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Mauro Muzzolon

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 66-70)

Il settore del vestiario e dell'abbigliamento ita-liano ha, secondo l'ultimo censimento, 9 7 . 2 5 7 unità locali e occupa 4 1 6 . 2 0 2 addetti rappresen-t a n d o il 7 , 7 % degli adderappresen-trappresen-ti dell'indusrappresen-tria mani-f a t t u r i e r a in toto.

È presente in quasi tutte le regioni, e preva-lentemente in Piemonte, L o m b a r d i a , V e n e t o e T o s c a n a che c o n c e n t r a n o circa il 6 0 % dell'occu-pazione settoriale. Dal p u n t o di vista delle di-mensioni degli impianti è u n settore a struttura altamente f r a z i o n a t a e tipicamente concorren-ziale. Negli ultimi anni si è accentuata la ten-denza a concentrarsi a t t o r n o a livelli m e d i , in-fatti, m e n t r e nel 1961 le u n i t à locali con 1-50 addetti r a p p r e s e n t a v a n o il 6 6 % del totale, nel 1971 erano calate al 5 5 % , con u n netto sposta-m e n t o verso valori sposta-m e d i (50-500 addetti).

Q u e s t o settore soffre di u n a cronica m a n c a n z a di dati e della scarsa attendibilità di quelli esi-stenti ed è quindi difficile stabilire q u a l i siano i suoi livelli p r o d u t t i v i , a n c h e se si p u ò stimarne la p r o d u z i o n e del 1972 i n t o r n o ai 1500 miliardi di lire a prezzi correnti. Fra il 1966 e il 1972 la p r o d u z i o n e è più che r a d d o p p i a t a , con tassi di i n c r e m e n t o elevati fino al 1970, q u i n d i sensibil-m e n t e inferiori.

Il notevole sviluppo del settore è i m p u t a b i l e quasi i n t e r a m e n t e al c o m p a r t o delle c o n f e z i o n i p r o n t e (abiti, c a p p o t t i , i m p e r m e a b i l i , ecc.) che ha registrato un tasso m e d i o di i n c r e m e n t o del 1 2 % . Q u e s t o notevole sviluppo ha subito u n a b a t t u t a d ' a r r e s t o i n t o r n o al 1970, d o v u t o ai c o n t i n u i mu-t a m e n mu-t i della m o d a , ai formu-ti a u m e n mu-t i dei cosmu-ti p r o d u z i o n e , p a r t i c o l a r m e n t e m a t e r i e p r i m e e m a n o d ' o p e r a . Si pensi che l'incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto è passata dal 6 6 , 8 % del 1961 a l l ' 8 8 , 7 % del 1971 con u n in-c r e m e n t o in-che h a eroso quasi in-c o m p l e t a m e n t e la q u o t a da destinarsi a l l ' a m m o r t a m e n t o e agli utili.

A n c h e gli investimenti sono a u m e n t a t i forte-m e n t e sino agli anni ' 7 0 forte-m e n t r e nel '71 h a n n o

subito u n brusco rallentamento. Le esportazioni r a p p r e s e n t a n o circa il 1 3 % del f a t t u r a t o con u n saldo costantemente attivo della bilancia com-merciale. L'evoluzione tecnologica h a subito gros-si m u t a m e n t i solo a livello di p r o d o t t i finiti (incremento e p o t e n z i a m e n t o delle confezioni, sostenute da u n contenuto-moda sempre mag-giore) e a livello di m a t e r i e p r i m e impiegate (la graduale sostituzione delle fibre n a t u r a l i con fibre artificiali), m e n t r e a livello macchinari è ancora arretrata. La m a n c a n z a di ricerca ha m a n t e n u t o lo stato tecnologico a modelli pre-industriali con massiccio impiego di m a n o d ' o p e r a . Per trovare la causa di questa arretratezza, si deve conside-rare il basso costo del lavoro che h a distolto per t r o p p o t e m p o la classe i m p r e n d i t o r i a l e dal grave p r o b l e m a della ricerca, f a v o r e n d o u n o sviluppo ad intensità di lavoro piuttosto che u n o sviluppo ad intensità di capitale, e q u a n d o , dal 1970 in poi i costi di lavoro h a n n o iniziato u n a brusca ascesa verso l'alto i più si sono trovati decisa-m e n t e i decisa-m p r e p a r a t i .

