1.3 Principali ambiti di utilizzo dell’interpretazione a distanza
1.3.4 Contesto istituzionale
Dopo aver passato in rassegna i principali contesti lavorativi in cui l‘interpretazione a distanza è maggiormente richiesta, si propone ora una disamina dell‘ultimo ambito che il presente capitolo prende in considerazione: il contesto istituzionale. Per contesto istituzionale si intende l‘insieme di istituzioni e organizzazioni internazionali createsi e stabilitesi in varie parti del mondo soprattutto dalla fine della seconda guerra mondiale in poi. Tra le organizzazioni internazionali più importanti e in cui il lavoro di interpretazione è maggiormente richiesto, si ricordano, tra le altre, le istituzioni dell‘Unione Europea (ad esempio, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo o la Corte di Giustizia), l‘ONU e le sue agenzie specializzate (ad esempio, la FAO – Food and Agricultural Organization).
Poiché queste organizzazioni coinvolgono esperti, studiosi, delegati e rappresentanti di paesi diversi, il bisogno di usufruire dei servizi di interpretazione è stato percepito basilare e indispensabile fin dal loro inizio. Rappresentanti e delegati di nazioni diverse devono potersi esprimere, studiare e lavorare insieme. Per consentire uno svolgimento dei lavori adeguato e per dare la possibilità a tutti di esprimersi nella propria madrelingua qualora non abbiano una competenza sufficiente in altre lingue veicolari, è quindi richiesto un pronto ed efficiente servizio di interpretazione.
difficili ma fondamentali anni del secondo dopoguerra, quando paesi diversi hanno unito le loro forze e conoscenze per molteplici obiettivi. Ad esempio, le istituzioni dell‘Unione Europea nacquero per mettere in comune e coordinare la politica economica di alcuni stati; l‘ONU, invece, nacque con l‘obiettivo primario di mantenere la pace nel mondo. Inoltre, attraverso le sue agenzie specializzate mira al conseguimento di altri obiettivi, come ad esempio la tutela dei diritti dei lavoratori e lo stabilire delle condizioni minime di lavoro con l‘OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), lo sradicamento di malattie e il raggiungimento del benessere fisico e sociale per tutti con l‘OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), oltre alla tutela e alla sicurezza dei rifugiati tramite l‘Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Le istituzioni internazionali possono essere considerate la culla dell‘interpretazione di conferenza e in particolar modo dell‘interpretazione simultanea. Con la proliferazione di conferenze e incontri tra i tanti attori e rappresentanti partecipanti, l‘interpretazione simultanea ha sostituito, in numerosi contesti, l‘uso dell‘interpretazione consecutiva, che veniva invece impiegata molto in passato, nel periodo antecedente alle due guerre mondiali e durante il loro svolgimento (per un approfondimento sulla storia dell‘interpretazione, si rimanda a Kellett 1999). Il passaggio da consecutiva a simultanea ha comportato nuove esigenze, di cui prima di tutte una necessità strutturale delle sale adibite a conferenze, che richiedevano uno spazio adeguato alle cabine destinate agli interpreti.
La prassi organizzativa delle cabine per l‘interpretazione simultanea non è cambiata molto nel corso degli anni: gli interpreti solitamente si trovavano in cabina, che a sua volta si trovava nella stessa sala dove veniva tenuta la conferenza, e seguivano lo svolgersi della comunicazione traducendo le parole e i concetti dei diversi oratori. Appositi sistemi per interpretazione simultanea più o meno all‘avanguardia permettevano il corretto svolgimento del compito: uno o due microfoni, una console per il controllo del volume e dei canali di ascolto, cuffie e un collegamento audio, oltre ovviamente alla cabina insonorizzata.
