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La famiglia adottiva: il “romanzo familiare”

In seguito alle modifiche al Titolo V della Parte Seconda della Costituzione, l'adozione internazionale costituisce materia di competenza esclusiva dello Stato, poiché riguarda settor

1.6 La famiglia adottiva: il “romanzo familiare”

“La famiglia viene intesa come nucleo nel quale è possibile sviluppare la cultura dell'adozione, in cui il bambino può ricevere l'amore e il calore familiare, avendo un papà ed

una mamma “permanenti” che gli garantiscano l'accoglienza, l'accettazione ed un rapporto di reciprocità”48

Il termine “adottare” deriva dal latino “ad optare” che significa “desiderare per” qualcosa o meglio qualcuno. Il termine fa quindi riferimento ad un desiderio che nasce nel cuore e nella testa dell'individuo. Il progetto adottivo per realizzarsi diventa necessariamente un progetto comune: si apre alla coppia (coinvolgendo entrambi i coniugi), alla famiglia allargata (nonni e zii), alla comunità in cui la famiglia vive (vicinato, scuola, parrocchia) ed anche, ovviamente, alle istituzioni pubbliche che attraverso gli atti amministrativi e giudiziari disciplinano e formalizzano l'atto di adozione.

L'adozione rappresenta quindi un concetto multidimensionale, un incastro particolare in cui si intrecciano numerose variabili che vanno dalle trame familiari in cui i soggetti sono inseriti, agli aspetti giuridici e normativi che disciplinano l'iter adottivo, alla rete sociale che circonda il nucleo familiare fino ad arrivare alle dimensioni culturali che incidono sulla rappresentazione socialmente condivisa di adozione e sui significati ad essa attribuiti49.

La genitorialità adottiva è un processo complesso che si articola nel tempo e richiede alla coppia di sentirsi genitori a tutti gli effetti e di costituire una famiglia in assenza di un legame di consanguineità, rispettando e valorizzando la storia, i vissuti e le origini del bambino

47 www.anfaa.it

48 M. Franzini, Formazione alle competenze interculturali nell'adozione internazionale, Franco Angeli, Milano 2001. 49 D. Bramanti, R. Rosnati, Il patto adottivo, Franco Angeli, Milano 1998, pag. 15.

38 all'interno di una storia familiare comune.

La figura genitoriale rimanda ad una serie di temi sensibili relativi all'immagine interna di madre e di padre, alla rappresentazione di Sé nel ruolo di genitore, alla costruzione dell'immagine del proprio figlio, alla relazione con il bambino e con il partner nel ruolo di compagno e di genitore.

La genitorialità non riguarda solamente il singolo individuo, ma è una funzione complessa determinata dall'apporto di ogni singolo genitore, dalla coppia genitoriale in sé e anche dal figlio.

Ciò che coinvolge genitori e figli sono i sentimenti di riconoscimento ed accettazione che consentono di costruire un legame di reciprocità attraverso un processo educativo.

L'antropologo e psicanalista Françoise-Romaine Ouellette sostiene l'esistenza di un paradosso dell'identità adottiva: una tensione tra la costruzione di una comune appartenenza tra genitori e figli e il riconoscimento dell'origine del figlio adottivo estranea al gruppo familiare. La formazione di una famiglia adottiva rappresenta un'esperienza che si inscrive nella tensione tra un ideale culturale, ancora molto forte, della consanguineità e un'insistenza crescente sulla dimensione psicoaffettiva dei legami familiari. La famiglia adottiva è caratterizzata da un legame che unisce indipendentemente dai vincoli genetici, di sangue, ma continua ad essere inserita in una società che parte dall'assunto che la “vera famiglia” sia legata dall'eredità genetica. Da qui nascono immagini a volte negative e stereotipate dell'adozione che continuano a permeare i mass media.

Altro pregiudizio che pervade la nostra cultura è quello dell'affiliazione esclusiva, ovvero l'impossibilità che un bambino abbia più di un padre e di una madre. Ma l'adozione, crea una famiglia che è, per forza di cose, in qualche modo legata ad un'altra famiglia, quella naturale del bambino. L'esperienza dell'adozione integra storie familiari diverse e costruisce un legame a partire da una discontinuità di affetti: per il bambino la separazione dalle figure di riferimento, mentre per i genitori la continua ricerca di un figlio che non arriva.

