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Criticità e risultati attes

Nel documento Theatre Teaches (pagine 184-187)

sperimentazione didattica in ambito giuridico ed economico: il caso «Let’s Teach the EU at School»

3. Criticità e risultati attes

Le principali criticità che si sono dovute gestire nella realizzazione delle due edizioni del percorso descritto non sono state sicuramente poche.

Una prima area di problematicità di non facile gestione è riconducibile ai vari aspetti amministrativi legati alla realizzazione di tali iniziative.

Da questo punto di vista un primo problema riscontrato, in particolare con il primo fi- nanziamento ottenuto nel 2015, fu il ritardo da parte degli uffici amministrativi dell’agenzia della Commissione europea (EACEA) nel comunicarci l’effettivo ammontare del finanzia- mento ricevuto. Infatti, benché la durata di ogni singolo progetto è di dodici mesi ed è inde- rogabilmente ricompresa tra il primo settembre ed il 31 agosto dell’anno successivo all’ag- giudicazione del finanziamento, quando per Europe Bookmark ci fu comunicato alla fine di luglio 2015 che il progetto era rientrato tra quelli finanziabili, contemporaneamente ci co- municarono anche che non sapevano se sarebbe stato finanziato o meno per l’intero importo richiesto, cosa che ovviamente ha bloccato ogni tipo di attività non avendo idea delle risor- se economiche disponibili. Così il Graant Agreement relativo al progetto, quando poi ci 9

comunicarono che comunque avrebbero finanziato l’intero importo richiesto, fu possibile sottoscriverlo solo a fine ottobre, perdendo così già due dei dodici mesi entro i quali neces- sariamente realizzare l’iniziativa. Per il resto però va riconosciuto che l’EACEA ed i suoi uffici sono stati sempre molto disponibili ed efficienti, cosa che ci hanno poi dimostrato nelle richieste di piccole modifiche o variazioni resesi necessarie durante lo svolgimento dei due cicli di seminari.

Sempre dal punto di vista amministrativo poi non è stato sicuramente facile gestire l’iter amministrativo interno all’Ateneo per l’istituzione del Corso di perfezionamento nel 2015, ma purtroppo nemmeno la riattivazione nel 2018, in quanto nel mezzo tra i due corsi l’Ateneo aveva approvato un nuovo regolamento per i corsi di perfezionamento e pertanto siamo stati costretti a ripetere la procedura amministrativa interna con un ulte- riore passaggio deliberativo da parte degli organi d’Ateneo (rispettivamente Senato acca- demico e Consiglio d’Amministrazione). Per fortuna anche in questo caso gli uffici

Cioè l’accordo che regola la concessione del cofinanziamento europeo con le relative condizioni.

d’Ateneo ci hanno ben supportato risolvendo di volta in volta le problematiche che si ponevano anche in tempi strettissimi.

Infine si è dimostrato prezioso il supporto dato sia dagli uffici del dipartimento che han- no poi gestito tutta la parte amministrativa dei pagamenti delle docenze e delle missioni, in particolare per i relatori intervenuti dall’estero, oltre che nell’effettuare gli acquisti dei ma- teriali necessari allo svolgimento dei seminari.

Su questo ultimo punto credo sia utile segnalare l’importanza, già in fase di presenta- zione della richiesta di finanziamento, di prevedere nella rete di partenariato un ulteriore prezioso aiuto organizzativo fornito da un soggetto agile e possibilmente esterno, per il qua- le sia stato già in fase progettuale definita la relativa spesa, che possa supportare l’Ateneo e i coordinatori su di una serie di aspetti organizzativi ulteriori che poi difficilmente potreb- bero essere gestiti dagli uffici amministrativi del Dipartimento o peggio dell’Ateneo stesso anche in considerazione della mole di lavoro alla quale spesso è già sottoposto il personale tecnico-amminstrativo. A riguardo si pensi, solo a titolo di esempio, a tutta l’attività di tuto- raggio in aula, all’assistenza ai corsisti per una molteplicità di aspetti, alla predisposizione e gestione della piattaforma web dedicata al progetto o alle differenti esigenze organizzative che di volta in volta si presentano in fase attuativa di un progetto del genere e che però pos- sono risultare strategiche per la riuscita dello stesso.

Un ulteriore aspetto gestionale che si ritiene abbia avuto un ruolo strategico per la rea- lizzazione delle attività progettuali, ritengo sia rinvenibile nella corretta gestione e perce- zione delle tempistiche di attuazione delle varie attività da porre in essere. Ma anche al loro collegamento gerarchico e al conseguente condizionamento incrociato tra le stesse. Il non avere costantemente sotto controllo le molteplici attività da predisporre con le giuste tempi- stiche, infatti, non avrebbe consentito sicuramente di realizzare quanto progettato. Il ruolo dei coordinatori quindi si ritiene che sia stato cruciale oltre che per il coordinamento didat- tico organizzativo anche per risolvere di volta in volta le singole problematiche che sono nate nei rapporti con tutti i soggetti coinvolti dalle diverse attività di progetto. Proprio in tale ottica chi scrive ha deciso già dalla prima esperienza progettuale di avvalersi in tale attività di uno specifico programma di project management che attraverso il crunch 10

down delle varie attività di progetto, il fissare la gerarchia tra le differenti attività da porre 11

in essere e lo scadenziarle temporalmente, anche visivamente, con l’ausilio di un diagram- ma di Gantt , potesse consentire il monitoraggio costante dell’avanzamento della realizza12 -

zione progettuale ma soprattutto di accorgersi con netto anticipo se determinate attività, ove non poste in essere con le giuste tempistiche, non avrebbero consentito di chiudere il pro- getto nei tempi obbligati dal finanziamento.