A questa modalità di interpretazione simultanea classica, però, si è lentamente affiancata una nuova modalità di lavoro: l‘interpretazione simultanea a distanza. Fin dagli anni settanta, le organizzazioni internazionali hanno manifestato l‘esigenza di collegarsi con altre parti del mondo in occasione dei loro consigli o assemblee generali; per questo, varie istituzioni hanno valutato e studiato la possibilità di usufruire di un collegamento satellitare o di sistemi di videoconferenza con ambienti remoti, così come i dettagli tecnici e i risultati
dell‘interpretazione a distanza.
Tra i principali esperimenti, si ricorda l‘occasione in cui venne utilizzato il satellite
Symphonie, che permise il collegamento tra Parigi e Nairobi in occasione della
diciannovesima conferenza generale dell‘UNESCO (1976), o quello svolto in seno all‘ONU (1978) per mettere in collegamento New York e Buenos Aires (Mouzourakis 2006).
In realtà, oltre ad esperimenti occasionali, dagli anni novanta in poi i collegamenti in videoconferenza, e di conseguenza l‘uso dell‘interpretazione a distanza sono diventati quasi un obbligo per molte istituzioni. Di seguito si elencano le cause principali che hanno portato all‘uso della nuova modalità in questo ambito.
Innanzitutto, negli ultimi anni, in molte istituzioni, la richiesta di interpreti è notevolmente aumentata, creando problemi di spazio non indifferenti da risolvere in poco tempo.
Si pensi, ad esempio, alle istituzioni europee. L‘Unione Europea promuove fortemente il multilinguismo, prevede ventiquattro lingue ufficiali e la possibilità per tutti i cittadini di leggere documenti e ricevere informazioni nella propria lingua materna: per questo motivo, il lavoro di traduzione e interpretazione nelle istituzioni europee è altamente significativo. Gli ultimi allargamenti dell‘Unione Europea, tra cui il più ambizioso è quello ad est che avvenne tra il 2004 il 2007, hanno rappresentato non solo una sfida linguistica, ma anche una sfida logistica, poiché il numero di cabine disponibili era insufficiente rispetto al numero di interpreti richiesti: occorreva, dunque, trovare soluzioni dal punto di vista pratico e spaziale (Mouzourakis 2003; Braun 2012).
L‘urgente necessità di creare un nuovo assetto per le sale riunioni e le cabine era accompagnata allo stesso tempo dalle molteplici possibilità che le nuove tecnologie potevano offrire: l‘unione di questi due elementi ha permesso l‘affermarsi dell‘interpretazione a distanza anche in ambito istituzionale. Come attestano Roziner e Shlesinger (2010: 215):
The practical need to increase the number of booths, on the one hand, and the impracticability of ensuring that all booths (and all interpreters) are co-present, on the other, pointed to a need to position the interpreters in a space that was physically removed from the conference venue, without incurring harm either to the interpretation (e.g. detracting from the quality of the input) or to the interpreters themselves.
Pertanto, l‘interpretazione a distanza rappresentava una soluzione plausibile e realizzabile in seno a molte istituzioni, in particolare per Nazioni Unite e Unione Europea (Mouzourakis 2003).
Prima di proseguire nell‘analisi del contesto istituzionale, occorre fare una precisazione. In questo contesto, i termini ―interpretazione a distanza‖ o remote interpreting non vanno considerati come è stato fatto fino ad ora (cfr. capitolo 1 paragrafo 1), ovvero come l‘interazione tra due partecipanti che si trovano in ambienti diversi mentre l‘interprete si trova in un ambiente diverso ancora. Nel contesto istituzionale, con remote interpreting si fa riferimento alla modalità di interpretazione in cui gli interpreti lavorano in una stanza diversa da quella in cui si sta svolgendo la conferenza, in cui invece sono presenti insieme oratori e pubblico. Per questo motivo, Mouzourakis (2003) denomina questa modalità come remote
conferencing, invece di utilizzare la denominazione che descrive l‘interpretazione dialogica a
distanza, remote interpreting. Nel remote conferencing, l‘inteprete vede in volto l‘oratore e ascolta le sue parole grazie all‘utilizzo di monitor e cuffie e di una cabina insonorizzata, proprio come nella modalità di interpretazione simultanea classica: la differenza risiede nel fatto che la cabina dell‘interprete non si trova nella sala in cui avviene la conferenza, e non sempre l‘interprete è in grado di avere una visuale completa ed esaustiva della sala conferenze (ib.).