A partire da questi a n n i è iniziato il periodo critico del settore delle confezioni, a n c h e perché l'inesorabile a u m e n t o dei costi è stato accompa-gnato da u n a flessione dei c o n s u m i e da u n « d e c l a s s a m e n t o » della d o m a n d a , p r o v o c a t a dal-l ' o r i e n t a m e n t o dedal-l c o n s u m a t o r e verso p r o d o t t i di qualità inferiore (jeans, casual, ecc.).

Il b i e n n i o ' 7 1 - ' 7 2 p u ò essere considerato u n p e r i o d o cruciale nell'evoluzione del settore, carat-terizzata da n u o v i p r o b l e m i c o n g i u n t u r a l i e strut-turali, dall'uscita dal m e r c a t o delle imprese mar-ginali, dalla r i d u z i o n e sensibile delle v e n d i t e e dei m a r g i n i di profitto, dalla f o r m a z i o n e di d u e grossi g r u p p i di i n t e r v e n t o p u b b l i c o ( E N I e G E P I ) .

All'arretratezza dello stato tecnologico fa riscontro per lo più u n a i n a d e g u a t a classe m a n a -geriale, con gravi conseguenze a livello di ricerca, di m a r k e t i n g , di p r o m o z i o n e all'interno e

all'este-ro. Manca, al contrario di altri paesi, un coordi-n a m e coordi-n t o tra icoordi-ndustria ed alta m o d a , e le macoordi-nife- manife-stazioni fieristiche sono talmente proliferate da creare u n o stato di disagio e disorientamento sia all'interno che verso gli acquirenti esteri.

Bisogna ora vedere come è e come si è com-portato il settore vestiario-abbigliamento piemon-tese all'interno di questo q u a d r o n o n certo bril-lante. Le unità locali piemontesi r a p p r e s e n t a n o il 7 , 5 % del totale, m e n t r e gli addetti sono il 1 0 % del totale; il f e n o m e n o della disintegrazione p r o d u t t i v a è decisamente m e n o a c c e n t u a t o ri-spetto alle altre regioni italiane, infatti solo il 4 1 , 2 0 % delle unità locali ha m e n o di 50 addetti, il che è notevolmente inferiore alla media nazio-nale e, se si considera la classe fino a 2 addetti, a b b i a m o per il P i e m o n t e il 1 7 , 0 4 % rispetto al 2 3 , 0 5 % nazionale. Questi dati s e m b r e r e b b e r o evidenziare u n a struttura aziendale più m o d e r n a rispetto al resto del paese. Per il P i e m o n t e l'occu-pazione in questo settore, 4 1 . 4 2 2 addetti, rappre-senta quasi il 6 % dell'industria m a n i f a t t u r i e r a totale, m e n t r e r a p p r e s e n t a il 1 0 % dell'occupa-zione del settore in Italia.

Sono questi dati già a b b a s t a n z a eloquenti p e r mettere in evidenza il peso di questo settore del-l ' e c o n o m i a piemontese. È u n serbatoio di occu-p a z i o n e notevole e u n a sua eventuale crisi acuta, unita a quella del settore m e c c a n i c o già ampia-m e n t e in atto, p o t r e b b e p r o v o c a r e u n a grave re-cessione a livello regionale. Bisogna p u r e tenere conto dell'esistenza in P i e m o n t e di u n c o m p r e n -sorio m o n o - i n d u s t r i a l i z z a t o a c a r a t t e r e laniero.

Biella o c c u p a , n e l l ' i n d u s t r i a della l a n a , l ' 8 0 % della sua m a n o d ' o p e r a disponibile, q u i n d i la crisi d e l l ' a b b i g l i a m e n t o f a t a l m e n t e t e n d e a riversarsi a n c h e sul c o m p a r t o che più d i r e t t a m e n t e gli è collegato. Si v e r r e b b e cosi a creare in P i e m o n t e u n a sacca di d i s o c c u p a z i o n e con caratteristiche d r a m m a t i c h e d a t a la m a n c a n z a di f o r m a z i o n i in-dustriali alternative.

