LE LINEE GUIDA DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA DEL LAVORO E IGIENE INDUSTRIALE
VALUTAZIONE DELLE POSTAZIONI: RISULTATI OCRA Index
I risultati sono stati i seguenti:
• per la modalità di assemblaggio detta “assemblaggio manuale” l’indice ottenuto è stato di:
1. 1,7 per l’arto di destra2 2. 1,05 per l’arto di sinistra3
Entrambi i valori rientrano nella fascia del rischio trascurabile: 1,1-2, per il quale la pre-visione di UEWMSDs è sovrapponibile a quella dei gruppi di riferimento.
Dall’analisi del compito lavorativo esaminato si evince, infatti, che i fattori di rischio per UEWMDSs, considerati nel metodo di valutazione OCRA index, sono alcuni com-pletamente assenti, altri di lievissima entità; il risultato ottenuto non è stato, però, di completa assenza del rischio dato il notevole contributo apportato al risultato finale dal fattore “carenza tempi di recupero” (vedi note 2 e 3).
2 Arto dx: Ae= 5749,9 Ar= [(30x1x0,70x1)x350]x0,45=3307,5 I.E.=5749,9/3307,5=1,7.
3 Arto sx: Ae=3500 Ar=[(30x1x0,70x1)x350]x0,45=3307,5 I.E.=3500/3307,5=1,05.
• Per la modalità di assemblaggio, detta “assemblaggio automatico”, l’indice ottenuto è stato di:
1. 3,6 per l’arto di destra4 2. 1,5 per l’arto di sinistra5
• Valori rientranti nell’ambito del rischio trascurabile, arto di sinistra e del rischio lieve, arto di destra. Per i valori rientranti in quest’ultima fascia di rischio si prevede un lieve eccesso (fino a circa tre volte) di UEWMSDs rispetto ai gruppi di riferimento.
L’analisi del compito lavorativo, relativo “all’assemblaggio automatico”, evidenzia come in quest’ultimo, rispetto “all’assemblaggio manuale”, ruolo importante riveste nella costituzione dell’indice di rischio, oltre al fattore “carenza tempi di recupero”, il fattore “frequenza” ed in una certa misura la postura di lavoro assunta dal gomito (vedi note 4 e 5). Questo in particolare per l’arto di destra. Tenendo conto di ciò, si potrebbe ridurre l’indice di rischio o agendo sul fattore “carenza tempi di recupero”, garantendo un adeguato rapporto lavoro/riposo di 5/1, con pause di 10 minuti per ogni ora di compito ripetitivo o agendo sul fattore frequenza, aumentando il numero di addetti alla linea a parità di standard produttivo. Ognuno di questi provvedimenti ridurrebbe anche il sovraccarico a livello del gomito.
Anche in previsione della modifica alla classificazione OCRA, proposta da Colombini e Occhipinti (tab. 4), tali risultati rientrerebbero in fasce di rischio e conseguenti com-portamenti da adottare simili a quelli previsti dalla classificazione su riportata. Infatti :
• per la modalità di assemblaggio detta “assemblaggio manuale” i valori rientrano nella fascia di “rischio accettabile”: 1,6-2.2 per l’arto di destra; nella fascia di “rischio ottimale”: fino ad 1,5 per l’arto di sinistra.
• Per la modalità di assemblaggio, detta “assemblaggio automatico” i valori rientrano nella fascia di “rischio lieve”: 2,3-3,5 per l’arto di destra; nella fascia di “rischio otti-male”: fino ad 1,5 per l’arto di sinistra.
Tabella 4
ATTI - V CONVEGNO NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE PREVIDENZIALE
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4 Arto dx: Ae= 12999,3 Ar= [(30x1x0,60x1)x455]x0,45=3685,5 I.E.= 13267.8/3685,5=3,6.
5 Arto sx: Ae=6499,9 Ar= [(30x1x0,70x1)x455]x0,45=4299,75 I.E.=6499,9/4299,75 =1,5.
Check-list proposta dal Dipartimento di Traumatologia e Medicina del Lavoro di Milano
I risultati ottenuti con la check-list sono stati:
• per la modalità “assemblaggio manuale”: 7 per entrambi gli arti;
• per la modalità “assemblaggio automatico”: 9 per l’arto di destra, 8 per l’arto di sinistra.
Tutti e quattro i risultati rientrano, quindi, nell’area del rischio dubbio o possibile.
Metodica ACGIH:
Reparto Inscatolamento Manuale
I risultati (Fig.2) della valutazione biomeccanica indicano valori di:
- Picco di Forza (PF) = 1
- Livello di attività manuale (HAL) = 3
Fig. 2
In conclusione il valore risultante dalla combinazione di PF e HLA è inferiore al TLV.
