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RCP4.5-SSP2-SPA2: lo scenario “Two Degree”

3. RISCHIO CLIMATICO: LA METODOLOGIA

3.6 PROCESSO DI COSTRUZIONE DEGLI SCENARI FORWARD LOOKING SUL CLIMA

3.6.2 RCP4.5-SSP2-SPA2: lo scenario “Two Degree”

Il pathway 4.5 è comparabile con lo scenario SRES B1. Le sue principali caratteristiche sono107:

• bassa intensità di energia;

• forti programmi di riforestazione;

• riduzione dei terreni coltivati e delle praterie a seguito di cambiamenti nella dieta;

• politiche climatiche stringenti; • emissioni da gas naturale stabili;

• debole incremento della CO2 e declino a partire dal 2040.

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L’SSP2 è uno scenario intermedio, che prevede il perdurare dei trend storici, con una convergenza lenta verso gli obiettivi della sostenibilità e un graduale ed incompleto abbandono dei combustibili fossili. I commerci sono globalizzati, ma non tutte le economie sono floride: i paesi in via di sviluppo convergono, in modo diseguale, verso la performance dei paesi più ricchi, tuttavia gli investimenti in istruzione non sono sufficienti a limitare il trend di crescita della popolazione. Le diseguaglianze permangono, lasciando vaste porzioni dell’umanità senza accesso ad acqua pulita e cure mediche avanzate.

Dal punto di vista dell’energia, l’abbandono dei combustibili storici prosegue con i trend storici, e lo sviluppo di tecnologie non fossili e rinnovabili avviene con modalità intermedie rispetto agli altri SSP.

Lo sfruttamento del territorio è soggetto a una regolamentazione incompleta: da un lato la deforestazione prosegue, seppur a ritmi rallentati, dall’altro il tasso di crescita delle aree coltivate a cereali si riduce nei paesi sviluppati. Il consumo di cibo fa ricorso ad un livello intermedio di calorie animali e il commercio del cibo resta regionalizzato.

Lo scenario RCP4.5-SSP2-SPA2 in sintesi

Il forzante radiativo mondiale cresce da 2,62 W/m2 nel 2020 a 3,675 W/m2 nel 2050

La concentrazione di CO2 cresce da 414,7 ppm nel 2020 a 496,1 nel 2050

La temperatura media si alza di 0,72 gradi

La significatività dei diversi fattori di vulnerabilità può essere riassunta nella seguente tabella:

Scenario RCP4.5-SSP2-SPA2: i diversi fattori di vulnerabilità

Fattori di vulnerabilità

Rischio

Fisico Siccità e ondate di calore

Ci si attende nel lungo periodo, una riduzione delle precipitazioni che arriva a -10% nel 2100 con una contrazione del 10%-15% delle superfici innevate. Il rischio di siccità deve pertanto ritenersi moderato in tutta l’Italia108. Per quanto riguarda le ondate di calore, il rischio deve considerarsi comunque moderato poiché in questo RCP i giorni caldi aumentano di circa il 35%.

Alluvioni, erosione e frane

In questo scenario l’innalzamento del livello del mare arriva ad essere di 40-50 cm nel 2100 e di circa 20 cm nel 2050. Si deve quindi ritenere moderato il rischio derivante da erosioni e alluvioni nelle zone costiere.

108 Hanasaki et al, A global water scarcity assessment under Shared Socio-economic Pathways - Part 2: Water availability and scarcity.

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Per quanto riguarda le alluvioni interne, si deve tenere conto che ci si attende un aumento a livello mondiale del 20% delle precipitazioni nei giorni più piovosi.

Windstorms ed eventi estremi

In Italia ci si deve attendere un aumento della severity degli eventi (per effetto dell’accresciuto contenuto energetico dell’atmosfera). Il rischio va considerato elevato.

Rischio di

transizione Rischio tecnologico La produzione di energia primaria è prevista nel 2020 a 204.089 EJ/yr. Essa cresce in media di 624 EJ/yr. La componente rinnovabile da biomasse è a 12791 EJ/yr nel 2020, e resta stabile (12819 EJ/yr nel 2050). La componente non biomassa è stimata a 12009 EJ/yr nel 2020, e cresce di 427 EJ/yr, rappresentando circa 2/3 della crescita dell’energia totale.

Il consumo di energia da parte dell’industria resta stabile, passando da 47786 EJ/yr nel 2020 a 52991 EJ/yr nel 2050, mentre crescono le quote delle utenze residenziali e commerciali (da 58437 EJ/yr a 60695 EJ/yr) e dei trasporti (da 55964 EJ/yr a 64850 EJ/yr).

La capacità elettrica (considerata un indicatore tecnologico) è di 2653,7 GW nel 2020, e cresce nel periodo al ritmo di 43,5 GW anno (circa un terzo della crescita è dovuto all’energia eolica).

Per l’energia il rischio tecnologico va considerato moderato, per via del proseguire dei trend storici attuali che prevedono un graduale abbandono delle tecnologie tradizionali in favore delle rinnovabili.

Per quanto riguarda l’agricoltura, la produzione dei cereali cresce di circa il 20% e quella di carne del 15%, pertanto il rischio va considerato moderato scontando un aumento della resa.

Rischio di

mercato Lo scenario prevede un rallentamento della crescita economica, con un prodotto interno lordo dei paesi OCSE che cresce ad un tasso dell’1,87% nel decennio 2020-2030, all’1,53% nel decennio 2030-2040 e all’1,33% nel decennio 2040-2050. I consumi crescono a partire da 29428 bln US$2005/yr nel 2020 al ritmo di 943 bln/yr.

Il rischio di mercato può considerarsi moderato sia per il settore energia che per quello agricolo, poiché al rallentamento dell’economia fa fronte una crescita dei consumi, e la regionalizzazione relativa dei commerci di cibo consente agli agricoltori di fronteggiare eventuali calamità naturali agendo sui prezzi.

Rischio politico

Il prezzo delle emissioni di carbonio decresce dai 12,654 US$2005 per tonnellata di CO2 a 12,324 nel 2050 (toccando un minimo a 7,566 nel 2040), successivamente inizia a crescere fino a 141,330 US$/t CO2 nel 2100: il ridotto pricing di carbonio porta a prevedere un basso rischio politico per i settori a elevate emissioni.

La popolazione è stabile nei paesi OCSE (cresce da 1,17 miliardi a 1,28 miliardi di persone), mentre nel mondo cresce significativamente (da 7,6 a 9,2 miliardi di persone). L’utilizzo del territorio resta costante nel periodo (i cereali passano da 470 miliardi di ettari a 487 miliardi di ettari e l’allevamento da 764 miliardi di ettari a 770 miliardi di ettari

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rispettivamente). La superficie forestale resta costante (sia a livello di paesi OCSE che mondiale), determinando un rilassamento sulle politiche di emissione e quindi il rischio politico resta basso.

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