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La mestiçagem al congresso.

3.1 La mestiçagem alla Exposição do Mundo Português – per una razza pura portoghese

3.1.1 Mescolarsi nelle colonie

Mendes Correia in O mestiçamento nas Colónias Portuguesa ritorna sull'argomento cercando di capire se ulteriori progressi sono stati compiuti da quando lui stesso aveva affrontato l'argomento durante l'Esibizione di Porto: “Não possamos […] registar hoje um progresso considerável em relação à desoladora penúria de 1934”429. I lavori che Correia segnala sono la conferenza di carattere

generale di Tamagnini al medesimo congresso, uno studio sulla popolazione angolana di Germano Correia e una sui Capoverdiani di António de Almeida, entrambi però estremamente sintetici. Riguardo la produzione internazionale i lavori più importanti rimangono quelli di Eugen Fischer sui “bastardos de 'boers' e hotentotes de Rehoboth”, quelli di Herskovitz e Devenport430 in

Giamaica e negli Stati Uniti, Keith e Shapiro sui meticci anglo-polinesiani, Mjoen tra lapponi e norvegesi e Rodenwaldt sulla popolazione dell'isola Kisar. I lavori dell'antropologo e biotipologista Roquette-Pinto, degli scrittori Nina Rodrigues e Oliveira Viana sulla popolazione mulatta brasiliana potrebbero essere i più interessanti perché “em muitos dos quais gira o sangue português”, ma li ritiene solo una introduzione alla questione, un sondaggio preliminare.431

Ritornando sul suo lavoro del '34 e sui pochissimi questionari compilati, lamenta il quasi completo disinteresse per la questione: “Preguiça mental da nossa gente e defeituosa orientação de nosso ensino que não fornece uma cultura suficiente, que não ensina a observar e que não atrai os espíritos para temas concretos e úteis.”432 Anche se i “parcos materiais” in teoria non

consentirebbero di trarre nessuna conclusione, non è impossibile “notar no conjunto das investigações tendências predominantes que fortalecem certas 429Correia 1940, p. 115

430[sic]

431Ivi, pp. 113-114 432Ivi, p. 116

doutrinas, ou, pelo menos impõem certas precauções de ordem administrativa, moral e jurídica”.433

Correia, fornendo alcuni esempi, spiega come, da un punto di vista sia biologico sia psichico, i caratteri che si incontrano nel meticcio non rappresentino la perfetta combinazione di quelli dei genitori. Non si può dire se il figlio nato dall’incrocio stia in una posizione intermedia tra padre e madre o tenda ad assomigliare più ad una o all'altra razza. In alcuni casi il risultato dell'incrocio non ha le caratteristiche dei genitori, ma poiché presenta invece un aspetto diverso, questo fatto fa supporre a Correia che i nuovi caratteri possano essere di atavismo, cioè quel fenomeno per cui ricompaiono le caratteristiche di progenitori lontani.434 Queste considerazioni confermano ulteriormente che si sa

ancora troppo poco riguardo alle leggi sull'eredità che regolano la comparsa di determinati caratteri, in particolare negli individui nati da unioni interrazziali. Come Tamagnini, anche Correia ne conclude che, data questa grande variabilità, sia preferibile studiare i mestiços individualmente e non come gruppo razziale a sé. Nessuno avrebbe dimostrato fino allora la asserzione “corrente” che siano meno prolifici, robusti e resistenti; dissentendo dal collega di Coimbra, afferma che non ci sono neanche prove per dire che siano mentalmente e moralmente inferiori. Per Correia quindi, è difficile collocare la categoria dei mestiços in una posizione certa della scala gerarchica razziale, se si considera che i difetti registrati non sembrano essere imputabili a cause biologiche, ma mesologiche, sanitarie, economiche e sociali. I caratteri inferiori registrati in alcuni potrebbero derivare piuttosto dai singoli progenitori come “adventurieros, déclassés, tarados, miseráveis, doentes, anti-sociais.”435 Caratteri che, ribadisce, comunque

è praticamente impossibile prevedere in quale modo si manifesteranno, come è difficile prevedere a quale razza assomiglierà di più il risultato di queste unioni. Allo stesso modo da un incrocio non si può generare una nuova razza pura: “As 433Ivi, p. 117

434Ivi, pp. 117-119 435Ivi, p. 120

latências germinais e as denúncias perturbarão incessantemente essa homogeneidade”.436 Prevedere quindi il frutto di un incrocio tra razze diverse è

“uma lotaria […] com bilhete brancos e algumas vêzes com a sorte grande, mas sempre de resultado imprevisível em cada caso particular:”437

Dificilmente se encontrão hoje grupos raciais homogéneos. Mas o mestiçamento generalizado e sem restrições só poderá conduzir a um confuso melting pot (corsivo nell'originale) de que sairá uma humanidade biologicamente comparável, no seu profuso polimorfismo individual, na sua variedade caprichosa e incongruente, na infiltração germinal de todos os factores degenerativos – senão letais – e de tõdas as insuficiências individuais aos atípicos e lazarentos «cães das ruas»... […] Leclainche considera a manutenção de barreiras de raça come 'geradora de cataclismos de que a humanidade acabará por se cansar'. Não resultará igual ou maior cataclismo da abolição total dessas barreiras? Não sucederiam a alguns conflitos inter-raciais miriades de conflitos endémicos entre indivíduos e até de dramáticos conflitos interiores em cada individuo?438

