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Il contesto del dibattito italiano.

II D IVISIONE DEL L AVORO E R IPRODUZIONE

2. Il contesto del dibattito italiano.

Così una sfida piuttosto importante era stata lanciata agli intellettuali di orientamento marxista: sembrava, infatti, che alcune categorie marxiane fondamentali non potessero funzionare autonomamente per definire l’anatomia delle società pre-capitalistiche. Da queste premesse si sviluppò un nuovo dibattito tra i marxisti ‘puri’ e i rappresentanti della scuola antropologico-sociologica, i quali, comunque, consideravano Marx molto importante per le loro ricerche. Seconde me, questo dibattito, per quanto piuttosto vivido, finì per essere spesso ideologico e nominalistico. Esso coinvolse anche l’Italia in un periodo in cui il mondo culturale era in qualche modo visto dagli intellettuali sotto l’insegna “Marxismo contro il resto del mondo”.

Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta lo stato degli studi marxisti in Italia era molto avanzato. Se ci si sofferma su di esso oggi, si possono trovare questioni molto interessanti sollevate da differenti scuole marxiste: la scuola di Della Volpe, quella                                                                                                                

254 Cfr. J.-P. Vernant, La lotta di classe nella Grecia antica, in M. Vegetti (a cura di), Marxismo e società

antica, Feltrinelli, Milano, 1977, pp. 187-204; Id., Prometeo e la funzione tecnica (1952), in Id., Mito e pensiero presso i Greci. Studi di psicologia storica, Einaudi, Torino, 2001, pp. 273-284; Id., Lavoro e natura nella Grecia antica (1955), in Id., op. cit., pp. 285-308; Id., Aspetti psicologici del lavoro nella Grecia antica (1956), in Id., op. cit., pp. 309-316; Id., Osservazioni sulle forme e sui limiti del pensiero tecnico presso i Greci (1957), in Id., op. cit., pp. 317-340; Id., Spazio e organizzazione della politica nella Grecia antica (1964), in Id., op. cit., pp. 243-272; M. Austin, P. Vidal-Naquet, Economie e società nella Grecia antica, Birngheri, Torino, 1982.

storicista, l’operaismo (che, dopo essere stato inaugurato da Raniero Panzieri, ha vissuto sviluppi piuttosto articolati) e, infine, quella che, in mancanza di un termine migliore, può essere chiamata la “scuola dialettica”.255 A mio parere, quest’ultima in particolare fu molto importante per lo stimolo dato a una nuova lettura delle opere di Marx senza alcun tipo di pregiudizio ideologico o politico. Un buon manifesto per questo tentativo di interpretazione di Marx può essere trovato in un saggio di Cesare Luporini intitolato

Marx secondo Marx.256 La chiave interpretativa proposta da Luporini consiste nel tentativo di leggere Marx solo con Marx, non con Lenin, Stalin, Engels, ecc. Secondo Luporini, simili operazioni sono più che ragionevoli, ma, allo stesso tempo, si deve essere consapevoli di quanto si sta facendo e attenti a non confondere Marx con gli altri autori e viceversa.257

Questo è, presentato brevemente, il background storico globale del dibattito marxista italiano su Marx e il mondo antico. Come ho accennato, in questo dibattito si trovano coinvolti studiosi di differenti discipline. Per citare alcuni dei nomi più importanti, abbiamo i filologi Mario Vegetti, Diego Lanza e Luciano Canfora; gli storici Aldo Schiavone e Mario Mazza; l’archeologo Andrea Carandini; i filosofi Giuseppe Prestipino, Lorenzo Calabi e Gian Mario Cazzaniga. Il dibattito si sviluppò su riviste e giornali di studi marxisti (Critica Marxista, Rinascita) e non (come ad esempio,

Quaderni di storia). Vista l’importanza che questo dibattito venne acquisendo, furono

organizzati due seminari: uno presso l’Università di Macerata (1978) e un altro, organizzato dall’Istituto Gramsci e iniziato nell’Ottobre del 1974. Alcune delle presentazioni che si tennero all’interno di quest’ultimo vennero raccolte e pubblicate in un volume collettaneo intitolato Analisi marxista e società antiche.258 Un’altra pubblicazione piuttosto importante fu un’antologia, pubblicata a cura di Mario Vegetti, che riportava all’attenzione del lettore italiano i contributi più importanti per una panoramica dell’intero dibattito sul rapporto tra marxismo e mondo antico, dai primi anni Cinquanta fino alla metà degli anni Settanta.259 Interessante anche il libro

Marxismo, mondo antico e Terzo Mondo, che raccoglieva le risposte di vari studiosi

marxisti a un questionario relativo al rapporto tra la teoria marxiana, i modi di produzione pre-capitalistici e le problematicità della relazione tra i paesi a capitalismo avanzato e i paesi del Terzo Mondo.260

Queste pubblicazioni testimoniano il grande interesse suscitato da tutte le questioni che gravitavano attorno a questo tipo di dibattito. Il dialogo si sviluppò al di fuori di

                                                                                                               

255 Per una ricostruzione del dibattito marxista in Italia cfr. F. Cassano (a cura di), Marxismo e filosofia in

Italia (1958-1970), De Donato, Bari, 1973; R. Fineschi, Un nuovo Marx. Filologia e interpretazione dopo la nuova edizione storico-critica (Mega2), Carocci, Roma, 2008, pp. 157-221.

256 C. Luporini, Marx secondo Marx, in «Critica marxista», 2-3, 1972, pp. 48 sgg.

257Marx secondo Marx è stato scritto da Luporini in polemica con E. Sereni, Da Marx a Lenin. LA

categoria di “formazione economico-sociale”, in «Quaderni di critica marxista», n. 4, 1970, pp. 29-79. Per una ricostruzione di questo confronto si veda: T. Redolfi Riva, La nozione di formazione economico- sociale marxismo italiano di Emilio Sereni, in «Il pensiero economico italiano», XVII, n. 1, 2009, pp. 111-124. Sul tema del rapporto tra pensiero dialettico e storia nella teoria marxiana Luporini aveva già scritto Realtà e storicità: economia e dialettica nel marxismo, in «Critica marxista», 1, 1966, pp. 56-109.

258 L. Capogrossi, A. Giardina, A. Schiavone (a cura di), Analisi marxista e società antiche, Editori

Riuniti, Roma, 1978.

259 M. Vegetti, Marxismo e società antica, Feltrinelli, Milano, 1977. Di Vegetti e D. Lanza cfr. Tra marx

e gli antichi, in «Quaderni di storia», 5, 1977, pp. 75-89; L’ideologia della città, in «Quaderni di storia», 2, 1975, pp. 1-37. Cfr. inoltre Vegetti, Polis ed economia nella Grecia antica, Zanichelli, Bologna, 1976.

ogni forma di ortodossia e fu molto aperto: divergenze e critiche non solo erano accettate, ma, in qualche caso, persino incoraggiate.261