng”

d'altezza nasale di 51.56 ± 0.06 mm e un indice nasale di 65.83 ± 0.11 mm), e come pertanto non recassero «aucun signe appréciable de métissage négroide».” (Pogliano 2005., p. 65)

Di stesso avviso è Ayres de Azevedo, futuro “champion of Nazi-style eugenic programmes”462, in uno degli studi forse scientificamente più accurati. Grafici,

tabelle, costruiti con una abbondante mole di dati463 sostengono la tesi della pureza bioquímica do Povo Português (titolo dello scritto):

- é muito grande a pureza bioquímica da população portuguesa, o que coloca o nosso povo, sob êste aspecto, no mais alto lugar da lista das raças de tipo europeu. - Esta pureza bioquímica decresce de Norte para Sul, o que explica pelas facilidades geográficas que as raças invasoras (árabe sôbre tôdas) encontraram para a sua infiltração. […]

- A influência das raças coloniais (nomeadamente Hindu e Negra) na pureza bioquímica do povo português, é praticamente nula.464

Per Azevedo riaffermare il diritto della “razza” portoghese a potersi confrontare con le “razze” nordiche d'Europa rientra nella logica del “nuovo” pensiero salazarista. Un diritto che, come spiega nell'altro suo scritto População

e Império - difendendo il Portogallo dalle accuse neo-maltusiane di avere una

popolazione eccessiva - gli consente di mantenere lo spazio vitale nelle colonie. “Longe de ser excessiva a densidade da população no Portugal Continente, ela é insignificante no Portugal Império, especialmente a da Raça Branca”465:

Oltre agli studi statistici sui gruppi sanguigni, altri campi di indagine dell'antropologia fisica, come la craniometria, e gli studi sulla pigmentazione vengono usati per sostenere la purezza dei Portoghesi.

462Cleminston 2014, cit. p. 235

463I dati conclusivi affermano che i gruppi A; B e AB sarebbero i più comuni in Europa. I portoghesi hanno le seguenti percentuali: 0, 39,18%; A, 48,76%; B, 8,57%; AB, 3,49%. Gli “Arabi”: 37,2%; 36,5%; 19,9%; 6,4%. I “negros” del Congo: 30,8%; 23,3%; 37,3%; 8,5%. Secondo Azevedo, seguendo le leggi di Mendel, se ci fossero “infiltração das raças coloniais” nel popolo portoghese dovrebbe esserci un forte aumento dell'elemento B. Azevedo 1940, cit. p. 560

Il medico ed etnografo Américo Pires de Lima con la collaborazione di Leopoldina Ferreira Paulo contesta le affinità del popolo lusitano con le “razze inferiori” chiedendosi se come queste “São os Portugueses dolicocéfalos?” La risposta, studiando le varie medie delle misurazioni dell'indice cefalico con il vecchio metodo di Topinard, è si. “Os portugueses são nítidamente dolicocéfalos, o mesmo acontecendo, e ainda em maior grau, com os negros africanos.” Ma, guarda caso, la forma del cranio viene spiegata con ipotesi neo- lamarckiane: “Essa convergência não indica a menor afinidade de raça, mas ùnicamente a comum ausência de deformação occipital, pelo facto de as crianças portuguesas serem trazidas geralmente ao colo, e as pretas, às costas das mãis.”466 Inoltre Pires de Lima sottolinea più volte che, usando un metodo

nuovo di misurazioni, la classificazione di Martin, il Portoghese medio sarebbe risultato brachicefalo, ben distinto dalla popolazione africana. Ma i due ricercatori sono consci che i dati raccolti sono troppo pochi per poter arrivare a serie conclusioni.Per avere un'opinione chiara sull'argomento si può prendere un altro lavoro, ma da un settore disciplinare differente, quello della etnografia. Nel secondo volume del Congresso, Pires de Lima in Influência dos mouros,

judeus e negros na Etnografia portuguesa afferma che il popolo portoghese si sia

formato attraverso il contatto con solo tre popoli distinti: lusitano, romano e germanico. I “mouros”, gli ebrei e i neri sono “povos introusos”, “que se imiscuíram na nossa população”467