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2. RISCHIO CLIMATICO: IMPATTO SU GOVERNANCE E STRATEGIA DELLE

2.1 LE RACCOMANDAZIONI DELLA TASK FORCE ON CLIMATE-RELATED FINANCIAL DISCLOSURE

2.1.4 Metriche e target (o obiettivi)

Le raccomandazioni formulate dal TCFD in tema di metriche ed obiettivi, si riferiscono ai seguenti ambiti: a) divulgazione delle metriche utilizzate dall'impresa per valutare i rischi e le opportunità legati al clima, in linea con la sua strategia e il suo processo di gestione dei rischi; b) divulgazione delle emissioni di gas a effetto serra (di Scopo 1, Scopo 2 ed eventualmente Scopo 3) ed i relativi rischi31; c)

descrizione dei target utilizzati dall'impresa per gestire i rischi e le opportunità relativi al clima e le prestazioni rispetto ai target.

a) Divulgazione delle metriche utilizzate dall'impresa per valutare i rischi e le opportunità legati al clima, in linea con la sua strategia e il suo processo di gestione dei rischi

Le raccomandazioni formulate in quest'ambito, rivolte a tutte le imprese, inducono a fornire informazioni sui modelli di misurazione utilizzati dalle imprese e per misurare e gestire i rischi e le opportunità legati al clima. In particolare, le imprese - secondo le raccomandazioni del TCFD - dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di includere strumenti di misurazione dei rischi legati al clima associati, ad esempio, all'acqua, all'energia, all'uso del suolo ed alla gestione dei rifiuti (ove questa valutazione sia ovviamente pertinente e applicabile al contesto di business aziendale).

Ove formalizzate, le imprese dovrebbero anche descrivere in che modo tali metriche sono integrate nelle politiche e nei sistemi di remunerazione aziendali, al fine di sensibilizzare i comportamenti individuali alla gestione di tali eventi rischiosi. Ed ancora, ove applicabile, le imprese dovrebbero anche fornire informazioni circa le modalità di formulazione dei prezzi interni di consumo del carbonio, nonché dei parametri di apprezzamento delle opportunità relative ai cambiamenti climatici

31 Si rammenta che le emissioni di gas a effetto serra di Scopo 1 si riferiscono alle emissioni di GHG dirette da fonti che sono possedute o

controllate dall'impresa, mentre le emissioni di gas a effetto serra di Scopo 2 sono indirette da fonti di proprietà o controllate dall'impresa (ad esempio elettricità, calore o vapore acquistati da un fornitore di servizi pubblici). Infine, le emissioni di gas a effetto serra di Scopo 3 provengono da fonti non possedute o controllate direttamente dall'impresa, ma correlate alle sue attività (si pensi ad esempio ai dipendenti pendolari).

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(come i ricavi da prodotti o da servizi progettati per promuovere un'economia a basse emissioni di carbonio).

Le informazioni aziendali - secondo le raccomandazioni - dovrebbero inoltre illustrare i trend dei dati rilevati attraverso le già menzionate metriche di misurazione del rischio, al fine di consentire stime e analisi di tendenza del fenomeno indagato. Tutte queste informazioni, pertanto, dovrebbero essere ricomprese nella descrizione delle metodologie utilizzate per calcolare o stimare le metriche relative al clima all'interno dell'impresa. Nel caso delle banche, le raccomandazioni pongono l'attenzione sulla necessità che gli intermediari forniscano le informazioni sugli strumenti di misurazione dell'impatto del rischio climatico (di transizione e fisici), sui loro prestiti e sull'offerta commerciale a breve, medio e lungo termine. Tali strumenti dovrebbero pertanto riguardare, ad esempio, le modalità di quantificazione dell'esposizione al credito, la valutazione del portafoglio titoli, suddivise per settore economico, area geografica, qualità del credito (espressa in termini di rating esterno ed interno).

