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corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’azienda. Il fatto che i prezzi delle azioni siano influenzati dalla comunicazione dei risultati179 induce a ritenere che i dati di bilancio delle società quotate, obbligatoriamente sottoposti a revisione, siano considerati attendibili dal mercato e il ruolo dei revisori nell’incrementare la credibilità dell’informativa appare confermato dalle richieste di fornitori di capitali di presentare dati sottoposti a revisione anche nei casi in cui questa non costituisca un obbligo secondo il quadro normativo180.

Contrariamente a tali aspettative, tuttavia, non esistono evidenze conclusive circa il ruolo dei revisori nell’incremento della credibilità della comunicazione, mentre esistono risultati di ricerche empiriche che suggeriscono che le certificazioni dei revisori non siano in grado di fornire al mercato informazioni tempestive181. Le motivazioni offerte dalla letteratura sono diverse: mentre alcuni autori182 sostengono che le società di revisione agiscano in considerazione dell’interesse più dei manager che hanno conferito loro l’incarico che degli investitori, altre possibili spiegazioni si riferiscono al fatto che una certificazione formale è diffusa solo per il bilancio e non per altre informazioni rilevanti e alla possibilità che le grandi società di revisione siano preoccupate più di ridurre la loro responsabilità che di aumentare la credibilità della comunicazione finanziaria, esercitando così pressioni affinché i principi contabili riducano il loro rischio anche a scapito del contenuto informativo del bilancio.

Il processo di codifica comprende vari momenti, che riguardano sia la codifica in senso stretto, sia le attività e le decisioni che vengono prese a monte della preparazione operativa del messaggio: l’azienda sceglie innanzitutto il momento della comunicazione183 e il tema che sarà oggetto del messaggio, in seguito viene stabilito quali contenuti specifici devono essere divulgati nell’ambito dell’argomento trattato e in quale forma debbano essere comunicati, infine alcuni soggetti vengono incaricati della preparazione materiale del messaggio. Per esempio, in vista dell’apertura di nuovi punti vendita, l’azienda può decidere di comunicare al mercato questa notizia in un determinato momento, decidendo quali dati specifici comunicare (es. la localizzazione geografica, la superficie di vendita ecc.) e se comunicarli solo con un messaggio testuale o con l’ausilio di grafici, utilizzando dati qualitativi (es. superficie medio - grande) o quantitativi (es. espressi in metri quadri), per poi preparare concretamente il comunicato stampa che verrà diffuso al mercato.

Già da questo esempio, appare evidente che le attività connesse alla codifica del messaggio sono fortemente condizionate dall’oggetto della comunicazione, e ancor più dal veicolo utilizzato: infatti, le operazioni per la preparazione di un messaggio sono molto diverse se l’azienda deve redigere il bilancio d’esercizio, un comunicato stampa o predisporre una presentazione destinata a un roadshow su piazze finanziarie estere.

In linea generale, una delle principali differenze riguarda i vincoli che devono essere rispettati nel processo di codifica, dal momento che la redazione di documenti oggetto di obblighi informativi è disciplinata da norme e regole specifiche, per cui le scelte aziendali circa il momento della comunicazione, i temi e la forma vengono in una certa misura ridotte: per la preparazione del bilancio l’azienda deve rispettare infatti dei limiti temporali, fornire obbligatoriamente informazioni circa alcuni temi e presentare le informazioni in conformità a quanto dettato dai principi contabili.

Ciò non significa, tuttavia, che le comunicazioni oggetto di informativa obbligatoria non lascino alcuno spazio per autonome scelte di codifica da parte dell’azienda : anche la codifica del bilancio, infatti, pone l’azienda di fronte a numerose scelte, relative, oltre che all’inserimento di informazioni volontarie, alle opzioni

183 Lundholm e Van Winkle sostengono che la scelta del momento rappresenti la decisione principale che l’azienda ha la possibilità di prendere con riferimento alla comunicazione volontaria; in altri termini, all’azienda non è tanto dato di poter scegliere se comunicare, quanto piuttosto di decidere quando comunicare, dal momento che prima o poi le informazioni rilevanti che la riguardano verranno comunque conosciute dal mercato. LUNDHOLM R.VAN WINKLE M., Motives for disclosure and non-disclosure: a framework and review of the evidence, op. cit.

concesse dai principi contabili, alla redazione dei contenuti espressi in forma narrativa e alla veste grafica.

