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Gli indicatori patrimonial

IL PATRIMONIO DI UN MUSEO? APPROCCI CONTABILI NAZIONAL

2.3. Gli indicatori patrimonial

Il prospetto contabile che rappresenta la situazione patrimoniale del mu- seo in un dato istante (fine periodo amministrativo od in data infrannuale) costituisce la piattaforma informativa di partenza per effettuarne il check-up aziendale, ossia monitorarne lo “stato di salute”. Dallo stato patrimoniale riclassificato secondo i criteri finanziari precedentemente descritti, si desu- mono indicatori contabili utili al controllo di gestione.

Nel tentativo di fornire informazioni sulla performance raggiunta in termini di solidità, solvibilità e liquidità, da parte di un qualsiasi museo- azienda, nell’arco di un determinato periodo amministrativo, si propone il seguente “cruscotto” di indicatori:

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Dalle statistiche 2012 della Regione Toscana si evince che il 58,5% dei musei aperti sono pubblici di cui il 41,5% appartenenti ad enti pubblici territoriali. Fra i musei privati (41,5% sul totale dei musei aperti in Toscana) prevale la forma giuridica delle associazio- ni/fondazioni (19,8%). Per maggiori informazioni si consulti il sito http://www.regione. toscana.it/-/musei-della-toscana-rapporto-2012.

Tab. 1 – Indicatori patrimoniali

Indicatore Modalità di calcolo

1) Indice di autonomia finanziaria Patrimonio Netto Totale Passivo + Patrimonio Netto

2) Indice di indebitamento (1a linea) Passivo

Totale Passivo + Patrimonio Netto

3) Indice di indebitamento consolidato (2a linea) Passività consolidate

Totale Passivo

4) Indice di indebitamento corrente (2a linea) Passività correnti

Totale Passivo

5) Indice di copertura delle immobilizzazioni Attività fisse Capitale permanente

6) Indice di solidità patrimoniale Attività Passività

7) Indice di solvibilità corrente (current ratio) Attività correnti Passività correnti

8) Indice di liquidità (quick ratio) Liquidità diff. + liquidità imm. Passività correnti

L’indice di autonomia finanziaria esprime l’incidenza percentuale della ricchezza netta sul totale delle fonti finanziarie. Esso può assumere un valo- re compreso fra 0 e 1 (0-100% se espresso in termini percentuali). È evi- dente che tanto maggiore è la misura di tale indice, quanto più elevato è il livello di capitalizzazione del museo-azienda.

L’indice di indebitamento (1a linea) è l’esatto complementare del prece- dente5. Tanto maggiore è il valore di questa misura, quanto più elevato è il grado di dipendenza del museo-azienda da fonte esterna.

L’indice di indebitamento consolidato (2a linea) e l’indice di indebita-

mento corrente (2a linea) rappresentano misure di dettaglio del precedente indicatore sintetico6. Infatti il primo esprime l’incidenza dei finanziamento da rimborsare oltre i 12 mesi sul totale delle fonti di terzi, mentre il secondo esprime il peso dei debiti da onorare entro l’anno sullo stesso totale. Il valo- re di tali quozienti è compreso tra 0 a 1 (0-100% se espresso in termini per- 5

Gli indicatori di composizione del Passivo di “prima linea” presentano al numeratore un aggregato passivo ed al denominatore l’importo totale (del Passivo) (Magliacani, 2011, pp. 463-496).

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Gli indicatori di “seconda linea” si calcolano ponendo al numerare una specifica fonte di finanziamento ed al denominatore l’aggregato a cui essa appartiene (Magliacani, 2011, pp. 463-496).

centuali). Se l’indice di indebitamento consolidato è maggiore di quello corrente si avranno delle ripercussioni maggiori sulla redditività del museo- azienda, in quanto i prestiti a medio-lungo termine generano oneri finanzia- ri. Tipicamente i debiti a breve termine sono rappresentati da dilazioni di pagamento (30-60-90 mesi) concesse dai fornitori. Se però essi sono forma- ti da scoperti in conto corrente o da brevi anticipazioni bancarie allora quest’ultimi contribuiranno ad innalzare il costo dell’indebitamento.

L’indice di copertura delle immobilizzazioni evidenzia in che misura l’Attivo fisso è finanziato da risorse finanziarie acquisite dal museo perma- nentemente (Capitale proprio) o da rimborsare nel medio-lungo termine (Passività consolidate). Per qualsiasi istituzione museale dotata di autono- mia gestionale e finanziaria, è importante calcolare questo indice che se- gnala una situazione di equilibrio se esso assume valore pari all’unità, o vi- ceversa di incaglio finanziario qualora il valore del quoziente risulti supe- riore a tale importo. In quest’ultimo caso, la struttura finanziaria si trove- rebbe sbilanciata, poiché gli investimenti strutturali (Attivo fisso) sarebbero in parte coperti da fonti esigibili nel breve termine (Passività correnti).

L’indice di solidità patrimoniale misura la capacità del museo di rim- borsare le risorse acquisite da fonte esterna (Totale Passività consolidate e correnti) nell’ipotesi in cui il capitale investito venga interamente liquidato. Il valore dell’indice inferiore all’unità denota una situazione di dissesto fi- nanziario; in condizioni di normale funzionalità gestionale, l’indice risulta maggiore o uguale all’unità.

L’indice di solvibilità corrente permette di valutare la capacità del mu- seo di onorare gli obblighi finanziari nel breve termine. Come quello di co- pertura delle immobilizzazioni di cui è il complementare, tale indicatore permette di verificare se il museo-azienda, dotato di autonomia gestionale e finanziaria, si trova in equilibrio finanziario; un valore inferiore all’unità denota, infatti, una situazione di incaglio finanziario (Passività correnti che vanno a finanziare investimenti durevoli). La misura dell’indicatore può approssimativamente coincidere con quella della “liquidità secca” (quick

ratio), se le disponibilità economiche sono di valore marginale. È evidente

come l’indicatore in esame assuma particolare rilevanza per quei musei la cui attività commerciale è particolarmente sviluppata.

Il quick ratio misura la capacità del museo di far fronte ai propri impegni finanziari esigibili entro dodici mesi, utilizzando denaro in cassa, valori ad esso assimilabili o diritti a riscuotere denaro nel breve termine, anche in for- ma cambializzata. Il museo-azienda può presentare un buon livello di solvibi- lità (current ratio ≥ 1), ma un basso grado di liquidità se l’attività commer- ciale genera scorte difficili da smaltire in dodici mesi (quick ratio ≤ 1). Que-

sta circostanza può verificarsi nei musei che svolgono un’intensa attività commerciale.