3. RISCHIO CLIMATICO: LA METODOLOGIA
3.6 PROCESSO DI COSTRUZIONE DEGLI SCENARI FORWARD LOOKING SUL CLIMA
3.6.3 RCP6.0-SSP3-SPA3: lo scenario “Business as Intended”
Il pathway 6.0 è comparabile con lo scenario SRES B2. Le sue principali caratteristiche sono109:
• intenso utilizzo delle fonti fossili; • intensità di energia intermedia;
• incremento dei terreni coltivati e decremento delle praterie; • emissioni da gas naturale stabili;
• emissioni di CO2 in crescita del 75% rispetto alle attuali nel 2060, seguite da un declino fino al 25% in più delle attuali nel 2100.
L’SSP3 è uno scenario di “frammentazione” caratterizzato da una governance debole del cambiamento climatico per effetto di un mondo diviso in regioni di estrema povertà, sacche di ricchezza intermedia e un gruppo di nazioni che cerca di mantenere tenori di vita elevati. Dal punto di vista politico prevale l’esigenza di sicurezza ed emergono blocchi contrapposti o comunque non coordinati.
Questo scenario non riesce a conseguire grandi obiettivi ambientali, quali il risparmio energetico o l’abbandono dei combustibili fossili, ma si limita ad obiettivi regionali (quali il contenimento dell’inquinamento e la sicurezza alimentare ed energetica). L’economia si è de-globalizzata, con restrizioni sul commercio internazionale di energia e cibo, e cresce lentamente a causa dei ridotti investimenti (sia in ricerca e sviluppo che in istruzione), mentre la popolazione aumenta in modo significativo, causando un forte incremento della superficie urbanizzata.
Dal punto di vista dell’energia, uno scenario di limitati investimenti in ricerca e sviluppo genera un percorso di cambiamenti tecnologici lenti sia per quanto riguarda i combustibili fossili, sia le tecnologie CCS (Carbon Capture and Storage) che le fonti rinnovabili da biomassa e non-biomassa. C’è un significativo sviluppo della tecnologia nucleare nei paesi più ricchi, principalmente con l’obiettivo di raggiungere una maggiore sicurezza energetica, mentre prevale una certa diffidenza verso le fonti rinnovabili non-bio dovuta alla scarsa alfabetizzazione tecnologica e ai costi elevati. Lo scarso progresso tecnologico limita l’efficacia delle tecnologie CCS.
Dal punto di vista dell’agricoltura pochi sono gli interventi: la deforestazione prosegue, mentre la resa della coltivazione di cereali si stabilizza per la mancanza
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di progresso tecnologico. Nelle nazioni più ricche la dieta è sbilanciata verso le calorie animali, al contrario delle nazioni più povere dove è forte il rischio di assistere a fame e carestie. I commerci rallentano e sono caratterizzati da scambi regionali. Lo scenario RCP6.0-SSP3-SPA3 in sintesi
Il forzante radiativo passa da 2,63 W/m2 nel 2020 a 3,99 W/m2 nel 2050 La concentrazione di CO2 passa da 417,1 ppm a 511,4 ppm La temperatura media
mondiale cresce di 0,87 gradi nel periodo 2020-2050
La significatività dei fattori di vulnerabilità può essere riassunta nella seguente tabella:
Scenario RCP6.0-SSP3-SPA3: i diversi fattori di vulnerabilità
Fattori di vulnerabilità
Rischio Fisico Siccità e
ondate di calore
La riduzione delle precipitazioni in questo scenario è del 10% al 2020, con riduzione del 20% in Sicilia. La riduzione della superficie innevata è tra il 15% e il 20%: il rischio di siccità va pertanto considerato moderato in tutta la nazione ed elevato nel Sud-Italia.
I giorni caldi per questo scenario non sono tabulati all’interno dei riferimenti precedenti110, tuttavia l’aumento della temperatura globale autorizza a considerare almeno moderato in rischio di ondate di calore.
Alluvioni, erosione e frane
In questo scenario l’innalzamento del livello del mare è sostanzialmente analogo al pathway 4.5, ed arriva a 40- 50 cm nel 2100 e a circa 20 cm nel 2050. Si deve quindi ritenere moderato il rischio derivante da erosioni e alluvioni nelle zone costiere.
Windstorms ed eventi estremi
Come già nel pathway RCP4.5 ci si deve attendere un aumento della severity degli eventi. Il rischio va considerato elevato.
Rischio di
transizione Rischio tecnologico La produzione di energia primaria è prevista nel 2020 a 222.316 EJ/yr, con un incremento di 337 EJ/yr La quota rinnovabile non-bio, a 7107 EJ/yr nel 2020 sale di 255 EJ/yr, mentre quella da biomassa, a 10.643 EJ/yr nel 2020, sale di 959 EJ/yr. Non sono tuttavia previsti cambiamenti tecnologici (la capacità elettrica cresce dai 2064,61 GW del 2020 ad un ritmo di 25 GW/yr, il valore più basso nei quattro scenari). Il rischio tecnologico va quindi considerato basso.
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La produzione agricola raddoppia (da 1339 milioni t DM/yr a 2627) a fronte di un incremento della superficie coltivata di circa il 10%, dobbiamo quindi considerare un rischio tecnologico almeno moderato per l’agricoltura, che vede in particolare esplodere la produzione di cereali per energia da biomassa.
Rischio di
mercato L’economia dei paesi OCSE rallenta in modo significativo, con un PIL che cresce nei tre decenni dal 2020 al 2050 rispettivamente dell’1,32% annuo, dello 0,78% annuo e dello 0,48% annuo.
È forte l’aumento di domanda di cereali, a fronte di una sostanziale stabilità della domanda di carne, inoltre la presenza di un mercato regionalizzato rende probabilmente basso il rischio di mercato per gli agricoltori.
In questo scenario va citato, infine, che la riduzione del ph al 2050 resta non significativa, mentre nel 2100 si arriva a una riduzione di 0,15 (contro uno 0,25 del path 8.5).
Si deve quindi considerare un danno progressivo alla pesca, che si manifesta nella seconda metà del secolo. Infine, per il settore energia, il rischio di mercato resta basso per i produttori, ma elevato per gli utilizzatori, che sono costretti dal ritardo nello sviluppo tecnologico a far fronte a maggiori consumi per alimentare infrastrutture obsolete.
Rischio politico In questo scenario il rischio politico è basso, infatti non vengono implementate delle politiche stringenti di gestione dell’ambiente.
Il prezzo delle emissioni di carbonio resta costante, passando per l’OECD da 25,963 US$2005/t CO2 nel 2020 a 28,588 nel 2050.
In questo pathway anche le emissioni da agricoltura sono soggette al medesimo pricing.
La popolazione mondiale cresce significativamente, da 7,7 miliardi di persone nel 2020 a 10 miliardi nel 2050, mentre nei paesi OCSE resta stabile, passando da 1,15 miliardi a 1,11 miliardi, come pure l’area edificata. Le foreste si riducono sia a livello mondiale (da 3,75 a 3,57 miliardi di ettari) sia dei paesi OCSE (da 0,97 a 0,94). L’assenza di politiche sull’agricoltura porta ad una crescita a livello mondiale delle aree coltivate a cereali per energia, pur a fronte di una crescita della popolazione mondiale molto più contenuta nei paesi OCSE.
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