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Contraddizioni della società del benessere nella realtà italiana

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 28-37)

Bruno Cerrato

Premessa.

O r m a i da alcuni anni u n o degli argomenti di più f r e q u e n t e e acceso dibattito f r a gli studiosi, n o n solo di economia, delle più diverse f o r m a -zioni e fedi politiche è quello sull'opulenza della società in cui viviamo, o meglio sui suoi risvolti negativi. Il p u n t o di p a r t e n z a dei severi giudizi critici da molti espressi al riguardo, la constata-zione che la qualifica di civiltà del benessere at-tribuita al livello di progresso conseguito dalle na-zioni m a g g i o r m e n t e sviluppate trae origine dal particolare criterio di misurazione, che p o n e n d o sulla bilancia dei valori esclusivamente le manife-stazioni economiche delle collettività, con privile-gio di quelle suscettibili di u n a precisa t r a d u z i o n e m o n e t a r i a , tralascia di proposito, senza giustifica-zione alcuna, la consideragiustifica-zione dei n o n m e n o im-portanti aspetti attinenti la sfera psico-sociale de-gli individui che la c o m p o n g o n o , difficilmente o per niente quantificabili con quel m e t r o .

In altri termini, anche in Italia, ha cominciato a farsi strada la convinzione che la filosofia dello sviluppo finora seguita e spesso con tanta enfasi celebrata è per molti versi ingannevole e f u o r -viarne. Se è vero infatti che la moltiplicazione dei beni di c o n s u m o prodotti è riuscita a r e n d e r e da t r e n t a n n i in q u a molto più sopportabili le con-dizioni di esistenza di b u o n a p a r t e degli italiani, è altrettanto certo che tale crescita materiale, p u r notevole ed entusiasmante, ha c o n t r i b u i t o tutto s o m m a t o m e n o di un p o ' ad a u m e n t a r e la felicità e dare un più completo senso alla vita. Legittimo q u i n d i l'invito, per cogliere la vera « quality of life », se p r e m e n o n r i d u r r e l ' u o m o a p u r a e semplice espressione economica, a n o n lasciarsi illudere dai vertiginosi a n d a m e n t i espansivi regi-strati dai macroaggregati economici c o m e il red-dito, sia esso p r o d o t t o o c o n s u m a t o , visto che la loro massimizzazione quasi s e m p r e è a v v e n u t a o avviene a prezzo di alti costi sociali, v u o i di

na-tura oggettiva che di carattere soggettivo. T r a i primi scontato ricordare la degradazione ambien-tale in tutte le sue forme, dai r u m o r i agli inqui-n a m e inqui-n t i , dal disboscameinqui-nto di iinqui-ntere regioinqui-ni agli

slums u r b a n i , la congestione del traffico, la

ca-renza di verde nelle città, la scarsità di servizi pubblici primari, le n o n ancora totalmente eli-m i n a t e condizioni di lavoro pesante nelle fabbri-che, la criminalità, ecc.; tra i secondi, oltre le nevrosi delle masse stressate dalla continua ten-sione competitiva per elevare il proprio status e ricercare u n preciso ruolo nell'ambito della comu-nità, i latenti o manifesti climi di insoddisfazione, t u r b a m e n t o , i n q u i e t u d i n e e frustrazione, scatu-renti dal processo di interiorizzazione degli acca-dimenti oggettivi esterni socialmente rilevanti ap-pena elencati.

N e s s u n d u b b i o sull'utilità, anzi l'urgente ne-cessità, di u n a m e d i t a t a reimpostazione del tra-dizionale approccio al tema dello sviluppo e ai sistemi della sua misurazione, q u a n d o , tra l'altro, si ponga m e n t e che sempre m e n o a livello di élite intellettuale si allarga la sensibilità ad ammoni-menti tipo quello espresso da John K e n n e t h Gal-braith nella chiusa alla sua più u n i v e r s a l m e n t e nota opera « T h e Affluent Society »: « A m m o b i -liare u n a c a m e r a v u o t a è u n a cosa, c o n t i n u a r e ad accatastare mobili fino alle cantine è u n ' a l t r a . Se l ' u o m o non fosse riuscito a risolvere il p r o b l e m a della p r o d u z i o n e , egli sarebbe rimasto in quelle dolorose condizioni di miseria che sono il retag-gio più inveterato d e l l ' u m a n i t à . M a se egli n o n si accorgesse di aver risolto tale p r o b l e m a , e quin-di n o n si rivolgesse al prossimo c o m p i t o che l'at-t e n d e (di aspirare alla pace, a f o r m e di convi-venza m e n o t r a u m a t i z z a n t i , alla solidarietà, al progresso etico, l'inciso è nostro) si troverebbe di f r o n t e ad un altrettanto tragico destino ».