Resta il fatto che nelle colonie portoghesi il problema della miscigenação deve essere affrontato proprio per la sua imprevidibilità. In questo passo Correia è consapevole della tendenza storica dei Portoghesi a favorire l'unione con altre razze. Ciò è avvenuto ampiamente in sud America, dove l'unione prima con gli indigeni e poi con le “negras”, introdotte dalla schiavitù, è stato fondamentale per il popolamento e la formazione di una grande nazione come il Brasile439.

Grandezza che si esprime in una egemonia politica, mentale ed economica derivante ed appartenente, secondo Correia, ai ”leucodermi”. Tale conclusione sarebbe evidente perché non si può pensare che il fondatore dell'Impero, Alfonso de Albuquerque, avesse spinto i Lusitani a mescolarsi se non con gli individui delle altre razze più forti e in salute440, applicando una sorta di 436Ibid.

437Ibid. 438Ivi, p. 122

439A riguardo, Gilberto Freyre si era già così espresso: “No Brasil, as relações entre os brancos e as raças de cor foram desde a primeira metade do século XVI condicionadas, de um lado pelo sistema de produção econômica – a monocultura latifundiária; do outro, pela escassez de mulheres brancas, entre os conquistadores.” (Freyre 1933, p. 32)

eugenetica qualitativa ante litteram. Sono casi però che non comprendono tutte le colonie in quanto Correia, a parte il Brasile e Capo Verde con 2/3 della popolazione mescolata, individua statisticamente una bassa percentuale di

mestiços. Verrebbe qui da dire che la supposta tendenza luso-tropicale del

Portoghese alla mescolanza, descritta sopra tutti da Gilberto Freyre, non si fosse verificata in tutti i territori dell'Impero. Correia ad ogni modo è consapevole che le statistiche sulle colonie sono molto incerte per i pochi censimenti e per la difficoltà di stabilire oggettivamente l'appartenenza o la discendenza a una o l'altra razza. Dove la popolazione coloniale è razzialmente mista, egli lamenta la della difficoltà di censimenti esatti, in quanto, molti meticci si fanno passare per “brancos”.441

Quale politica adottare relativamente ai mestiços?

L'antropologo di Porto, nella quarta parte del suo studio, riflette su una discussione avuta a Roma nel 1939 alla XXIV sessione dell'Istituto Coloniale Internazionale dopo aver ascoltato l'esposizione di Alberto de Oliveira. Il rappresentante portoghese vi aveva rilevato la “tendência” dei Portoghesi a promuovere l'eguaglianza giuridica tra le “raças” grazie ad un “verdadeiro espírito cristão” che avrebbe permesso di costruire una grande nazione come il Brasile. È un'affermazione che non viene ben recepita dagli altri delegati stranieri, in particolare dal generale Attilio Teruzzi, rappresentante italiano al congresso. Mendes Correia racconta come questi si fosse avvicinato chiedendo spiegazioni riguardo l'“indigenato” - le forme di uguaglianza giuridica concesse dall'Atto Coloniale di Salazar nei riguardi degli indigeni “assimilados” - e ricordando come l'Italia fascista fosse ostile a qualsiasi tipo di “cruzamento”. Su questo tema il generale aveva citato un motto arabo: “Deus criou os brancos, uma deusa os negros e o diabo os mestiços” e aveva concluso: “Nós queremos elevar os indígenas ao mais alto grau de civilização, criamos para eles escolas, 441Ivi, pp. 124-126

algumas das quais distribuem um ensino muito avançado, mas queremos que o indígena guarde o seu espírito indígena, e que não seja uma cópia má do espírito europeu... Nada de misturas entre indígenas e europeus”.442

Mendes Correia afferma un'opinione di questo tipo potrebbe esser frutto di pregiudizi perché le osservazioni scientifiche non permettono di arrivare a nessuna conclusione. Si chiede comunque se siano “Meros preconceito, injusto e absurdo?”443 “Não ousamos afirmá-lo”. Una nota comunica come la sua

opinione in merito sia cambiata sia cambiata; nonostante avesse affermato in precedenza che i difetti dei meticci non dipendano dalla loro costituzione biologica e che quindi essi possano eguagliare le razze pure, “insistimos hoje na conveniência nacional de restringir os cruzamento raciais.”444 Nel testo

principale ribadisce nuovamente che capire quali caratteri vengano trasmessi al frutto di un'unione sessuale mista è una lotteria, ma “constitui uma perigosa utopia supor o mestiçamento […] come a origem segura de uma humanidade melhor.”445 Quello che interessa a Correia non è tanto trovare una posizione

