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Essere genitori di adolescenti adottati: rinforzare il patto adottivo

In seguito alle modifiche al Titolo V della Parte Seconda della Costituzione, l'adozione internazionale costituisce materia di competenza esclusiva dello Stato, poiché riguarda settor

3.3 Essere genitori di adolescenti adottati: rinforzare il patto adottivo

L’adolescenza, per tutte le famiglie, rappresenta uno degli eventi più impegnativi da affrontare, ma la complessità aumenta se ci si riferisce ad una famiglia adottiva, proprio per la specificità che questa fase evolutiva comporta. L’età adolescenziale viene vista come momento critico in quanto può mettere in crisi l’equilibrio familiare. Ma, allo stesso tempo, le criticità sollecitano i membri della famiglia nel trovare nuove strategie per affrontare le sfide che l’evento ha posto, trovando così un nuovo equilibrio familiare. Sicuramente la famiglia vivrà un periodo destabilizzante prima di raggiungere un nuovo equilibrio, ma questo è un elemento necessario nel ciclo di vita familiare. Al contrario, “se la famiglia non individuerà

nuove strategie, rimanendo radicata a quelle vecchie, non riuscirà a cogliere l’opportunità di cambiamento che l’evento critico presenta e rimarrà in una fase di stallo” (Walsh, 1995).

174 D. Bramanti, R. Rosnati, Il patto adottivo. L’adozione internazionale di fronte alla sfida dell’adolescenza, Franco

107 Vi sono alcune sfide specifiche che l’adolescenza pone alla famiglia adottiva:

a) Le trasformazioni e i cambiamenti (fisici, cognitivi, psicologici, emotivi) che l’età dell’adolescenza comporta, sia per i figli che per i genitori, e la rottura, e conseguente ridefinizione, dei precedenti equilibri familiari.

b) Alcune specificità che questo evento comporta nella famiglia adottiva, rispetto a quella naturale, prendono in considerazione i fattori che possono facilitare o complicare questo processo.

c) Un caso a parte, e potenzialmente più complesso, è rappresentato dal fenomeno (in aumento negli ultimi anni) dell’adozione di un adolescente o preadolescente175.

“La complessità di questo evento riguarda le trasformazioni che deve affrontare l’adolescente sul piano fisico, cognitivo, emotivo e relazionale che comportano necessariamente una ristrutturazione della sua identità” (Bramanti, Rosnati, 1998). Inoltre il progressivo

allontanamento e la differenziazione dell’adolescente dai genitori adottivi fa sì che debba essere ridefinito il reciproco legame di appartenenza per avviare un armonico processo di svincolo che non provochi rotture irreversibili, si tratta quindi di rinegoziare il patto adottivo.

Le autrici Donatella Bramanti e Rosa Rosnati, nel loro libro “Il patto adottivo. L’adozione internazionale di fronte alla sfida dell’adolescenza”, individuano cinque tipologie di patti adottivi che possono essere rinforzati o rinegoziati da genitori e figli nell’adolescenza176:

1. Patto di riconoscimento e valorizzazione delle differenze: l’evento adottivo ha portato

ricchezza alla storia di genitori e figli. Le famiglie caratterizzate da questo patto riconoscono le differenze rispetto alle famiglie biologiche e non tentano di negarle. Emerge quindi una valorizzazione delle differenze che consente di ripercorrere positivamente la storia adottiva. Il fattore determinante per la costruzione di questo patto è rappresentato dalla modalità con cui la storia, che ha preceduto l’evento adottivo, è stata affrontata in famiglia (che diventa un capitolo fondamentale dell’intero nucleo adottivo). Si tratta inoltre di famiglie che riconoscono di aver ricevuto molto dalle famiglie di origine, in quanto i figli adottivi sono stati tanto desiderati e attesi177.

175 www.commissioneadozioni.it “La formazione nazionale per le adozioni internazionali: complessità e specificità”

Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali, pag. 126.

176 D. Bramanti, R. Rosnati, Il patto adottivo. L’adozione internazionale di fronte alla sfida dell’adolescenza, Franco

Angeli, Milano 1998, pag. 177.