Per quanto riguarda la postura, sono stati osservati:
• movimenti di flesso/estensione dei polsi,
• leggera pronazione dell’avambraccio destro,
• leggera flessione del gomito destro, Reparto Inscatolamento Automatizzato
I risultati (Fig.3) della valutazione biomeccanica indicano valori di:
• Picco di Forza (PF) = 3
• Livello di attività manuale (HAL) = 5
ATTI - V CONVEGNO NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE PREVIDENZIALE
102 Fig. 3
In conclusione, il valore risultante dalla combinazione di PF ed HAL è inferiore al TLV, ma superiore
ad AL (Cfr. grafico sottostante).
Per quanto riguarda la postura, sono stati osservati:
- movimenti di flesso/estensione e di deviazione radiale/ulnare dei polsi, - pronazione dell’avambraccio destro,
- flessione/estensione del gomito destro,
- inclinazione colonna vertebrale con torsione e flessioni del dorso.
Entrambe le postazioni risultano avere un livello di rischio al di sotto del TLV.
Tuttavia è da precisare che per la mansione che prevede l’utilizzo del carrello traspor-tatore il livello di rischio, calcolato secondo il modello di analisi proposto dall’
American Conference of the Governamental Industrial Hygienist (ACGIH), pur essen-do al di sotto del TLV, supera il limite di azione (LA). Ciò è sicuramente essen-dovuto al fatto che tale mansione prevede un ritmo governato dalla macchina, di conseguenza il lavoratore non può gestirsi le pause. A questo si aggiunge anche il fatto che gli oggetti da inserire nelle scatole sono posti in contenitori posizionati alle spalle o innanzi all’operatore, obbligandolo a movimenti di flesso/estensione e deviazione radiale/ulna-re dei polsi, a movimenti di pronazione dell’ avambraccio destro, di flesso/estensione del gomito destro e, infine, di inclinazione della colonna vertebrale con torsione e fles-sione del dorso.
A conclusione riteniamo che nel reparto inscatolamento automatizzato la riduzione del livello di rischio può essere realizzata diminuendo il picco di forza (ad esempio mecca-nizzando la fase di riempimento delle scatole o disponendo gli utensili su scaffali più facilmente raggiungibili dall’operatore), oppure riducendo il livello di attività manuale (aumentando il numero di addetti alla linea, a parità di standard produttivo).
CONCLUSIONI
Il nostro obiettivo è stato quello di sperimentare varie metodologie di valutazione del
rischio lavorativo al fine di suggerirne una facile da applicare, ripetibile e che fornisca una valutazione scevra da elementi di soggettività.
Dal paragone dei valori ottenuti con i tre metodi si possono esprimere, in relazione alla specifica situazione considerata, le seguenti considerazioni:
■
■ I vari metodi danno risultati congruenti tra loro.
■
■ La Check-list ha una maggiore tendenza ad omogeneizzare i risultati rispetto ai metodi analitici (OCRA index e ACGIH), che, invece, distinguono meglio le situa-zioni o quanto meno quelle qui analizzate. Quanto affermato si evince confrontando i valori ottenuti dalla check-list con quelli dell’OCRA index. e potrebbe essere legato al fattore “frequenza”, per il quale nella check-list il ventaglio delle varianti descrit-tive, previste nella specifica sezione ad essa dedicata, non sempre facilita la scelta della giusta opzione; fattore frequenza che ha inciso maggiormente sulla differenza dell’indice di rischio tra le due modalità di assemblaggio e tra i due arti.
■
■ La check-list è risultata un metodo di analisi più sintetico e più semplice, ma la stima del rischio fornita da essa può essere utilizzata solo come base per individuare lavo-razioni che necessitano di un’analisi più approfondita, da svolgere con metodiche più articolate ed analitiche, anche con la finalità di eventuali interventi di riprogetta-zione sia strutturali che organizzativi.
■
■ La metodica dell’ACGIH e l’OCRA index consentono di ottenere rispetto alla check-list più precise informazioni su quali siano i fattori che incidono maggiormen-te sul risultato dell’indice di rischio, processo indispensabile per avviare studi di riprogettazione dell’attività lavorativa.
■
■ Dal confronto delle due metodiche analitiche si evince come entrambe hanno eviden-ziato la stessa situazione su cui intervenire, ma dalla nostra esperienza e dal caso in analisi, l’OCRA index risulta più complesso e di difficile applicazione rispetto alla metodica proposta dall’ACGIH, che a parità di risultati è di più facile applicazione.
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ATTI - V CONVEGNO NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE PREVIDENZIALE
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