La citazione del pioniere delle critiche all'opu-lenza n o n p r e l u d e ad un'analisi delle diverse posizioni assunte dai molti studiosi che si sono

occupati del problema, anche perché q u a l c u n o potrebbe legittimamente rilevare che qui da noi il grado di benessere raggiunto n o n è certo quello degli Stati Uniti, ma ci consente di precisare due cose: primo, che il significato da dare in Italia alla nozione di società doviziosa n o n p u ò essere tanto quello inteso dall'economista a m e r i c a n o che ne individua i caratteri salienti in un dato livello di p r o d o t t o o c o n s u m o pro-capite, q u a n t o piutto-sto quello definito da Leone Iraci nel lavoro « Dal-l'opulenza al benessere », per cui l'aggettivo di-venta p r o p r i o q u a n d o si assiste ad u n a particolare a n o m a l a composizione dei c o n s u m i — privati a scapito dei pubblici — , a causa dello sprigionarsi dal lato della d o m a n d a di irrazionali effetti dimo-strativi e da quello delle imprese p r o d u t t i v e di forti c o n d i z i o n a m e n t i a recepire determinati mo-delli di vita; secondo, conseguenziale, che la via più sicura per la conquista di u n benessere effet-tivo e diffuso dovrà passare, nel nostro Paese, non solo attraverso u n o s p o s t a m e n t o delle risorse dai c o n s u m i privati a quelli pubblici, m a , soprat-tutto, tramite il pieno r e c u p e r o delle singole liber-tà individuali nella scelta dei bisogni da soddi-sfare. A questo p r o p o s i t o piace f a r nostro q u a n t o scrive Francesco Forte nell'« I n t r o d u z i o n e alla politica economica », in polemica a possibili nuo-ve f o r m e di civiltà n o n m e n o vincolanti della p r e s e n t e in n o m e di u n a p r e s u n t a generale con-vergenza di idee sulla necessità di f o r z a r e al mas-simo certi c o n s u m i p u b b l i c i , « S a p p i a m o , all'in-grosso, che certe cose sono inaccettabili e che altre c e r t a m e n t e si i m p o n g o n o , m a la g a m m a delle pos-sibilità, che in m e z z o a questi limiti si p o n g o n o e che per libera e c o n t i n u a c r e a z i o n e della società si possono ottenere, è vasta, in g r a n p a r t e mal c o n o s c i u t a e spesso i m p r e v e d i b i l e . L ' a u t o n o m i a della sua creazione, la sua d e t e r m i n a z i o n e ex ante, ne costituiscono p r o p r i o il valore u m a n o più si-gnificativo ».

In definitiva si vuol cioè d i r e che se è com-prensibile e b e n e che la r i v o l u z i o n e del progres-so, intesa soltanto c o m e creatrice di maggiori out-p u t s m a t e r i a l i , n o n affascini out-p i ù , n o n out-per q u e s t o r i s p o n d e a saggezza r i n n e g a r e quelli che sono i valori positivi della civiltà tecnologica, p e r c h é , r i p r e n d e n d o a n c o r a d a l l ' l r a c i , « a n c h e il v u o t o di u n ' o p u l e n z a inutile o f f r e u n ' a l t e r n a t i v a di super a m e n t o c h e le condizioni p super e o p u l e n t e a u t o m a t i -c a m e n t e e s -c l u d o n o ».

In linea con questa t e m a t i c a , scopo della pre-sente n o t a è l ' e s a m e c o m p a r a t o , a livello di t u t t e

le regioni italiane, di alcuni fenomeni socialmen-te rilevanti (quelli che sopra abbiamo chiamato aspetti oggettivi della qualità della vita), in f u n -zione della verifica di u n a loro eventuale correla-zione positiva con il benessere materiale. Senza alcuna pretesa di costruire in proposito sofisticati indicatori sintetici e composti, della cui utilità operativa si n u t r e tra l'altro qualche dubbio, dal m o m e n t o che gli interventi politici modificativi d e v o n o necessariamente essere compiuti sulle grandezze singole, un p o ' per la maggior facilità di r e p e r i m e n t o dei dati e u n p o ' per un preordi-n a t o criterio di p r e f e r e preordi-n z e , il c o preordi-n f r o preordi-n t o delle si-tuazioni regionali sarà effettuato per i seguenti sette eventi: suicidi, m o r t i per incidenti stradali, decessi per disturbi psichici, nati illegittimi, de-litti contro la p e r s o n a , r a p i n e ed estorsioni, pro-cedimenti di separazione personale dei coniugi. Gli anni di r i f e r i m e n t o per rendersi conto dei m o v i m e n t i evolutivi avvaloranti o m e n o l'idoneità dei f e n o m e n i a f u n g e r e da testimoni delle con-t r a d d i z i o n i del siscon-tema di vicon-ta m o d e r n o , il 1963 e il 1972; le fonti conoscitive, i diversi a n n u a r i per m a t e r i a editi dall'Istituto centrale di statistica.

Il responso delle statistiche.

P r i m a di p r o c e d e r e all'analisi dei dati relativi ai f e n o m e n i sociali prescelti, alcune considera-zioni in o r d i n e alla g r a d u a t o r i a delle regioni con r i g u a r d o al r e d d i t o n e t t o al costo dei fattori, sulla base dei dati della tav. 3, e s p r i m e n t i i r a p p o r t i tra le c o m p o s i z i o n i p e r c e n t u a l i sui totali nazionali delle singole g r a n d e z z e socio-economiche e della p o p o l a z i o n e residente. Per la costruzione della classifica ci si è valsi dei conti economici territo-riali e l a b o r a t i dal T a g l i a c a r n e per l ' U n i o n e italia-na delle C a m e r e di c o m m e r c i o .