Stando alle raccomandazioni, inoltre, le banche dovrebbero fornire informazioni circa l'importo e la percentuale delle attività legate al carbonio (rispetto alle attività totali), nonché l'importo dei prestiti e degli altri finanziamenti connessi per supportare eventuali opportunità di mercato legate ai cambiamenti climatici. Venendo al comparto assicurativo, le raccomandazioni evidenziano la necessità che le compagnie forniscano, tra l'altro, indicazioni circa un'esposizione al rischio (in termini di perdite attese annue) aggregata per le catastrofi meteorologiche delle loro attività immobiliari. Rispetto al segmento dell'asset management e degli asset owner, le raccomandazioni mirano ad enfatizzare la necessità che gestori ed owner illustrino le modalità di misurazione dei rischi e le opportunità di mercato legati al clima, che caratterizzano in ciascun fondo o strategia di investimento. Ove possibile, essi dovrebbero anche illustrare l'evoluzione del tempo di tali modalità e strumenti di misurazione e come vengano tenute in considerazione in sede di scelta e di monitoraggio degli investimenti realizzati.

b) Divulgazione delle emissioni aziendali di gas a effetto serra (di Scopo 1, Scopo 2 ed eventualmente Scopo 3) ed i relativi rischi

In questo secondo ambito, le raccomandazioni rivolte a tutte le organizzazioni si riferiscono alla necessità che le imprese forniscano un'informativa circa le proprie emissioni di GHG (ovvero Greenhouse Gases), riferite alle differenti casistiche nello Scopo 1, Scopo 2 ed eventualmente relative allo Scopo 3, insieme ai relativi rischi. Le emissioni di gas a effetto serra da comunicare dovrebbero essere calcolate, da parte dell'impresa, in linea con la metodologia del protocollo GHG al fine di consentire l'aggregazione e la comparabilità tra imprese anche appartenenti a diversi Paesi.

Inoltre, le imprese dovrebbero fornire informazioni sulla formulazione di eventuali stime e parametri di efficienza delle proprie emissioni di GHG, al fine di

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rappresentare eventuali best practice di settore, anche in un orizzonte temporale determinato e di favorire la possibilità di tracciare un trend di sensibilità ed efficacia/efficienza dei comportamenti aziendali.

Con riferimento al comparto dell'asset management, le raccomandazioni sensibilizzano i gestori e gli owner a fornire una stima media delle emissioni GHG per ciascun fondo o strategia di investimento, oltre a descrivere le informazioni che tengono in considerazione per formulare la propria strategia di investimento basata su tali aspetti di consumo di gas e comportamenti aziendali virtuosi, tesi a "premiare" il risparmio di GHG da parte del mercato.

c) Descrizione dei target utilizzati dall'impresa per gestire i rischi e le opportunità relativi al clima e le prestazioni rispetto ai target

Le raccomandazioni in quest'ambito, invece, rivolte a tutte le imprese, mirano a promuovere la descrizione delle informazioni aziendali relative ai target di: emissioni di GHG, consumo di acqua, consumo di energia, ecc., e dei vincoli che in tali consumi vengono presi in considerazione (norme, mercati, benchmark).

A tal fine, l'impresa dovrebbe fornire - secondo le raccomandazioni TCFD - i propri target di efficienza (o risparmi economici) che intende raggiungere nei risparmi di emissioni di GHG, riferibili, ad esempio, ai propri processi produttivi o organizzativi. Inoltre, le imprese dovrebbero anche fornire informazioni circa la rilevanza di tale obiettivo per la complessiva strategia aziendale, l'arco temporale di riferimento e la periodicità con cui tali risultati vengono monitorati e calcolati al fine di evidenziare il perseguimento o meno del target atteso. Ovviamente, l'impresa dovrebbe anche illustrare le modalità con cui vengono calcolati i target e misurati e monitorati i risultati raggiunti a livello complessivo.

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2.2 L’INTEGRAZIONE DEI RISCHI CLIMATICI NEL SISTEMA DI VALUTAZIONE

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