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Il contesto della ricerca

7. La ricerca qualitativa e l’uso dei software

La comparsa dei primi software per l’analisi qualitativa si è avuta intorno agli inizi degli anni sessanta dello scorso secolo, ma è soltanto dalla metà degli anni ‘80 che essi si sono affermati nelle comunità scientifiche.

maggiore all’interno delle comunità accademiche (Kelle 2002, pp. 282- 283).

Kelle evidenzia un atteggiamento che riflette una certa distanza dalla metodologia di indagine quantitativa, poiché nel corso degli anni sessanta il computer è considerato uno strumento utile per l’analisi dei dati. Gli stessi programmi finalizzati all’analisi del contenuto sono basati su procedure che richiedono l’applicazione di predeterminate categorie discrete utili per le procedure quantitative. Pertanto, si può ben capire come i ricercatori qualitativi, sensibili agli approcci interpretativo e interazionista, esprimano riserve sulla possibilità che una procedura automatizzata sia in grado di contribuire ad analizzare il contenuto semantico dei testi.

I primi software dedicati all’analisi dei dati qualitativi si diffondono in un periodo di serrato dibattito su aspetti come l’efficienza del processo di lavoro, il rigore e l’esplorazione dei dati.

L’efficienza è messa in relazione all’opportunità di gestire campioni di dati comunque estesi e alla possibilità di ottenere un risparmio dei tempi di lavoro nell’organizzare i dati e nel gestire le procedure di codifica e di archiviazione dei molteplici materiali prodotti durante l’itinerario di ricerca. La questione del rigore è messa in relazione alla possibilità di costruire un processo più sistematico e trasparente rispetto ad approcci che risentono della soggettività e dell’arbitrio del ricercatore.

L’esplorazione dei dati si ricollega alla questione della categorizzazione e alle strategie messe in atto per sviluppare teorie.

Le critiche e le diffidenze nei confronti dell’utilizzo dei software per la ricerca qualitativa sono molteplici, e le preoccupazioni partono dall’idea che il processo di analisi sia guidato dalle funzioni offerte dai software piuttosto che dai dati: l’uso del software potrebbe indurre i ricercatori qualitativi a una ricerca veloce e distorta, con il rischio di conclusioni teoriche premature […] potrebbe allontanare il ricercatore dai propri dati e portarlo ad applicare strategie di analisi che contrastano con gli orientamenti metodologici e teorici tipici della ricerca qualitativa (Fielding 1991, p.8).

Tale dibattito metodologico ha posto non pochi interrogativi sulla modalità di analisi dei dati e, dunque, sull’attendibilità e sulla validità delle metodologie di ricerca utilizzate.

I software per l’analisi qualitativa dei dati si distinguono dai software utilizzati per l’analisi quantitativa soprattutto per alcune funzioni concernenti l’archiviazione dei testi (la possibilità di memorizzare il testo oggetto di elaborazione), il supporto per la stesura del rapporto di ricerca e la possibilità di creare diagrammi di flusso e collegamenti tra segmenti selezionati di testo. Tali caratteristiche sono presenti nel software Nvivo. 7.1 Il software NVivo e la Grounded Theory

I software per l’analisi dei dati che seguono l’approccio metodologico della Grounded Theory hanno l’obiettivo di fornire strumenti utili a costruire categorie mediante l’estrapolazione dei significati che emergono dai dati esaminati, stabilendo relazioni tra i significati in modo da giungere alla costruzione di teorie generali e particolari.

Nell’analisi dei dati qualitativi, il software è particolarmente utile per la gestione complessiva del processo di ricerca; l’utilizzo di NVivo83 si rivela fondamentale nel rendere esplicite le procedure analitiche adottate dal ricercatore.

La ricerca qualitativa solitamente richiede di controllare la complessità e il software NVivo aiuta a gestire e a sintetizzare le idee. Offre una gamma di strumenti per perseguire nuove comprensioni e teorie circa i dati e per costruire e controllare le risposte agli interrogativi di ricerca (Richards 1999, p. 4).

Il software per la ricerca qualitativa NVivo consente attività di archiviazione e di trattamento dei testi in coerenza con gli assunti epistemologici della Grounded Theory.

La funzione di archiviazione fa riferimento a tutte le procedure finalizzate alla pianificazione dei materiali raccolti durante il processo di ricerca. La funzione del trattamento dei testi riguarda, invece, le operazioni utili per gestire i documenti e i materiali considerati nel procedere ricorsivo della ricerca.

La flessibilità di utilizzo delle diverse sezioni di lavoro di NVivo non richiede conoscenze specifiche da parte del ricercatore, che può restare coerente con il suo approccio cognitivo; la scelta di avvalersi delle diverse funzioni del programma è infatti strettamente dipendente sia dalle posizioni teoriche del ricercatore, sia dagli obiettivi specifici della ricerca. L’architettura del software pone l’enfasi sulle componenti di processo piuttosto che sui prodotti della ricerca; tale aspetto è molto evidente nelle procedure d’analisi che fanno riferimento alla manipolazione, alle modalità di organizzazione dei dati raccolti, ai modi sia di organizzare e pianificare il lavoro, sia di descrivere, analizzare e interpretare i dati raccolti. Le funzioni del programma si coniugano con le componenti chiave di un qualsiasi processo di ricerca che richiama l’approccio qualitativo: esse permettono infatti una sistematizzazione metodica dei materiali di ricerca mettendo a disposizione efficaci procedure per l’analisi dei dati e facilitando la visibilità di ogni fase del processo analitico. Nell’analisi qualitativa la struttura teorica, la raccolta dei dati, l’analisi e la verifica delle ipotesi non seguono un percorso lineare, ma implicano un ciclo che si ripete più volte nel corso della ricerca. L’analisi che segue la raccolta dei dati può dar vita a nuove ipotesi che fanno riferimento a nuove categorie teoriche sollevando nuove problematiche che si possono affrontare mediante l’apporto di nuovi dati, dando vita così a un processo molto complesso [….]. Ci si trova quindi a scorrere manualmente migliaia di pagine nel tentativo di estrapolare contesti e concetti che verifichino le ipotesi-guida, ma spesso le informazioni da estrapolare si moltiplicano e non sempre si riesce a dominarle. La necessità di procedere a una codifica accurata e metodologicamente valida del materiale di ricerca comporta un lavorio analitico di ampie dimensioni (Cipriani 1995, p.366).

Il software NVivo è coerente con il processo iterativo della Grounded Theory, come è stato ampiamente mostrato in diverse ricerche sull’utilità pedagogica del software.

Esistono differenti versioni del software: nell’analisi dei dati ho utilizzato NVivo 8.084. Il software, come strumento di supporto all’analisi qualitativa, assolve le seguenti funzioni:

a) offre al ricercatore la possibilità di consultare in modo non lineare una quantità densa di dati e di informazioni consentendo di esplorare non solo il testo scritto, ma anche immagini, filmati, registrazioni audio e grafici senza nessun vincolo di sequenzialità, creando percorsi associativi che si possono memorizzare e richiamare senza apportare alcuna modifica alla fonte originale;

b) facilita l’analisi del ricercatore perché consente sia di evidenziare porzioni di testo riferibili alle categorie concettuali ricercate, sia di segmentare e codificare porzioni di testo allo scopo di individuare e quindi analizzare particolari aspetti, assegnando a ciascun segmento un’etichetta;

c) consente al ricercatore di rintracciare velocemente il dato considerato attraverso il riferimento topografico che indica il numero di pagina e la riga, nonché l’unità logica (paragrafo, capitolo, domanda e risposta) all’interno della quale si trova l’elemento cercato.