D a l suo esame si osserva che, n o n o s t a n t e un certo r a l l e n t a m e n t o del tasso di e s p a n s i o n e delle aree settentrionali, il q u o z i e n t e dell'intero n o r d s u p e r a nel 1972 del 1 4 , 1 % quello dell'Italia cen-trale, d e l l ' 8 3 , 3 % quello del m e r i d i o n e continen-tale e del 6 5 , 8 % quello s p e t t a n t e alle d u e isole, con lievi s c o s t a m e n t i rispetto alla situazione 1 9 6 3 (per ragioni di spazio n o n r i p o r t a t a nelle tre ta-vole n u m e r i c h e allegate), q u a n d o il d i v a r i o assu-m e v a le p r o p o r z i o n i , n e l l ' o r d i n e , del + 2 0 , 2 % ,

+ 8 9 , 4 % e + 8 3 , 8 % . A n c h e lo scarto tra la prim a e l ' u l t i prim a n o n è v a r i a t o di prim o l t o : la L o prim b a r -dia i n f a t t i con un coefficiente di 1,34 distanzia nel 1972 la C a l a b r i a di 1,35 volte, m e n t r e nel

TAVOLA 1. — A S P E T T I E C O N O M I C O - S O C I A L I D E L L E R E G I O N I I T A L I A N E N E L 1972 Regioni Popolazione residente a fine anno Reddito netto interno al costo dei fattori (milioni di lire) Fenomeni sociali Regioni Popolazione residente a fine anno Reddito netto interno al costo dei fattori (milioni di lire) Suicidi Morti per incidenti stradali Morti per disturbi psichici Nati il-legittimi Delitti contro la persona Rapine e estorsioni Procedi-menti separa-zione coniugi Piemonte 4.462.976 5.662.942 324 1.098 137 1.687 12.638 470 3.077 Valle d'Aosta 110.519 144.998 16 32 4 63 292 15 3.077 Lombardia 8.630.905 11.935.039 344 1.574 149 3.414 15.123 737 4.496 Trentino-Alto Adige 848.615 944.741 65 273 27 740 1.885 49 309 Veneto 4.168.445 4.276.942 157 1.386 99 1.364 8.170 283 1.008 Friuli-Venezia Giulia 1.223.589 1.446.687 98 456 30 569 3.605 84 806 Liguria 1.862.716 2.445.421 132 243 45 803 3.922 262 1.835 Emilia Romagna 3.873.046 4.660.530 295 1.217 50 1.435 16.379 232 1.616 Toscana 3.502.362 3.876.327 190 821 51 911 16.095 210 1.206 Umbria 780.598 738.730 61 212 7 181 2.572 24 192 Marche 1.366.554 1.195.618 71 310 28 199 4.303 49 242 Lazio 4.740.391 5.581.625 137 957 45 2.610 4.947 293 3.179 Abruzzi e Molise 1.502.071 1.120.503 63 271 21 315 5.882 57 263 Campania 5.118.346 3.571.364 124 526 28 2.087 15.808 375 1.086 Puglia 3.628.878 2.493.302 91 640 24 1.136 14.342 323 1.032 Basilicata 607.085 392.741 22 84 7 164 1.522 34 125 Calabria 1.996.743 1.167.445 49 165 26 500 5.630 228 316 Sicilia 4.724.390 3.447.943 170 520 42 1.551 10.089 427 1.545 Sardegna 1.495.644 1.218.102 63 293 21 651 2.840 88 359 I T A L I A 54.643.873 56.321.000 2.472 11.078 841 20.386 146.044 4.240 22.692 It. settentrionale 25.180.811 31.517.300 1.431 6.279 541 10.075 62.014 2.132 13.147 It. centrale 10.389.905 11.392.300 459 2.300 131 3.907 27.917 576 4.819 It. meridionale 12.853.123 8.745.355 349 1.686 106 4.202 43.184 1.017 2.822 It. insulare 6.220.034 4.666.045 233 813 63 2.202 | 12.929 515 1.904

1963 la Valle d ' A o s t a , con un valore di 1,50, superava la stessa terra di Scilla ( f e r m a a 0,57) di 1,73 lunghezze. Risulta p e r t a n t o evidente che la strada da compiere per colmare le distanze re-sta ancora t a n t a , anzi persili più lunga che in passato se si b a d a alla d i n a m i c a del r e d d i t o in termini reali e n o n già in lire correnti, m e n o sostenuta nel mezzogiorno che nelle altre ripar-tizioni.

