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Lo scavatore solitario delle Alpi Piera Condulmer

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 74-79)

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U n o per u n o a b b i a m o passa-to in rassegna su queste colonne i grandi trafori delle Alpi occi-dentali: ci siamo inchinati di f r o n t e all'intuizione pionieristi-ca dei tecnici piemontesi, alle visioni politico-economiche dei nostri u o m i n i di governo otto-centeschi, alle audacie decisio-nali di tutti.

Ma non ci siamo degnati fino ad ora di chinarci sull'opera si-lenziosa, umile e nascosta di u n u o m o che per otto a n n i se n ' è rimasto solo con se stesso, col suo piccone, con il suo mazzuo-lo, il suo cuneo, il suo cane, con il cielo e con le stelle, a tu per tu con la m o n t a g n a , in u n collo-quio di colpi e di spacchi.

Le Alpi sono ancora quelle Cozie, in u n p u n t o politicamen-te delicato, a n d a t o soggetto at-traverso i secoli ai più svariati trasferimenti di d o m i n i o , fluido per la sua posizione nei suoi con-fini, oscillanti tra Gallia e Ita-lia fin dal t e m p o di R o m a , quan-do la valle di Susa costituiva in p a r t e la Gallia Citeriore, p r i m a che N e r o n e portasse il confine italico alla displuviale alpina. D u r a n t e il p e r i o d o delle invasio-ni b a r b a r i c h e , questa valle, in gran p a r t e longitudinale, era il più c o m o d o passaggio verso l'Italia. I l o n g o b a r d i nella loro f u r i a conquistatrice v a l i c a r o n o le Alpi, m a ne f u r o n o ricacciati dai f r a n c h i fino alla Chiusa di

San Michele, il quale confine f u i n f r a n t o da Carlo M a g n o quan-do imprese la conquista dell'Ita-lia. S u b e n t r a t o all'impero f r a n c o quello germanico, in seguito alla spartizione in m a r c h e dei terri-tori confinari, quella di Susa an-dò ad Olderico M a n f r e d i fino al-lo spartiacque, che dovette ab-b a n d o n a r e in seguito all'invasio-ne saracena. A r d u i n o G l a b r i o n e ricompose l'unità territoriale della m a r c a , che, u n i t a a quella di T o r i n o passò alla p r o n i p o t e A d e l a i d e di Susa; questa spo-s a n d o in terze nozze O d d o n e di Savoia, diede ai conti di Moria-na il p r i m o possesso italiano. Lotte terribili di successione, e con i Delfini di V i e n n e , f a n n o p e r d e r e ai Savoia la p a r t e alta della valle di Susa fino a Gia-glione, e la sua riunificazione n o n avverrà che nel 1713 con il trattato di U t r e c h t .

O r a il tratto di valle che c'in-teressa sta subito oltre il confine di G i a g l i o n e - G r a v e r e , tra Chio-m o n t e ed Exilles, i paesi più tor-mentati forse della valle, verso la fine del Clivus italicus indica-to da A m m i a n o Marcellino nel 3 3 0 d. C., e che h a n n o conosciu-to incendi, devastazioni, occupa-zioni di f r a n c e s i , di spagnoli, di austriaci, di valdesi, di ugonotti; d i v e n i v a n o delfinici, f r a n c e s i , piemontesi a seconda delle sorti delle battaglie e dello spostamen-to dei confini. La n a t u r a si

