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Considerazioni conclusive Famiglia Bianch

Da quanto emerso in entrambe le interviste possiamo dedurre che la figlia è entrata nell’adolescenza con serenità. Non si sono manifestati problemi di chissà quale rilievo se non quelli comuni a tutti gli adolescenti, ovvero litigi più frequenti, poca attenzione a quello che dicono i genitori, rendimento scolastico più scarso. Il fatto che Anna sia stata adottata all’età di quasi 10 anni è un elemento da tenere in considerazione, a mio parere, non solo per quanto riguarda le origini, ma anche nel rapporto con i genitori. Essere adottati a quest’età implica il fatto di avere già numerosi ricordi e spesso informazioni della propria famiglia di origine e può ostacolare la relazione di attaccamento che si viene a creare tra genitori adottivi e figlio. Fortunatamente non è il caso della famiglia Bianchi, come la madre stessa ha affermato, anche se stanno insieme da pochi anni, è nata una sorta di familiarità con la figlia tale da creare un rapporto solido che li fa sentire una famiglia unita sotto tutti gli aspetti. Il legame che si è venuto a creare tra genitori e figlia è, da quanto ho potuto vedere, un legame stabile e positivo, la figlia sente di essere amata e di poter contare sui genitori e, a loro volta, i genitori affermano che l’esperienza dell’adozione li ha cambiati totalmente e che gli sembra di aver sempre vissuto con Anna da quanto la sentono legata.

193 Per certi versi Anna può sembrare emotivamente un po’ più piccola rispetto alla sua età ma, secondo me, è dovuto al fatto di essere stata adottata tardi e di aver vissuto per ora solo tre anni con la nuova famiglia, quindi, per lei potrebbe non essere giunto ancora il momento di “separarsi” e differenziarsi dai genitori adottivi, infatti non ha ancora avanzato maggiori richieste di autonomia o di uscite con i coetanei, forse sente il bisogno di godersi ancora un po’ della sua infanzia insieme a loro.

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6.2.3 La famiglia Verdi

La famiglia Verdi è la terza famiglia che ho avuto modo di intervistare nel corso della mia esperienza. I coniugi Verdi hanno adottato, in momenti separati, due bambini dall’India, provenienti dallo stesso istituto ma non fratelli biologici. La signora alla prima adozione aveva 33 anni, mentre alla seconda ne aveva 39; il marito aveva 34 anni al momento della prima adozione e 40 alla seconda. Sono quindi passati circa sei anni tra la prima adozione e la seconda.

La prima ad essere adottata è stata Maria all’età di 2 anni e 8 mesi mentre il secondo figlio, Sandro, è stato adottato all’età di 3 anni e mezzo.

Attualmente la ragazza ha 17 anni e frequenta la quarta superiore mentre il ragazzino ha 11 anni e mezzo e frequenta la quinta elementare.

Inizialmente avevo deciso di intervistare entrambi i figli, poi però, una volta concluse le interviste, ho ritenuto opportuno prendere in considerazione solamente quella di Maria in quanto più vicina, per età, alle questioni di interesse di questa tesi di laurea. Infatti, anche se nell’età della preadolescenza, Sandro sembra emotivamente più piccolo, anche per le risposte date, e, forse i temi trattati sono risultati troppo delicati. Pertanto anche per quanto riguarda l’intervista ai coniugi ho deciso di riportare i commenti riferiti a Maria in quanto più salienti per l’argomento oggetto di questo studio.

Intervista alla coppia

Prima parte: Cambiamenti e rapporto genitori-figlio

Per quanto riguarda il rapporto genitori-figlio i coniugi, nelle risposte, si sono riferiti a Maria, in quanto, proprio perché adolescente, è in lei che si riscontrano più cambiamenti in questo periodo. I coniugi affermano che il rapporto con la figlia non si è modificato con l’arrivo dell’adolescenza, cioè non è più conflittuale rispetto al passato, ciò che invece è cambiato è il rapporto che Maria ha con se stessa e con i propri coetanei.

Secondo la coppia non bisogna fare differenziazioni tra ragazzi adottati e non adottati, in quanto entrambi possono vivere determinati cambiamenti durante la fase adolescenziale e provare disagio per qualche aspetto che precedentemente non dava alcun problema.

195 tempo, sta vivendo una sorta di crisi con sé stessa, per quanto riguarda il proprio aspetto, e per quanto riguarda il rapporto con i coetanei affermano che più volte Maria non si sente capita e non si sente a proprio agio.

Nel rapporto con i genitori, anche adesso che Maria è adolescente e Sandro sta crescendo, è stato sempre mantenuto attivo un dialogo aperto, i figli possono confidarsi e affrontare assieme ai genitori i problemi che li affliggono. Infatti, da questo punto di vista, non si sono presentate maggiori criticità, con il passaggio all’adolescenza, nel dialogo e nel confronto. Per i coniugi essere genitori adottivi non comporta necessariamente delle differenze da quelli biologici, entrambi infatti devono affrontare gli stessi problemi che si presentano nella crescita dei proprio figli e essere in grado di guidarli nel prendere le decisioni giuste. Infatti le strategie che deve assumere un genitore adottivo sono le stesse che tutti i genitori dovrebbero prendere e si basano sul dialogo, un rapporto sincero e raccontare le cose come stanno, ovviamente nel modo più adeguato in relazione all’età dei figli.

Seconda parte: La scuola e le relazioni con i coetanei

I genitori affermano che Maria ha un ottimo rapporto con la scuola, studia molto, a volte anche troppo secondo loro, e i risultati sono lodevoli, il padre inoltre dice: “Nostra figlia

quando si prefigge un obiettivo lo porta sempre a termine”.

Per quanto riguarda i cambiamenti in ambito scolastico con il passaggio all’adolescenza la coppia sostiene che la figlia ha avuto maggiori difficoltà in passato, in particolare alle medie. Il problema si è presentato in seconda media quando la ragazzina affermava di non sentirsi a suo agio nella classe in cui era inserita e questo incideva molto anche sul suo impegno, sulla voglia di studiare e quindi sul suo rendimento. In terza media Maria ha voluto cambiare scuola e, a detta dei genitori, “C’è stata una grande svolta”.

Alla domanda relativa alla preparazione della scuola e, nello specifico, del corpo docenti, sulle tematiche adottive, i genitori affermano: “Assolutamente no, c’è poca conoscenza del

tema” inoltre rimangono stupiti dal fatto che ancora adesso vengano dati compiti relativi alla

nascita e alla storia personale che possono far soffrire i bambini: “Nostra figlia una volta ha

pianto per questo” (riferito ad un episodio di un compito assegnato da un’insegnante relativo

alla storia personale, al quale Maria non aveva potuto rispondere perché non era in possesso di quell’informazione; successivamente la maestra si è scusata con la ragazzina). Solo di recente, secondo i coniugi, la scuola si è dimostrata un po’ più sensibile al tema, grazie ai corsi di aggiornamento organizzati per i docenti.