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Vittorio Francesco Valletti

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 63-66)

Su Cronache economiche 1 1 / 1 2 dello scorso a n n o R o b e r t o G a m b i n o , in chiusura del suo inter-vento di precisazioni sugli scopi e risultati della ricerca sull'assetto dei servizi privati e pubblici nell'intera regione Piemonte, effettuata dalla Polis in stretta collaborazione con il centro studi del-l'Unione regionale delle C a m e r e di c o m m e r c i o del Piemonte, auspica la p a r t e c i p a z i o n e aperta di tutti gli interessati all'elaborazione di un « m o d e l l o al-ternativo di sviluppo ».

Le premesse a tale p r o p o s t a e s p r i m o n o con concretezza le implicazioni e l'estensione delle collaborazioni a m p i e e n o n solo disciplinari. Tut-tavia la p r o p o s t a u n p o ' disorienta.

L'articolo, m i n u t o ed efficiente, lascia sup-p o r r e sup-precise reintegrazioni delle indicazioni operative e r i n n o v a t a risolutezza metodologica. L ' a u t o r e g i u s t a m e n t e liquida, con t o n o d u r o e secco, le ipotesi di lavoro settoriale, gli i n t e r v e n t i non integrati da o r i e n t a m e n t i e obiettivi generali, le i m m a g i n i professionali consolatorie; m a sem-bra d i m e n t i c a r e che la v o l o n t à della s t r u t t u r a esistente del m e r c a t o e del c o n s u m o n o n c o n c e d e ipotesi alternativa, n é spazio utile p e r la esatta f o r m u l a z i o n e del bisogno cui i progetti dei servizi sono motivati, n é sviluppi di lavoro p r o g e t t u a l e difformi dalle sue finalità.

N e s s u n a società i n f a t t i h a m a i esercitato la sua v o l o n t à di controllo e d e t e r m i n a t o c o m p o r t a -m e n t i , con s t r u t t u r e di v o c a z i o n e t a l -m e n t e a -m p i a da p e r m e t t e r e a l t e r n a t i v e alla loro stessa c o m p o -sizione e con finalità in u n a società n u o v a , di-versa, con diversi r a p p o r t i da quelli delle gerar-chie istituite, interessata alla s o p p r e s s i o n e della segregazione sociale, c o n f e s s i o n a l e , sessuale.

Se il profitto e l ' a c c u m u l a z i o n e del c a p i t a l e , l ' e s p a n s i o n e e c o n o m i c a , la p r o d u z i o n e delle mer-ci, s o n o c o n d i z i o n i sulla b a s e delle q u a l i t u t t e le attività che g e n e r a l i z z a n o il p o t e r e si r i u n i s c o n o in intesa; se la p r o g r a m m a z i o n e è m a n i p o l a z i o n e dello spazio sulla città e sul territorio che

deter-m i n a c o deter-m p o r t a deter-m e n t i ideter-mposti e controllabili; se infine il p r o g r a m m a t o r e n o n ha alcuna delega né concessione sfuggita al potere, allora il « modello di sviluppo alternativo » auspicato a p p a r i r à come obiettivo c o n t r a d d i t t o r i o in un sistema s a l d a m e n t e istituzionalizzato come il nostro.

N o n deve q u i n d i stupire la visione della città come s t r u m e n t o tecnico assai evoluto, custode delle s t r u t t u r e e c o n o m i c h e esistenti e garantite dalla crescita del potere della classe d o m i n a n t e e dei suoi profitti.

La finalità delle città n o n è quella di conser-v a r e la p r o p r i a s t r u t t u r a , c o m e p o t r e b b e s e m b r a r e dalle dichiarazioni ottimistiche dei p r o g r a m m i per il riassetto dei servizi sul territorio, m a di conser-v a r e e c o n s o l i d a r e quella del g r u p p o che la do-m i n a e la dirige. La do-m o t i v a z i o n e del g r u p p o infine h a c o m e significato u n i c o l ' a u m e n t o del profitto. L'utilizzazione del territorio f a v o r i r à il profitto a spese della stessa stabilità sociale.

