1.3. L'influenza del pensiero evoluzionista nella scena intellettuale portoghese
1.3.1 Teófilo Braga
Fig. 2 Teófilo Braga
Teófilo Braga è dei due senz’altro il più famoso; oltre che per essere stato il secondo presidente della Repubblica, anche in quanto professore di letteratura, esperto in etnografia ed autore di diversi libri, che studiano il folclore attraverso i racconti e le canzoni tradizionali. Si tratta di una personalità di notevole rilevanza, anche perché alla sua opera si deve l’introduzione del “positivismo” in Portogallo. Da convinto comtiano, traduce le idee di questo movimento culturale in un “biologismo sociológico”164 dove i principi delle teorie di Darwin
trovano applicazione nello studio della società.165 Secondo Braga il merito di 164Pereira op., p. 331
165Questo pensiero viene spiegato nel suo libro Traços geras de philosophia positiva comprovadas
Darwin è di aver fatto tesoro delle idee di Comte, attraverso i principi di Malthus, nello studio della popolazione. Si esprime da vero e proprio darwinista sociale quando afferma: “A sociedade modifica em formas especiais o conflito pela vida e a selecção do mais forte, como procede a natureza orgânica […] a selecção social actua na diferenciação das castas, das classes e na divisão do trabalho.”166
Concretamente Braga crede, ispirandosi forse più a Lamarck che a Darwin, che la condizione umana sia subordinata a quattro agenti biologici:
- 1° a Idade, influindo nas capacidades sexuais, mentais e morais;
- 2° o Temperamento, influindo na estrutura orgânica pela selecção, no cruzamento das raças, e portanto na vida histórica;
- 3° a Hereditariedade, exercendo-se no hábitos, nos vícios congénitos, na constituição étnica da raça;
- 4° a Sexualidade, motivando a organização do par social na família pela agregação da prole.167
Per Braga tutti i fattori convergono nella selezione sessuale e la “regulamentação das relações sexuais no casamento como base de toda a disciplina social”168, e definisce la poligamia come caratteristica delle razze
inferiori in contrasto con la monogamia. Grazie a questa condizione “a mulher, que ficou uma escrava ou uma prostituta para as raças turaniana e semita, para os árias tornou-se um móvel de progresso, um princípio de altruísmo, um ideal e um culto.”169
Se da un lato l'approccio di Braga è palesemente etnocentrico, non si può semplicisticamente definirlo razzista, anche se la presunta “razza ariana” è posta in cima alla scala gerarchica. Secondo Pereira, infatti, si tratta solo della 166Braga cit. in Pereira op., p. 335
167Braga cit. in Ivi, p. 157 168Braga cit. in Ivi, p. 336 169Braga cit. in Ivi, p. 158
logica dell’ordine di successione temporale del protagonismo delle razze nella storia. “O ariano sucedeu ao semita como a ciência sucedeu à religião”170. E
questo trionfo non risulta per effetto di chissà quale circostanza esterna, di qualche influenza metafisica o magari determinato dal caso, ma quale conseguenza delle leggi naturali, che regolano la darwiniana lotta per la sopravvivenza (struggle for life). Il pensiero di Braga diventa perciò paradigmatico di un particolare periodo, durante il quale il positivismo comtiano viene influenzato dalla tradizione naturalistica e storicista post- romantica.
Nella História Universal e in Systema de sociologia il tema centrale è la comprensione scientifica della storia attraverso la ricerca antropo-etnologica sulle razze umane e attraverso il criterio fisico-morfologico e culturale. Dopo aver individuato le differenze razziali sul piano linguistico, religioso e socio- politico Braga si chiede se sia possibile salvaguardare l'identità bio- antropologica; si può fare, ma non in maniera statica. Bensì inserendo queste identità in una realtà storica dove l'incrocio bio-etnico è comune. Ed è qui che si giunge al nocciolo del problema, che verrà messo in disparte e, per così dire, occultato (o sfumato) durante la dittatura fascista. Un quesito che tornerà in primo piano grazie al lavoro di un importante sociologo tropicale e che in sintesi può essere espresso nel modo seguente: la mescolanza razziale (mestiçagem) è da ritenersi positiva o negativa?
