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CONCETTI INTRODUTTIVI AL CLIMATE CHANGE RISK

3. RISCHIO CLIMATICO: LA METODOLOGIA

3.1 CONCETTI INTRODUTTIVI AL CLIMATE CHANGE RISK

Il cambiamento climatico comporta costi economici significativi. I più comuni sono i danni causati da eventi meteorologici estremi come tempeste o alluvioni. Ulteriori esempi sono interruzioni nelle catene di approvvigionamento, prezzi più elevati a seguito di carenze dovute a siccità o minore produttività del lavoro in periodi di caldo estremo. Questi eventi, meglio noti come physical risk, stanno già incidendo sulle nostre economie e gli scienziati sono concordi nell’affermare che aumenteranno nel tempo.

D’altra parte, la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, necessaria per mitigare questi costi fisici, ha un prezzo economico e sociale: dovranno essere effettuati investimenti in tecnologie a basse emissioni, i più elevati prezzi del carbonio uniti ad un’eventuale carbon tax ridurranno i margini e/o le attività produttive inquinanti esistenti dovranno essere cancellate. È presumibile che anche i fenomeni di transition risk saranno sostanziali e andranno gestiti con la massima accuratezza.

I rischi fisici e di transizione, oltre al loro impatto diretto in termini di riduzione del valore degli asset tangibili e intangibili (market risk, technological risk e reputational risk), si traducono in definitiva in maggiori spese e minori ricavi, ovvero riducono i cash flow dei segmenti Corporate, SME e Retail. Minori flussi di cassa e minori valori patrimoniali, nonché la loro volatilità, sono determinanti chiave per valutare la solidità finanziaria e quindi la capacità di servire il debito, con ovvie implicazioni sul fronte del peggioramento del merito creditizio. Il physical risk e il transition risk sono quindi anche una fonte di rischio di credito, vale a dire un climate change credit risk.

Il capitolo vuole essere uno strumento di riferimento per i risk manager dell’industria finanziaria che si trovino a dover approfondire le metodologie di valutazione e gestione del rischio di cambiamento climatico: esso si concentra sui rischi connessi al cambiamento climatico rilevanti da un punto vista finanziario, fornendo una panoramica della letteratura e approfondendo gli step logici e gli strumenti quantitativi utili alla valutazione del rischio.

I dati e le stime presentate hanno valore meramente esemplificativo e divulgativo: essi sono in gran parte tratti da lavori scientifici e database pubblici che non tengono conto, in quanto prodotti antecedentemente, dell’impatto economico e delle conseguenze sui mercati generati dalla pandemia da Covid 19.

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3.2 COME VALUTARE IL RISCHIO CLIMATICO: DALLA COSTRUZIONE DEGLI

SCENARI ALLA MISURAZIONE DEGLI IMPATTI FINANZIARI

Come sottolineato da più fonti in letteratura, gli strumenti e le metodologie per valutare i rischi finanziari climatici sono in fase sperimentale. La commissione AIFIRM con questo documento intende innanzitutto illustrare i principi generali che dovrebbero guidare lo sviluppo di metodologie adeguate nonché fornire una panoramica dei dati e degli strumenti al momento utilizzati dagli intermediari finanziari. Difatti, solo pochi studi forniscono una visione integrata dei rischi climatici da una prospettiva finanziaria37.

Il presente position paper propone un framework completo basato su prove di stress forward looking per l’analisi del rischio fisico e di transizione relativi a diversi scenari climatici. Nel progettare questo quadro, la commissione AIFIRM ha cercato di allinearsi alle attuali best practice in materia di stress test finanziari (Basel Committee on Banking Supervision, 2018). Ciò implica che le metodologie utilizzate possono, in linea di principio, essere applicate dalle banche sia nelle prove di stress bottom-up, sia negli esercizi proposti dai supervisori nelle prove di stress top-down (es. EU-wide stress test proposto da EBA).

Per valutare l'impatto dei cambiamenti climatici sul rischio, si propone quindi un approccio a building block con metodologie che possono essere distinte principalmente in tre fasi:

1. definizione degli scenari climatici: la stima dell’impatto dei cambiamenti climatici e della transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio si basa innanzitutto sulla definizione di scenari forward looking. Questi scenari definiscono in che modo il cambiamento climatico avrà un impatto sulle variabili rilevanti per le attività economiche, in che modo una transizione mitigherà tali impatti e quali misure possono essere adottate per orientare la transizione;

2. stima degli impatti economici e finanziari: una volta stimato l'impatto del cambiamento climatico sulle variabili rilevanti per le attività economiche, le sue conseguenze devono essere tradotte in termini finanziari attraverso simulazioni macro e microeconomiche. Questo passaggio valuta sostanzialmente le ripercussioni dirette e indirette dei cambiamenti climatici e la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e identifica quali attori ne sono interessati e in che misura. Una volta identificati gli effetti economici, il passo successivo è stimare l'impatto di questi effetti sia sui flussi di cassa futuri sia sui bilanci; 3. trasformazione degli impatti finanziari in misure di rischio: sulla base di questa valutazione degli impatti, il passo successivo è calcolare come le variazioni dei cash flow e dei bilanci influenzeranno le varie misure di rischio (es. valori di mercato degli

37 Fondamentali in materia, solo per citarne alcuni, sono i lavori di Monnin (2018), UNEP FI – OW/Acclimatise (2018), Jan Jansen et al. (2019) e

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asset tangible e intangible, merito creditizio in termini di rating e di probabilità di default).

Senza pretesa di esaustività, le diverse ipotesi effettuate dalla commissione AIFIRM per implementare questi elementi sono descritte più dettagliatamente di seguito. Restano infatti aperte diverse tematiche metodologiche che sono state indirizzate nella discussione in modo qualitativo e nei limiti della ragionevolezza: 1) affrontare i limiti dei dati storici, 2) corretto orizzonte temporale dei modelli di rischio utilizzati, 3) trovare il giusto livello di granularità dei dati, 4) identificazione delle pertinenti metriche di esposizione al rischio climatico e 5) traduzione dell'impatto economico in metriche di rischio finanziario.

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