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In seguito alle modifiche al Titolo V della Parte Seconda della Costituzione, l'adozione internazionale costituisce materia di competenza esclusiva dello Stato, poiché riguarda settor

2.4 L'identità etnica

2.4.1 La differenza etnica è un fattore di rischio?

In questo paragrafo andrò ad indagare se l'identità etnica può rappresentare un fattore di rischio per la buona riuscita di un'adozione.

Innanzitutto è opportuno precisare che il tema dell'identità etnica è ancora complessivamente poco studiato, nonostante non vi siano dubbi dell'importanza della questione, le ricerche si sono concentrate prevalentemente sulle difficoltà a cui i bambini di altra etnia possono andare incontro nell'inserimento nel contesto sociale italiano, identificando quindi la differenza etnica soprattutto come fattore di rischio.

Le ragioni che vengono portate a sostegno della tesi secondo la quale la differenza etnica tra il bambino e la famiglia adottiva rappresenta un reale fattore di rischio sono diverse:

Effetto stigmatizzante: con il termine “stigmatizzazione” si intende il fenomeno sociale che

attribuisce una connotazione negativa a un membro, o ad un gruppo, della comunità in modo

88 M. Chistolini, La famiglia adottiva: come accompagnarla e sostenerla, Franco Angeli, Milano 2010, pag. 95. 89 ibidem

58 da declassarlo a un livello inferiore. Nella nostra società alcune etnie non godono di un'immagine positiva e, di conseguenza, il bambino può trovarsi a ricevere messaggi negativi e piuttosto squalificanti rivolti a persone provenienti dal suo Paese di origine. “Ad alcuni

gruppi etnici vengono attribuite condizioni di precarietà economica e culturale che le collocano ai gradini più bassi della scala sociale, o altre caratteristiche negative”

(Chistolini, 2010). Per un bambino adottato, che necessita di recuperare fiducia in se stesso e la propria autostima, può essere difficile in un contesto rifiutante.

Mancato rispecchiamento fisico: l'impossibilità per il bambino di riconoscersi fisicamente

simili ai genitori adottivi può indebolire il senso di appartenenza alla nuova famiglia. La somiglianza fisica, infatti, è un potente fattore di rafforzamento del senso di vicinanza e appartenenza. A scuola, può accadere, che i compagni facciano notare al bambino adottato le differenze e la conseguente incongruenza determinata dall'avere genitori tanto diversi90.

Difficoltà a costruire un'equilibrata identità etnica: può essere difficile per i genitori adottivi

spiegare al proprio figlio cosa significhi appartenere all'etnia di origine. La National Association of Black Social Workers (Associazione americana degli Assistenti Sociali Neri) ha sostenuto che non è nell'interesse di un bambino di colore essere adottato da una famiglia bianca, in quanto questa non può oggettivamente aiutarlo un'identità etnica ed un'appartenenza razziale sufficientemente forte, provocandogli un danno, quindi dovrebbe essere collocato in un nucleo familiare della stessa etnia. Tuttavia le ricerche sul campo dimostrano che le adozioni “trans-etniche” hanno un andamento complessivamente positivo: i soggetti accolti in nuclei familiari di altra etnia presentano adeguati livelli di autostima e senso di appartenenza alle loro famiglie adottive. È stato inoltre riscontrato che le adozioni internazionali hanno spesso migliori performance rispetto a quelle esclusivamente nazionali. Da una ricerca condotta nel 2003, in Italia, dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, risulta che la percentuale di “fallimenti” nelle adozioni nazionali è superiore a quella registrata nelle internazionali. Si può affermare quindi che gli adottati “trans-etnici” non mostrano di essere psicologicamente disadattati rispetto a coloro che vengono adottati in famiglie della stessa etnia91.

90 M. Chistolini, La famiglia adottiva: come accompagnarla e sostenerla, Franco Angeli, Milano 2010, pag. 109-112 91 ibidem

59

2.4.2 La costruzione dell'identità etnica

L'identità di un soggetto è frutto dell'integrazione di più variabili lungo un percorso dinamico che si snoda nel tempo. Grotevant, nel suo articolo “Coming to Terms with

Adoption: The Construction of Identity from Adolescence into Adulthood” (“Fare i conti con l'adozione: la costruzione dell'identità dall'adolescenza all'età adulta”, Grotevant, 1997),

definisce l'identità come un costrutto psico-sociale composto di tre dimensioni:

la definizione di sé: si riferisce alle caratteristiche di personalità e di stile con le quali la

persona definisce se stessa ed è riconosciuta dagli altri;

un soggettivo senso di coerenza della personalità: è correlato al fatto che l'identità personale si

basa anche su significati condivisi costruiti a livello individuale e sociale;

il senso di continuità nel tempo: l'importanza per l'individuo di mantenere la percezione di

essere sempre se stesso attraverso i cambiamenti che occorrono nel tempo (Grotevant, 1997).

Nel caso dell'identità etnica, l'influenza del contesto sociale sembra essere la variabile di maggior rilevanza. La costruzione dell'identità etnica è un processo solo in parte consapevole, e sempre condizionato da numerose variabili.

