L’APPROCCIO CONTABILE
E = VALORE AGGIUNTO DELLA GESTIONE ORDINARIA DEL MUSEO (A+B+C-D)
+ Proventi straordinari (Rivalutazioni, Plusvalenze) - Oneri straordinari (Svalutazione, Minusvalenze)
F = Risultato gestione straordinaria VALORE AGGIUNTO GLOBALE (E+F)
Per analizzare a “valorialità” del museo-azienda dal punto di vista eco- nomico, il prospetto contabile sopra esposto (Tab. 1) espone risultati inter- medi che esprimono il valore aggiunto per linee di attività e quello globale (da ora VAG).
Il primo risultato economico è quello attinente all’attività istituzionale tipica: cura e conservazione delle collezioni. Il “Valore della Produzione” è composto tipicamente dai contributi in conto esercizio erogati da enti pub- blici o privati, da sponsorizzazioni, nonché da proventi legati al prestito di beni per mostre e studio. Si tratta di una grandezza economica “spuria”, in quanto, le componenti reddituali che tradizionalmente ne rappresentano la parte più consistente, sono espressione non tanto del valore creato e ricono- sciuto dall’utente del servizio, quanto piuttosto di quello che gli stakeholder
finanziari attribuiscono alle attività di conservazione (prevenzione, manu- tenzione e restauro), documentazione, catalogazione e di ricerca scientifica. Stante la massiccia presenza di trasferimenti attivi o contributi pubblici all’interno del “Valore della produzione”, tanto da mettere ampiamente in discussione la significatività del valore aggiunto come espressione del valo- re creato nell’ambito culturale di riferimento, si ritiene ragionevole assume- re un’interpretazione più ampia del concetto medesimo. Infatti, il “Valore della produzione” è individuata nel valore creato e riconosciuto “dall’ambiente” (Catturi, 2003, p. 531), rappresentato non solo dall’utenza diretta dei servizi, ma anche e soprattutto dall’utenza diffusa (collettività attuale e futura), considerate le finalità delle attività sopra richiamate.
Al VAG (a1) delle attività di cura e conservazione delle collezioni, se- gue quello riguardante la loro esposizione permanente e relativa valorizza- zione (VAG a2).
Il “Valore della produzione” è computato in base ai proventi da bigliet- tazione (se la vendita del biglietto è a pagamento), nonché da fondi elargiti da enti pubblici o contributi di soggetti privati per la realizzazione di pro- getti museologici od attività didattico-educative. I Consumi intermedi com- prendono costi di fattori di attivazione legati non solo alla realizzazione delle precedenti attività, ma anche alla predisposizione di sale, la selezione e l’ordinamento delle collezioni e l’attività di allestimento espositivo.
La somma algebrica del VAG (a1) e VAG (a2) rappresenta il VAG dell’attività istituzionale tipica del museo-azienda; esso esprime la capacità di creare valore nello svolgimento delle funzioni “core” attribuite normati- vamente agli istituti di cultura di riferimento.
Il risultato economico intermedio successivo attiene alle attività istitu- zionali collaterali, cioè quelle realizzate in aggiunta alle precedenti per ot- timizzare le potenzialità di valorizzazione del patrimonio culturale gestito. In questo caso il “Valore della produzione” è composto soprattutto da rica- vi/proventi derivanti da mostre temporanee, da eventi speciali (proiezioni e rassegne cinematografiche ecc.), da seminari e workshop. I costi dei fattori di attivazione, riepilogati nei Consumi intermedi, sono generati non solo dalle attività remunerative sopra menzionate ma anche da quelle editoriali, da operazioni di organizzazione e realizzazione di spedizioni scientifiche e dai servizi di biblioteca/fototeca tipicamente gratuiti.
Dal VAG (b) delle attività istituzionali collaterali si passa al VAG (c) riguardante quelle accessorie con finalità culturali. Si tratta di prestazioni che sono connesse a quelle istituzionali tipiche, ma che non rappresentano attività “core” rispetto alla missione del museo. Pertanto il relativo “Valore della produzione” annovera i ricavi dalla vendita online di biglietti, da ces-
sione di sale a terzi per la realizzazione di iniziative culturali, da servizi di supporto multimediale a pagamento, servizi di riproduzione e duplicazione, cessione di diritti di sfruttamento dei beni e delle collezioni di cui il museo detiene il copyright, da consulenze (bibliografiche, archivistiche, di restau- ro ecc.) e da altre attività e servizi con tale finalità. I costi dei fattori a velo- ce rigiro (di attivazione) impiegati nelle precedenti attività compongono i Consumi intermedi delle medesime.
La somma algebrica del VAG (a), VAG (b), VAG (c) rappresenta il VAG (A) dell’intera attività istituzionale del museo-azienda.
Seguono le componenti reddituali positive derivanti dalla gestione commerciale (royalties da servizi di bar/caffetteria/ristorazione erogati da terzi, da bookshop/gadget shop, altre attività e servizi a pagamento) che vengono a formare il “Valore della produzione” della medesima. Ad esso vanno sottratti i Consumi intermedi, cioè l’insieme delle utilità cedute nell’esercizio dai fattori di attivazione per determinare il VAG (B). Quest’ultimo risultato, aumentato dei Ricavi derivanti dalle attività trasver- sali (proventi che provengono dalla gestione finanziaria e altri ricavi di na- tura economica) e decurtato dei relativi Consumi intermedi (costi dei servi- zi di accoglienza, sicurezza e pulizia e attività amministrativa, fund-raising, informatica e marketing), diventa il VAG della gestione ordinaria del mu- seo-azienda (E). Ad esso si somma algebricamente il risultato della gestio- ne straordinaria per la determinazione del VAG del museo-azienda.
L’altra modalità di rilevazione del VAG è espressione della prospettiva dell’azienda che reintegra, con il valore aggiunto dai relativi processi pro- duttivi, i costi di competenza derivanti dall’utilizzo della struttura, ossia i consumi annuali dei beni e diritti che compongono i “pacchetti patrimonia- li” precedentemente descritti (patrimonio delle conoscenze, finanziario, strumentale, culturale, naturale)16.
Proponiamo di seguito il prospetto contabile del VAG come “Fondo per la reintegrazione dei consumi di struttura”.
16
Relativamente al Valore Aggiunto Globale calcolato nella prospettiva della remunerazio- ne dei consumi di struttura, Catturi (2003, p. 526) specifica che si tratta di una «grandezza gestionale, la cui denominazione intende esprimere l’attività incrementativa svolta dall’unità aziendale, che testimonia il suo grado di partecipazione o il suo apporto alla costituzione di un ideale “fondo di valore” da cui i soggetti che compongono la comunità aziendale e su quella locale, nazionale ed anche mondiale possono attingere i mezzi per soddisfare i biso- gni via via avvertiti».
Tab. 2 – Prospetto di riparto del VAG del museo