Passiamo ora in rassegna ciascuno dei sette f e n o m e n i sociali, iniziando dalla mortalità per suicidio, di cui si p u ò rilevare u n a leggera con-trazione in tutto il paese nell'intervallo di tem-po in esame, in virtù dei cedimenti verifica-tisi nelle regioni meridionali. È v e r o che tra gli studiosi non c'è c o n c o r d a n z a di v e d u t e sulla con-nessione tra f r e q u e n z a delle m o r t i volontarie e alto livello di vita e che q u a l c u n o sostiene che il f a t t o r e più significativo per giustificarne la mag-giore o m i n o r e elevatezza è quello geografico, m a si p u ò altresì c o n s t a t a r e — si v e d a n o i R a p p o r t i epidemiologici annuali d e l l ' O r g a n i z z a z i o n e mon-diale della sanità — che il tasso di suicidi

ita-liano (calcolato per 100.000 abitanti) è inferiore di q u a t t r o volte a quello di Svezia, G e r m a n i a e Svizzera, u n terzo di quello f r a n c e s e e giappo-nese e metà di quello degli Stati Uniti e della G r a n Bretagna, paesi per latitudine e longitudine molto distanti, ma senz'altro accomunabili per il forte indice di industrializzazione e l'essere tutti tanto più ricchi di noi.

Nelle d i c i a n n o v e regioni italiane (gli A b r u z z i e il Molise sono considerati c o n g i u n t a m e n t e ) i rap-porti tra le quote percentuali della particolare causa di m o r t e e della popolazione m e t t o n o in evi-denza u n a situazione molto diversificata, con qual-che i n d e b o l i m e n t o al n o r d (Piemonte, V e n e t o e Liguria) più che c o m p e n s a t o tuttavia dal mante-n i m e mante-n t o o dal g u a d a g mante-n o di posiziomante-ni del Friuli-Venezia Giulia, L o m b a r d i a ed Emilia R o m a g n a , un discreto calo al centro e al sud (Lazio e Cam-pania) e u n inaspettato a p p e s a n t i m e n t o nelle isole. Certo il secondo posto del Friuli-Venezia Giulia e il terzo d e l l ' U m b r i a , a f r o n t e del dodicesimo della L o m b a r d i a , p o t r e b b e r o scalfire u n p o ' la c o n v i n z i o n e di u n ' a l t a correlazione tra suicidi e

livello di vita; la conferma della sua validità vie-ne però dal raffronto dei quozienti spettanti alle ripartizioni multiregionali (esempio 1,25 l'Ita-lia settentrionale contro 1,21 del reddito, 0,60 le regioni meridionali anziché 0,66).

Analoghe le conclusioni traibili dalle elabo-razioni delle statistiche relative ai morti per inci-denti stradali, con piena rispondenza alle aspet-tative di u n o stretto collegamento della concen-trazione del f e n o m e n o con quella del reddito sul piano ripartizionale e q u a l c h e scostamento a li-vello regionale, r a p p r e s e n t a t o dal tredicesimo po-sto della L o m b a r d i a (valore 0,90) e dal sedice-simo della Liguria (0,64), superata perfino dalla Basilicata che p u r conta u n a delle più basse per-centuali di autoveicoli circolanti per abitante. Se si tiene inoltre conto che il P i e m o n t e è settimo (1,21) e che n o v e anni p r i m a era q u a r t o (1,40) si p u ò forse c o n c l u d e r e che nel triangolo indu-striale, dove la densità autoveicolare h a rag-giunto p u n t e pari a quelle delle nazioni più sviluppate, il rischio di incidenti stradali p u r

mantenendosi più elevato che nelle zone a mi-nore densità sta regredendo per l'acquisizione da parte dei conducenti di un maggior senso di responsabilità, non solo alla guida del mezzo, ma anche e soprattutto nel preoccuparsi della sua per-fetta efficienza, con p u n t u a l i accurate opere di m a n u t e n z i o n e . N o n bisogna poi dimenticare che su strade particolarmente trafficate l'inevitabile m a n t e n i m e n t o di velocità m o d e r a t e e la costante presenza di pericolo immediato, se da un lato non escludono u n a maggiore probabilità di inci-denti, dall'altro contribuiscono in misura n o n marginale a contenere il n u m e r o di sinistri mor-tali.

Q u a n t o ai decessi per disturbi psichici va su-bito constatata u n a forte contrazione dei casi, m e n o forte c o m u n q u e al settentrione che nelle al-tre circoscrizioni. In generale non vi è d u b b i o che i progressi della medicina h a n n o permesso di r e c u p e r a r e alla n o r m a l i t à molti malati di mente, r i d u c e n d o n e considerevolmente la mortalità. Dal p u n t o di vista del r a p p o r t o con la popolazione si

TAVOLA 2. — C O M P O S I Z I O N E P E R C E N T U A L E S U L T O T A L E N A Z I O N A L E DI A L C U N I A S P E T T I E C O N O M I C O - S O C I A L I D E L L E R E G I O N I I T A L I A N E N E L 1972 Popola-zione re-sidente a fine anno