E s s e n d o a m p i a m e n t e giustificata dalle c i f r e la vocazione tessile del P i e m o n t e , ed essendo a n c h e chiaro il ruolo f o n d a m e n t a l e di a l t e r n a t i v a indu-striale alla m e c c a n i c a , è c o m p i t o degli o r g a n i regionali i n t e r v e n i r e in d i f e s a di u n a b r a n c a vitale d e l l ' e c o n o m i a . La s c o m p a r s a del tessile in Italia p r o v o c h e r e b b e un v u o t o difficilmente c o l m a b i l e : la p e r d i t a degli agganci tecnologici più a v a n z a t i , i settori della elettronica e d e l l ' a e r o n a u t i c a , ci c o s t r i n g o n o a s f r u t t a r e al meglio quello c h e an-cora p o s s e d i a m o . Ed il settore

tessile-abbiglia-mento è u n o dei settori in cui più facilmente possiamo difenderci, dopo il ridimensionamento del mito dell'automobile e degli elettrodomestici, che difficilmente p o t r a n n o raggiungere nuova-m e n t e le posizioni perdute.

Nel settore delle confezioni giocano u n ruolo f o n d a m e n t a l e le tradizioni, la cultura, la creati-vità, l'intuizione, tutte doti che possediamo e che ci r e n d o n o ancora competitivi nei c o n f r o n t i dei paesi emergenti. Infatti, avendo ormai ampia-mente perso la battaglia a livello dei prezzi di vendita (un giorno di lavoro di Hong-Kong costa circa 6 0 0 lire), possiamo solo più combatterla e sperare di vincerla sul p i a n o del gusto, della crea-zione, del bagaglio di tradizioni tessili che noi possediamo.

È p e r ò necessario r i s t r u t t u r a r e il settore. E, per ristrutturarlo, bisogna anzitutto fornirgli gli elementi indispensabili per favorire u n a sua razionalizzazione. È impensabile che alla soglia degli anni '80 in Italia m a n c h i u n sistema infor-m a t i v o in grado di f o r n i r e agli operatori i para-metri entro cui p o s s a n o o p e r a r e . Regolarmente, secondo gli a n d a m e n t i della ciclicità del p r o d o t t o tessile, ci sono p r o b l e m i di s o v r a p p r o d u z i o n e e di s o t t o p r o d u z i o n e , con conseguenti i n q u i n a m e n t i gravi del m e r c a t o e d i s o r i e n t a m e n t o generale.

M a n c a u n a ricerca a p p r o f o n d i t a sulle taglie (è l ' u n i c o paese e u r o p e o che n o n conosce la con-f o r m a z i o n e dei p r o p r i abitanti) il che crea grossi p r o b l e m i all'industria e l'ostacola sui mercati esteri c o n s i d e r a n d o le differenze riscontrabili al-l ' i n t e r n o stesso deal-l sistema itaal-liano di m i s u r a z i o n e e i n d i v i d u a z i o n e della c o n f o r m a z i o n e , da cui l'im-possibilità di a d e g u a r l o a quello degli altri paesi. I b u o n i m a n a g e r s sono p o c h i , il più delle volte ci si trova di f r o n t e a gestioni aziendali a r r e t r a t e e n o n p i ù in g r a d o di destreggiarsi in u n m e r c a t o con dimensioni e le difficoltà in corso.

O c c o r r e r e c u p e r a r e al settore forze i m p r e n d i -toriali e m a n a g e r i a l i n u o v e , c a p a c i di agire nella complessa situazione attuale e di reinvestire la grossa carica c u l t u r a l e a t t i n e n t e al p r o d o t t o - m o d a . M o d a che n o n e più u n f e n o m e n o a livello di gusto p e r s o n a l e , m a che deve essere il risultato m e d i a t o dalle grosse spinte a livello di società. Il m a r k e t i n g e la p r o m o z i o n e p o s s o n o conso-lidare q u e s t ' o p e r a , m e t t e n d o in risalto n u o v e fasce di c o n s u m a t o r i , diversificando la p r o d u z i o n e in m o d o da c r e a r e sbocchi alternativi, c e r c a n d o di r i n f o r z a r e la spinta p e n e t r a t i v a del p r o d o t t o ita-liano all'estero.

Oltre a queste grosse ristrutturazioni a livello di « persone », sono necessarie p r o f o n d e ristrut-turazioni industriali. Deve attenuarsi la polve-rizzazione delle industrie, il f e n o m e n o positivo della concentrazione verso livelli m e d i deve con-tinuare, la tecnologia deve fare dei grossi passi avanti. Bisogna far p r e n d e r e al settore dell'abbi-gliamento la strada degli investimenti massicci di capitale che, p u r s a l v a g u a r d a n d o i livelli occupa-zionali attuali, ne potenzino la produttività.