pre-stava a far sf che questo p u n t o fosse nevralgico per le contese, perché presentava quelle stret-toie dei monti, dette a p p u n t o la stretta di Exilles, le gorge di G r a v e r e e le f o r r e di Giaglione, come più in basso della valle do-ranea, la Chiusa di S. Michele, dove si decidono i combattimen-ti. Il confine che ebbe maggior d u r a t a , n o n o s t a n t e brevi inter-valli con Carlo E m a n u e l e I, f u quello a p p u n t o di Giaglione con il torrente Clarea, imposto a T o m m a s o I di Savoia nel 1239; a questi rimase la bassa valle, m e n t r e l'alta valle costituiva l ' E s c a r t o n di O u l x , che insieme a quelli di Pragelato e di Castel Delfino, sotto il bailatico di Briancon (Ballivatus Briancon-nensis) a m m i n i s t r a t i dai Delfini di Vienne, costituivano il Delfi-n a t o di qua dai m o Delfi-n t i . M a Delfi-nel 1349 il Delfinato f u trasferito al-la F r a n c i a , ed i Savoia si trova-r o n o a confinatrova-re d i trova-r e t t a m e n t e con questa, per cui le lotte au-m e n t a r o n o d'intensità, p e r ragio-ni politiche m a a n c h e territoria-li ora, che si u n i v a n o a quelle antiche per l'utilizzo delle a c q u e aventi i loro bacini imbriferi in territori diversi e a d d i r i t t u r a in stati diversi. Perciò scambio di cortesie confinarie tra m o n t a n a r i a suon di f o r c o n i e di tridenti con morti e feriti. Basti p e n s a r e che la controversia Giaglione-Exilles d u r ò cinque secoli, e si

concluse con un compromesso solo nel 1865. La prosperità di Giaglione, i suoi enormi casta-gni, la sua b u o n a segale ecc. era-no legati si alla sua posizione e al suo suolo, ma altresì all'ab-b o n d a n t e irrigazione di cui di-sponeva grazie al m o n u m e n t a l e impianto irriguo di cui f r u i v a , d o v u t o alla intelligente munifi-cenza di u n a d o n n a , Maria Bo-na (ancora adesso ricordata in cerimonie religiose nel giorno di Pentecoste), che elargì u n ' e m i n a d ' o r o p e r la sua realizzazione. Il torrente Clarea, che scorre in gran p a r t e in territorio giaglio-nese, ha la sua sorgente e quella del suo maggior affluente, il Touilles, nel territorio di Exil-les, il quale paese p u r essendo p e r c o r s o dal G a l a m b r a , c a p t a v a volentieri, a n c h e con gravi spe-se, tale a c q u a . De inde ira. Chio-m o n t e era tra i d u e f u o c h i , e no-nostante il suo trasloco in t e m p i a b b a s t a n z a remoti, dalla sinistra alla destra della D o r a R i p a r i a , aveva l ' i m p o r t a n t e f r a z i o n e di R a m a t s a 9 9 0 m e t r i d ' a l t i t u d i n e sulla sinistra, il cui territorio confinava con quello di Giaglio-ne a n c h e a n o r d , m a il c o r d o n e roccioso delle u l t i m e propaggi-ni dei m o n t i d ' A m b i n , le impe-d i v a n o impe-di beneficiare impe-delle ac-q u e del g r a n V a l l o n e al di là di esso. La sua e c o n o m i a agricola ne risentiva f o r t e m e n t e , per cui il suo C o m u n e riusci a i n d u r r e quello di Exilles a consorziarsi con lui p e r t e n t a r e di realizzare insieme ciò che i n d i v i d u a l m e n -te n o n s a r e b b e r o m a i riusciti a c o m p i e r e : cioè c a p t a r e a m o n t e le a c q u e del Touilles, in territo-rio di Exilles, f a c e n d o l e scende-re dai Q u a t t r o Denti verso l'ulti-m o c o n t r a f f o r t e l'ulti-m o n t a g n o s o , pra-ticare in q u e s t o u n f o r o dal qua-le defluisse l ' a c q u a c a p t a t a , in-c a n a l a n d o l a in parti uguali verso

la frazione Cels di Exilles e ver-so la frazione R a m a t s di Chio-monte. Questo alla massima al-tezza per avere il m i n i m o di spes-sore di roccia (sui 2 0 0 0 metri circa). Il 1504 perciò, inditione

septima, è u n a data importante

specie per Chiomonte, perché in « burgo E x i l i a r u m in curte do-m u s do-magistri Cattelani Chale-rii », viene firmato il d o c u m e n t o di costituzione di consorzio f r a i d u e comuni, i quali giurano che n o n sarebbe m a i intervenuta lite alcuna tra loro, n é breve né lun-ga e che Exilles concedeva l'al-b e r g a m e n t o a C h i o m o n t e , o en-fiteusi p e r p e t u a delle a c q u e del Touilles. F i r m a n o il d o c u m e n t o q u a t t r o reali delfinali notai di Exilles e di C h i o m o n t e .