Reddito Fenomeni sociali Regioni Popola-zione re-sidente a fine anno netto in-terno al costo dei fattori Suicidi Morti per inci-denti stradali Morti per di-sturbi psichici Nati illegittimi Delitti contro la persona Rapine e estorsioni Procedi-menti separa-zione coniugi Piemonte 8,2 10,1 13,1 9,9 16,3 8,3 8,7 11,1 13,6 Valle d'Aosta 0,2 0,3 0,6 0,3 0,5 0,3 0,2 0,3 13,6 Lombardia 15,8 21,2 13,9 14,2 17,7 16,8 10,4 17,4 19,8 Trentino-Alto Adige 1,5 1,7 2,6 2,5 3,2 3,6 1,3 1,1 1,4 Veneto 7,6 7,6 6,4 12,5 11,8 6,7 5,6 6,7 4,4 Friuli-Venezia Giulia 2,2 2,6 4,0 4,1 3,6 2,8 2,5 2,0 3,5 Liguria 3,4 4,3 5,3 2,2 5,3 3,9 2,7 6,2 8,1 Emilia R o m a g n a 7,1 8,3 11,9 11,0 5,9 7,0 11,2 5,5 7,1 Toscana 6,4 6,9 7,7 7,4 6,1 4,5 11,0 4,9 5,4 Umbria 1,4 1,3 2,5 1,9 0,8 0,9 1,8 0,6 0,8 M a r c h e 2,5 2,1 2,9 2,8 3,3 1,0 2,9 1,2 1,1 Lazio 8,7 9,9 5,5 8,6 5,3 12,8 3,4 6,9 14,0 Abruzzi e Molise 2,8 2,0 2,6 2,5 2,5 1,6 4,0 1,4 1,2 C a m p a n i a 9,4 6,3 5,0 4,7 3,3 10,2 10,8 8,8 4,8 Puglia 6,7 4,4 3,7 5,8 2,9 5,6 9,8 7,6 4,5 Basilicata 1,1 0,7 0,9 0,8 0,8 0,8 1,0 0,8 0,5 Calabria 3,6 2,1 2,0 1,5 3,1 2,4 3,9 5,4 1,4 Sicilia 8,6 6,1 6,9 4,7 5,0 7,6 6,9 10,0 6,8 Sardegna 2,7 2,2 2,5 2,6 2,6 3,2 1,9 2,1 1,6 I T A L I A 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 It. settentrionale 46,1 56,0 57,8 56,7 64,3 49,4 42,6 50,3 57,9 It. centrale 19,0 20,2 18,6 20,7 15,5 19,2 19,1 13,6 21,3 It. meridionale 23,5 15,5 14,2 15,3 12,6 20,6 29,5 24,0 12,4 It. insulare 11,4 8,3 9,4 7,3 7,6 10,8 8,8 12,1 8,4

TAVOLA 3. — R A P P O R T O T R A LE C O M P O S I Z I O N I P E R C E N T U A L I DI A L C U N I A S P E T T I E C O N O M I C O - S O C I A L I D E L L E R E G I O N I I T A L I A N E E D E L L A R E L A T I V A P O P O L A Z I O N E N E L 1972 Regioni Reddito netto in-terno al costo dei fattori Fenomeni sociali Regioni Reddito netto in-terno al costo dei fattori a b c d e

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g a + b + c + g 4 Regioni Reddito netto in-terno al costo dei fattori Suicidi Morti per inci-denti stradali Morti per di-sturbi psichici Nati illegittimi Delitti contro la persona Rapine e estorsioni Procedi-menti separa-zione coniugi a + b + c + g 4 Piemonte .1,23 1,60 1,21 1,99 1,02 1,06 1,36 1,66 1,61 Valle d'Aosta 1,30 3,00 1,50 2,50 1,50 1,00 2,00 1,66 2,33 Lombardia 1,34 0,88 0,90 1,12 1,06 0,66 1,10 1,24 1,04 Trentino-Alto Adige 1,08 1,68 1,61 2,06 2,32 0,84 0,77 0,90 1,56 Veneto 0,99 0,84 1,64 1,55 0,88 0,73 0,88 0,58 1,15 Friuli-Venezia Giulia 1,15 1,79 1,83 1,61 1,25 1,12 0,89 1,56 1,70 Liguria 1,27 1,55 0,64 1,55 1,14 0,79 1,82 2,37 1,53 Emilia Romagna 1,17 1,68 1,55 0,83 0,99 1,58 0,78 1,00 1,26 Toscana 1,07 1,20 1,15 0,95 0,70 1,72 0,78 0,83 1,03 Umbria 0,92 1,75 1,33 0,56 0,63 1,26 0,42 0,56 1,05 Marche 0,85 1,16 1,12 1,32 0,40 1,16 0,48 0,44 1,01 Lazio 1,14 0,63 0,99 0,61 1,47 0,39 0,79 1,61 0,96 Abruzzi e Molise 0,72 0,95 0,91 0,91 0,58 1,45 0,51 0,44 0,80 Campania 0,68 0,53 0,50 0,35 1,09 1,15 0,94 0,51 0,47 Puglia 0,67 0,56 0,87 0,44 0,84 1,48 1,14 0,68 0,64 Basilicata 0,63 0,81 0,72 0,72 0,72 0,90 0,72 0,45 0,67 Calabria 0,57 0,55 0,41 0,85 0,66 1,07 1,48 0,38 0,55 Sicilia 0,71 0,80 0,54 0,58 0,88 0,80 1.17 0,79 0,68 Sardegna 0,79 0,91 0,95 0,91 1,17 0.69 0,77 0,58 0,84 I T A L I A 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 II. settentrionale 1,21 1,25 1,23 1,39 1,07 0,92 1,09 1,26 1,28 It. centrale 1,06 0,98 1,09 0,81 1,01 1,00 0,71 1,12 1,00 It. meridionale 0,66 0,60 0,65 0,54 0,88 1,25 1,02 0,53 0,58 It. insulare 0,73 0,83 0,64 0,67 0,95 0,77 1,06 0,74 0,72