108 2. Patto di assimilazione reciproca: si riscontra il tentativo congiunto (di genitori e figli) di

negare le differenze per assomigliare il più possibile al modello di famiglia naturale. I genitori manifestano il bisogno di assimilare il figlio negando le sue origini ed il figlio manifesta il bisogno di appartenere in modo profondo alla nuova famiglia. L’evento adozione viene messo tra parentesi dai genitori per assimilare il figlio adottivo ad un figlio naturale, in modo da poter ricalcare fedelmente il modello della famiglia biologica178.

3. Patto imperfetto: si tratta di un patto non del tutto riuscito. A volte i genitori possono proporre al figlio un patto di assimilazione, ma questo non può aderirvi completamente a causa della complessità della storia precedente l’adozione, alla quale cerca di dare un senso. I sentimenti nei confronti dei genitori biologici possono essere ancora acuti e spesso ambivalenti. Questa ambivalenza si può ripercuotere anche sulla condizione di vita attuale nella famiglia adottiva ed il conflitto della doppia appartenenza non è ancora risolto. L’appartenenza alla famiglia adottiva non appare scontata, bensì messa in discussione e, spesso, la problematicità vissuta dal ragazzo viene taciuta. Gli adolescenti faticano a mettere insieme due genealogie179.

4. Patto di negazione: sia genitori che figli adottivi mettono in atto una sorta di censura nei

confronti della diversità dell’origine. Viene estromessa dalla storia familiare tutto il racconto relativo all’adozione, probabilmente perché rievocare la storia precedente e l’evento adottivo può risultare particolarmente doloroso, sia per il figlio sia per i genitori adottivi. Tuttavia questa censura del passato non consente nemmeno di sviluppare solidi legami nel presente. L’appartenenza alla famiglia adottiva può risultare precaria e problematica. Gli adolescenti non sentono il legame con i genitori e specularmente anche i genitori, spesso, non sentono il legame con i figli. Gli adolescenti non si sentono appartenenti né alla famiglia adottiva né a quella biologica, possono sentirsi come “figli di nessuno”.

5. Patto impossibile: si riscontra una sorta di sconnessione tra i bisogni dei genitori e quelli del figlio adottivo, i bisogni reciproci non sono convergenti. All’interno delle famiglie caratterizzate da questo patto si può manifestare un atteggiamento che Brodzinsky e Schechter (1990) hanno definito “insistenza sulla differenza” ovvero una tematizzazione insistente sulla diversa origine del figlio adottivo. La sconnessione tra esigenze dei genitori e del figlio, che

178 D. Bramanti, R. Rosnati, Il patto adottivo. L’adozione internazionale di fronte alla sfida dell’adolescenza, Franco

Angeli, Milano 1998, pag. 177-180.

109 disillude le aspettative, può provocare in entrambi molta rabbia con un conseguente ulteriore allontanamento tra loro180. È questa la tipologia di patto adottivo più rischiosa per un fallimento.

La rielaborazione delle proprie rappresentazioni interne è un processo che si ripresenta in tutte le età della vita ma, nell’adolescenza adottiva, assume la forma di un’esperienza congiunta tra genitori e figli, per la forza dei vissuti che rendono più intense le relazioni. I genitori adottivi devono fare i conti tra il figlio reale e il figlio del desiderio, mentre il figlio, a sua volta, confronta i genitori reali che l’hanno cresciuto con quelli sconosciuti e immaginati che l’hanno generato. “Queste reciproche proiezioni possono essere dolorose, in particolare per

l’adolescente, soprattutto se i genitori non riescono ad essere testimoni e garanti della possibilità del loro figlio di pensare, cercare e idealizzare le proprie origini ed esprimere le proprie emozioni al riguardo” (Zavattini, 2009).

Nella storia di ogni figlio adottivo è presente un dolore per l’abbandono e la perdita subiti: perdita dei genitori, delle abitudini, delle esperienze, del proprio Paese, pertanto necessita di qualcuno che gli spieghi in modo plausibile quello che è avvenuto, ruolo che deve essere assunto dai genitori adottivi181. “Uno dei compiti principali della famiglia adottiva è quello di

parlare al ragazzo delle proprie origini, di costruire o narrare con lui la sua storia per permetterne la rielaborazione e dargli la possibilità di affrontare anche gli eventi traumatici del suo passato” (Chistolini, 2010). Questo passaggio risulta particolarmente importante in

adolescenza in quanto concede al ragazzo la possibilità di poter riformulare al meglio la propria identità.