Ciò va detto n o n p e r r i n u n c i a r e alla progetta-zione di n u o v i modelli di c o m p o r t a m e n t o e q u i n d i diversi modelli di s v i l u p p o m a p e r neutralizzare molte esibizioni m o r a l i s t i c h e cui spesso politici e tecnici r i c o r r o n o p r o p o n e n d o « p i a n i di servizio » grandiosi e fascinosi.

A semplice r i p r o v a didascalica e d i m o s t r a t i v a delle « p r o m o z i o n i sul territorio » è sufficiente a n a l i z z a r e la progressiva t r a s f o r m a z i o n e di alcune città nel corso della storia più recente, per vedere c o m e la b o r g h e s i a , di f r o n t e a l l ' e v o l u z i o n e dei p r o d o t t i e al c o n s e g u e n t e a u m e n t o dello spazio o c c u p a t o dal p r o l e t a r i a t o nella città, per arrestare la progressiva d e g r a d a z i o n e della p r o p r i a strut-t u r a , a b b i a ustrut-tilizzastrut-to la cistrut-tstrut-tà c o m e s strut-t r u m e n strut-t o di i n t e r v e n t o strategico a p r o p r i o esclusivo vantag-gio.

A titolo di e s e m p i o p o s s i a m o a c c e n n a r e d u e di tali strategie.

— La prima, con il pretesto di ricuperare condizioni di vita salubre, procedette alla distru-zione dei vecchi quartieri e alla f o r m a z i o n e di grandi viali, in cui esercito e polizia potessero facilmente m a n o v r a r e .

D o p o , costruendo nuovi edifìci, potè restaurare secondo diritti e privilegi del potere, quartieri in cui i prezzi di acquisto e di affìtto degli apparta-menti superassero le possibilità economiche del proletariato, costretto quindi ad emigrare alla periferia della città (Parigi e gli interventi di H a u s s m a n ) .

Con tali operazioni, le attività speculative im-mobiliari potevano estendersi anche verso la peri-feria a cui erano destinati i gruppi sottomessi.

— La seconda, di cui T o r i n o è esempio, dava la possibilità ai gruppi di d o m i n i o di allon-tanarsi dalla città vecchia, a b b a n d o n a n d o l a alle classi m e n o f o r t u n a t e , e insediarsi in quartieri rassicuranti e propizi al m a n t e n i m e n t o del loro privilegio.

Q u e s t a strategia, più complessa e articolata, si sviluppò secondo il processo razionalizzante delle relazioni sociali e p r o d u t t i v e — ( m o m e n t o f o n d a -m e n t a l e dell'econo-mia dei profìtti) •— che esigono u n o spazio in cui il d o m i n i o del capitale, in q u a n t o struttura della società, possa m a n i f e s t a r e i p r o p r i segni di riconoscimento.

Il centro della città divenne q u i n d i luogo di i n s e d i a m e n t o e sede degli uffici direzionali, delle b a n c h e , dei centri di esposizione commerciale, di incontro e di scambio, p r o v o c a n d o u n a p r i m a ine-vitabile emigrazione di abitazioni e luoghi di la-voro, n o n s t r e t t a m e n t e correlati alla « dialettica dei poteri ».

La periferia riceveva p r o g r e s s i v a m e n t e il pro-letariato e la classe artigiana, m e n t r e il centro della città diventava il t e m p i o della merce, il fetic-cio dei bisogni.

Q u e s t a strategia è, per la nostra città, in pieno e coerente sviluppo, con la v a r i a n t e al P i a n o dei servizi elaborata dal C o m u n e di T o r i n o . I n f a t t i si requisiscono aree da destinare a servizi, si elimi-n a elimi-n o bassi f a b b r i c a t i , ultimi residui di attività ar-tigianali n o n ancora garantiti « all'estetica » del v e r d e cui m i r a n o i disegni dei privilegi.