Come spiega Pereira, innanzitutto per Teófilo Braga “as raças não existam em estado puro”, in quanto: “A mestiçagem é um facto de longa data, cientificamente provado”171 e gli incroci non modificano il modello
antropologico dominante. Nelle razze, anche se passate attraverso generazioni d'incroci, è possibile trovare tracce di un atavismo, che dimostra che “o passado 170Ivi, p. 160
nunca é ultrapassado.”172 A prova di ciò i biologi hanno individuato parti del
corpo che appaiono inutili, ma che testimoniano di una fase morfologica precedente. Si possono quindi studiare le tracce di “persistenza etnica” attraverso lo studio culturale, dei costumi, della lingua ed attraverso la morfologia fisica. Per esempio, secondo il futuro presidente del Portogallo, osservando le “razze inferiori” si può notare più agevolmente la persistenza dell'istinto animale; questo tipo di trasmissione attraversa le generazioni e un tratto culturale atavico può ricomparire secoli dopo. Braga pensa che attraverso questi concetti si possano capire ed interpretare le, ancora ignote, leggi biologiche dell'ereditarietà. Per rafforzare la sua teoria cerca di giustificarla su basi bio-antropologiche, ispirandosi ad autori quali Lyell e soprattutto Broca173.
Il suo è un punto di vista che, val la pena di sottolineare, non valorizza di per sé la “mescolanza”, che è peraltro descritta come un processo inevitabile per la costruzione di una razza - quella ariana174- storicamente dominante.
Ma quali sono, per Braga, le origini del popolo portoghese?
È forse utile una premessa. Nell'ambito di questo progetto “etnogenealógico”, l'antropologia portoghese, oltre all’aspetto biologico più recente, è vincolata a tesi di altri campi disciplinari come la storia e l’archeologia175. Il già citato
Alexandre Herculano, noto storico, per esempio, non riconosce origini umane remote in Portogallo. Semmai vede la popolazione costituita da una mescolanza di invasori, e attribuisce particolare importanza alla dominazione araba176. I
Lusitani, da molti considerati i veri antenati, sono solo un piccolo gruppo con i 172Ivi, p. 166
173Per Braga i fondamenti della sua etnostoria o “Demótica” comprendono: “a Paleontologia humana, tal como a têm desenvolvido os geólogos e os antropologistas (Lyell, Broca, Quatrefages, Hamy, Huxley); e a Etnografia dos costumes, instituições e formas de actividade (Lubbock, Tylor).” Ibid.
174Secondo Teófilo Braga la superiorità della razza ariana, mentale e fisica, è osservabile nella sua “perfeição plastica” guardando per esempio la forma del cranio. “As suturas cranianas do ária raramente se saldam, o que permite um desenvolvimento ininterrupto da massa encefálica, e consequentemente um progresso no ser individual em todas as idades.” Braga cit. in Ivi, p. 168-169
175Leal 2000, p. 65
quali i Portoghesi moderni non condividono alcuna relazione genealogica. Teófilo Braga, in linea con questo pensiero, crede che il popolo portoghese sia il frutto di una mescolanza di diverse razze, anche se ritiene comunque che esista una “raça fundadora” che avrebbe lasciato tradizioni, comportamenti, morfologie visibili ancora oggi. Braga spiega, nei lavori iniziali, come ogni gruppo etnico avrebbe dato il suo contributo dalla “componente semitica” (Ebrei, Fenici, Cartaginesi ed Arabi), “a preponderância da tendência separatista” e “associa a formação da nacionalidade a uma suposta predominância da raça ariana, em que inclui gregos e romanos, no Noroeste do território nacional.”177 In seguito attribuisce particolare importanza prima
all'influenza celtica (1867), poi a quella moçárabe178 (1871), praticamente un mestiço oriundo tra razze gotiche e arabe, arrivando alla conclusione, in O povo português nos seus costumes, crenças e tradições (1885) e in A Pátria Portuguesa
(1894), che tutte queste influenze sono servite179 a formare le caratteristiche di
un popolo con una “originalíssima personalidade.”180 E quindi, a scanso di
equivoci, parafrasando Braga: “Portugal é uma nação porque é uma raça”181.
Affermazione di cui non può sfuggire il forte significato politico, perché coniata in un contesto di forte crisi identitaria, tale da paventare una possibile 177Matos op., p. 137
178La teoria del “moçarabismo” viene formulata già dallo storico Alexandre Herculano. Entrambi credono che una razza “mestiça”, “os moçarabes” si fosse formata dalla fusione tra arabi e “romano-godos”. Ventura 1991, p. 86 “População indecisa no meio dos dois bandos contendores [nazarenos e maometanos], meia cristã, meia sarracena, e que em ambos contava parentes, amigos, simpatias de crenças, ou de costumes.” Freyre 1933, p. 67
179“Aqui dá-se um curioso fenómeno etnográfico: aparecem as designações geográficas, os nomes de família, a nomenclatura tecnológica, os característicos das autoridades políticas e civis árabes; mas os símbolos poéticos do direito, as tradições épicas, as lendas orais, as superstições são puramente germânicas. Por esta ordem de criações da raça moçárabe se vê a sua constituição fisiológica. Como indomável, o semita cede aquelas qualidades exteriores e visíveis de uma civilização que deslumbra, mas não comunica os sentimentos privativos e orgânicos da raça; por outro lado o godo, como ariano e atraente, não podendo homologar a alma árabe, adopta dela aquilo que se não pode encobrir aos olhos. A designação do Moçárabe, encerra esta noção perfeitamente definida” Braga cit. in Pereira op., p. 199
180Braga cit. in Paredes 2006, p. 117
181Braga cit. in Pereira op., p. 201 La frase originale è “Portugal é uma pátria porque é uma raça.”
