• Non ci sono risultati.

La formazione di base

Nel documento Theatre Teaches (pagine 174-176)

1.Il modello formativo

2. La formazione di base

Austin, Sorcinelli & McDaniels (2007) sottolineano che i junior faculty necessitano di sviluppare abilità relative all’insegnamento, alla ricerca, al proprio ruolo, alla relazione con i colleghi e con gli studenti. Rispetto al primo punto, alcuni temi, che risultano essere molto importanti e spesso proposti nei percorsi formativi rivolti a docenti neoassunti delle univer- sità del mondo, sono: strategie di progettazione e realizzazione di un insegnamento; proces- si di apprendimento degli studenti; metodologie e tecnologie per favorire l’apprendimento; strategie per coinvolgere attivamente gli studenti; metodi di valutazione dell’apprendimen- to; modelli organizzativi di partecipazione alla comunità accademica; metodi di lavoro con target diversi; capacità comunicative; strategie per unire la ricerca, la didattica e il ruolo istituzionale; etica della professione. Molti Teaching and Learning Centres di università all’estero prevedono percorsi formativi dedicati ai giovani docenti, spesso su base volonta- ria, ma in alcuni casi anche obbligatoria.

Sulla scia di tali indicazioni della letteratura e delle buone pratiche internazionali e della sopraccitata esperienza patavina, il percorso dedicato ai docenti neoassunti è stato sviluppa- to attraverso i seguenti moduli:

1. Presentazione del percorso, delle tematiche affrontate, della prospettiva student-cen- tered, degli esiti collettivi del Teaching Perspectives Inventory, somministrato ai par- tecipanti prima dell’avvio del percorso formativo e condiviso dagli stessi con i forma- tori, allo scopo di rilevare e riflettere con loro sulle proprie prospettive di insegna- mento (Pratt, 1998; Pratt & Collins, 2010).

2. Progettare la didattica: definire i risultati di apprendimento attesi dell’insegnamento, utilizzando appropriate tassonomie e costruendo un syllabus coerente.

3. E-learning: progettare e gestire la didattica online e blended con l’uso delle tecnologie. 4. Metodologie di insegnamento e apprendimento: overview di metodologie didattiche e

delle loro caratteristiche, con particolare riferimento all’active learning.

5. Metodologie di valutazione degli apprendimenti: tipi di prove, valutazione diagnosti- ca, sommativa e formativa.

6. Public speaking e comunicazione didattica: presentazioni efficaci, interazione con gli studenti, comunicazione verbale e non verbale (solo nel 2018-19).

7. Follow-up - Feedback sull’applicazione, difficoltà e traguardi raggiunti nella didatti- ca – Focus group finale.

Le attività didattiche, frontali e di laboratorio, nel 2017-18 hanno avuto la durata com- plessiva di 40 ore; nel 2018-2019, con l’aggiunta del modulo 7, il percorso ha raggiunto 52 ore di impegno per i docenti che hanno partecipato.

A conclusione di ciascun modulo è stato somministrato un questionario che indagava diversi aspetti: l’interesse suscitato, l’organizzazione (tempi e format), le aspettative, i bi- sogni, le nuove conoscenze acquisite, l’utilità per il miglioramento della pratica didattica. I partecipanti hanno espresso il loro grado di accordo in una scala da 1 (completo disaccordo) a 5 (accordo completo).

Nella tabella I sono riportati e messi a confronto i valori medi, minimi e massimi del grado di accordo sui diversi moduli, ad esclusione di quelli introduttivi e conclusivi e del modulo inserito nel 2018-19, raccolti nei due anni di progetto per gli aspetti considerati.