Mouzourakis (in Buck 2000) definisce il termine remote conferencing come ―any meeting where all of the participants are not physically present in one place but are linked via video and/or audio […]; this implies that interpreters work in front of a screen without direct view of the meeting room or the speaker‖.
Moser-Mercer (2003: 2) fornisce un‘ulteriore definizione di remote interpreting in ambito istituzionale:
Any form of simultaneous interpreting where the interpreter works away from the meeting room either through a video-conferencing set-up or through a cabled arrangement close to the meeting facilities, either in the same building or at a neighboring location.
fronte le istituzioni per sopperire al bisogno di un maggior numero di interpreti, ci sono altri motivi che sottostanno all‘utilizzo dell‘interpretazione a distanza nel contesto istituzionale.
Innanzitutto, occorre considerare il problema della disponibilità degli interpreti e dei costi: non sono da sottovalutare, infatti, i tempi e le spese di viaggio degli interpreti freelance che vengono chiamati dalle istituzioni per lavorare a volte anche solo in brevi riunioni (Mouzourakis 2003). Inoltre, per alcune organizzazioni come le Nazioni Unite, che hanno diverse agenzie e sedi in molte parti del mondo, l‘interpretazione a distanza rappresenta una buona soluzione permettendo collegamenti efficienti e un miglior utilizzo delle risorse umane a disposizione (ib.). Infine, considerando ciò che è stato detto a riguardo del deficit del numero delle cabine necessario, è importante ricordare che l‘interpretazione a distanza rappresenta un‘ottima soluzione in quanto le sale adibite a conferenza non sempre erano funzionali o adatte alla costruzione di nuove cabine, sia in termini di visibilità per gli interpreti, che in termini di norme di sicurezza (ib.).
Indubbiamente, se la qualità del servizio resta immutata, l‘interpretazione a distanza per il contesto istituzionale potrebbe preparare il terreno per nuove possibilità di lavoro per gli interpreti. In un futuro, infatti, gli interpreti potrebbero addirittura lavorare dalla propria abitazione, da qualsiasi parte del mondo o perfino da un hub o una interpreting station decentralizzata e costruita appositamente per accogliere molteplici interpreti che lavorano per clienti diversi. Questa ipotesi è sostenuta e avallata in letteratura da vari studiosi, tra cui Mouzourakis (2006) o Braun (2006).
Ai fini di consentire un uso efficace ed economico dell‘interpretazione a distanza, le istituzioni che hanno adottato questa nuova modalità hanno dovuto sostituire l‘uso delle connessioni satellitari con l‘uso delle linee ISDN, più economiche e con maggiori capacità di trasmissione14. In termini di requisiti e standard tecnici, anche l‘associazione AIIC15 si è voluta pronunciare sulla frequenza minima da assicurare nelle trasmissioni, identificando un valore compreso tra i 125 Hz e i 12.5 Hz (AIIC, 2000; Mouzourakis, 2006).
Al fine di migliorare la qualità del servizio offerto, il Consiglio Europeo e la DG SCIC
14 ―ISDN telephone lines provide an alternative to what is known as POTS (―plain old telephone service‖): unlike normal telephone lines restricted to carrying voice information only (in analog form) they can carry voice or data plus connection control information in digital form‖ (Mouzourakis 2006: 59)
Interpretazione16 hanno condotto numerosi esperimenti volti a definire le caratteristiche principali dell‘ interpretazione a distanza. Ci si soffermerà di seguito sugli studi svolti dalla DG Interpretazione.