La formulazione delle informazioni che l’azienda intende divulgare nelle parti narrative e grafiche del bilancio e di altri veicoli di comunicazione assume particolare rilevanza in relazione al profilo della leggibilità (readability), indagato da analisi sintattiche che hanno studiato la facilità di lettura dei testi sulla base di caratteristiche sintattiche quali la lunghezza delle frasi e il numero di sillabe contenute in ciascuna di esse.

Secondo una delle definizioni184 più utilizzate dalla letteratura, la leggibilità riguarda la somma degli elementi (comprese le loro interazioni) di un testo stampato che condizionano l’efficacia con cui i lettori ne comprendono il significato, lo leggono a una velocità ottimale e lo reputano interessante. Se da un punto di vista teorico tale concetto comprende interesse, leggibilità e comprensibilità, la sua valutazione viene generalmente effettuata in relazione alle difficoltà testuali185, sulla base di formule (per esempio l’indice di Flesch) che conteggiano le variabili del linguaggio presenti in un testo scritto al fine di costruire un indice che sintetizzi le probabilità di difficoltà dei lettori.

Tali studi si sono focalizzati essenzialmente sulla leggibilità delle sezioni narrative del bilancio (quali la relazione sulla gestione e la lettera agli azionisti), che stanno negli anni assumendo un’importanza crescente dal momento che rappresentano un’opportunità per il management di commentare e discutere dati finanziari e sono particolarmente interessanti per gli investitori meno esperti in quanto spiegano la performance aziendale in termini meno tecnici.

Le evidenze empiriche indicano che le parti discorsive del bilancio sono difficili o molto difficili da leggere per effetto sia della complessità sintattica sia del lessico specialistico che li caratterizza e che negli ultimi decenni la leggibilità del bilancio si è ulteriormente ridotta186. Con riferimento alle variabili associate alla facilità di lettura del

184 CHALL J.S., Readability. An appraisal of research and application, Bureau of Educational Research, Ohio State University Press, Ohio, 1958.

185 JONES M.J.SHOEMAKER P.A., Accounting narratives: A review of empirical studies of content and readability, Journal of Accounting Literature, vol. 13, 1994, pp. 142-184.

186 PASHALIAN S. CRISSY W.J.E., Corporate reports are difficult, dull reading, human interest value low, survey shows, Journal of Accountancy, vol. 94, 1952, pp. 215-219; SOPER F.J.-DOLPHIN R.JR., Readability and corporate annual reports, The Accounting Review, vol. 39, n. 2, 1964, pp. 358-362;

DOLPHIN R.WAGLEY R.A., Reading the annual report, Financial Executive, giugno 1977, pp. 20-22;

BARNETT A. LEOFFLER K., Readability of accouting and auditing messages, Journal of Business Communication, vol. 16, n. 3, 1979, pp. 49-59; JONES M.J., A longitudinal study of the readability of the

bilancio, alcune ricerche hanno trovato conferme empiriche187 all’ipotesi che le aziende più profittevoli188 pubblicano bilanci più leggibili rispetto alle società con performance non soddisfacenti.

Tali risultati suggeriscono che il management potrebbe non essere neutrale nella presentazione dei dati nelle sezioni narrative del bilancio, come confermano le evidenze di una ricerca189 condotta circa la comprensibilità delle note al bilancio, da cui è emersa una maggior difficoltà di comprensione associata alle note che contengono informazioni sfavorevoli per l’azienda. Ciò porta a ipotizzare che la presentazione più leggibile e comprensibile delle informazioni positive rientri in una più ampia tendenza del management a sfruttare le valutazioni, l’informativa divulgata e la codifica dei dati in modo da presentare i risultati ottenuti nella maniera più favorevole per l’azienda, in linea con le evidenze che hanno osservato attività di manipolazione anche in relazione al contenuto del bilancio190.