Alcuni studi (Dell'Antonio, 1994) hanno evidenziato quattro prevalenti stili nella costruzione della propria identità etnica:

 Stile assimilativo: rappresenta coloro che abbandonano i valori e le tradizioni della cultura di

origine per “assimilare”, fare proprie, quelle del Paese ospitante, con le quali si identificano completamente.

 Stile dissociativo: tipico di coloro che rifiutano le abitudini e la cultura del Paese in cui sono

andati a vivere, mantenendo, invece, intatto lo stile di vita tipico ed i valori appartenenti al Paese di provenienza;

 Stile marginale: viene messo in atto da quegli individui che non si sentono di appartenere

all'etnia di origine ma neppure a quella del luogo dove vivono;

60 quelli della nuova cultura, arricchendo così la propria identità etnica92.

Il percorso di definizione della propria identità culturale non è sempre lineare, bensì vede alternarsi, nel corso del tempo, fasi di avvicinamento e interesse nei confronti della propria etnia e fasi di disinteresse e/o rifiuto nei riguardi della stessa.

Nell'adozione questo percorso può essere influenzato da numerosi fattori che andrò a descrivere nei paragrafi seguenti.

2.4.3 Età al momento dell'adozione

“Il numero di anni trascorsi nel Paese di origine prima di essere adottato influisce

significativamente sul legame che il soggetto stabilirà con esso” (Chistolini, 2010). In linea

generale si può dire che tanto più lungo sarà il tempo trascorso nel Paese di provenienza tanto più significativo, positivamente o negativamente, sarà il rapporto con la cultura di origine. Inoltre l'essere stati adottati più grandi può portare ad un maggior riscontro, nella personalità, di quei valori/comportamenti tipici di quella cultura93.

2.4.4 Esperienze vissute nel Paese di origine

Un'altra variabile importante per la costruzione dell'identità etnica è sicuramente riferita al tipo di esperienze vissute nel Paese di origine, in particolare, oltre ai ricordi diretti, un ruolo fondamentale è svolto dalla relazione e dall’attaccamento che il bambino ha avuto con i suoi genitori biologici e da come è stata vissuta ed elaborata l'esperienza di abbandono. Il modo in cui viene gestito l'abbandono, la possibilità di parlarne con i genitori adottivi e di sentire la loro vicinanza emotiva, possono dare un senso a quanto accaduto.

2.4.5 Occasioni di rapporto con l'etnia di nascita

Gli stimoli e le opportunità di contatti diretti con la cultura di provenienza, che vengono date al figlio adottivo, hanno una significativa valenza nel rafforzare il rapporto e la continuità con la stessa. In particolare, la frequentazione della famiglia adottiva con membri della comunità etnica del Paese di origine del figlio adottivo facilita la costruzione di un'identità

92 M. Chistolini, La famiglia adottiva: come accompagnarla e sostenerla, Franco Angeli, Milano 2010, pag. 114. 93 ibidem

61 etnica positiva94.

2.4.6 Atteggiamento del contesto sociale

Altro aspetto che influisce in modo significativo è rappresentato dalle caratteristiche del contesto di vita e dal grado di apertura che dimostra nei confronti dei soggetti appartenenti ad altra etnia e l’atteggiamento della società nei confronti di queste persone. Vivere in una città nella quale sono presenti gruppi etnici diversi, che hanno un determinato rapporto con la popolazione, ha delle ricadute importanti, positive o negative, su come il soggetto adottato percepisce la propria origine etnica.

2.4.7 Caratteristiche somatiche

“Quanto più l'aspetto fisico identifica il soggetto come appartenente ad una determinata

etnia, tanto più quest'ultima influirà nella relazione con la stessa. Questo non sta a significare che a caratteristiche fisiche maggiormente visibili corrisponderà necessariamente un rapporto più intenso o migliore con la propria etnia, ma che questa variabile avrà un'importanza maggiore quale aspetto identificante agli occhi delle altre persone”

(Chistolini, 2010). La maggior parte della popolazione infatti attribuisce l'appartenenza etnica a partire proprio dall'aspetto somatico, semplificando in modo piuttosto grossolano la complessità di questo concetto, che, al contrario, si compone di numerosi aspetti e non solamente della componente fisica. In particolare, nel nostro Paese, questo criterio di identificazione basato sull'aspetto somatico, è ancora particolarmente marcato: generalmente una persona di caratteristiche somatiche diverse non viene considerata italiana.

2.4.8 Atteggiamento della famiglia adottiva

La famiglia gioca un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità etnica del figlio adottato: quanto più i genitori sapranno valorizzare i vissuti del figlio nei confronti del Paese natale e creare essi stessi un legame con la sua cultura, tanto più egli sarà incoraggiato a mantenere un rapporto con questa cultura. Si tratta della variabile più significativa in quanto il bambino cresce con le opinioni e le emozioni che i suoi genitori e gli altri familiari hanno nei confronti della sua etnia. Se sentirà che la sua differenza rappresenta una caratteristica

62 apprezzata e valorizzata in modo autentico dai suoi genitori, molto probabilmente maturerà un maggior interesse per le sue origini ed un atteggiamento positivo nei confronti della propria cultura di appartenenza95.