M a questo bel d o c u m e n t o ri-m a n e v a solo u n d o c u ri-m e n t o

sen-za effetto, sino a che non si fos-se studiato il progetto e trovato chi lo avesse realizzato e a con-dizioni sopportabili dalla econo-mia dei due paesi.

D i f a t t i i documenti tacciono fino al 1526, anno del medesimo

Signore indizione XIV il 20 ot-tobre, q u a n d o troviamo u n a Con-ventio facture aqueducti de Tul-liis inter habitantes de Celsis et Ramatis, cum Colombano Ro-meani. O r a e n t r i a m o nel vivo

dell'impresa: questo C o l o m b a n o R o m e a n , operaio, è chiaramen-te indicato c o m e nativo di Ra-mats e residente a Saint Giles in quel di N i m e s ; egli s'impegna di p e r f o r a r e , o di proseguire il già iniziato t r a f o r o fatto forse come p r o v a dimostrativa delle sue ca-pacità) « verso la C h a l p a fini di Exilles in m o d o che l ' a c q u a

scor-L'ingresso delta galleria-acquedotto dì 500 m. praticata da C. Romean tra il 1526 e il 1534.

ra dal m o n t e Tulliis di q u a verso A l b o u r m o n t di Cels e l'altra me-tà verso R a m a t s , a loro profit-to », e ciò tutprofit-to a carico dello stesso R o m e a n , a sue p r o p r i e spese, salvo le infrascritte, e cioè:

— che quelli di Cels e quel-li di R a m a t s gquel-li portassero u n sestario di vino ciascuno al me-se, di quello b u o n o c o m u n e , per tutta la sua vita; u n a e m i n a di segale al mese;

— d u e sestari di legumi

fin-ché lavorava, e altrettanto p e r eventuali garzoni di aiuto (al m a s s i m o due);

— c i n q u e fiorini di mone-ta c o r r e n t e di 12 soldi, ogni tesa (m. 1,780) di scavo, f o r n e n -dogli a n c h e gli s t r u m e n t i neces-sari, e cioè: m a z z u o l o , piccone, scalpello, pali di f e r r o , cunei, le p r i m e p u n t e : per le altre avreb-be d o v u t o p r o v v e d e r e lui, m a gli v e n i v a n o f o r n i t i il maglio, l ' i n c u d i n e e il c a r b o n e per acu-m i n a r l e ;

— gli avrebbero dovuto costruire u n a casetta all'inizio del traforo, con u n a madia, u n a botte, l'olio per la lanterna e il lucignolo.

Il nostro eroe della solitudine si mise a martellare, a scalpella-le, a dirompere, a far saltar roc-cia con la dinamite dei suoi mu-scoli e della sua costanza; il suo cane va e torna da Ramats, tiene contatti con il m o n d o degli uo-mini, porta messaggi per q u a n d o gli uomini devono recarsi lassù a sgomberare il materiale di sca-vo accumulato, o ad i n f o r m a r e che inoltrandosi nel t r a f o r o l'aria si fa sempre più irrespirabile e il lume n o n sta acceso.

I d o c u m e n t i n o n lo dicono, ma molto p r o b a b i l m e n t e per ov-viare a questo guaio si sarà ricor-so al sistema della m a n i c h e t t a di stoffa in cui soffiare aria con u n m a n t i c e all'esterno della galle-ria, si s a r a n n o adottate delle fiac-cole, o ad u n certo p u n t o lo sca-vatore avrà aggredito il m o n t e dal lato o p p o s t o per p r o d u r r e il più presto possibile u n a corren-te d ' a r i a attraverso u n f o r o . E a ciò p o t r e b b e f a r p e n s a r e il disli-vello di 80 centimetri che si n o t a a m e t à del t r a f o r o , per elimina-re il quale si sono poi fatti molti progetti senza mai realizzarli, in q u a n t o n o n si presentò più u n secondo C o l o m b a n o R o m e a n (').