Di questo profilo si sono occupati alcuni studi condotti circa l’impression management, inteso come il processo con cui gli individui tentano di controllare le impressioni che gli altri si formano al loro riguardo191. I loro risultati hanno

chairman’s narratives in the corporate reports of a UK company, Accounting and Business Research, vol. 18, 1988, pp. 297-305.

187 ADELBERG A.H., Narrative disclosures contained in financial reports: mean of communication or manipulation?, Accounting and Business Research, estate 1979, pp. 179-189; BARKER E.H.KARE D.D., Relationship between annual report readability and corporate financial performance, Management Research News, vol. 15, 1992, pp. 1-4; SMITH M. - TAFFLER R., Readability and understandability:

different measures of the textual complexity of accounting narrative, Accounting, Auditing and Accountability Journal, vol. 5, n. 4, 1992, pp. 84-98; SUBRAMANIAN R.-INSLEY R.G.-BLACKWELL R.

D., Performance and readability: a comparison of annual reports of profitable and unprofitable corporations, Journal of Business Communication, vol. 30, n. 1, 1993, pp. 49-61.

188 Dal punto di vista operativo, le variabili testate comprendono le variazioni dell’earning per share (ADELBERG A.H., Narrative disclosures contained in financial reports: mean of communication or manipulation?, op. cit.), il ROE (BARKER E.H. KARE D.D., Relationship between annual report readability and corporate financial performance, op. cit.), il fallimento (SMITH M. - TAFFLER R., Readability and understandability: different measures of the textual complexity of accounting narrative, op. cit.) e il risultato netto (SUBRAMANIAN R. -INSLEY R.G. -BLACKWELL R. D., Performance and readability: a comparison of annual reports of profitable and unprofitable corporations, op. cit.).

189 MORTON J.R., Qualitative objectives of financial accounting: a comment on relevance and understandability, Journal of Accounting Research, vol. 12, n. 2, 1974, pp. 288-298.

190 JONES M.J., A comment to contextualize “Performance and readability: A comparison of annual reports of profitable and unprofitable corporations”, Journal of Business Communication, vol. 31, n. 3, 1994, pp. 225-230.

191 LEARY M.R. KOWALSKI R.M., Impression management: a literature review and two component model, Psychological Bulletin, vol. 107, n. 1, 1990, pp. 34-47; SYDSERFF R. - WEETMAN P., Developments in content analysis: a transivity index and DICTION scores, Accounting, Auditing and Accountability Journal, vol. 15, n. 4, 2002, pp. 523-545.

effettivamente evidenziato l’esistenza di questo fenomeno in relazione alla preparazione del bilancio, sia per quanto riguarda la scelta dei termini con cui esprimere le informazioni da comunicare, sia per ciò che concerne l’utilizzo di grafici esplicativi dei dati presentati.

Per il primo aspetto, un’indagine192 sulla sezione dell’Operating and Financial Review (OFR) di bilanci britannici (corrispondente a grandi linee alla relazione sulla gestione dei bilanci italiani) ha confermato anche in questi documenti l’esistenza, già verificata con riferimento alla lettera agli azionisti, di un effetto Pollyanna, che consiste in una maggior frequenza nell’impiego di termini positivi rispetto ai termini negativi193, e che si presenta più intensamente per le aziende con performance peggiori.

Per quanto riguarda l’utilizzo di grafici nei bilanci annuali, una ricerca194 comparativa condotta su un campione di grandi aziende statunitensi e britanniche ha osservato un ampio impiego di tali strumenti visivi di comunicazione (utilizzati rispettivamente dal 92% e dall’80% delle aziende), con cui vengono presentati prevalentemente dati relativi alle vendite, ai risultati, all’earning per share e al dividendo per azione.