La DG Interpretazione è il servizio di interpretazione più grande al mondo ed ha l‘obiettivo di facilitare e valorizzare la comunicazione multilingue all‘interno della Commissione Europea, attraverso l‘impiego di interpreti qualificati. Inoltre, la DG Interpretazione è alla costante ricerca di nuove soluzioni tecnologiche per la comunicazione multilingue senza mai perdere di vista l‘importanza della qualità delle interpretazioni: per questo motivo, è interessata fortemente allo studio delle nuove possibilità offerte dalle TIC. Le TIC possono infatti svolgere il ruolo di promotrici della comunicazione multilingue e consentire, contemporaneamente, l‘avvicinamento tra istituzioni e cittadini, imprese ed amministrazioni locali dei vari paesi dell‘Unione Europea (Causo 2012). Le TIC dunque, sottolinea Causo (ib.), sono uno strumento utile di cui avvalersi, non solo perché propongono un‘alternativa allo svolgimento tradizionale del servizio di interpretazione nelle riunioni o conferenze; allo stesso tempo, infatti, le TIC consentono di aumentare la produttività, ridurre i costi e contribuire alla salvaguardia dell‘ambiente riducendo l‘inquinamento dovuto agli spostamenti.
Negli ultimi anni, la DG Interpretazione ha condotto studi con il fine di definire quali fossero gli impianti ottimali da utilizzare per l‘interpretazione simultanea in videoconferenza. Causo (ib.: 201) fa presente che l‘interpretazione simultanea:
[…] is a highly and complex activity that requires the interpreter to simultaneously listen, analyze, comprehend, translate, edit and reproduce a speaker‘s speech in real time, while looking at the speaker to observe the non-verbal signals of his message, as well as the reactions he arouses among the recipients of that message […].
Per i motivi esposti da Causo, l‘interprete di simultanea che lavora a distanza avrà bisogno di strumenti adeguati che gli permettano di ricevere un‘immagine chiara dell‘oratore e un suono chiaro e pulito delle sue parole; l‘interprete deve poter distinguere in maniera appropriata le diverse espressioni facciali dell‘oratore, il linguaggio non verbale e gli eventuali cambiamenti nel tono di voce o nella prosodia (ib.).
I test svolti dalla DG Interpretazione17 (2001, 2003, 2005, 2006, 2007) hanno avuto, pertanto, l‘obiettivo di stabilire quali fossero gli strumenti adeguati affinché gli interpreti a distanza potessero fornire un‘interpretazione di qualità, partendo dal presupposto che ―in order to comply with technical standards applicable to remote interpreting, the coding equipment must ensure a high sound and image quality and a perfect audio-video synchronization‖ (Causo 2012: 201).
Grazie ai vari esperimenti condotti, si dispone di un sistema adeguato nelle sale riunioni della Commissione a Bruxelles, a Lussemburgo e all‘European Commission Food
and Veterinary Office di Grange, Dublino (Causo 2012). Il sistema utilizzato consente
l‘interpretazione simultanea da e verso quattro lingue per ogni postazione, un numero decisamente alto: si pensi che nel 2005 si è potuto usufruire di un servizio di interpretazione a distanza in ventidue lingue in occasione del Vertice dei Capi di stato e di governo europei nell‘Hampton Court Palace (ib.: 202).
Nell‘esperimento condotto dalla DG Interpretazione nel 2010, anch‘esso con lo stesso obiettivo dei precedenti, ovvero stabilire gli standard minimi richiesti per le trasmissioni audio e video, hanno partecipato trentasei interpreti di conferenza. Gli interpreti, dopo aver utilizzato diversi tipi di attrezzature per interpretazione simultanea a distanza, hanno espresso giudizi in base alle diverse qualità audio e video sperimentate. Dai risultati ottenuti, si è potuta creare una lista ad hoc di raccomandazioni e standard richiesti per l‘utilizzo di trasmissioni audio e video nel caso della necessità di un collegamento in videoconferenza per un‘interpretazione simultanea (Causo 2012; Braun 2015).