p u ò invece osservare che il quoziente raggiunge nell'Italia del n o r d il valore di 1,39, il 7 1 , 6 % in più di quello p r o p r i o dell'Italia centrale e il 1 5 7 , 4 % oltre quello meridionale. Da n o t a r e che di tutti i f e n o m e n i considerati tale coefficiente è, a livello ripartizionale, il più alto. Sul piano re-gionale al p r i m o posto è la Valle d ' A o s t a (2,50), al secondo il Trentino-Alto Adige, seguito da vi-cino dal P i e m o n t e (1,99). Grosse sorprese n o n si m a n i f e s t a n o e tutto p a r e sostanzialmente con-f e r m a r e la tesi: più alto livello di vita = maggior rischio di a m m a l a r s i di m e n t e e di morire per tale causa.

In tema di nati illegittimi (vivi e morti) l'in-dice ancora u n a volta segna il valore massi-mo (1,07) per le regioni a n o r d del R u b i c o n e e quello più basso per il sud (0,88); è tuttavia da notare che nove anni p r i m a accadeva p r o p r i o il contrario, con in testa il m e z z o g i o r n o continen-tale (1,11) e in coda il centro-nord ( e n t r a m b i fer-mi a 0,95). Quali le r a g i o n i ? E v i d e n t e m e n t e

quel-lo in parola è u n f e n o m e n o direttamente corre-lato più che al r e d d i t o al grado di istruzione della popolazione, per cui lo scambio di posizioni è da attribuire per il settentrione e il centro essenzim e n t e alle essenzimassicce o n d a t e di iessenzimessenzimigrazione e al-l'aggravarsi nei centri u r b a n i del triste f e n o m e n o della prostituzione, come sembra esaurientemente d i m o s t r a r e l ' a u m e n t o degli indici nelle q u a t t r o regioni dell'Italia nord-occidentale, in testa a tutte la Valle d'Aosta (da 1 a 1,50, con u n recupero, si fa per dire, di otto posizioni che la p o r t a al secondo posto), poi il P i e m o n t e (da 0 , 7 8 a 1,02 che a v a n z a dalla q u a t t o r d i c e s i m a alla n o n a piaz-za), q u i n d i la L o m b a r d i a (da 0,90 a 1,06 con u n o s p o s t a m e n t o dal dodicesimo all'ottavo gradino) e infine la Liguria (da 1,09 a 1,14, che p e r d e di p o c o la q u i n t a posizione lasciandola alla Sarde-gna). A suscitare s t u p o r e è n a t u r a l m e n t e il valore che si legge per il T r e n t i n o - A l t o Adige, pari a 2,32, il più elevato di tutti, così come già nel 1963 q u a n d o toccava la p u n t a di 1,87: di f r o n t e

ai risultati alquanto più bassi delle regioni con-termini Veneto e L o m b a r d i a e, poco più in la, Friuli-Venezia Giulia, vien da chiedersi se la de-terminante di maggior peso è forse da ritenere la particolare situazione demografica della regione, abitata da gruppi etnici diversi.