O v v i a m e n t e tutte queste iniziative devono av-venire in un contesto p r o g r a m m a t i c o , n o n è l'im-prenditore singolo che p u ò buttarsi su u n a strada nuova, ma è tutto il settore che deve darsi degli obiettivi concreti e poi cercare di raggiungerli.

O v e n o n si ponga rimedio infatti questi scom-pensi possono p o r t a r e a breve t e r m i n e l'Italia su posizioni da paese del terzo m o n d o e possono farle p e r d e r e il posto che f a t i c o s a m e n t e si è con-quistata.

È p r o p r i o t e n e n d o conto di queste premesse che l ' E I M ha p r o g r a m m a t o la sua azione princi-p a l m e n t e nel senso di f o r n i r e al settore tessile-abbigliamento gli strumenti p r i m a r i e indispen-sabili al suo b u o n f u n z i o n a m e n t o .

Si è p e r ò p r o c e d u t o ad u n esame a p p r o f o n d i t o del settore m o d a in tutte le sue c o m p o n e n t i e correlazioni, in q u a n t o è chiaro che ogni sotto-settore p r o d u t t i v o n o n è che u n anello di u n ' u n i c a catena. Lo studio è p r o n t o : esso verrà p r e s e n t a t o a maggio a tutti gli operatori economici nel corso della I C o n f e r e n z a n a z i o n a l e della m o d a che è n a t a e si presenta — è b e n e sottolinearlo — con i seguenti scopi:

ci) r i p o r t a r e alle condizioni di u n organico

« sistema » le varie c o m p o n e n t i del settore « tes-sile-abbigliamento-moda e c o m p a r t i collegati »;

b) verificare, nel complesso delle

condizio-ni italiane, l'esistenza dei p r e s u p p o s t i che legit-t i m a n o la vilegit-ta di u n « sislegit-tema legit-tessile-moda », c o n s i d e r a r n e i rispettivi valori e le condizioni ottimali di reciproca influenza;

c) collegare il « sistema » con la vita econo-mica e sociale del paese, le relative ipotesi di sviluppo e con la realtà i n t e r n a e i n t e r n a z i o n a l e ;

d) a f f e r m a r e definitivamente l ' i m p o r t a n z a del settore, nei c o n f r o n t i dei p u b b l i c i poteri e delle strategie di sviluppo d e l l ' e c o n o m i a del pae-se, a m e d i o e lungo t e r m i n e ;

e) accertare, sulla base delle conoscenze

attuali e della grave situazione del momento, a quali condizioni p u ò essere ancora assicurato spa-zio al settore e al suo sviluppo;

/) verificare periodicamente (con la istitu-zionalizzazione della Conferenza e la sua ripeti-zione biennale) gli andamenti, gli obiettivi, le risorse, gli scostamenti del sistema, le interazioni dei suoi vari elementi e, quindi, offrire u n p u n t o unitario di riferimento e u n m e t o d o n u o v o di c o n f r o n t o alle varie strutture operative.

Altro p r o b l e m a preso in esame è stata la ne-cessità di dare precise e chiare indicazioni al settore, p r o g e t t a n d o u n « sistema informativo p e r m a n e n t e » per il settore tessile-abbigliamento in cui d e v o n o confluire sia i dati esistenti, verifi-cati nella loro attendibilità, sia n u o v i modelli in-terpretativi in grado di ampliare il p a n o r a m a co-noscitivo degli operatori.

La verifica dei dati esistenti avverrà nell'am-bito della p r i m a C o n f e r e n z a nazionale della m o d a , la quale c o m p r e n d e anche il progetto costi-tutivo di u n osservatorio previsivo a livello socio-psicologico, delle t e n d e n z e di m o d a .