Dal m o m e n t o che lo scopo f o n d a m e n t a l e è rag-giunto, la città della m e r c e e dei suoi p a d r o n i è p r o s p e r a e s u p e r b a , i suoi u r b a n i s t i f i n a l m e n t e si o c c u p a n o di coloro che la f a b b r i c a n o e la t e n g o n o in piedi. Essi i n t e r v e n g o n o secondo p r i n c i p i solidi e costanti:

— innanzitutto n o n chiedono il parere a nessun interessato e, d'altra parte, n o n servirebbe, poiché in m a n c a n z a di informazioni i bisogni sono pochi e ripetono q u a n t o è stato suggerito; — assumono accenti santificanti, nel tenta-tivo di neutralizzare il peso dell'ideologia di cui sono al c o m a n d o o al servizio, chiudendosi nello specifico disciplinàre;

-— m a s c h e r a n o il fallimento dell'urbanisti-ca c o n t e m p o r a n e a con atteggiamenti aggressivi e carismatici;

— progettano involucri formalistici eredi-tati dall'uso compiaciuto dell'accademia;

•—• p r e v a r i c a n o p r o b l e m i e competenze sen-za verificare nessuna possibile t r a s f o r m a z i o n e delle strutture attuali del potere;

— in breve, dalla ricerca urgente di u n a soluzione a u n a crisi di servizi, conseguenza di u n a ancor più grave crisi degli alloggi che p u ò essere f o n t e di conflitti sociali, o p e r l o m e n o di insoddisfazione e di i n q u i e t u d i n e per l'elettorato, il C o m u n e di T o r i n o sta m e t t e n d o a p u n t o u n p i a n o dei servizi sul p r o p r i o territorio, a tempo-r a n e o tempo-ripatempo-ro dalle b e n più gtempo-ravi catempo-renze della si-tuazione u r b a n a , decidendo b r u t a l m e n t e di elimi-n a r e le attività residue che o c c u p a v a elimi-n o gli spazi liberi dalle speculazioni edilizie passate.

E, a gloria del potere, purifica la razza della città, a l l o n t a n a n d o le ultime presenze irritanti dal territorio consacrato al profitto.

La centrifugazione u r b a n a in atto h a il preciso scopo di a l l o n t a n a r e gli elementi i m p u r i alla peri-feria, verso le aree dormitorio, per m a n t e n e r e nei quartieri storici solo i gradevoli personaggi dello spettacolo e quelli, i m p o r t a n t i e seri, delle ban-che, del c o m m e r c i o , dell'industria e delle resi-denze r a p p r e s e n t a t i v e di sé.

La raffinatezza e l'abilità, p e r raggiungere lo scopo e p e r p e t u a r e la struttura dei gruppi di do-minio, p o r t a a disposizione delle aree periferiche e s u b u r b a n e i b e n i di c o n s u m o di cui la città benefica, e i surrogati di cultura a basso prezzo, a c c o m p a g n a t i a d u n a concezione della vita che garantisca il flusso e il c o n s u m o delle merci, di cui il p i a n o del servizio ne concreta i p r o g r a m m i operativi.

I trasporti collettivi poi, poiché n o n sono sor-retti dalle m e d e s i m e ragioni commerciali, e quin-di n o n rivestono interesse a l c u n o per la società del profitto, lasciano irrisolto il collegamento dal

luogo di p r o d u z i o n e all'habitat, dalla fatica quo-tidiana dal tempo libero, e dalla segregazione delle classi sociali.

Risulta q u i n d i chiara la connivenza della pro-g r a m m a z i o n e ufficiale, che continua a presentarsi in veste di mediatrice delle contraddizioni struttu-rali, che p r o m e t t e di funzionalizzare gli interessi contrastanti, le trazioni sociali.

Al cospetto della crisi generalizzata della città, p a r l a r e isolatamente di servizi a p p a r e q u i n d i pa-radossale.

La città, in cui la stessa evoluzione biologica dell'uomo aveva p o t u t o svilupparsi, si sta ineso-r a b i l m e n t e indebolendo, ineso-r a p i n a t a pineso-rogineso-ressiva- progressiva-mente dalle operazioni u r b a n i s t i c h e di « Risana-m e n t o » di cui la variante 17 del p i a n o regolatore c o m u n a l e di T o r i n o ne è esempio illuminante.