L’utilizzo di grafici in alternativa alle tabelle presenta numerosi vantaggi: i grafici sono infatti di lettura e comprensione più immediata, facilitano la comparazione e l’identificazione delle tendenze e riescono, soprattutto quando sono colorati, ad attirare l’attenzione del lettore, che memorizza più facilmente i dati in esso contenuti.

L’inserimento di grafici in bilancio, tuttavia, si presta a tentativi di manipolazione delle informazioni, riscontrati sia negli Stati Uniti sia in Gran Bretagna sotto forma di selettività nell’utilizzo dei grafici e nella scelta delle variabili da rappresentare, di distorsione delle misurazioni (per esempio, costruendo assi in cui non è indicata l’origine e i valori di riferimento variano a seconda dei risultati aziendali) e di modalità di presentazione che migliorano la percezione dei dati comunicati (per esempio, scegliendo la scala dei valori riportati sulle assi in modo da mostrare spezzate molto ripide).

192 RUTHERFORD B.A., Genre analysis of corporate annual report narratives: a corpus linguistic-based approach, Journal of Business Communication, vol. 42, n. 4, 2005, pp. 349-378.

193 HILDEBRANDT H.W. SNYDER R.D., The pollyanna hypothesis in business writing: initial results, suggestions for research, The Journal of Business Communication, vol. 18, n. 1, 1981, pp. 5-15.

194 BEATTIE V.JONES M.J., A comparative study of the use of financial graphs in the corporate annual reports of major US and UK companies, Journal of International Financial Management and Accounting, vol. 8, n. 1, 1997, pp. 33-68.

Le difficoltà di lettura del bilancio, così come di altri veicoli utilizzati dall’azienda per comunicare con la comunità finanziaria, risiedono - come già evidenziato - non soltanto nella complessità sintattica del documento e negli eventuali tentativi di presentare favorevolmente o manipolare le informazioni, ma anche nell’utilizzo di un linguaggio tecnico di difficile comprensione per soggetti, quali gli investitori retail, che non sempre dispongono di un’adeguata formazione finanziaria.

Per far fronte a tali difficoltà di decodifica, l’azienda può unire alla comunicazione finanziaria in senso stretto una sorta di metacomunicazione, ossia divulgare anche informazioni che non riguardano i suoi risultati, ma le dinamiche del business in cui opera195 e il significato di termini tecnici o finanziari (per esempio all’interno di un glossario inserito nel bilancio e sul sito web) al fine di migliorare negli investitori retail le competenze finanziarie, la comprensione del business model e dell’earning model aziendale e di conseguenza dell’impatto che possono avere eventi e scenari sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda.

Appare infine opportuno ricordare che le attività connesse alla codifica devono tenere conto anche delle difficoltà che i destinatari possono incontrare nella decodifica per effetto dell’utilizzo di uno specifico canale: per esempio, per le comunicazioni effettuate attraverso internet è fondamentale che l’azienda si preoccupi dei profili relativi alla web usability196, ossia della fruibilità dei dati pubblicati su internet, che comprende la visibilità del sito, la facilità con cui gli utenti possono rintracciare le informazioni ricercate, la leggibilità grafica del sito e altri accorgimenti volti a semplificare la navigazione per gli utenti, con particolare considerazione per i lettori portatori di handicap visivi e uditivi.

195 Tale intervento appare essenziale soprattutto per le aziende che operano in business a elevata complessità tecnica o sottoposte a una forte regolamentazione.

196 Tale tematica è oggetto di un’iniziativa del World Wide Web Consortium, denominata web usability initiative (WAI), volta allo sviluppo di linee guida che rappresentino uno standard per la web usability e alla produzione di materiali di supporto per favorire la comprensione e l’implementazione degli strumenti a essa collegati. Per approfondimenti, si rinvia alle risorse pubblicate sul sito http://www.w3.org/WAI/.