Le albe e i t r a m o n t i si succe-d e v a n o succe-dinanzi agli occhi succe-del so-litario escavatore; al b i a n c o delle nevi succedeva con la solenne re-golarità della n a t u r a , il v e r d e dei pascoli; il r i t m o del piccone era d i v e n u t o il r i t m o del cuore del-l ' u o m o , con esso egdel-li scandiva idel-l t e m p o e la vita; scalpellava,

me-(') Dati tecnici fornitimi dal geometra Ettore Patria appassionato ricercatore vai-susino.

ditava, n a u f r a g a v a nel colpo fe-condo il pensiero, convinto che forse era

« meglio oprando obliar senza indagarlo questo enorme mister

dell'universo. Che cosa aveva spinto quel-l'uomo ad assumersi tale compi-to i m m a n e ? T r o v a r e u n a solu-zione al problema q u o t i d i a n o della v i t a ? Spirito eremitico? Spirito filantropico? A m o r e p e r il p r o p r i o paese, per vederlo fio-rire di begli orti come quelli di C h i o m o n t e e di Exilles, di enor-mi castagni come quelli di Gia-glione, perché dagli alti abeti si potesse estrarre tanta e tanta trementina da alimentare u n bel c o m m e r c i o come gli altri, p e r c h é g l ' i m p o n e n t i larici dessero tanta resina p e r f a r e tanta pugura con cui i m p e r m e a b i l i z z a r e i tessuti? Perché i pascoli divenissero più ricchi per il suo bestiame, per-ché i g r a p p o l i della sua nera u v a a v a n a v e n u t a da B o r d e a u , fosse-ro più t u r g i d i ? O p e r la gioia di v e d e r crescere il levisticum

offi-cinalis sui suoi sentieri, o la mal-va crispa, o la rosa lutea, o il la-thyrus heterophyllus, la potentil-la agrivora, l'aconitum ponicupotentil-la- ponicula-tum nei suoi pascoli, Vapera in-terrupta lungo le sue p e n d i c i ?

N o n s a p p i a m o nulla; egli n o n ci ha lasciato le sue m e m o r i e . E d è un p e c c a t o . M a ci ha lasciato u n t r a f o r o nelle Alpi Cozie di 5 0 0 m e t r i , largo 1 m e t r o , alto 1 m e t r o e 8 0 c e n t i m e t r i .

Ci h a lasciato u n ' o p e r a u n i c a nel suo g e n e r e e p e r il s u o tempo, che h a p o t u t o d e s t a r e a m m i -razione e desiderio di v e d e r l a nel g r a n d e g e n e r a l e V a u b a n nel 1700, espertissimo ed esigentis-simo i n t e n d e n t e in m a t e r i a . È un p e c c a t o c h e n o n a b b i a la-sciato u n diario, p e r c h é un

soli-tario in m o n t a g n a diventa poeta, diventa filosofo, e nel succedersi ritmico delle notti e dei giorni, q u a n t e immagini gli saranno ve-n u t e alla meve-nte; ve-nelle ve-notti lu-nari che ridda di cime avrà visto guizzare, quanti spiriti folletti o streghe avrà sentito ululare, di quelle che si sarebbero incarna-te in tanincarna-te d o n n e del paese, che finivano sui roghi o penzolanti dalle forche per stregoneria od eresia!

E nelle notti senza luna avrà visto a poco a p o c o chiudersi le i m m a n i labbra della bocca della notte sui Q u a t t r o D e n t i quarzi-tici, e al m a t t i n o riaprirsi nel sorriso dell'alba, lasciando rive-dere quei Q u a t t r o D e n t i ergersi dalla gengiva v e r d e e m o r b i d a dei pendii, sullo s f o n d o dei ghiacciai della Savoia, dei m o n t i d ' A m b i n , del G r a n Vallone, del Coplacà, del Rocciamelone, a v e n d o di f r o n t e il g r u p p o del-l'Assietta con i suoi speroni giungenti fino alla D o r a , e le m o n t a g n e dividenti vai Susa e vai Chisone, in f o n d o a ovest il C h a b e r t o n .