Per tutti questi motivi i genitori adottivi sono divisi tra il desiderio, da un lato, di condividere e raccontare la loro esperienza e di come questa ha cambiato completamente la loro vita, e dall'altro lato il timore di non essere compresi ed essere giudicati50.

Parlando di famiglia adottiva non si può non fare riferimento alle origini, ovvero alla storia della nascita della famiglia. Con questi termini si vuole intendere il processo di legittimazione su cui si fonda l'appartenenza reciproca dei membri, solitamente veicolata dalla nascita biologica dei figli dai genitori nel susseguirsi delle generazioni. Nella famiglia adottiva la

39 difficoltà è proprio quella di spiegare, a se stessi ed al bambino, come un evento di tipo giuridico e affettivo possa sostituirsi a quello biologico, senza però cancellarlo, ma realizzando ugualmente quella legittimità di appartenenza necessaria per riconoscersi come famiglia. L'adozione si muove sempre fra due poli: la doppia appartenenza e la cancellazione dell'evento nascita biologica. Ma questo paradosso può essere superato attraverso la scissione della genitorialità nelle due funzioni indispensabili: coloro che generano e coloro che crescono. Con l'adozione infatti il ruolo genitoriale viene attribuito a coloro che si occuperanno della crescita, i quali ricevono questo ruolo attraverso la rinuncia di coloro che hanno generato biologicamente il bambino51. Sulla rinuncia si deve poi innestare la capacità dei genitori adottivi di concedersi la propria legittimazione genitoriale interna ad avere un figlio52. Questa legittimazione, per i genitori biologici, si acquisisce tramite l'evento nascita, è facilitata quindi da un evento reale che, in seguito, permetterà al bambino di crescere come membro di quella famiglia. Per i genitori adottivi, invece, è diverso: per acquisire il nuovo ruolo di figura genitoriale è necessario passare attraverso l'autolegittimazione cioè una legittimazione genitoriale interna. In assenza della capacità riproduttiva, infatti, solamente l'autolegittimazione interna permetterà di raggiungere il presupposto fondamentale per la successiva relazione di appartenenza del bambino. I genitori devono essere in grado di spiegare al bambino l'origine della famiglia, e questo potrà essere fatto solamente dopo aver raggiunto l'autolegittimazione interna. Solo allora i genitori saranno capaci di rivelare la cosiddetta “verità narrabile” o “romanzo familiare”, che coincide con la storia familiare co- costruita dai membri della famiglia adottiva in modo trasparente e condiviso, esplicitando il doppio ambito di riferimento53.

La famiglia adottiva trasforma le diversità in unità senza però annullare tali diversità e mantenendo la sua storia in un continuum: in questo modo la storia individuale di ciascun componente si integra diventando storia familiare condivisa e valorizzata dai suoi membri. Il processo attraverso il quale si costruisce la genitorialità e la filiazione adottiva è lento e progressivo e richiede una continua rivisitazione delle relazioni familiari. È proprio per questo che si inizia a parlare di “patto adottivo” inteso come un incastro singolare e irripetibile dei bisogni, delle aspettative e della storia di cui sono portatori il figlio, la coppia genitoriale e la famiglia d'origine della coppia54.

Nel momento in cui genitori e bambino si incontrano avviene un evento meraviglioso: esseri

51 D. Guidi, M.N. Tosi, La restituzione dei bambini stranieri: fallimenti adottivi e indicatori di rischio, Milano 1995. 52 E. Scabini, P. Donati, Famiglia e adozione internazionale: esperienze, normativa e servizi, Vita e Pensiero, Milano

1996, pag. 105-112. 53 ibidem

40 umani che non si erano mai visti finora stringono un patto implicito basato sulla costruzione di una relazione di amore e affetto. La costruzione del patto adottivo per il nuovo nucleo familiare non è un passo così scontato come si potrebbe pensare, al contrario richiede tempo, conoscenza reciproca e gradualità.

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Capitolo 2. Crisi adottiva e fattori di rischio