180 D. Bramanti, R. Rosnati, Il patto adottivo. L’adozione internazionale di fronte alla sfida dell’adolescenza, Franco

Angeli, Milano 1998, pag. 178.

181 www.commissioneadozioni.it “La formazione nazionale per le adozioni internazionali: complessità e specificità”

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3.4 Considerazioni conclusive

L’adolescenza rappresenta un punto nodale del ciclo di vita della famiglia adottiva. Da una parte possono riemergere vissuti tipici delle prime fasi dell’adozione: elaborazione della sterilità, accettazione del bambino, riflessioni sul significato di famiglia adottiva. Dall’altra parte il ragazzo inizia a consolidare la propria identità e assume consapevolezza rispetto alla persona che è e che vuole diventare. Questo passaggio, come più volte ricordato, implica l’integrazione dei vissuti passati, presenti e futuri della propria vita, e può risultare più complesso e, a volte, doloroso per un adolescente adottato rispetto ad un coetaneo non adottato. Le caratteristiche e le strategie messe in atto dalla famiglia adottiva per affrontare i problemi adolescenziali fanno sì che le difficoltà possano essere più o meno accentuate. La letteratura in materia ha evidenziato l’importanza di costruire una rete di sostegno intorno al figlio adottivo che gli consenta di ricercare positivamente la propria individualità.

I genitori devono saper accompagnare e sostenere il ragazzo nella narrazione dei suoi vissuti e non considerare l’adozione come un tabù, altrimenti rischiano che l’adolescente abbia difficoltà a dare un senso alla propria esistenza182.

La famiglia adottiva deve affrontare sfide diverse rispetto a quella biologica: oltre ai classici compiti posti dall’adolescenza, i genitori adottivi devono fare i conti con le difficoltà e le specificità dell’adolescenza adottiva (affrontare i vissuti di abbandono ed esperienze traumatiche, tener conto dei genitori biologici, dell’identità etnica e culturale, delle differenze somatiche, ecc.).

La famiglia, affinché l’adolescenza del figlio sia vissuta con serenità, deve esser stata capace di costruire, negli anni vissuti insieme, relazioni positive e sicure che abbiano riparato i legami disfunzionali precedentemente instaurati dal figlio.

L’adolescenza, la costruzione di un’identità positiva, il passaggio all’età adulta sono fortemente legati alla capacità dei genitori adottivi di sostenere ed aiutare il ragazzo, soprattutto attraverso la ricostruzione della storia dell’adozione e condividendo valori, scopi, impegni (Iafrate, 2010; Santona, 2010; Zavattini, 2010)183.

L’adolescenza è sicuramente una fase evolutiva delicata e complessa nel percorso di crescita di un figlio adottivo. I numerosi elementi che si presentano e vengono ad intrecciarsi in questa fase la rendono particolarmente ricca e complicata. A volte si possono riscontrare problematiche serie o meno serie ma è da dire che, nella maggior parte dei casi, l’adolescenza

182 www.commissioneadozioni.it “La formazione nazionale per le adozioni internazionali: complessità e specificità”

Collana della Commissione per le Adozioni Internazionali, pag. 180.

111 adottiva si può sviluppare in modo positivo e sereno. Certamente, vista e considerata la sua specificità e complessità, possono risultare utili interventi di sostegno e accompagnamento del nucleo adottivo in questa fase delicata al fine di prevenire o contenere eventuali disagi che si presentano. Nella fase del post-adozione (primi tre anni dall’arrivo del minore in famiglia) sono numerose le modalità di sostegno del neo nucleo adottivo, risulta opportuno però includere e integrare anche iniziative di supporto e accompagnamento in coincidenza con la fase adolescenziale ed altri passaggi delicati che la famiglia adottiva deve affrontare184.

A tale proposito nel prossimo capitolo andrò a descrivere in che modo i servizi si adoperano, e quali misure attivano, per rispondere alle necessità delle famiglie adottive che si trovano ad affrontare la fase adolescenziale del proprio figlio.

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Capitolo 4. La risposta dei servizi sociali