assimilazione con la Spagna.
Braga affronta questi ragionamenti, da una parte come etnografo, attraverso lo studio della letteratura popolare e dall’altro attraverso ragionamenti di stampo positivista / biologico. Egli attinge molte idee sulla mescolanza razziale dall'antropologo Paul Broca, che esprime le sue idee sull'ibridismo nel lavoro del 1864 tradotto in inglese con On the Phenomena of Hybridity in the Genus
Homo. La mescolanza tra razze, o meglio “ibridismo” (o “ibridazione”), in
quanto considerate alla stregua di specie distinte (poligenismo), produce una regressione, ma quella che resiste all'incrocio è anche quella che domina numericamente, conservando così gli stessi tratti fisici e i costumi di un tempo senza subire troppi cambiamenti, se non quello linguistico182.
Anche per Braga quindi la mescolanza appare inevitabile e, se non produce effetti degenerativi, serve per così dire, a “selezionare” la razza dominante? La risposta potrebbe essere positiva, se non fosse per la difficoltà di affrontare un autore come Braga che da abile politico cambia spesso opinione sull’argomento. Esaminando i suoi ultimi lavori, analizzati sempre dalla storica della scienza Pereira, Braga ammette di avere a che fare con una popolazione eterogenea. Non è possibile sia da un punto di vista fisico che psicologico individuare una sola razza dominante in Portogallo visto che in ogni volto si possano scorgere, per esempio, ora il tipo ebraico, ora quello arabo. “Parece-nos uma feira dos diferentes povos da terra”.183
Secondo Pereira, alla luce di questo documento, possiamo affermare che nel riconoscimento dell'eterogeneità portoghese risiede uno dei fattori che hanno impedito che la sua teoria “racialista da história” si trasformasse in una “racista da história.”184 C'è da chiedersi, come fa la studiosa, se alla fine dei conti Braga 182Braga qui non vuole considerare la trasmissione linguistica, ma soprattutto quella fisica. Per esempio il dominio romano nella penisola “nada influiu no tipo físico” perché non bisogna cadere nell'errore romantico di dedurre la storia delle razze a partire dalla storia delle lingue. Pereria op., pp. 192-194
183Pereira op., p. 202 184Ibid.
considerasse vantaggioso o meno il “cruzamento interracial” dato dalle dinamiche della storia. La studiosa preferisce non esprimersi, ma “se assim é, impõe-se concluir que Teófilo viu mais e mais longe do que algumas autoridades da antropologia portuguesa do seu tempo.”185
Marçal De Menezes Paredes analizzando la disputa nata tra Silvio Romero e Braga che discutono quale sia il popolo (Brasiliani o Portoghesi) ad avere il primato di una “originalissima mescolanza”, tale da permettere ad una nuova e rinnovata identità nazionale di affermarsi, scrive:
É importante perceber que tanto o mestiço quanto o moçárabe são imagens que funcionam como instrumentos taxonômicos de memórias nacionais. Uma única alteração provoca todo um rearranjo memorial.[…] A escolha de uma determinada escala de referência produz efeitos memoriais. A “nação” é, assim, também uma estratégia de conhecimento. Por isso a guerra simbólica pelo critério de originalidade é tão importante. Afinal, a palavra original tem duplo sentido: um, relativo à origem, que remete à ideia de início; outro, relativo à noção de inédito, que não foi copiado de nenhum modelo.186
Braga quindi prova ad esprimere un'opinione a riguardo e, sebbene non parli esplicitamente contro la mescolanza razziale, esalta allo stesso tempo l'unicità portoghese non risultando per forza razzista; la razza portoghese in fondo non è pura, ma sicuramente egli ha una visione etnocentrica, che celebra a discapito degli altri, il popolo a cui appartiene. Questa visione sarà attaccata durante il fascismo salazarista, ma ritornerà per rinnovati scopi nazionalisti nel secondo dopoguerra.
185Ivi, p. 203