2.4.9 Identità etnica nei soggetti adottati

Ricapitolando quindi l'identità etnica di un soggetto dipende da numerose variabili che si concretizzano in modo diverso in ogni situazione specifica a partire dall'interazione tra fattori individuali, sociali e familiari.

Nel 2000 gli studiosi Baden e Steward hanno proposto un modello, basato su due assi a loro volta divisi in due dimensioni, per classificare le diverse modalità in cui coloro che sono stati adottati “trans-etnicamente” possono definire la loro identità:

 asse dell'identità culturale:

- dimensione culturale dell'adottato: fa riferimento al grado di riconoscimento che l'adottato ha con la cultura del Paese si appartenenza;

- dimensione culturale dei genitori adottivi: riferita al livello di identificazione che il soggetto adottivo ha con la cultura dei propri genitori adottivi;

 asse dell'identità razziale:

- dimensione razziale dell'adottato: connessa al grado di identificazione che l'adottato ha con il gruppo razziale di appartenenza (del Paese di nascita);

- dimensione razziale dei genitori adottivi: riferita al livello di assimilazione che l'adottato ha con il gruppo razziale dei genitori adottivi96.

Ogni asse è poi diviso in quattro categorie principali, in ognuna delle quali prevale l'identificazione con:

a) la propria cultura e/o razza di origine (pro-self cultural/racial identity)

b) la cultura e/o la razza dei genitori adottivi (pro-parent cultural/racial identity) c) sia la cultura e/o razza di origine sia quella dei genitori (bi-cultural/racial identity) d) nessuna delle due (cultural/racial undifferentiated identity) (Baden e Steward, 2000)97.

95 M. Chistolini, La famiglia adottiva: come accompagnarla e sostenerla, Franco Angeli, Milano 2010, pag. 114-119.

96 ibidem

63 Da numerosi studi italiani (Santona, 2010) emerge che “i figli adottivi, ormai adulti, si

identificano in larga prevalenza all'etnia della famiglia adottiva”, basti pensare al fatto che

effettivamente questi soggetti sono cresciuti in una famiglia italiana, hanno frequentato scuole italiane, hanno imparato la nostra lingua, è quindi facile comprendere che la loro appartenenza etnica, definita come l'insieme di caratteri somatici, culturali e linguistici, non potrà che essere in larga prevalenza italiana, con eventuale eccezione dei tratti somatici.

2.4.10 La differenza etnica nelle relazioni

In alcuni casi la differenza etnica del figlio adottivo può diventare per lui, o per la sua famiglia, la chiave di lettura di determinati comportamenti o difficoltà nelle relazioni. L'essere nato in un determinato Paese può venir considerato spesso il fattore che determina alcuni tratti di personalità del soggetto che i genitori percepiscono come problematici ed estremamente lontani dal loro modo di essere. In altri casi è il figlio stesso che prova queste sensazioni e fa della propria etnia un tratto personale che lo differenzia dai coetanei e dalla famiglia con i quali sperimenta difficoltà di relazione. Questa modalità consente al soggetto di evitare di mettersi in discussione e confrontarsi con gli aspetti problematici e insoddisfacenti dell’ambiente in cui vive.

L'aspetto che maggiormente può incidere, della questione etnica, nella relazione genitori- figlio, è sicuramente quello somatico. Prendersi cura di un bambino completamente diverso da sé può suscitare un senso di estraneità e distanza. Ci sono infatti dei meccanismi biologici che guidano ed influenzano le nostre relazioni affettive, e la fisicità fa parte di tali meccanismi.

Si può pensare che se una coppia ha accettato di crescere un bambino somaticamente diverso da loro non consideri tale elemento come un fattore di ostacolo alla costruzione di una positiva relazione con lui. Ma anche l'affermazione “Il colore per noi non è un problema” può essere potenzialmente pericolosa in quanto suggerisce che la variabile etnica possa essere irrilevante, quando invece, al contrario, è un aspetto centrale della storia e dell'aspetto fisico del figlio che deve essere valorizzato98.

Altro aspetto significativo, come già accennato, è quello relativo all'influenza della dimensione etnica nelle relazioni sociali. I bambini e gli adolescenti adottati generalmente non vivono situazioni di discriminazione. Nonostante il contesto complessivamente accogliente possono comunque accadere episodi, più o meno gravi, di razzismo. Proprio per questo

64 quando i bambini hanno un'età fra i 7 e gli 8 anni è opportuno che i genitori introducano elementi che li aiutino a comprendere i motivi dell'atteggiamento discriminatorio che alcune persone hanno nei confronti di chi proviene da un altro Paese. L'importante è far capire al bambino che ci sono delle persone che hanno paura e giudicano negativamente ciò che è nuovo e diverso da loro, ma che fortunatamente non tutti la pensano così.