precisa per questo gruppo tassonomico in una scala gerarchica delle razze, ma capire se il meticcio possa avere degli effetti sulla continuità della missione storica dei Portoghesi nel mondo e sulla permanenza e stabilità delle “virtudes germinais da nossa gente.” Per quanto questi incroci possano essere negativi o 442Ivi, p. 128 Il decreto legge di Lessona (30 dicembre 1937) è il primo provvedimento razzista riguardante le “convivenze coloniali”. Il 29 giugno 1939 si viene a creare un nuovo reato con la legge n. 1004 che in maniera piuttosto vaga si occupa di punire la “lesione del prestigio razziale” e prescrive sanzioni penali “per la difesa del prestigio della razza di fronte ai nativi dell'Africa italiana”. La legge non punisce solo le relazioni sessuali miste, ma, per come scritta, ha un campo d'azione piuttosto generale in quanto cerca di impedire qualsiasi forma di collaborazione o fraternizzazione tra colonizzatori e colonizzati. La legge più dura è quella contro il meticciato del 13 maggio 1940 n.882 che modifica la legislazione sulla questione precedente. I suoi articoli proibiscono ai genitori italiani di riconoscere i figli concepiti da una donna indigena: di conseguenza il “meticcio assume lo statuto del genitore nativo ed è considerato nativo a tutti gli effetti.” Esempi di questi provvedimenti fanno capire come l'intenzione del legislatore, del regime fascista italiano fosse quella di far sparire il meticcio in quanto categoria, assimilandola al nativo. Cfr. Colotti 2004, p. 38

443Ibid. 444Ivi, p. 133 445Ivi, p. 130

positivi è certo che andranno a modificare la “fisionomia tradicional da Pátria.”446 “Resultaria o mais desolador e inextricável caos étnico, uma

humanidade atípica.”447 Anche se l'incrocio, in determinati casi, “escassez de

colonos portugueses vindos da metrópole, dificuldade de aclimação dos europeus”, può servire per consolidare e sviluppare lo sfruttamento delle colonie, deve sempre attuarsi, attraverso una “selecção eugénica dos progenitores” precisando che qui non si vuole parlare di una vera “assimilação”, biologicamente impossibile e politicamente pericolosa, ma di una forma di collaborazione utile allo sviluppo coloniale.

Concludendo Correia afferma, facendo suo quel paternalismo razzista riservato precedentemente solo ai nativi, che i meticci, in quanto essere umani legati alla stirpe portoghese, hanno il diritto alla loro “simpatia e apoio”, ma:

Por mais brilhante e eficaz que possa ser a sua acção profissional, económica, agrícola, industrial etc., nunca êles deverão [...] exercer postos superiores da política geral do país, salvo porventura em casos de demonstrada e completa identificação connosco, no temperamento, na vontade, no sentir, nos ideais, casos êsses, aliás, muito excepcionais e improváveis.448

Il problema della mescolanza nelle colonie al Congresso Colonial viene affrontato anche da altri interventi non riguardanti specificatamente l'antropologia fisica. Quello di José Gonçalo de Santa Rita, espresso in O Contacto das raças nas

colónias. Seus efeitos políticos e sociais. Legislação portuguesa può servire, come

esempio, per mostrare che i pensieri di Correia e di Tamagnini sono quelli dominanti, perché interiorizzati da altri intellettuali. Santa Rita, professore alla

Escola Superior Colonial ed esperto di diritto internazionale, mette in guardia 446Ibid.

447Ivi, p. 131 448Ivi, p. 132

sulle possibili disastrose conseguenze del mestiçamento e, per giustificare la sua tesi, cita scienziati ed uomini politici quali Carl Gustav Carus, Gobineau, Chamberlain e Disraeli. Ritiene che l'incrocio interrazziale sia “inconveniente para a raça superior” perché produce “indivíduos progressivamente infecundos, condenados a uma existência precária e à degenerescência física, intelectual e moral.”449 Solo raramente le sue qualità possono uguagliare quelle

dei bianchi, ma in ogni caso il meticcio partirà da una situazione estremamente svantaggiosa, in quanto, non appartenendo a nessuna delle due razze, è escluso dalla vita sociale:

Nas Colónias em que o cruzamento mais se evidencia, como Cabo Verde, o mestiço, em geral, eleva-se acima do negro e muitas vêzes iguala o branco. […] A percentagem de sangue branco torna-se menos resistente às condições mesolológicas e muitos morrem de tenra idade. Outro conseguem criar-se e são de futuro péssimos elementos sociais, desprezando os pretos e odiando os brancos, mal vistos por uns e outros […], elementos nulos na valorição económica e na elevação das colónias.450

Questa condizione determina quindi che, nei confronti del mestiço, venga attuata una forma di tutela, in modo da poterlo usare come risorsa per l'impero. La separazione tra coloni e colonizzati secondo Santa Rita probabilmente continuerà ad esistere, ma occorrerà comunque puntare ad integrare l'indigeno e la popolazione mista perché “de todas as consequências políticas da nossa presença em África a mais grandiosa será a completa nacionalização dos indígenas, pela língua, pela religião e pela fidelidade à Pátria comum.”451

449Santa Rita 1940, p. 17 450Ivi, pp. 20-21