Q u a n d o i n f u r i a v a n o le tor-m e n t e di n e v e e di ghiaccio, l'escavatore aveva sicuro r i f u g i o nella roccia, m e n t r e era al di so-pra delle b u f e r e scatenate dalla avidità e dalla malvagità di im-p e r a t o r i , re, im-p r i n c i im-p i , marescial-li, eserciti di v e n t u r i e r i , italiani, f r a n c e s i , spagnoli, svizzeri, tede-schi che s c a v e z z a v a n o nella val-le, p r e d a n d o , i n c e n d i a n d o , im-p i c c a n d o , s t u im-p r a n d o in gara di velocità, verso il milanese, verso Casale, verso il n a p o l e t a n o , ver-so n o n ver-so dove, ver-sotto p r e t e s t o di speciosi diritti.

N e l q u a d r o a p o c a l i t t i c o di quei secoli p e r la valle di Susa, l ' o p e r a di C o l o m b a n o R o m e a n ci si p r e s e n t a c o m e u n a schiarita di sole nella t e m p e s t a ; mi p a r e

di vederla come il simbolo della volontà di vita in mezzo alla strage e alla morte: n o n per pas-saggi di eserciti, non per mer-canti si scava quel buco, m a per farvi scaturire l'elemento primi-genio della vita, e se anch'esso darà luogo a piccole lotte saran-no lotte per la vita, di sopravvi-venza.

Poi l ' i m p a v i d o u o m o si ripo-sò vivendo del f r u t t o del suo ini-mitabile lavoro.

Alcuni d o c u m e n t i dicono che egli m o r i q u a l c h e a n n o d o p o u n suo vecchio fratello, di u n a mor-te n o n eroica, n o n gloriosa; m a lui o r m a i aveva cessato di f a r e l'eroe, voleva godersi ciò che per lui era ancora godibile, e p a r e che la m o r t e l ' a b b i a trovata can-t a n d o , nel f o n d o di u n c a p a c e bicchiere di quel vino stimolante delle sue pendici, con u n a p u n t a d ' a s p r i g n o come di freisa.

Ma il p o p o l o ha bisogno di av-volgere di leggenda a n c h e tragi-ca, coloro che per q u a l c h e ra-gione escono dalla n o r m a l e

rou-tine della vita, a n c h e a costo di

m a c c h i a r s i di m i s c o n o s c e n z a . R a c c o n t a n o infatti che stanchi di f o r n i r e al gran vecchio la se-gale e il vino pattuiti a suo tempo, u n bel giorno i suoi c o m p a e sani l ' a b b i a n o a v v e l e n a t o ; o p p u -re a n c o r a che, s a p u t o ch'egli ave-va a c c u m u l a t o u n a e m i n a d ' o r o con il suo p o d e r o s o lavoro, l'ab-b i a n o ucciso per i m p a d r o n i r s e n e .

A b b a n d o n i a m o le leggende, ed a n c h e la storia delle dia-tribe c o m u n a l i , c o m p r e s e quelle insorte tra Exilles e C h i o m o n t e per l'esatta r i p a r t i z i o n e delle ac-q u e che si c o m p o s e nel 1553, o quella a n c o r a p r e c e d e n t e , ap-p e n a c o m ap-p i u t a l ' o ap-p e r a , riguar-d a n t e le spese sostenute riguar-da Exil-les in u n o dei processi intentati d a G i a g l i o n e r e c l a m a n t e il pos-sesso del m o n t e dal q u a l e era

derivata l'acqua incanalata; que-sta vertenza del 1534 venne p u r e appianata, e con u n a dichiarazio-ne congiunta Exilles e Chiomonte protestavano di sentirsi impegna-ti sotto giuramento, toccando

l'evangelio, di non contraffare, contravvenire, contraddire,

con-trapporre per sé o per altri, per qualunque ragione, pretesto o causa e sotto il vincolo dei loro beni, i patti sottoscritti, e

tabel-l i a n a m e n t e ancora firmati databel-l re-gio delfmale notaio Rostollan, anche nel testo latino.

E ripensiamo a C o l o m b a n o

R o m e a n , cui n o n u n piemontese, m a u n napoletano, Beniamino Caso, socio del C A I , volle fosse dedicata u n a lapide ricordo al-l'imbocco del suo t r a f o r o ancora f u n z i o n a n t e , nel 1879, lapide in pietra che f u poi sostituita con u n a in bronzo.

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 74-79)