Per misurare l'aspetto obiettivo della crimina-lità (fatti costituenti infrazioni alle leggi penali), dei tre m o m e n t i su cui è possibile statisticamente fissare l'attenzione, vale a dire il tempo della de-nuncia del f a t t o delittuoso all'autorità di Pub-blica sicurezza e ai Carabinieri, quello in cui l'autorità giudiziaria p r e n d e in esame la d e n u n z i a ed emette il p r i m o p r o v v e d i m e n t o con il quale si dà l'avvio al p r o c e d i m e n t o penale, quello infine in cui viene p r o n u n c i a t o u n giudizio, si è scelto, tenuto conto degli scopi dell'indagine (di p u r a e semplice c o m p a r a z i o n e della distribuzione del f e n o m e n o nelle diverse regioni), il p r i m o , p e r c h é nonostante l'inconveniente di c o n t e m p l a r e tutte le d e n u n c e , anche quelle che risultano poi infon-date, ha il vantaggio di riflettere la reale situa-zione d e l l ' a n n o di r i f e r i m e n t o , di n o n risentire gli effetti delle amnistie e della diversa severità dei giudizi nella fase istruttoria e in giudizio, di tener da ultimo conto a n c h e dei delitti di ignoti. Della classificazione dei delitti, l ' a t t e n z i o n e è stata in particolare posta alla classe « c o n t r o la p e r s o n a » e alla categoria « r a p i n e , estorsioni e sequestri di p e r s o n a » della classe « contro il pa-t r i m o n i o ». Il c o m m e n pa-t o per la p r i m a serie, il se-guente: n o n p a r e trattarsi di u n f e n o m e n o m o l t o significativo c o m e rovescio della m e d a g l i a del benessere, anzi, m a l g r a d o l'elevarsi dell'indice nell'Italia del n o r d (da 0 , 8 5 a 0,92)) e la conco-m i t a n t e flessione nelle restanti tre z o n e (da 1,12 a 1 al centro, da 1,28 a 1,25 al sud, d a 0 , 8 0 a 0 , 7 7 in Sicilia e S a r d e g n a ) , lo si p u ò meglio rite-n e r e p i e t r a di p a r a g o rite-n e a d a t t a p e r e v i d e rite-n z i a r e la deficienza e l e m e n t a r e di socialità, tipica delle c o m u n i t à m e n o progredite dal p u n t o di vista ci-vile. Per le regioni l ' i n t e r p r e t a z i o n e è p i ù a r d u a , p e r c h é se r e s t a n o f a c i l m e n t e giustificabili dall'acc e n n a t a ipotesi sia il d e dall'acc i m o , u n d i dall'acc e s i m o , q u i n d i -cesimo e diciottesimo p o s t o del P i e m o n t e , Valle d ' A o s t a , Liguria e L o m b a r d i a , sia il terzo, q u a r t o e settimo della Puglia, A b r u z z i e Molise e Cam-pania, è d a v v e r o p i u t t o s t o p r o b l e m a t i c o spiegare la p r i m a e s e c o n d a p o s i z i o n e o c c u p a t e , rispetti-v a m e n t e , dalla T o s c a n a e d a l l ' E m i l i a - R o m a g n a .

N o n più i d o n e a a servire da p a r a m e t r o dell'al-tra f a c c i a dello s v i l u p p o la categoria d e l i t t u o s a ,

in considerazione soprattutto dell'esiguo divario emergente a livello ripartizionale tra l'alta Italia (con 1,09) e le regioni meridionali (1,02) e insu-lari (1,06), e alla luce anche di q u a n t o rilevabile per il 1963 (1,02 per il n o r d , 1,01 per il sud con-tinentale, 1,38 per Sicilia e Sardegna). Probabil-mente da u n a più dettagliata, ma p u r t r o p p o inat-tuabile analisi delle sue componenti si p o t r e b b e scoprire che m e n t r e al sud prevalgono (almeno fino al 1972) le estorsioni e i sequestri di persona, reati connessi ad u n a civiltà di tipo rurale, nelle regioni più industrializzate il p r i m a t o passa alle r a p i n e . Nessuna meraviglia quindi trovare la Ca-labria e la Sicilia al terzo e quinto posto; il pri-mo, secondo e q u a r t o sono infatti occupati da Valle d'Aosta, Liguria e Piemonte. T u t t o ciò o v v i a m e n t e b a d a n d o alla f r e q u e n z a dei delitti denunciati; la g r a d u a t o r i a p o t r e b b e subire qual-che variazione q u a l o r a si tenesse conto, per u n a misura più precisa della criminalità — e sarebbe bene d i s p o n e n d o delle informazioni necessarie — , anche della gravità dei reati commessi, conver-tendo le d e n u n c e negli anni di p e n a che spette-r e b b e spette-r o a tutti gli autospette-ri noti ed ignoti pespette-r i de-litti stessi ( p a r a m e t r o di t r a s f o r m a z i o n e la p e n a media inflitta dai giudici ai c o n d a n n a t i per i delitti f a c e n t i p a r t e dei d u e r a g g r u p p a m e n t i ) .

U l t i m o f e n o m e n o considerato: i p r o c e d i m e n t i di s e p a r a z i o n e p e r s o n a l e dei coniugi, la cui con-sistenza regionale è stata costruita sulla base dei distretti di corte d ' a p p e l l o , o p p o r t u n a m e n t e ag-gregati. La coincidenza con le regioni geografiche n o n è assoluta, m a le differenze m i n i m e (riguar-danti la Liguria e la T o s c a n a , la C a m p a n i a e la Basilicata, m e n t r e la Valle d ' A o s t a è associata al Piemonte) n o n s e m b r a n o p o t e r inficiare le con-clusioni esposte. La correlazione con il r e d d i t o a p p a r e elevata, s o p r a t t u t t o sul p i a n o multiregio-nale, con valori l i e v e m e n t e superiore al n o r d e al c e n t r o (1,26 e 1,12 c o n t r o 1,21 e 1,06) e inferiore o u g u a l e per m e z z o g i o r n o e isole (0,53 e 0 , 7 4 invece di 0 , 6 6 e 0 , 7 3 ) , a t e s t i m o n i a n z a della di-screta elasticità del f e n o m e n o al crescere delle possibilità m a t e r i a l i . Ulteriore c o n f e r m a , dell'ana-logia di m o v i m e n t o all'insti o in discesa dei d u e indici rispetto al 1963, q u a n d o le separazioni fa-c e v a n o registrare 1,34, 0 , 9 6 , 0 , 6 0 e 0 , 5 6 e il red-dito p r o d o t t o 1,25, 1,04, 0 , 6 6 e 0 , 6 8 . Buona la c o r r i s p o n d e n z a a n c h e a livello regionale con 2,37 per la Liguria, 1,66 per il P i e m o n t e , 1,61 per il Lazio, 1,24 per la L o m b a r d i a , 0 , 3 8 per la