Venendo agli aspetti più prettamente didattici, si può rilevare che la scelta dei docenti, insieme alla scelta di aule adeguate per attuare lezioni nelle quali si potessero sperimentare nuovi strumenti didattici, è stata vincente. In Ateneo certo non è stato facile trovare aule adatte, ma per fortuna avendo nello stesso plesso una ex facoltà di architettura le cui aule Su cui tra i vari on line cfr. H. Kerzner, Project Management: A Systems Approach to Planning,

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Scheduling, and Controlling, Wiley, 2017.

Cioè l’azione di dividere una attività complessa in un insieme di sotto-attività che una volta realizzate

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tutte singolarmente porteranno automaticamente alla realizzazione dell’attività complessa iniziale. Diagramma solitamente già presente nei programmi di project management che consente, una volta

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create le attività, raggruppate, gerachizzate e scadenzate, di avere sulla sinistra dello schermo una colonna con le singole attività ed in alto un asse temporale così da poter avere il controllo visivo delle singole attività nel tempo.

devono necessariamente avere dei requisiti di elevata flessibilità, oltre che tutti gli accessori tecnologici d’aula (videoproiettore, impianto audio, prese della corrente per i pc dei corsisti, lavagna a fogli mobili), per fortuna siamo riusciti a risolvere il problema, questo anche fa- cendo tesoro della prima esperienza progettuale nella quale appunto avevamo già adottato tale strategia vincente. L’installazione di una rete wi-fi dedicata al corso nell’aula di svol- gimento dello stesso ha infine consentito di chiudere il cerchio sulle attrezzature d’aula.

Conclusioni

Da quanto si è cercato qui di rappresentare brevemente, quindi, si spera possa emergere un esempio, sicuramente migliorabile, per trarre spunto nella sperimentazione di meccani- smi di funzionalizzazione dei fondi europei verso lo sviluppo e la diffusione di tecniche didattiche innovative che possano consentire di indirizzare sempre più la didattica erogata verso un approccio mirato alle esigenze degli studenti e che possano anche rendere meno traumatico, dal punto di vista delle tecniche didattiche impiegate, il passaggio degli studenti dal mondo dell’istruzione superiore a quella universitaria. L’iniziativa potrebbe rappresen- tare, inoltre, un’opportunità per stimolare un diverso dialogo tra docenti e studenti delle superiori, ma anche nell’iniziare a creare maggiore consapevolezza in ambito accademico tra docenti, studenti e dottorandi (che peraltro potrebbero essere futuri docenti universitari) proprio sulle tecniche didattiche innovative affrontate.

Ovviamente questa piccola esperienza andrà inserita necessariamente all’interno di una più complessa ed integrata strategia d’Ateneo volta alla diffusione della conoscenza, for- mazione ed uso di un più complesso apparato strumentale indirizzato a modelli di didattica innovativa che siano in grado di meglio rispondere alle nuove esigenze e sfide di fronte alle quali sono oggi posti gli Atenei italiani.

Aggiornamenti

Mentre revisiono il presente contributo il Progetto Let’s teach the EU at School è quasi terminato, si sono tenuti gli esami finali e tutti i corsisti che avevano raggiunto il previsto monte ore hanno superato gli esami ed ottenuto il titolo discutendo le loro progettazioni didattiche e sottoponendosi al fuoco incrociato di osservazioni (ovviamente costruttive) e consigli della Commissione.

Proprio in sede di esame finale sono anche arrivate delle belle soddisfazioni per i docen- ti in Commissione proprio dai racconti delle esperienze fatte da vari docenti/corsisti nello sperimentare in classe alcune lezioni preparate durante il Corso e che prevedevano l’impie- go di vari tra gli strumenti innovativi studiati.

Sia i docenti che i ragazzi, almeno a dire dei docenti, sono stati entusiasti e si sono già ripromessi, nel nuovo anno accademico, di riproporre in classe lezioni con questo tipo di taglio. Tra le cose che li hanno più colpiti tutti ci hanno segnalato la partecipazione attiva degli studenti delle singole classi, compresi quelli che normalmente erano più svogliati nel- le attività e la loro stessa richiesta di fare più spesso lezione con queste modalità.

Il rovescio della medaglia, segnalato sempre dai docenti che si sono potuti cimentare in questa attività nell’arco di svolgimento del Corso, è stato rappresentato dal lavoro necessa- rio per preparare una lezione di questo tipo che di certo non si può improvvisare. È stato anche rilevato, però, che nessuno si è pentito del tempo investito e che man mano che si

preparano lezioni di questo tipo, negli anni successivi, tutto il lavoro già fatto può essere riutilizzato in buona parte con una buona economia di scala.

Una cosa, personalmente, ho notato trasparire da parte di tutti i Corsisti in sede di esame finale, e cioè quella luce negli occhi e quell’entusiasmo nel presentare il proprio lavoro, anche con le eventuali criticità o errori fatti notare dalla Commissione, di chi aveva scoperto e pro- vato a muoversi in un mondo nuovo di strumenti didattici prima sconosciuti con potenzialità tutte da scoprire. La qual cosa già da sola sono convinto abbia ripagato la Commissione e noi coordinatori di tutti gli sforzi organizzativi e didattici posti in essere in questo lungo percorso sperimentale che ci auguriamo di poter ulteriormente sviluppare in futuro.

Nel documento Theatre Teaches (pagine 184-187)