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Considerazioni conclusive

IL PATRIMONIO DI UN MUSEO? APPROCCI CONTABILI NAZIONAL

DISAVANZO MONETARIO AVANZO MONETARIO

3.6. Considerazioni conclusive

Nel presente contributo si è ampiamente sottolineata l’importanza che un’attenta valutazione circa la sostenibilità delle dinamiche finanziarie di un’azienda museo riviste sia in ambito di controllo interno, orientato al per- seguimento della mission museale con le scarse risorse a disposizione, che 12

Ne è un esempio l’indicatore che misura il grado di rigidità del flusso di cassa della ge- stione ordinaria e che si calcola raffrontando il Flusso di cassa operativo corrente del museo col suo Flusso di cassa operativo.

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L’indicatore esprime, in pratica, la capacità museale di trasformare in flussi monetari i ricavi del periodo amministrativo derivanti dalla gestione istituzionale e correlati sia ai con- tributi in conto esercizio ad essa destinati, che alla vendita di biglietti ed abbonamenti.

in quello esterno, finalizzato a garantire la migliore allocazione dei limitati finanziamenti pubblici.

In tal senso, è stata confermata la validità del Rendiconto finanziario co- me strumento di valutazione delle performance finanziarie conseguite da un museo. Entrambi i modelli di prospetto proposti e differenziati in base alla metodologia di elaborazione adottata risultano, infatti, certamente utili a:

• misurare la liquidità prodotta o assorbita dalla gestione museale; • valutare il contributo delle singole gestioni alla variazione comples-

siva della risorsa di riferimento (nel caso in questione, la liquidità immediata del museo);

• determinare l’area gestionale che ha assorbito più liquidità e quella che ne ha prodotto in maggiore quantità;

• verificare le modalità di impiego del flusso positivo (o di copertura del flusso negativo) prodotto dalla gestione museale;

• valutare il grado di flessibilità di fabbisogni e fonti;

• analizzare le scelte di finanziamento degli investimenti museali; • controllare le tipologie di fonti utilizzate per il rimborso dei prestiti

contratti;

• ricercare delle eventuali correlazioni tra specifiche tipologie di im- piego e di fonte;

• valutare la composizione di fonti e impieghi ed il loro grado di equi- librio.

Di particolare rilievo appare poi l’utilità di entrambi i prospetti nel valu- tare il grado di “autonomia” di cui gode il museo nell’ambito del sistema pubblico, da intendersi in riferimento non tanto alla sua proprietà e alla formula giuridica adottata, ma alla capacità dimostrata di reperire le neces- sarie risorse finanziarie attraverso canali ulteriori rispetto ai trasferimenti pubblici. Le valutazioni condotte con l’analisi dei Rendiconti finanziari proposti possono, in tal senso, sostenere delle apposite politiche gestionali utili a sviluppare la capacità museale di attrarre risorse finanziarie, che ap- pare quanto mai necessaria in un contesto in cui i diversi musei sono sem- pre più costretti a competere tra loro per contendersi la preferenza non solo delle utenze finali, ma anche dei potenziali erogatori di fondi.

Volendo, infine, porre a confronto i due prospetti indicati, quel che emerge innanzitutto è che, comunque, il primo (quello “diretto”) richiede l’utilizzo di una metodologia di costruzione certamente più lunga e dispen- diosa dell’altra, ma anche utilizzabile solo in chiave di controllo interno, in quanto richiede la disponibilità di informazioni difficilmente reperibili da analisti esterni al perimetro museale. La medesima metodologia diretta consente, tuttavia, di costruire un prospetto di Rendiconto finanziario cer-

tamente più analitico del secondo e può quindi fornire un maggior quantita- tivo di elementi utili a supportare il processo decisionale degli organi di governo aziendale. Spetterà, pertanto, allo specifico analista (interno o esterno che sia) la scelta di quale dei due prospetti adottare in base alle in- formazioni disponibili o in relazione alle proprie esigenze conoscitive.

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4. LA DIMENSIONE ECONOMICA