Vediamo ora quanto è emerso dalla sua intervista.
Prima parte: Cambiamenti e rapporto con i genitori
“Il primo giorno non avevo le ciabatte allora mio papà è andato immediatamente al supermercato più vicino, in Colombia, ed è andato a prendermele…e ce le ho ancora adesso”. Questo è il ricordo che Anna ha vissuto con maggiore intensità, ricorda inoltre con profonda
190 gioia il momento del primo incontro con i genitori adottivi dicendo: “Mi sembrava di essere appena nata” e quando sono tornati in Italia c’erano un sacco di persone ad accoglierla. Questa sua frase, a mio parere, è molto significativa, il primo incontro ha rappresentato per Anna una sorta di “seconda nascita”, come molto spesso viene definita l’adozione in letteratura.
Un episodio che, invece, la fa ancora stare male è un ricordo della vita in Colombia, legato a suo fratello (biologico) però, durante l’intervista, non si è sentita di confidarmelo perché troppo personale, privato e difficile da raccontare. Invece, al momento attuale, la cosa che la infastidisce e la fa stare un po’ male è quando i suoi amici non riescono a mantenere un segreto da lei confidato e tradiscono quindi la sua fiducia.
La ragazzina afferma che il rapporto con i genitori, specialmente all’inizio, è stato molto tranquillo perché si impegnava a scuola allora loro erano soddisfatti, però, da quando ha iniziato a frequentare le scuole medie, si impegna un po’ di meno e capita che vada male nelle verifiche, allora i genitori si arrabbiano e cercano di farle capire che deve applicarsi di più. Rispetto a tre anni fa, quando era appena arrivata in Italia, i genitori ora si fidano maggiormente di lei e le lasciano più di autonomia, specialmente negli spostamenti da casa a scuola e nella gestione dei tempi, i litigi sono diventati un po’ più frequenti, sempre a causa della scuola e del fatto che si impegna meno. Per quanto riguarda la domanda: “Secondo te tutti gli adolescenti vivono un periodo più conflittuale con i genitori?” Anna risponde: “Non lo so perché ci sono alcuni ragazzi e genitori che vanno più d’accordo e altri invece meno” e continua dicendo che, secondo lei, comunque è normale che i genitori e i figli litighino, a prescindere che uno sia stato adottato oppure no.
Seconda parte: La scuola e le relazioni con i coetanei
Anna, da settembre, frequenta la classe prima media e passa gran parte della sua giornata a scuola perché il pomeriggio è seguita per lo studio assistito, per il fatto che fino ai nove anni non aveva mai frequentato una scuola. Gli aspetti positivi della scuola, per lei, sono gli amici e il fatto di poter parlare e confrontarsi con loro, quelli negativi invece sono alzarsi presto la mattina e studiare troppo. Non sono mai successi episodi particolarmente imbarazzanti in ambito scolastico e Anna è ben integrata nel gruppo classe, però non riesce a frequentare i compagni nel tempo libero perché ha molti impegni, trascorre la maggior parte della giornata a scuola e il tempo libero è dedicato alla famiglia e al nuoto.
191 nell’ambito del nuoto, come già accennato dai genitori, questo aspetto conferma il fatto che Anna è sicuramente una ragazzina espansiva e che fa amicizia con facilità però non è ancora riuscita a costruire un legame saldo con qualcuno in particolare.
Anna conosce qualche ragazzo adottivo, anche perché, quando i genitori frequentano i gruppi di auto mutuo aiuto, viene fatto un gruppo parallelo, gestito da animatori, per i figli adottivi, quindi in queste occasioni ha modo di parlare e confrontarsi con loro.
Terza parte: Le origini
Anna afferma che a volte in famiglia parlano delle sue origini, però lei si ricorda tutto e, di conseguenza, non fa molte domande ai genitori riguardo al suo passato. Secondo la ragazza, a volte, i suoi genitori non credono a quello che dice, pensano che lei si inventi le cose e, infatti, questo aspetto era emerso anche dall’intervista dei genitori i quali sostenevano che alcune cose dette dalla figlia fossero più di fantasia che di realtà. Comunque i genitori si sono sempre dimostrati disponibili nell’ascoltarla e nel parlare insieme delle sue origini anche perché parlarne è un modo per conoscerla meglio, visto che sono diventati una famiglia solamente da poco più di tre anni.
Proprio perché è stata adottata in età relativamente avanzata rispetto alla media, Anna afferma di non aver mai cercato autonomamente informazioni sul proprio passato, perché ha ancora molti ricordi del suo Paese e della sua famiglia.
Quando le chiedo se si sente confusa dal fatto di essere in parte colombiana e in parte italiana la ragazza mi risponde in modo affermativo, dicendomi che qualche volta la notte sogna le cose che ha vissuto in Colombia e questo le crea disagio. Però tutto sommato la doppia appartenenza è vissuta da Anna con apparente serenità e dice di sentirsi legata a entrambi i Paesi.
Quarta parte: I servizi
Anna ha partecipato con entusiasmo all’ultimo incontro del progetto “Adozione e adolescenza: rinforzare il patto adottivo, costruire l’identità” e le è piaciuto vedere così tanti ragazzi adottati tutti insieme. Quello che non le è piaciuto molto invece è stata la visione degli spezzoni del film “Lezioni di volo” in quanto non ne aveva capito il senso quindi non sapeva cosa commentare alle domande della psicologa. Ha trovato invece maggiormente utile e interessante la presentazione di tutti i ragazzi adottivi che hanno preso parte all’incontro. Anna, da quel che ho potuto osservare, è una ragazzina socievole e aperta, e forse proprio per
192 questo ha deciso di partecipare all’iniziativa di gruppo rivolta agli adolescenti adottivi, per approfondire alcuni temi legati al mondo delle adozioni ma, soprattutto, per conoscere e confrontarsi con altri ragazzi adottati.
Quinta parte: Sogno nel cassetto
“Il mio sogno nel cassetto è diventare una cantante, perché mi piace molto cantare”, “Mi
piacerebbe formare una famiglia e prendermi cura dei miei figli” questi sono i sogni nel
cassetto che attualmente Anna ha. Afferma che sicuramente i suoi genitori la sosterranno nelle sue scelte e la incoraggeranno a credere nei suoi sogni, quindi, nell’immagine del suo futuro, Anna vede accanto a sé anche i propri genitori.
Il fatto che abbia tenuto a precisare che, un giorno, si prenderà cura dei suoi figli, a mio avviso è molto significativo. Questo pensiero può essere interpretato come la voglia di donare quello che lei non ha potuto ricevere per una parte della sua vita: amore, protezione, affetto, cure, attenzioni da parte dei genitori biologici, cosa che, invece, le sta dando la sua attuale famiglia.