Tab. 1: Confronto fra i valori di accordo nel primo e nel secondo anno di attività desunti dai questio- nari somministrati alla fine di ciascun modulo

È degna di nota la generale uniformità dei valori espressi su ciascun modulo da gruppi diversi di giovani docenti neoassunti: i moduli di progettazione e di metodologie didattiche mostrano una lievissima flessione dal primo al secondo anno, mentre il modulo sugli stru- menti di valutazione è stato leggermente più apprezzato nel secondo anno. Va anche rileva- to il livello alto di gradimento: il valore medio, infatti, non scende mai sotto il 4. La genera- le soddisfazione dei partecipanti è stata confermata anche nell’incontro di follow-up, in cui si è svolta una discussione con i giovani docenti sugli aspetti positivi e negativi del percor- so. Particolarmente apprezzati sono stati l’integrazione tra teoria e pratica del modello for- mativo proposto e l’opportunità di interagire con colleghi di altre aree disciplinari, con cui riflettere congiuntamente e sperimentare concretamente quanto appreso. I docenti hanno chiesto di potenziare gli aspetti organizzativi del percorso, possibilmente concentrandoli nei periodi meno carichi di impegni didattici. Inoltre, hanno espresso il desiderio di ottenere maggiori strumenti operativi da poter utilizzare nella propria pratica didattica e comunicati- va in aula, nonché di valorizzare la frequenza al percorso formativo all’interno dell’istitu- zione. Questi aspetti, emersi in particolare alla fine dell’edizione 2017-18, sono stati la base di partenza della ri-progettazione dell’edizione 2018-19, che ha previsto l’inserimento di un modulo specifico dedicato alla comunicazione didattica e al public speaking.

Modulo Valore medio Valore minimo Valore massimo

2 2017-18 4,55 4,30 4,83 2 2018-19 4,44 4,25 4,65 3 2017-18 4,09 3,64 4,37 3 2018-19 4,07 3,76 4,39 4 2017-18 4,53 4,36 4,75 4 2018-19 4,36 4,15 4,62 5 2017-18 4,33 4,00 4,48 5 2018-19 4,54 4,28 4,83

Al fine di valutare l’impatto che le attività proposte hanno avuto sulla didattica dei do- centi junior è stata condotta l’analisi dei Syllabus compilati dai docenti prima e dopo la partecipazione al corso di formazione nel 2017-18. L’analisi è stata effettuata da studentesse e studenti frequentanti le lezioni di Progettazione educativa e di Pedagogia sperimentale dell’Università di Chieti. Il Syllabus 2018-19 di 30 docenti, su 33 esaminati, è stato consi- derato migliore di quello compilato l’anno precedente. E’ indispensabile però specificare che l’Ateneo di Catania ha rilasciato a fine estate 2018 le “Linee Guida per la compilazione del Syllabus” insieme a un nuovo formato, più dettagliato. Ciò ha certamente influito sul miglioramento dei Syllabus analizzati, ma evidenzia ancora una volta l’importanza dell’ap- proccio di sistema, già citato. Inoltre, è stato segnalato dal gruppo di lavoro dell’Università di Chieti un “ceiling effect”: alcuni Syllabus non erano, a loro giudizio, passibili di miglio- ramento e/o tale miglioramento non era valutabile.

Sempre con l’obiettivo di monitorare le ricadute dell’attività di formazione sui docenti neoassunti, sono state messe a confronto le opinioni espresse dagli studenti nell’anno pre- cedente e in quello durante il quale i docenti del primo gruppo hanno frequentato l’attività di formazione (iniziata a ottobre 2017 e conclusa a giugno 2018). L’analisi è certamente preliminare perché ci si aspetta che effetti consistenti sulla qualità della didattica potranno essere eventualmente rilevati nelle opinioni relative agli insegnamenti impartiti nell’anno 2018-19, ad oggi non ancora elaborate e rese note. Per questo motivo è stato preso in consi- derazione solo il quesito “È complessivamente soddisfatto/a dell’insegnamento?”, rinvian- do l’analisi più dettagliata alla disponibilità dei dati OPIS relativi all’anno accademico ap- pena menzionato. Non è stato possibile eseguire il confronto (variazione dell’insegnamento, non disponibilità dei dati, ect.) su 5 dei 36 docenti presi in considerazione. Sui 31 rimanen- ti, 16 hanno registrato un miglioramento delle percentuali di risposte positive, dei quali 8 un miglioramento significativo; 6 non hanno presentato variazioni nelle percentuali; solo 9 hanno registrato un peggioramento.

Nel documento Theatre Teaches (pagine 174-176)