La c o m u n i t à u r b a n a , n a t a s u l l ' i n t e r d i p e n d e n z a del lavoro dei suoi m e m b r i e in spazi in cui essi erano in costante contatto, subì i suoi p r i m i deca-dimenti f u n z i o n a l i nel m o m e n t o in cui il lavoro f u a l l o n t a n a t o dal luogo di abitazione, q u a n d o cioè lo sviluppo industriale i g n o r a n d o i p r o b l e m i dell'alloggio, si localizzò sul territorio.

Tali d e c a d i m e n t i , realizzati d a l l ' u r b a n i s t i c a e successivamente orientati e controllati da auto-matismi imposti dai g r u p p i del potere, rischiano oggi di a s s u m e r e tensioni prossime alla r o t t u r a . N o n b a s t a n o q u i n d i aggiustamenti ed esibizio-ni tipo la n o s t r a « diciassette ».

D ' a l t r a p a r t e , che senso h a p r o p o r r e u n p i a n o parziale dei servizi, q u a n d o l ' a u t o r i t à del pen-siero positivo i m p o n e , al limite della p r o p r i a in-tenzionalità, interventi globali e n o n r i p a r a t o r i emarginali di d a n n i già insorti. C h e senso scien-tifico obiettivo h a , p r o p o r r e u n sistema dei ser-vizi, q u a n d o gli a u t o m a t i s m i dei bisogni sono suggeriti dai modelli dei mass-media, filtri esclu-sivi della classe d o m i n a n t e .

D o p o tante esitazioni diventa quindi inutile argomentare sulla tecnica del piano « 17 »; inu-tile difenderla, inuinu-tile dimostrare ancora che essa è solo l'espressione partecipante del potere.

T u t t o ciò è vero, ma a n c h e con il semplice controllo meccanico della proposta si possono rilevare errori rimarchevoli, a n c h e nei confronti degli obiettivi cui è destinata la pianificazione. Infatti i p r o g r a m m a t o r i s e m b r a n o dimenticare che la f u n z i o n e u r b a n a di un settore è costituita dal ruolo che il settore stesso svolge nel funziona-m e n t o interno della città. E la f u n z i o n e del settore artigiano per esempio, è volta a f u n z i o n i di ser-vizio e di m a n u t e n z i o n e assolutamente indispen-sabili alla sopravvivenza della città e al suo centro.

Il settore artigiano assolve infatti parecchie f u n z i o n i di carattere generale che interessano con regolarità tutti gli abitanti della città, ed è p r o p r i o dalla collocazione di tali settori che d i p e n d e la vitalità della città stessa.

Se i settori artigiani d o v r a n n o trasferirsi e disperdersi q u i n d i in aree l o n t a n e dal centro u r b a -no, il centro stesso subirà u n processo di impove-r i m e n t o collettivo pimpove-rogimpove-ressivo e inaimpove-rimpove-restabile, ad esclusivo vantaggio di pochi g r u p p i di privilegio. A t t u a l m e n t e n e l l ' a p p a r e n t e obbiettivo di elevare la d o t a z i o n e d ' a r e e a servizio p u b b l i c o , gli arti-giani rischiano di subire quasi i n t e r a m e n t e il « co-sto sociale » d e l l ' o p e r a z i o n e .

In c a r e n z a di aree libere da d e s t i n a r e a pub-blici servizi, le p o r z i o n i o c c u p a t e da bassi fab-bricati, piccoli c a p a n n o n i e costruzioni m i n o r i , c a m p o in cui o p e r a n o le attività artigiane, ven-g o n o vincolate e d e s t i n a t e a l l ' e s p r o p r i o .

P o i c h é è certo che sia necessario r e c u p e r a r e aree da d e d i c a r e ai servizi, è da s u p p o r r e u n mi-n i m o di equità mi-nelle ripartiziomi-ni degli omi-neri che tale r e c u p e r o richiede, e n o n imposizioni autori-tarie e d e m a g o g i c h e .

Problemi del settore tessile

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1975 (pagine 63-66)