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I sistemi di codifica secondo i tre approcci della Grounded Theory Il problema della codifica ha costituito un’importante procedura analitica

Orientamenti e sviluppi della Grounded Theory: l’approccio costruttivista

12. I sistemi di codifica secondo i tre approcci della Grounded Theory Il problema della codifica ha costituito un’importante procedura analitica

nel processo di ricerca della Grounded Theory, e ciò indipendentemente dal software utilizzato per l’analisi qualitativa.

Nell’analisi dei dati, la codifica dei dati è una fase preliminare necessaria per l’organizzazione e il trattamento dei dati; oltre a costituire un metodo per attribuire codici ai dati, tenendo conto di alcuni elementi di interesse, la codifica si presenta come un potente mezzo per ricercare e recuperare categorie testuali.

Dopo aver codificato i dati, è possibile identificare elementi di testo che possono essere classificati intorno a una categoria prescelta; un modo più raffinato per la codifica dei dati richiede l’interrogazione dei dati in modo da favorire la formulazione di ipotesi. Da questo punto di vista è possibile analizzare la covarianza tra categorie, in modo da valutare le evidenze che sono di supporto a certe proposizioni; tale aspetto è importante per la fondazione di categorie e per l’analisi delle loro relazioni.

Nel parlare dei sistemi di codifica della GT si utilizzano due terminologie: la prima fa riferimento al concetto di famiglia dei metodi di codifica (family coding), di cui si fa portavoce Glaser; la seconda è quella proposta da Strauss e Corbin, cioè il paradigma della codifica (coding paradigm). Glaser distingue due tipi di codifica, quella sostantiva e quella teorica. La prima si riferisce a un’area empirica, la cui prima fase è costituita da una codifica aperta che può essere effettuata:

a) riportando le parole degli attori sul campo;

b) considerando alcune nozioni tratte dalla terminologia sociologica (costrutti sociologici);

I codici teorici descrivono le possibili relazioni tra codici sostantivi allo scopo di fornire un modello teorico; gli esempi utilizzati per definire i codici teorici fanno riferimento a concetti astratti e formali derivati dalle grandi teorie della sociologia e dell’epistemologia. Termini come cause, contesti, conseguenze e condizioni potrebbero costituire relazioni tra codici; se ad esempio alcuni eventi sono codificati come causa e altri come effetto, successivi codici sostantivi potrebbero essere integrati in un modello causale. A tal proposito, Glaser presenta alcune famiglie di codifica derivate da differenti contesti epistemologici (sociologia, filosofia e vita quotidiana); a) termini che si riferiscono al grado di un attributo o proprietà (degree

family), come limite, rango, estensione, quantità;

b) termini che si riferiscono alle relazioni tra il tutto e i suoi elementi (dimension family), come elemento, parte, aspetto, settore, ambito, segmento;

c) termini che si riferiscono a fenomeni culturali (cultural family), come le norme sociali, i valori e le credenze sociali.

Nel procedere verso la codifica teoretica, fondamentale è l’atteggiamento del ricercatore rispetto al dato: dal momento che l’obiettivo non è la verifica di ipotesi, ma la scoperta della teoria, è necessaria l’adozione di una posizione aperta (full open mind): nel racconto che rileva le gerarchie e i rapporti tra i concetti si profila la costruzione progressiva della teoria (Tarozzi 2008, pp. 98-99).

Tale sistema di codifica presenta alcuni limiti. Le famiglie di codifica proposte da Glaser non sono sufficienti a stimolare la scoperta delle possibili relazioni tra dati, al fine di scoprire e cogliere nuove relazioni tra i dati e le categorie emergenti: tale lista si presenta piuttosto come un insieme di termini che risulta di difficile interpretazione per il ricercatore che non possieda un ampio background teorico sull’argomento oggetto di studio. Nel testo Qualitative Analysis for Social Scientists, Strauss cerca di superare il punto di vista di Glaser, in quanto è consapevole della difficoltà, per i ricercatori che non hanno solide conoscenze teoriche sul tema considerato,

di generare teorie ingenue utilizzando un sistema di categorie appropriate per l’oggetto di studio.

Strauss utilizza l’espressione paradigma di codifica (coding paradigm) con particolare riferimento all’organizzazione dei dati e alla chiarificazione delle relazioni tra categorie: […] esso si rileva utile per coloro che conducono una ricerca per la prima volta. Tale paradigma diventa parte del processo di pensiero del ricercatore e consente di attribuire codici a dati rilevanti qualunque sia il fenomeno da indagare (Charmaz 2009, p. 201).

Strauss distingue tre differenti livelli di codifica; aperta, assiale e selettiva. Il primo livello è costituito dalla codifica aperta, che inizia con l’analisi delle interviste e delle note sul campo al fine di produrre concetti che siano il più possibile aderenti ai dati.

La codifica assiale fa riferimento a una profonda riflessione su ciascuna delle categorie emerse. Le categorie, così individuate, costituiscono l’asse al quale fanno riferimento ulteriori codifiche e categorie, nel processo che porta a definire la core category della teoria emergente.

Il concetto di paradigma di codifica è ripreso da Strauss e Corbin nel libro Basics of Qualitative Research: grounded theory procedures and techniques: in coerenza con le riflessioni dell’interazionismo simbolico e del pragmatismo, Strauss e Corbin si pongono l’obiettivo di sviluppare un modello generale che costituisce il riferimento per sviluppare le categorie e le loro relazioni.

Il riferimento a un modello generale di paradigma determina il tipo di analisi e le strategie di interazione messe in atto dagli attori, e ciò dovrebbe costituire lo scopo fondamentale di una GT. Particolare enfasi è attribuita alle intenzioni degli attori e ai processi.

Nella fase della codifica aperta, le categorie sono analizzate in relazione: 1) ai fenomeni, con particolare riguardo alle azioni/interazioni dei soggetti con l’oggetto di studio;

4) alle condizioni di intervento dalle quali i fenomeni indagati risultano influenzati;

5) alle strategie di azione/interazione che gli attori usano per esaminare attivamente i fenomeni indagati.

Il ricercatore, durante la codifica assiale, si pone l’obiettivo di individuare sia i tipi di fenomeno, i contesti, le cause, le condizioni d’intervento, sia le conseguenze rilevanti per la categoria che costituisce la core category individuata per sviluppare la teoria grounded.

Se, ad esempio, sono esaminati gli aspetti sociali del panico cronico, il ricercatore comincia con il determinare contesti d’azioni dai quali ricavare dati tipici per quella tipologia di pazienti e con l’analizzare le caratteristiche delle strategie utilizzate per superare situazioni di panico in differenti condizioni e in svariati contesti sociali.

Ciò conduce alla costruzione di un modello di azione che fornisce le basi per una teoria relativa alla condizione di panico cronico.

Durante la codifica assiale, il ricercatore tenta di individuare quali fenomeni, contesti, condizioni intervenienti e conseguenze siano rilevanti per l’area di studio.

Nell’approccio costruttivista la codifica dei dati assume una natura ricorsiva, in quanto la possibilità di condurre simultaneamente la raccolta e l’analisi dei dati determina una sorta di legame-ponte tra queste attività e la costruzione di una teoria significativa che sia in stretta connessione con i dati stessi.