Per la costruzione dei n u o v i modelli interpre-tativi si è p r o v v e d u t o a dare corso alle seguenti iniziative:

a) u n ' i n d a g i n e c a m p i o n a r i a sulle giacenze

di a b b i g l i a m e n t o presso i negozi, da ripetersi q u a t t r o volte all'anno, in grado di f o r n i r e imme-diate indicazioni s u l l ' a n d a m e n t o del m e r c a t o ;

b) u n a ricerca sulle sartorie, per conoscerle meglio, e p e r poter orientare a d e g u a t a m e n t e u n a azione in loro f a v o r e ; infatti n o n possiamo dimen-ticare che l ' i n d u s t r i a copre solo il 7 0 % del con-s u m o di c o n f e z i o n i e che la recon-stante q u o t a è affidata all'artigianato sartoriale;

c) la ricerca sulle m i s u r e a n t r o p o m e t r i c h e (taglie) — in c o l l a b o r a z i o n e con gli Istituti uni-versitari di antropologia di Cagliari, G e n o v a , Pa-via, T o r i n o — in g r a d o di a p p o r t a r e q u e i contri-buti conoscitivi di cui sopra a b b i a m o m o t i v a t o l'esigenza.

U n discorso a p a r t e deve essere a t t u a t o in me-rito alle mostre e fiere. La p r o l i f e r a z i o n e sconsi-derata di m a n i f e s t a z i o n i nel « sistema m o d a » ha p o r t a t o ad u n g r a d u a l e m a c o n t i n u o allontana-m e n t o d e l l ' a c q u i r e n t e straniero dal allontana-m e r c a t o ita-liano.

L'Italia cerca di reclamare a gran voce il suo presunto ruolo di paese tessile all'interno di u n a E u r o p a che si sta specializzando, ma per presen-tare i suoi prodotti è ormai costretta essa stessa a rivolgersi alle manifestazioni straniere che più garantiscono serietà e assistenza.

Con u n a proposta di « legge-quadro » in fase di avanzata elaborazione presso il Ministero dell'in-dustria si vuole rielaborare u n calendario chiaro e articolato delle manifestazioni di m o d a .

D a t a la gravità del m o m e n t o , tuttavia, l ' E I M d'intesa con le n u m e r o s e associazioni di catego-ria, ha ritenuto suo compito preciso censire le manifestazioni fieristiche del « sistema-moda » (67 in tutto!) analizzarne le caratteristiche e, quindi, indicare quelle che a p p a i o n o « f o n d a m e n -tali per lo sviluppo del m e r c a t o i-taliano all'estero e capaci di f u n g e r e da servizio alla p r o d u z i o n e ». Dal p u n t o di vista di u n a p r o m o z i o n e organiz-zata questo d o c u m e n t o sull'assetto fieristico do-v r e b b e q u i n d i r a p p r e s e n t a r e il p u n t o di p a r t e n z a per u n a definitiva sistemazione di u n servizio f o n d a m e n t a l e p e r l ' i n d u s t r i a e il c o m m e r c i o .

F o n d a m e n t a l e n e l l ' a m b i t o d e l l ' a c c e n n a t a ri-s t r u t t u r a z i o n e e c o n o m i c a è il ruolo della Regione. T r a i suoi compiti principali r i c o r d i a m o : a t t u a r e

u n a concreta assistenza per le attività artigianali, creare dei consorzi; per l'esportazione, favorire integrazioni che in qualche m o d o possano atte-n u a r e gli scompeatte-nsi della polverizzazioatte-ne produt-tiva; intervenire per favorire u n a attività di mar-keting e p r o m o z i o n e che le piccole e a volte medie unità produttive n o n possono sostenere.

O c c o r r e sottolineare che solo l'unione di ogni forza innovativa p u ò f o r n i r e u n p r o g r a m m a ade-guato di sostegno e sviluppo economico, in cui Regioni ed E I M d e v o n o collaborare in stretta intesa.

La Regione Piemonte, in quest'ambito, p u ò diventare « pilota » p r o p r i o favorita in questo dalla « vicinanza territoriale » dell'Ente italiano della m o d a e dalla presenza a T o r i n o di u n mer-cato, il Samia, f r a i più specializzati e in grado di assicurarci u n notevole sviluppo internazio-nale.

Solo s f r u t t a n d o al meglio queste d u e grosse possibilità e gli sforzi organizzativi in atto, si p u ò p e n s a r e di risollevare o r g a n i c a m e n t e u n settore che h a i n d u b b i a m e n t e c o n t r i b u i t o allo sviluppo regionale e che p o t r à f a t t i v a m e n t e c o n t r i b u i r e nel prossimo f u t u r o .

A proposito di trasporti a breve

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 66-70)