Cala-GRADUATORIE DEGLI INDICI DEL REDDITO E DELLA MEDIA DI 4 FENOMENI SOCIALI REDDITO PRODOTTO Valle d'Aosta Liguria Lombardia Piemonte Emilia Romagna Lazio Toscana Trentino-Alto Adige Friuli-Venezia Giulia ITALIA Veneto Umbria Marche Campania Sardegna Puglia Sicilia Abruzzi e Molise Basilicata Calabria Italia settentrionale Italia centrale Italia meridionale Italia insulare REDDITO PRODOTTO Lombardia Valle d'Aosta Liguria Piemonte Emilia Romagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Trentino-Alto Adige Toscana ITALIA Veneto Umbria Marche Sardegna Abruzzi e Molise Sicilia Campania Puglia Basilicata Calabria Italia settentrionale Italia centrale Italia meridionale Italia insulare ANNO 1963 ANNO 1972 FENOMENI SOCIALI Valle d'Aosta Piemonte M S H E M H ^ ^ B I Friuli-Venezia Giulia • • • • • • • • • i Liguria ••—BgWlimiU. Trentino-Alto Adige •HHHWMHi

Lombardia

Emilia Romagna IfifliTWPiffl®® Veneto • • • • • • Toscana Lazio • • • • • ITALIA WSBSSBm Marche Umbria

Abruzzi e Molise WsamrfiS Sardegna Puglia • • • i Sicilia Campania Calabria Basilicata • • •

Italia settentrionale BiMHBHHS! Italia centrale Italia meridionale I r a ® Italia insulare 0 1 2 3 FENOMENI SOCIALI Valle d'Aosta Friuli-Venezia Giulia Piemonte Trentino-Alto Adige Liguria Emilia Romagna Veneto Umbria Lombardia Toscana Marche ITALIA Lazio Sardegna Abruzzi e Molise Sicilia Basilicata Puglia Calabria Campania Italia settentrionale Italia centrale Italia meridionale Italia insulare 0 1 2 3

w

bria, 0,44 per le M a r c h e , 0,45 p e r la Basilicata e 0,51 per la C a m p a n i a .

Ricapitolando, la conclusione è che di tutti i fenomeni presi in visione i più indicati a valere da segnalatori degli aspetti negativi del benessere nelle nostre regioni sono solamente quattro, e più precisamente i suicidi, il n u m e r o di morti per incidenti stradali, i deceduti p e r malattie mentali e i procedimenti di separazione personale dei co-niugi. I nati illegittimi e la delittuosità, ad

per-sonali! e rapine, s e m b r a n o invece meglio riflettere

lo stato sottoculturale di base, per cui è senz'altro più a p p r o p r i a t o utilizzarli per stabilire, unita-mente ad altri eventi di a b b a s t a n z a facile quanti-ficazione ( p a u p e r i s m o , a n a l f a b e t i s m o , carenza di i n f r a s t r u t t u r e primarie, quali acquedotti e fogna-ture), il grado di depressione delle aree m e n o evolute.

Se si esegue la m e d i a aritmetica semplice degli indicatori ritenuti validi ai nostri fini e si valu-tano i risultati in r a p p o r t o all'indice di concen-trazione del reddito, si n o t a che, c o m e ci si po-teva a t t e n d e r e da q u a n t o fin qui esposto, i d u e valori sono tra loro allineati: l ' I t a l i a settentrio-nale d e n u n c i a 1,28 contro 1,21, il centro 1 a f r o n t e di 1,06, il m e r i d i o n e 0 , 5 8 invece di 0 , 6 6 , le d u e isole 0,72 rispetto a 0 , 7 3 . Nel 1 9 6 3 il n o r d f a c e v a segnare 1,29 c o n t r o 1,25, l'Italia cen-trale 1 anziché 1,04, il sud e le isole, rispettivam e n t e , 0,61 e 0,65 contro 0 , 6 6 e 0,68. Per a rispettivam b e -due gli a n n i si vede d u n q u e che alla maggiore concentrazione dello s v i l u p p o c o r r i s p o n d e u n a ancora più alta intensità dei f e n o m e n i sociali in questione, p e r cui resta p r o v a t o che l'accrescersi del benessere m a t e r i a l e p o r t a con sé il rischio che ciascuno di noi c a d a vittima o diventi prota-gonista di u n o dei q u a t t r o eventi, ed in m i s u r a più che p r o p o r z i o n a l e al suo i n c r e m e n t o , visto che il g a p tra la P a d a n i a p i ù Liguria e le altre

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 28-37)