Come si ricordava in precedenza, anche l‘associazione di interpreti AIIC si è espressa riguardo alle tecnologie per l‘interpretazione a distanza, stabilendo alcuni criteri da rispettare ogni qualvolta si utilizzino per l‘interpretazione simultanea. L‘AIIC stabilisce per gli interpreti che si trovino a lavorare ad una conferenza in modalità simultanea a distanza un limite massimo di tre ore lavorative al giorno; questo suggerimento deriva dall‘alto carico cognitivo che questa modalità di interpretazione comporta e che porterebbe l‘interprete ad affaticarsi più rapidamente rispetto alla modalità classica di interpretazione (cfr. capitolo 2).
Da ultimo, l‘AIIC stabilisce dei requisiti minimi per la qualità audio e video degli impianti utilizzati. L‘AIIC specifica che l‘interprete dovrebbe sempre avere sul proprio
17 Per maggiori informazioni tecniche sugli standard richiesti e sui requisiti tecnici minimi impiegati nei vari studi, si rimanda a Causo 2012; per informazioni dettagliate sui test svolti dalla DG SCIC e dal Parlamento
schermo, oltre ad una visuale generale della sala conferenze, un primo piano sul volto dell‘oratore, un‘immagine che inquadri il pubblico e gli eventuali altri oratori o partecipanti alla conferenza, e infine la possibilità di vedere sullo schermo qualsiasi materiale utilizzato dagli oratori durante la conferenza (AIIC 2000), come ad esempio le presentazioni power point che diventano sempre più parte di conferenze e lezioni.
Nonostante abbia fornito linee guida chiare e specifiche, l‘AIIC è piuttosto contraria all‘idea dell‘interpretazione a distanza, in quanto una ―efficient communication in remote conferencing is best served by all interpreters being at the same location as the speakers‖ (AIIC 2000: 1).
Questa tesi è sostenuta anche da Mouzourakis (in Buck 2000: 2), che ritorna sull‘aspetto della comunicazione non verbale:
[…] It has been estimated that 40 percent of the information contained in a speech is conveyed by non-verbal cues. Even the best split screen arrangement and camera work cannot compete with the interpreter simply being able to look around the meeting room at will, picking out whatever cues are relevant to the situation at hand.
Per questo motivo, Mouzourakis (2006) suggerisce l‘utilizzo di un impianto video HD18, in modo da ricreare nel miglior modo possibile il volto del parlante sullo schermo dell‘interprete; Mouzourakis concorda infatti con l‘AIIC sull‘importanza per l‘interprete di avere un primo piano continuo sul volto dell‘oratore, in quanto ―even under normal interpreting conditions, [...] close-up shots of the speaker projected on a screen or monitor can provide valuable information to the interpreter‖ (ib.: 51).
Oltre a ciò, Mouzourakis (ib.), basandosi sugli studi di Mertens e Hoffman, parla del concetto di TSI - technology supported interpretation; il TSI è l‘idea alla base delle future costruzioni sia di cabine per interpretazione simultanea a distanza che di cabine per interpretazione simultanea presenziale. Mouzourakis (ib.: 55) ne fornisce una definizione quando, considerando i risultati di uno studio svolto dal Parlamento Europeo nel 2004, descrive la postazione di lavoro ideale per gli interpreti di simultanea:
[...] information can best be realized through the use of individual, ergonomic, computerized workstations connected to the Internet, installed in an office environment or even within existing booths, and integrating the functions of interpreting console and visual display. These workstations would incorporate a flat 19‘‘ screen at approximately 90 cm from the interpreters‘ eyes, and allow the interpreter to select one or more windows with views of the speaker and podium, as well as partial and panoramic views of the meeting room.
Ad ogni modo, il TSI resta ad oggi un‘idea ancora da realizzare, ma può allo stesso tempo considerarsi obiettivo da raggiungere nella costruzione di nuove cabine per gli interpreti di simultanea e nella conduzione dei futuri esperimenti volti a studiare la qualità dell‘interpretazione a distanza (Mouzourakis 2006).