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Il controllo di gestione nelle PMI

CAPITOLO I IL CONTROLLO DI GESTIONE

1.5 Il controllo di gestione nelle PMI

Le microimprese e le piccole e medie imprese (PMI) hanno un elevata importanza nel contesto economico italiano ed europeo, in quanto, vista la loro significativa rilevanza, contribuiscono fortemente alla creazione di occupazione lavorativa e alla crescita economica del paese.

Le PMI possono essere classificate con parametri quantitativi o con parametri qualitativi a seconda dei fini di analisi40. I parametri quantitativi che le definiscono sono inseriti

all’interno della Raccomandazione n. 361 del 6 maggio 200341. In generale, rientrano nel

concetto di PMI le imprese che hanno:

o Un numero di occupati inferiore a 250;

o Un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro;

o Un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.

Successivamente, nella raccomandazione, vengono anche definiti i vincoli che permettono ad un impresa di definirsi come micro o piccola impresa.

Può definirsi microimpresa un’impresa che ha:

o Un numero di occupati inferiore a 10;

o Un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.

Può invece definirsi piccola impresa, un’impresa che ha:

o Un numero di dipendenti inferiore a 50;

o Un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.

La classificazione sopra riportata ha una valenza fondamentale per alcune questioni di natura economica e finanziaria, che necessitano cioè di una classificazione di tipo oggettivo. Alcuni esempi sono l’accesso da parte delle PMI a particolari finanziamenti

40 ANNA MARIA ARCARI, in Meccanismi di controllo e gestione della crescita, Milano, Egea, p 21

41Raccomandazione della Commissione relativa alla definizione delle microimprese, piccole imprese e medie imprese, in GUCE, 2003.

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europei o regionali, per la redazione del bilancio d’esercizio (sono presenti obblighi normativi diversi rispetto alle grandi imprese) o per il calcolo delle imposte (rispettando questi requisiti si ha una minore imposizione fiscale). In questi casi è necessario che ci sia una distinzione marcata che consenta di definire facilmente una PMI rispetto ad una grande impresa.

Ai fini delle analisi, con riferimento ai sistemi di pianificazione e controllo, la classificazione con parametri quantitativi ha una minore valenza. In questo caso, assume maggiore importanza una classificazione che sia in linea con le esigenze proprie dei sistemi di controllo di gestione.

I parametri da considerare devono quindi essere di natura qualitativa. Solitamente, i principali elementi di carattere qualitativo che definiscono le piccole medie imprese possono essere riconducili a:

o Un vertice direzionale composto da una o poche persone (spesso assetto proprietario e management coincidono);

o Struttura organizzativa non complessa; o Accentramento del potere decisionale; o Bassa diffusione della cultura manageriale; o Investimenti limitati;

o Presenza di rapporti informali tra proprietà e dipendenti;

o Dipendenza dalle innovazioni tecnologiche (spesso sono determinate dalle grandi imprese);

o Sistema informativo inadeguato;

o Tendenza all’operare al limite della saturazione della capacità produttiva; o Scarso potere contrattuale con gli attori circostanti;

o Vulnerabilità nei provvedimenti di politica economica, attuati dalle istituzioni pubbliche.

Gli elementi di carattere qualitativo sopra indicati comportano delle difficoltà per l’implementazione di un sistema di controllo di gestione all’interno delle PMI: la figura del controller è spesso assente e chi si occupa delle attività relative al controllo di gestione è spesso il proprietario stesso. Il maggiore rischio che ne deriva è l’impatto negativo che potrebbe manifestarsi nella gestione aziendale, poiché non sempre il proprietario possiede le competenze tecniche proprie del ruolo di controller.

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Dal lato economico emerge un’esigenza sempre maggiore di implementare un sistema di controllo di gestione nelle PMI, orientato al raggiungimento di una certa economicità, in modo da poter affrontare correttamente la continua e costante evoluzione tecnologica che caratterizza questo periodo storico42.

L’intuizione e la visione dell’imprenditore, che spesso caratterizzano appunto il successo delle PMI, nel contesto attuale non sono più sufficienti per il successo di un’impresa, in cui emerge sempre di più la richiesta di una produzione efficiente.

Solitamente le piccole medie imprese hanno difficoltà nel raggiungere degli standard minimi di efficienza, in quanto la contabilità analitica si presenta spesso in modo elementare, rendendo non sempre possibile la rilevazione delle inefficienze.

Poiché le PMI hanno una importanza rilevante all’interno del contesto economico italiano ed europeo, la Comunità Europea ha istituito a partire dal 2008 il cosiddetto SBA (Small Business Act) definito come: “l'iniziativa faro dell'UE a sostegno delle piccole e medie imprese (PMI); prevede una serie di misure programmatiche organizzate attorno a dieci principi che vanno dall'imprenditorialità all'internazionalizzazione e alla creazione di un'amministrazione attenta alle necessità delle PMI.”43

Dalla scheda informativa SBA è anche possibile individuare alcuni dati relativi all’importanza che le PMI hanno in Italia e in Europa. Le PMI rappresentano, infatti, il 99.9% circa sulla totalità delle imprese italiane; tra tutte le PMI, quelle che presentano una maggiore incidenza nel territorio sono le microimprese: esse sono quasi il 95% rispetto al totale e offrono occupazione a più di 6 milioni di persone. Questo scenario, seppur in misura leggermente minore, è verificato anche negli altri paesi europei. Per questo motivo negli ultimi anni l’Unione Europea ha promosso diverse iniziative a sostegno delle PMI. Solo incentivando la loro crescita potrà esserci un miglioramento globale a livello economico.

42 ROBERTO CORSELLI, in Controllo di gestione in una piccola impresa, periodico Budget. Analisi,

programmazione e controllo di gestione, n. 52, Trim. IV, 2007, IFAF

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Di seguito sono presentate nel dettaglio le stime del 2014 inserite nella scheda informativa SBA 201544:

Numero di imprese

Italia UE-28

Numero Quota Quota

Microimprese 3 503 624 94.9 % 92.7 % Piccole imprese 167 248 4.5 % 6.1 % Medie imprese 18 669 0.5 % 1.0 % PMI 3 689 541 99.9 % 99.8% Grandi imprese 3 056 0.1 % 0.2 % Totale 3 692 597 100.0 % 100.0 %

Numero di persone occupate

Numero Quota Quota

Microimprese 6 592 785 46.1 % 29.2 % Piccole imprese 2 985 874 20.9 % 20.4 % Medie imprese 1 810 373 12.7 % 17.3 % PMI 11 389 032 79.6 % 66.9 % Grandi imprese 2 910 068 20.4 % 33.1 % Totale 14 299 100 100.0% 100.0 % Valore aggiunto

Euro45 Quota Quota

Microimprese 186 29.2 % 21.1 % Piccole imprese 137 21.5 % 18.2 % Medie imprese 106 16.6 % 18.5 % PMI 429 67.3 % 57.8 % Grandi imprese 208 32.7 % 42.2 % Totale 638 100.0 % 100.0 %

Tabella 2 - Stime fornite dalla scheda informativa SBA 2015

44 Stime per il 2014 elaborate da DIW Econ sulla base dei dati relativi al periodo 2008-2012 forniti dalla banca dati sulle statistiche strutturali d'impresa di Eurostat. I dati si riferiscono all' "economia non finanziaria" comprendente industria, edilizia, commercio e servizi, ma non le imprese dei settori agricolo, della silvicoltura e della pesca, né i servizi essenzialmente non commerciali come l'istruzione e la sanità. 45 In miliardi

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